...Mia...

La Mia prima Fan Fiction...

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    Capitolo 83
    Sono passati cinque giorni. Cinque giorni di inferno. Con Tom sempre sotto agli occhi. In questi giorni, ha provato a parlarmi, ma ho sempre cercato di evitarlo. Ci sono riuscita poche volte, perché, la maggior parte delle volte, mi ha sempre trattenuta e non mi lasciava una “via d’uscita”.
    Oggi, i Tokio Hotel partiranno, per continuare il loro tour. Ritroverò, finalmente, la pace di prima. Magari il fatto che io e Tom non ci rivedremo per chissà quanto tempo, mi premetterà di tornare con Erik, perché no?
    Al bar, stamattina, c’è più gente del solito. Non si sa chi servire per primo. Quando c’è tutta questa gente qui, mi stresso molto di più. È da stamattina che non faccio altro che guardare l’orologio.
    -Come ti senti oggi?- Mi chiede Erik.
    -Nervosa e stressata!- Rispondo.
    -Sempre per To…-
    -Ti prego, non nominarmelo neanche.-Lo interrompo. -…Comunque, sì.- Confesso.
    -Lo sapevo!-
    Mentre sto lavando un bicchiere, Erik mi blocca.
    -Mia, tu lo ami, che ti frega dell’Università? Va’ da lui. Stai con lui. Non è giusto tutto questo. Vi state facendo solo del male. Ne soffrirai soltanto.- Mi dice.
    Lo guardo. Ha capito tutto. Ha sempre capito tutto di me.
    -Erik, mio padre conta sull’Università, io non posso e non voglio deluderlo.-
    -Cazzo, Mia, ci siamo lasciati per lui, non fare la stupida.-
    -Io…-
    -Tu lo vuoi. Vuoi lasciare tutto per lui, ma sei troppo orgogliosa e l’orgoglio non permette di essere felice.- Mi interrompe. -…Tu vuoi fare lasciare tutto per lui, io lo so, te lo leggo negli occhi. Quindi, ora, vai all’aeroporto, fai un biglietto di sola andata e parti con lui o,casomai è già partito, lo raggiungi.- Mi ordina.
    Gli sorrido. Solo lui riesce a capire, perfettamente, ciò che provo. Lo abbraccio forte, dopodiché, gli stampo un bacio sulle labbra ed esco dal bar. Inizio la mia corsa contro il tempo, fino all’aeroporto. L’unico inconveniente è che ho scordato di levare il grembiule. Ma-chi-se-ne-frega! Ora, ho una cosa molto più importante a cui pensare. Ho da prendere un aereo. Sì, Dio, lo amo ancora e lo voglio. Lo amo da impazzire.

    -Tom, stiamo per partire, sei pronto?- Gli chiede il gemello moro.
    -Sì!- Risponde Tom, ma non è sicuro della sua risposta.
    Sono all’aeroporto, ad aspettare il loro aereo, ma Tom sembra non avere nessuna voglia di ripartire per il tour.
    -Cos’hai, Tom?- Gli chiede Andreas.
    -Non mi ama a tal punto da rinunciare a tutto per me.- Risponde desolato.
    -Allora, fallo tu.- Gli consiglia Bill.
    -Cosa?!- Chiedono, contemporaneamente, tutti.
    -Ma io non…-
    -Sì, che puoi. Noi ce la caveremo. Troveremo un altro chitarrista, non sarà speciale come te, ma meglio di niente continueremo ad avere successo.- Continua Bill.
    -Io non voglio abbandonarvi!- Dice Tom. -…E neanche voglio abbandonare la musica.-
    Si lamenta.
    -Questo vuol dire che, neanche tu, la ami a tal punto a rinunciare a tutto.- Gli spiega Georg.
    -Se la ami davvero, come dici, rinuncia a qualcosa, non pretendere che lo faccia solo lei.- Interviene Gustav.
    -Forse, avete ragione.- Conviene Tom.
    Tom si alza dal proprio posto.
    -Ehi, brutto stronzo, che cazzo ci fa ancora seduto qui, accanto a me, il tuo orribile culo peloso?- Gli chiede Georg. -Alza le tue luride e sporche chiappe da porno-star scadente e va a riprendertela!- Gli ordina.
    Tom guarda tutti, uno per volta, ma, alla fine, obbedisce e si avvia verso l’uscita dell’aereo

