...Mia...

La Mia prima Fan Fiction...

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  1. BloodyVampire90
     
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    Capitolo 82
    -Capisci? È tornato e pretende… Pretende che io lo segua ovunque, lasciando i miei studi: tutti sacrifici che ho fatto in anni ed anni di prigrizia.- Mi lamento.
    -Io non te l’avrei mai chiesto.- Risponde Erik, lavando delle tazzine.
    -Lo so, è per questo che, un po’, mi sono pentita di essermi lasciata con te.-
    -Torniamo insieme?-
    -Per me, possiamo farlo anche subito, non ho nessun problema.-
    -Mia, io non sto scherzando.-
    Erik si ferma dal pulire.
    -Neanch’io!-
    Ci guardiamo, sorridendoci a vicenda. Dopodiché, Erik riprende a pulire le sue tazzine.
    -Hai mai provato ad immaginarci sposati?- Gli chiedo.
    -Spesso.-
    -E…?-
    -Eravamo una bella famiglia.-
    Erik si ferma di nuovo e mi guarda, poggiandosi al lavabo.
    -Mia, ma ami o no Tom?-
    -Ad essere sincera, non lo so più. Sono confusa. Non so più cosa voglio davvero. È’ Tom che mi confonde.
    -Oh, oh, questo è davvero un bel guaio. Hai mai provato a rifletterci?-
    -No, perché, pensarci, mi fa scazzare.-
    -Credo che dovresti farlo.-
    Erik torna a lavare le tazzine, mentre io inizio ad asciugarle ed a riporle sugli scaffali.
    -Salve!- Dice qualcuno.
    Io ed Erik ci giriamo a vedere chi è: Andreas e Tom. Sbuffo. Ti pareva se non dovessero essere i primi a venire al bar. E che palle! Tom si mette di fronte a me, poggiandosi sul bancone.
    -Cosa ti do?- Gli chiedo.
    -Un succo d’arancia.-
    -Va bene… Erik, gentilmente, prepari un succo d’arancia a Tom? Io vado a prendere l’ordinazione a quelli del tavolino.- Gli dico.
    Erik annuisce. Mi dirigo verso un tavolino, dove ci sono due ragazzi.
    -Cosa prendete?- Chiedo, con un sorriso smagliante.
    -Due cornetti a crema, con due cappuccini.- Risponde uno dei due.
    Scrivo l’ordinazione sul blocchetto, che ho preso dalla tasca anteriore del mio grembiule.
    -Arrivano subito.-
    -Grazie!-
    Torno al bancone. Tom beve il suo succo e mi guarda. Minchia, come odio quando le persone mi guardano. Mi danno fastidio gli sguardi posati su di me. Anche quelli maschili. Non ho mai capito il perché. Alla maggior parte delle ragazze fa piacere essere guardate continuamente, invece, a me no, anzi mi innervosisce e mi infastidisce. Mi innervosisce, soprattutto, lo sguardo di Tom.
    -Erik, fammi due cappuccini ed aggiungici due cornetti a crema.- Gli ordino.
    -Nervosetta, stamattina.- Mi fa notare Erik.
    -Molto.-
    -Sai, ora, ti cedo il bar, così comandi tutto tu.-
    -P… Perché?-
    -Mi stai comandando da quando sei arrivata.-
    -Oh… Scusa!- Gli dico desolata.
    -Dai, non te la prendere.- Prova a tranquillizzarmi.
    -Gioia, ma perché non me lo dici quando faccio qualcosa che non va?-
    -Ehi, stavo scherzando.-
    -Ho capito, ma non è giusto comportarmi con te in questo modo.
    Erik mi guarda, mentre mi prepara i cappuccini. Giocherello col mio piercing, guardando Erik.
    -Mia?- Mi chiama Tom.
    Io ed Erik ci giriamo a guardarlo.
    -Che c’è?- Gli chiedo.
    Vorrei che Tom non mi sorridesse soddisfatto. Soddisfatto di cosa, poi? Bah! Spero che lo capisca, dalla mia faccia, che mi sta infastidendo.
    -Hai, per caso, fatto un piercing alla lingua?- Mi chiede Tom.
    Ma stanotte mi ha baciata o sbaglio? Come ha fatto a non accorgersi del piercing alla lingua? Bah…
    -Sì, Tom, ce l’ho da più di un anno.- Rispondo.
    -Come ho fatto a non accorgermene? Mi sono rimbambito di brutto.- Dice fra sé e sé.
    Solo ora capisce di essere rimbambito?! Che cattiva che sono.
    -Mah, non saprei, anche se direi che si nota, almeno credo.- Rispondo.
    -Ma certo che si nota.-
