...Mia...

La Mia prima Fan Fiction...

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. BloodyVampire90
     
    .

    User deleted


    Capitolo 76
    -Bravissima, Carla… Bene, ragazzi, ora, tocca ad una persona, una ragazza, per essere più precisi, la quale, chi frequenta assiduamente questo bar, sicuramente conoscerà bene, giusto, Livvie?- Le chiede Erik, dal piccolo palco, parlando al microfono.
    Livvie annuisce e, subito dopo, esce dal locale.
    -Bene, ragazzi, sto parlando di Mia.-
    Io?! Lo guardo spaventata. No, non può farmi questo. Sa bene che mi vergogno ad esibirmi in pubblico. Non mi piace essere al centro dell’attenzione, mi sento molto più che imbarazzata. Devo dire che il mio ragazzo, oltre ad essere un angelo ,meraviglioso, dolce, sensibile e bellissimo, quando vuole, è anche un po’ bastardo.
    Faccio cenno di no con la mano. Ma le persone mi incitano.
    -Su, su, Mia, non fare la timida e vieni qui accanto a me.- Mi dice.
    Rossa dalla vergogna, mi levo il grembiule che indosso per lavorare e mi dirigo verso di lui. Mi posiziono accanto ad Erik.
    -Questa me la paghi!- Gli dico, a denti stretti, per non farmi notare.
    -Nooo, non credo, vedrai che dopo mi ringrazierai!- risponde lui, a sua volta, a denti stretti.
    Gli lancio un’occhiataccia.
    -Allora, Mia, cosa ci canterai?- Mi chiede.
    -Non lo so. Cosa vi canterò? Sai benissimo che mi hai colta di sorpresa.- Ribatto.
    -Beh, allora, scegli una canzone.-
    -Hilf mir fliegen?- Propongo.
    -Credo che vada bene. Come il tuo tatuaggio? Quello che conta è che sia bellissima.- Mi dice.
    -Ma va, va!- gli dico, mentre lui posa il microfono sull’asta e scende dal palco, lasciandomi completamente sola.
    Ecco, ora voglio scomparire. Voglio morire. E che cazzo!
    Guardo il posto in cui era seduta Livvie, per poter avere un sostegno morale. Che strano! Non è ancora rientrata nel bar. È strano! È’ molto strana in questi ultimi giorni. Non so cosa le sia preso. Anche come parla è strano. Bah… Chi la capisce è bravissimo.
    La musica parte.

    Ich bin hier irgendwo gelandet
    Kann nicht mehr sagen, wer ich bin
    hab die Erinnerung verloren
    Die Bilder geben keinen Sinn
    Bring mich zurück, bring mich nach Haus
    Ich schaff's nicht allein hier raus

    (CHORUS)
    Komm und hilf mir fliegen
    Leih mir deine Flügel
    Ich tausch sie gegen die Welt
    Gegen alles, was mich hält
    Ich tausch sie heute Nacht
    Gegen alles, was ich hab

    Erik mi guarda fiero. In questo momento vorrei solo ucciderlo.

    Erzähl mir alle Lügen
    Mach es so, dass ich es glaub
    Sonst krieg ich keine Luft mehr […]

    D’un tratto, la sua espressione cambia. I suoi occhi non sono più puntati su di me, ma dietro. Non faccio in tempo a girarmi, che tutto accade molto velocemente. Due mani coprono i miei occhi. Mi blocco e, con me, anche la musica. Tocco quelle mani. Non mi sono nuove. Le conosco. Le conosco fin troppo bene. Le ho toccate ed accarezzate tante di quelle volte. Non può essere vero. Non può essere possibile.
    Le mani mi scoprono gli occhi. Abbasso lo sguardo e lentamente mi giro. Sempre lentamente, rialzo gli occhi. Non può essere. È un sogno. No. Un incubo. È… E’ Tom. Dire che sono sorpresa è poco. Più che altro sono arrabbiata. Dopo tre anni siamo di nuovo l’uno di fronte all’altra. Chi l’avrebbe mai detto? E chi l’avrebbe mai voluto? Io, di certo, no. Non voglio. Non voglio che stia qui.
    In un secondo, mi passa, avanti agli occhi: da quando l’ho conosciuto all’ultimo loro concerto.
    -Dai, continua, stavi andando così bene! Una vera bomba!- Mi incita, sorridendomi, con quel sorriso dolce che non vedevo da tantissimo tempo e che mi è molto mancato.
    Guardo di fronte a me e noto che c’è tutto il gruppo. Compreso il carissimo Andreas.
    La musica ricomincia ed io torno a cantare, cercando di non inciampare per l’emozione.