    Arrivo all’aeroporto, affannata, per la lunga corsa dal bar a qui. C’è folla per fare il biglietto! Cavolo, devo muovermi, altrimenti, Tom partirà senza di me. Se lo lascio andar via senza me, commetterò l’errore più grande della mia vita e non potrò più recuperare. Non me lo posso permettere nuovamente.
    Finalmente, arriva il mio turno.
    -Prego?- Mi dice la signorina di fronte a me.
    Oh, oh, ho scordato la cosa più importante: i soldi. Come diavolo lo compro il biglietto? Dovrò rinunciare. Se avessi preso prima questa decisione, adesso, sarei felice, col mio Tom.
    Controllo nelle tasche, magari c’è qualcosa. Quanto potrà esserci? Due Euro, massimo cinque. Controllo nella tasca posteriore. C’è qualcosa. Lo prendo: è un biglietto arrotolato. Lo srotolo velocemente.
    -Signorina, non abbiamo tempo da perdere qui!- Mi dice la ragazza.
    -Infatti, io vado di fretta!- Dice un signore dietro di me.
    -Scusate ancora un secondo: è una cosa molto importante.- Mi giustifico.
    Dopodiché, torno al mio biglietto. Ci sono dei soldi. Sorrido. Solo lui può essere stato. Erik.
    -Un biglietto per Magdeburgo.- Dico alla ragazza.
    Apro il biglietto:

    “Mica puoi partire senza soldi?
    Stupidina! Tranquilla, non è ancora la tua
    paga. Diciamo sono i soldi per un regalo.
    Credo che bastino per una Prima Classe
    … Almeno spero!
    Ti pago appena ci rivedremo, perché
    dobbiamo rivederci, io tu e Tom!
    Un bacio, Erik!”

    La ragazza mi chiede tutti i documenti necessari. Almeno quelli, ce li ho. Almeno quelli. Li ho sempre con me. Non si sa mai, dovesse scapparmi un fidanzato, poi, come faccio a riprendere melo?
    Le do i soldi, mentre lei mi dà il biglietto. Corro. Faccio tutto ciò che bisognerebbe fare, quando si prende un aereo. Il poliziotto al Metal Detector mi ha guardata strana quando ha notato che non avevo nessuna valigia ed il grembiule da cameriera attorno alla vita. Gli sorriso intimidita.
    Continuo a correre verso l’aereo, cercando di essere veloce.
    Da lontano vedo un viso conosciuto, sembra che stia venendo verso me. Sorrido. Sembra anche che cerchi qualcosa o… Qualcuno. Gli corro incontro. Non ci credo.
    -TOM!- LO chiamo.
    Non mi sente.
    -TOM!- Alzo un po’ la voce.
    Mi fermo. Non ce la faccio più a correre. Sono fuori allenamento ed invecchiata. Tom mi vede, subito dopo, diventa una scheggia, raggiungendomi.
    Mi piego in due poggiando le mani sulle ginocchia. Ho il fiatone e il sudore che mi scivola ovunque. Mi faccio schifo da sola.
    -Oddio, non ce la faccio più!- Gli dico col fiato mozzato.
    -Cosa ci fai qui?- Mi chiede.
    -Volevo allenarmi per le Olimpiadi, sai com’è. Non avevo nulla di intelligente da fare, così ho pensato di cronometrare quanto tempo impiegavo a raggiungere l’aeroporto correndo.- Gli dico.
    Non ci vuole molto a capirlo, a meno che non si è talmente idioti. Gli sventolo avanti al viso il biglietto e mi rialzo.
    -Cosa?! Tu vuoi davvero…-
    -Sì, Tom, è ciò che voglio davvero.-
    -Sei una pazza, sei una pazza!- Esclama, prendendomi in braccio.
    -Lo so. Me l’hanno già detto in tanti.-
    Lo stringo forte e lo bacio, tra le lacrime. Mi stacco e gli scendo di dosso.
    -Ma come mai non sei ancora partito?-
    -Stavo venendo da te! Lascio tutto, per stare con te.- Risponde.
    -No, non puoi, è tutta la tua vita, non puoi farlo.-
    -Sì, che posso. Sei tu la mia vita, non il gruppo o la musica.-
    -Tom, non farlo, ti prego, non rinunciare.-
    -Ma tu, come farai con i tuoi studi?-
    -Seguirò i corsi tramite internet e tornerò qui, in Italia, quando dovrò fare gli esami. Sarò una studentessa non-corsista.- Gli spiego.
    -Puoi farlo?-
    -L’ho già fatto.-
    -Che vuoi dire?-
    -Amore, ho già messo a posto tutto all’Università, in questi cinque giorni. Ah… Poi, tornerò qui, non solo per gli esami, ma anche per la mia Laurea.-
    -Ma con i tuoi vestiti?- Mi chiede ancora.
    -Beh, dovrò arrangiarmi, per ora, poi, appena torno qui, farò la valigia.-
    -Non ci credo, dimmi che è un sogno.- Mi dice, prendendomi, nuovamente, in braccio. -Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo!- Mi dice ridendo.
    -Ti amo anch’io.-
    -Cazzo, l’aereo.-
    Mi fa scendere e corriamo verso l’aereo. Saliamo di corsa, mentre l’aereo decolla, e ci dirigiamo verso i nostri posti. Abbiamo anche avuto la fortuna di avere dei posti vicini.
    Bill ci nota subito.
    -Tesoro, ma cosa ci fai qui?- Mi chiede il gemello moro.
    -Sono venuta a rompervi i coglioni!- Rispondo.
    -Fino a quando?-
    -Tempo indeterminato.-
    -E l’Università?- Chiede Gustav.
    -Risolto… Ora, voglio solo essere felice con il mio Tom.- Rispondo.
    Mi stringo a Tom, il quale mi stampa un bacio sulle labbra.
    -Quindi, siete tornati insieme?- Chiede Georg.
    Io e Tom ci guardiamo, per un po’ in silenzio, dopodiché, insieme, rispondiamo, ad alta voce:
    -SI’!-
    Bill si alza ed esulta, correndo per tutto l’aereo, seguito da Georg. Le Hostess cercano di fermarli, ma non ci riescono, è difficile fermarli. Non ci sono riuscita neanche io. E loro della sicurezza non se ne fregano.
     
