...Mia...

La Mia prima Fan Fiction...

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  1. BloodyVampire90
     
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    Capitolo 81
    Sono tornata a dormire a casa mia. Quella che è stata casa mia, fino a qualche settimana fa. Mi sono mancati i pigiama party che facevamo di notte io e Livvie e, molto spesso, si univano anche le due sorelle. Per giunta, ora, vi sono anche i Tokio Hotel.
    Ho ripreso l’abitudine di andarmene sul balcone, per fumare e per cercare di non pensare, per non deprimermi. Ho confermato a Tom che io ed Erik ci siamo lasciati. Lui ha fatto il finto impassibile, ma so benissimo che, dentro di lui, non era più nella pelle. Come so bene che, ora, lui sta cercando di capire come agire con me.
    -Ehi!- Mi fa qualcuno da dietro.
    Mi giro. È’ Andreas. Si avvicina e mi dà un bicchiere di birra.
    -Grazie!- Gli dico. -Che ci fai qui? Perché ti sei isolato?-
    -Cerco di rilassarmi! E, comunque, dentro, mi stavo annoiando.-
    -Anche te? Meglio così, almeno mi fai compagnia.-
    -E il tuo ragazzo l’hai rimasto a casa sua?- Mi chiede.
    -Quale ragazzo? Erik, so bene che Tom vi ha detto che io ed Erik ci siamo lasciati, è inutile che fai quello che non sa niente.-
    -Scusa, non volevo fare il cretino.-
    -Davvero: come mai sei venuto qui, da me?- Gli domando di nuovo.
    -Davvero, mi stavo annoiando. Cosa farai, ora che ti sei lasciata?-
    -Non lo so ancora.-
    -Potresti riprovarci con Tom.-
    -Andreas, ma cosa ci guadagni a mettere la buona parola tra me e Tom?- Gli chiedo.
    -Nulla, è che gli voglio molto bene, troppo bene e non mi va di vederlo soffrire ancora, tutto qui.-
    -Capisco. Comunque, Andreas, l’idea di tornare con lui ci sarebbe, ma voglio esserne certa.-
    -Un’idea è meglio di niente.-
    -Di che si parla?- Chiede una voce familiare, alle nostre spalle.
    -Di nulla… Vi lascio soli.- si congeda Andreas.
    Quest’ultimo se ne va. Tom si avvicina alla balaustra e si poggia con i gomiti, come me, al mio fianco.
    -Come ci si sente a tornare single dopo tanto tempo?- Mi chiede Tom.
    -Normale. Devo ammettere che la vita da “fidanzata” non mi manca affatto, anche se Erik mi manca come mio fidanzato.-
    -E’ strana la cosa che hai detto: non ti manca la vita di coppia, però, ti manca il tuo ex.-
    -Lo so, è strano, ma, per me, è così.-
    -E io?- Mi chiede.
    -Te cosa?-
    Si avvicina di più a me. Getto il mozzone di sigaretta giù, mentre Tom, lentamente, intreccia le sue dita fra le mie.
    -Io non ti sono mancato?-
    -Per nulla.-
    -Ah, no?-
    -No, per nulla.-
    -Pensi che io ti creda?-
    -E’ la verità.-
    -Bugiarda.-
    L’altra mano la mette dietro la mia nuca. Ci guardiamo come se fosse la prima volta. Come la prima volta che ci siamo visti, al concerto di Bologna.
    Mi avvicino a lui e gli levo la bandana, gettandola giù.
    -Sai bene che mi piaci di più senza cappelli, fasce e bandane.- Gli ribadisco.
    -Sì, lo so bene, ma li indosso per farli togliere a te.-
    Ci avviciniamo l’uno all’altra. Ora, nulla può rovinare questo momento. Nulla può rompere la magia che vi si è creata. E, dopo quattro anni di lontananza, Tom e Mia riuniscono le…
    -Mia!- Mi fa Livvie.
    Riapro gli occhi e sbuffo.
    -Che c’è, XO?- Le domando scocciata.
    -Mi dai una sigaretta? È’ per Georg.- Mi dice.
    -Va bene!-
    Prendo il pacchetto dalla tasca e le do una sigaretta. Livvie scompare velocemente. Poggio, di nuovo, i gomiti sulla balaustra e sbuffo. Era tutto perfetto. Che palle!
    -Oh, ma al diavolo i momenti magici, giusti o sbagliati.- Dice Tom, seccato.
    Mi gira, si posiziona di fronte a me e poggia le sue labbra sulle mie, dapprima, in modo rude, poi, a mano a mano, diventa sempre più dolce. Da quanto tempo le mie labbra non toccavano le sue. Tanto. Troppo. Mi sento come se ci stessimo baciando per la prima volta. Credo che sia perché non ci baciamo da tanto tempo. Credo che Tom non si staccherà facilmente da me, seppure venisse qualcuno o succedesse qualcosa.
    Infilo le mani fra le sue treccine. Lui mi carezza la schiena. Mi schiaccia alla balaustra, stringendomi forte, per paura che io possa sfuggirgli nuovamente. Con una mano scendo alle spalle, poi anch’io mi soffermo sulla schiena.
    All’improvviso, una domanda comare nello schermo del mio cervello. Una domanda a cui devo dare una risposta urgente. È’ importante per me saperlo. Molto importante.
    -Tom?- Lo chiamo, senza staccare la bocca dalla sua.
    -Tom!-
    Non mi ascolta.
    -Tom!-
    Nessuna risposta.
    -Ehi, Tom!-
    Si stacca, finalmente.
    -Che c’è?- Mi chiede scocciato, facendo per baciarmi di nuovo.
    Lo scanso.
    -Quando ripartirete?- Gli chiedo.
    -Non lo so.-
    -Quando lo saprete?-
    -Ci avviserà David.-
    Lo guardo.
    -Voglio che tu venga con me!- Mi dice.
    -Che vuoi dire?-
    -Voglio portarti in giro con noi, per stare sempre insieme.- Insiste.
    -No, non Posso, Tom.-
    -Perché no?-
    -Ho l’Università.-
    -Ti prego!-
    -Chiedimi tutto, ma non questo!-
    -Oddio, Mia, per amore, si fa di tutto.-
    -Non puoi chiedermi di lasciare gli studi e di abbandonare la possibilità di crearmi un futuro, non è giusto questo. E, comunque, chi ti dice che ti amo?-
    -Ti conosco!-
    -Direi che non mi conosci abbastanza.-
    -Sì, invece!-
    -Ma perché vuoi che io venga con te?-
    -Per non ricadere nelle mie debolezze.-
    -Ma che cazzo dici, Tom?! Se vuoi, puoi riuscirci, non c’è bisogno che io ti segua.-
    -La mia carne è debole, in presenza di belle ragazze.-
    A questa frase scatto.
    -Ok, basta, Tom, lasciamo stare tutto. Non siamo fatti per stare insieme. Punto, basta, stop, fine.-
    -Mia, ti prego.-
    Ritorno dentro, seguita da Tom. Mi dirigo verso la mia camera. Entro e mi ci chiudo dentro, poggiandomi sulla porta.
    -Mia! Mia! Mia, ti prego! Dai parliamone con calma!- Mi dice, battendo dei colpi sulla porta.
    -Eddai, ma perché devi sempre fare la bambina capricciosa?- Continua.
    -SONO STANCA, OK? VATTENE AFFANCULO!- Gli urlo.
    Tom batte un ultimo colpo, il più forte e va via.
    Come ho fatto a cascarci nuovamente? Come ho potuto cascarci per la terza volta? Certo che non ci vuole proprio niente a perdere la testa. Sono sempre io la cretina che ci ricasca. Stavo così bene con Erik. Invece, no, doveva ricomparire Tom e rompermi le uova nel paniere. Non gli andava di vedermi felice. Che bello! Che palle!