    […] Und diese Stille macht mich taub
    Nur graue Mauern und kein Licht
    Alles hier ist ohne mich

    (CHORUS)
    Komm und hilf mir fliegen
    Leih mir deine Flügel
    Ich tausch sie gegen die Welt
    Gegen alles, was mich hält
    Ich tausch sie heute Nacht
    Gegen alles, was ich hab

    Ich find mich hier nicht wieder
    Erkenn mich selbst nicht mehr
    Komm und zieh mich raus hier
    Ich gib alles dafür her
    Ich hab Fernweh
    Und will zurück
    Entfern mich immer weiter
    Mit jedem Augenblick

    (CHORUS)
    Komm und hilf mir fliegen
    Leih mir deine Flügel
    Ich tausch sie gegen die Welt
    Gegen alles, was mich hält
    Ich tausch sie heute Nacht
    Gegen alles, was ich hab

    La canzone finisce.
    -Grazie!- Dico, turbata.
    Erik mi raggiunge. Anzi ci raggiunge. Si avvicina a me e mi sussurra all’orecchio:
    -Bravissima, amore mio!-
    -Grazie, vita.- Gli dico.
    Ci abbracciamo.
    -Fai venire qui Bill, per favore!- Mi dice.
    -Ok…- Mi rivolgo a Bill: -Bill!-
    Gli faccio cenno di raggiungermi. Erik mi dice all’orecchio cosa devo dirgli.
    Bill mi raggiunge sul palco. Mi avvicino al suo orecchio e gli spiego ciò che mi ha detto Erik.
    -Ok!- Risponde Bill.
    Erik va dal dj e gli dice qualcosa, dopodiché, scende dal palco, seguito da Tom.
    La musica ricomincia e Bill mi abbraccia. Dobbiamo staccarci subito per poter cantare, ma lui mi circonda le spalle con un braccio. È ora di cantare. L’imbarazzo è scomparso. Abbiamo scelto In die Nacht.

    In mir wird es langsam kalt
    wie lang könn' wir beide hier noch sein
    Bleib hier
    Die Schatten woll'n mich hol'n
    ab heute wird die Uhr durch´n Countdown ersetzt
    Doch wenn wir gehen,
    dann gehen wir nur zu zweit
    Du bist
    alles was ich bin
    und alles was durch meine Adern fließt
    Immer werden wir uns tragen
    Egal wohin wir fahr'n
    Egal wie tief

    (CHORUS)
    Ich will da nicht allein sein
    lass uns gemeinsam
    In die Nacht
    Irgendwann wird es Zeit sein
    Lass uns gemeinsam
    In die Nacht

    Ich höre
    wenn du leise schreist
    Spüre jeden Atemzug von dir
    Und auch wenn
    das Schicksal uns zerreißt
    Egal was danach kommt
    das teilen wir

    (CHORUS)
    Ich will da nicht allein sein
    lass uns gemeinsam
    In die Nacht
    Irgendwann wird es Zeit sein
    Lass uns gemeinsam
    In die Nacht

    In die Nacht...irgendwann
    In die Nacht...nur mit dir zusamm'

    Halt mich. sonst treib ich alleine in die Nacht
    Nimm mich mit und halt mich
    sonst treib ich alleine in die Nacht

    (CHORUS)
    Ich will da nicht allein sein
    lass uns gemeinsam
    In die Nacht
    Irgendwann wird es Zeit sein
    Lass uns gemeinsam
    In die Nacht