    -Comunque, Tom, non è importante che non l’hai notato.-
    -Per me, sì… E’ come se non ti avessi guardata.-
    -Ma che cazzate spari?- Gli chiedo, ridendo.
    Erik poggia cappuccini e cornetti su un vassoio e me lo dà. Io li porto al tavolino, distribuendoli ai due ragazzi. Torno al bancone.
    -Devo dire che sono molto carini quei due ragazzi!- Mi fa notare Erik.
    -E’ vero.-
    -Perché non cerchi di conoscerli?- Mi propone.
    -Non credo che sia una cosa buona.-
    -Provaci.-
    -No, dai, davvero.-
    -Ma su, comunque, anche loro ti hanno notata: non fanno altro che girarsi, per guardarti.-
    -Finiscila! Comunque, non me la sento!-
    -Ah, giusto, tu vuoi me!-
    -Da morire!-
    -Che scena patetica!- Commenta Tom.
    -Che coglione!- Gli rispondo.
    -E che palle! Ma vi siete guardati voi due? Siete patetici!- Si sfoga Andreas. -…Non fate altro che litigare, discutere ed insultarvi a vicenda! Ma smettetela una buona volta! Non vi sopportiamo più!-
    Io e Tom ci guardiamo. Sconvolti. Tom si alza, mi prende una mano ed avvicina il viso al mio orecchio.
    -Ti, prego, voglio parlarti!- Mi sussurra, piano.
    -Sto lavorando, ora.-
    -Non ci metterò molto.- Insiste.
    -Tom…-
    -Ti prego!- Mi interrompe, guardandomi negli occhi.
    -Tom…-
    -Ti supplico!-
    Guardo Erik. Mi fa segno di poter andare.
    -Va bene!- Dico, infine.
    -Grazie!-
    -Seguimi!-
    Lo porto nel ripostiglio, chiudendo la porta a chiave. Tom si avvicina a me e mi bacia. Rispondo al bacio. Non desideravo altro, anche dopo il litigio di ieri sera.
    Il bacio diventa lungo, lunghissimo, ma sono costretta a staccarmi da lui.
    -Di cosa volevi parlarmi?- Gli chiedo.
    -Scusa!- Mi dice, abbassando la testa.
    -Figurati, avresti dovuto scusarti, se non avessi risposto al bacio, invece, ho risposto, il che vuol dire che volevo che ci baciassimo.-
    -Bene!- Rialza la testa. -…Tra cinque giorni partiamo.-
    -Bene.-
    -Vieni con me, ti prego!-
    -DI nuovo?! No, Tom, te l’ho detto.-
    -Io ti amo.-
    -Ho capito, ma non puoi chiedermi questo.
    -Per amore, si fa di tutto.-
    -Ti ho mai chiesto di lasciare la tua vita e le tue passioni, quattro anni fa?-
    -No!-
    -Allora, perché lo fai?
    -Ti ribadisco che per amore, si fa tutto.-
    -Ah, sì?-
    -Sì!-
    -Bene, allora, non partire, lascia il gruppo.-
    -Non chiedermi questo. Chiedimi tutto, ma non di lasciare il gruppo.-
    -Perché no?- Le chiedo, innervosita.
    -Perché sai benissimo che il gruppo è tutta la mia vita!-
    -Ah, davvero?
    -Sì, davvero!-
    -Così: io posso rinunciare all’Università, ai miei studi, ai miei amici ed alla mia vita , mentre te, invece, non puoi rinunciare al gruppo, alla musica, ai tuoi amici ed alla tua vita! Io non ci sto.-
    -La musica è tutta la mia vita, viene al primo posto.- Mi ribadisce.
    -Per me, è così con l’Università.-
    -Ma se ti sei sempre lamentata del fatto che odi lo studio.-
    -Io amo quest’Università.-
    -L’Università o qualcuno dell’Università?-
    -Cosa vorresti insinuare?-
    -Niente, scusa… Ami l’Università più di me?-
    -Potrei chiederti la stessa cosa.-
    -Sai che non è così.-
    -Ma non vuoi rinunciare alla musica. Hai confermato la mia teoria. Bene, Tom, dato che sto al secondo posto nella classifica delle cose che ami e nessuno dei due vuole lasciare la propria vita per l’altro, può anche finire qui. Non credo che abbiamo più nulla da dirci.-
    Riapro la porta e gli faccio cenno di uscire. Tom esce, anche dal bar, mentre io corro da Erik e lo abbraccio piangendo.
    -Ehi, piccola, cosa c’è?- Mi chiede.
    -Lo, odio, lo odio, lo odio.- Mi sfogo, dandogli dei colpi sulla schiena.
    -No, tu lo ami più di quanto pensassimo tutti.-
     
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