    Un’ora dopo, esco dalla mia camera e mi dirigo in cucina. Sento delle voci parlare Qualcuno è ancora sveglio. Sono Tom, con il gemello e Livia, in salotto. Gli ultimi due sono accoccolati sul divano, mentre Tom è sdraiato a terra, davanti al divano, con una sigaretta in mano. Avrà raccontato, di sicuro, ciò che è successo prima tra noi. Sembra che nessuno si accorga di me. Meglio così, voglio sentire cosa si dicono.
    -Tom, te l’ho già detto: se a noi ragazze viene negato qualcosa, non ci pensiamo su neanche un secondo, prima di andar via a gambe levate.- Gli dice la mia migliore amica, Livia.
    -Me ne sono accorto, ma che devo fare? Io la voglio sempre con me, non voglio starle lontano neanche di mezzo metro.- Risponde Tom.
    -Tom, vuoi troppe cose, dalla vita. Inizia a prenderti lei, poi, pensi al resto!- Gli consiglia Livvie.
    Prenderti. Sembra che stanno parlando di un biscotto. Si sono, per caso, scordati che io sono una persona?
    -E ricorda, caro il mio gemellino, “Chi troppo vuole, nulla stringe!”- Gli dice il gemello.
    -Come conosci questo proverbio?- Chiede Livvie a Bill.
    -Mah…- Inizia Tom.
    -…Così…- Continua il moro.
    -…Per sentito dire!- Conclude Tom.
    -Seh, “Per sentito dire”! voi due insieme non potete stare!- Li avverte Livvie.
    -Ma no, dai. Ce lo dicono tutti, uffa!- Si lamenta Tom.
    -E’ vero!- Conferma Bill, mettendo il broncio.
    Bill non è affatto cambiato.
    Livvie si alza e va via, dirigendosi in camera sua, lasciandoli ridere come degli stupidi. Scuote la testa e ride. E, prima che possa arrivare qui e vedermi, torno in camera mia anch’io.
     
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