    Du bist
    alles was ich bin
    und alles was durch meine Adern fließt

    Quando finisce la canzone, ringrazio tutto il pubblico, il quale applaude, con un inchino e scendo dal palco, seguita da Bill.
    Sul palco, sale Anita, una delle cameriere, la quale si occupa di presentare un altro improvvisato cantante.
    Lo abbraccio forte a me e mi lascio scappare un pianto. Mi è mancato tantissimo. Lo stringo a me il più possibile. Mi sono sentita persa senza lui. È stato orribile. Singhiozzo forte e noto che anche lui fa lo stesso. Sembriamo due scemi. Allora, cercate di capirmi. Non ci vediamo da tre anni: come reagireste voi? È più forte di me. Gli ho voluto troppo bene, a lui e tutto il gruppo, e gliene voglio ancora. Mi sono affezionata troppo a loro.
    Mi stacco da Bill, continuando a piangere e vado ad abbracciare gli altri. Sono cambiati. Più belli di quando li ho lasciati, quattro anni fa e più belli di quanto riuscissi a ricordare.
    Con Tom c’è imbarazzo.
    -Piaciuta la sorpresa?- Mi chiede Livvie.
    -Non dirmi che…- Mi interrompo, non riuscendo a proseguire.
    Non ci credo. È stata lei a portarli qui da me.
    -Sì, esatto, Puss, sono stata io a portarli, sono pur sempre una loro fan.- Risponde con nonchalance.
    -Ma come hai fatto?- Le chiedo sbalordita.
    -Ieri sono stata ad un loro concerto, qui a Roma ed ho scritto su un bigliettino, al collo di un coniglietto di peluche indirizzato a Tom e, durante il concerto, gliel’ho gettato sul palco.-
    -Tom l’ha preso e, sul bigliettino c’era scritto che ti conosceva e c’era il suo numero di cellulare…- Continua Bill.
    -Sì, l’ho preso, ho letto il bigliettino, l’ho chiamata, chiedendole un appuntamento. Lei ci ha parlato della serata di karaoke che avreste fatto qui, stasera, così ne abbiamo approfittato ed eccoci qui. Non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di rivederti.- Continua Tom.
    Scuoto la testa, non riuscendo ancora a crederci.
    -Mia?-
    Mi giro. Erik, mi chiama da dietro il bancone.
    -Dimmi!- Rispondo.
    -Credo che sia arrivato il momento di tornare al lavoro… Ora!- Mi ordina.
    -Ok, gioia, arrivo subito.- Gli dico. Poi, mi rivolgo ai miei amici: -Ragazzi, io devo tornare a lavoro, altrimenti, Erik, che è il mio capo, mi ammazza! Volete ordinare qualcosa, magari?-
    -Sì, allora… Sei birre.- Risponde Andreas.
    -Ok… Quali? Italiane o tedesche’- Chiedo, prendendo il mio taccuino per gli ordini.
    -Heinecken.- Risponde Georg, pronto.
    -Ok.- Dico, scrivendo, dopodiché, torno al bancone.
    Mi avvicino ad Erik, il quale sta sheckerando un cocktail..
    -Ehi, so che, molto probabilmente, sarai arrabbiato con me, ma, ti assicuri, anzi, ti giuro che non ne sapevo niente. Livvie li ha rintracciati da sola. Io non le ho chiesto niente. Non sapevo neanche che avrebbero fatto un concerto qui a Roma.- Gli spiego.
    -Se lo avessi saputo, ci saresti andata?- Mi dice, continuando a sheckerare.
    -No, sai bene che ho chiuso con i concerti, portano solo guai!-
    -Ti fa piacere averli rivisti?-
    -Certo che sì. Sono pur sempre i miei migliori amici.-
    -Ed averlo rivisto?- Chiede, riferendosi a Tom.
    -Ehi, io, ora, sto con te. Ho scelto te. Ed è con te che voglio passare il resto della mia vita.-
    Erik mi guarda, posando lo shecker.
    -Allora, posso dirti che non sono arrabbiato con te, non preoccuparti. So che non c’entri niente. Ma vuoi stare davvero con me?-
    -Sì, ora come ora, lo desidero e lo voglio più di qualsiasi altra cosa possa esistere a questo mondo.-
    -Allora va bene così.- Conclude.
    Lo abbraccio. Ora come ora, non mi interessa se Tom ci vede. Un tempo, me ne importava, ma, ora, no. Con lui è finita definitivamente. Ora, sto con Erik ed intendo restarci per sempre e Tom deve farsene una ragione.
    Bacio Erik. Davanti agli occhi di tutti. Un bacio lungo, come sempre. Qualcuno si schiarisce la gola. Io ed Erik ci stacchiamo e guardiamo di al nostro lato. È’ Tom.
    -Sono… Sono… Sono venuto a prendere le… Le… Le… Le birre personalmente.- si giustifica, guardandoci.
    -Oh… Certo… Chiedi a quel ragazzo.- Gli dico, indicando Luca, un altro cameriere.
    -Bene… Grazie mille.- Ci dice, dirigendosi a destra e scuotendo la testa.
    -Sento puzza di guai!- Mi dice Erik.
    Lo guardo.
    -Io no!- Rispondo.
    -Comunque, torniamo a lavoro, altrimenti finisce che ci licenziano.- Scherza Erik.
    -A me, sì, di sicuro, ma, dubito che licenzieranno te, sei bravissimo.-
    -Grazie!- Mi dice.
    Tom passa di fronte a non, senza nessuna bottiglia in mano. Era tutta una scusa… Di sicuro.
    -Non credo alla storia che sia venuto a prendere le birre di persona.- Mi dice Erik.
    -Fa niente. Lasciamo stare.- Gli dico.
    Gli stampo un bacio sulle labbra e vado a prendere le birre per i miei migliori amici.
    Le prendo e le metto su un vassoio, le apro, dopodiché, vado a portare ai Tokio Hotel. Le distribuisco ad ognuno.
    -Ragazzi, mi dispiace che, qui, non ci sia un privè, ma è semplicemente un bar, non viene mai nessun personaggio famoso.- Gli dico.
    -Tranquilla, fossero questi i problemi.- Mi dice Gustav.
    -Ah… Bill, mi dispiace per quello che è accaduto due tre anni fa. La cisti alle corde vocali, intendo.- Gli dico.
    -E’ tutto passato, ora, canto anche meglio di prima.- Risponde.
    -Ho saputo che Simone e Gordon si sono sposati tre anni fa, mi fa davvero molto piacere.- Mi congratulo.
    -Sì, è stato magnifico.-
    -Sono così carini insieme.- Gli dico.
    -Come un’altra certa coppia! O, meglio, un’ex-certa coppia.- Dice Andreas, guardando, alternatamente, me e Tom.
    -E, così, hai un nuovo amore!- Dice Georg.
    -Se così lo si può chiamare!- Rispondo, imbarazzata, per la situazione.
    Tom non parla. È stranamente silenzioso.
    -Da quanto tempo va avanti questa lurida storia?- Mi chiede il mio ex, guardando la birra di fronte a lui.
    Oh, oh, ho parlato troppo presto. Che rispondo? La verità.
    -Sono solo sei mesi.- Rispondo.
    -Sapevo che sarebbe successo, prima o poi, ma non mi ero ancora preparato psicologicamente.-
    -Ed hai sbagliato a non farlo, Tom.- Gli dico.
    -Io credo, invece, che voi due stavate insieme già da prima.-
    -Ah, sì? E dimmi: da quanto?-
    Mi guarda. Ha uno sguardo severo e triste, allo stesso tempo.
    -Da quando l’hai rivisto in California.-
    Vorrei rispondere, ma non riesco a trovare le parole giuste. Non so cosa dirgli. L’unica cosa che posso fare è abbassare la testa e tornare a lavoro.
    Credo che siano ricominciato i miei guai, come aveva detto, prima, Erik. Beh, meglio mettere le cose in chiaro ed affrontare i problemi.
    E che Dio mi aiuti…
     
    Top
    .
50 replies since 18/7/2008, 21:00   4498 views
  Share  
.