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    Capitolo 84
    -Epilogo-

    Bacio di mezzanotte


    Ecco un altro anno che sta per andare via. Un altro anno che passa. Velocemente. Incredibilmente veloce. Ed è strano ritrovarsi tutti insieme, nello stesso luogo e nella stessa casa. Quello delle mie vacanze 2008 e fare “Capodanno a Laguna Beach”. Stranamente felici e spensierati. Credo che non sarà per sempre così, purtroppo e per fortuna, quindi cerco di godermi questo momento.
    In un anno, sono cambiate parecchie cose e ci sono stati molti matrimoni, uno dietro l’altro. Iniziamo.
    Livvie ed Andreas si sono sposati, non si sa quando si sono accorti di piacersi, ma sembra che sia avvenuto in modo molto strano, dato che alla cara Livvie piaceva Bill.
    Bill e mia sorella sono tornati insieme. Volete sapere da quanto tempo? Beh, aprite bene le orecchie: da quando io sono tornata dalle vacanze, nel 2008. Come hanno fatto a sentirsi e a vedersi senza che io me ne accorgessi? Non lo so, è un mistero anche per me. La cosa brutta è che non hanno detto nulla a nessuno. Ora, Anto è incinta, di sei mesi, maschio. Già hanno scelto il nome: Gordon Tom Kaulitz. Loro due l’hanno buttato così, come se fosse una cosa che sui fa tutti i giorni, tornare insieme ed aspettare un bambino.
    Gustav ha scoperto di avere una strana passione per la mia amica Anto, mentre David, il loro manager, si è innamorato di sua sorella Lina. E si sono sposati, tutt’e quattro. Georg è fidanzato, non si sa ancora con chi, però, a quanto pare, la ragazza lo tiene sotto controllo. Credo che la sua ragazza sia un po’ insicura.
    Veniamo a me: io e Tom stiamo ancora insieme. Da quando, siamo tornati insieme, non ha più nemmeno guardato una ragazza. Direi che è diventato un po’ noioso. Lo so, lo so, sono molto incontentabile, ma mi sta bene così. sono felice. Sto con la persona che amo, viaggio in tutto il mondo, mi sto laureando, cosa posso chiedere ancora alla vita? Un Lucano, no, non mi piacciono i liquori.
    La stampa sa che Tom è fidanzato, ma non sa che sta con me. Non vuole che io subisca ciò che subisce lui ogni giorno. A me, sta bene così. molte pagherebbero per farsi vedere con lui, ma io no, credo che sia una scelta giusta. Quindi, ci tocca camminare incappucciati nel mese di agosto. Tantissimi fotografi hanno provato a fotografarci insieme, ma non ci sono riusciti.
    Alle interviste, Tom risponde che voglio starmene al mio posto, come gli dissi io, quando tornammo insieme.
    Bill è diverso. È’ talmente orgoglioso di mia sorella che la fa vedere a tutti, fregandosene dei paparazzi. Ha anche annunciato, ad una premiazione, la gravidanza di Anto.
    Gustav fa vedere, alla stampa, la mia amica Anto poco e niente.
    Ho scordato una persona. Vi starete chiedendo che fine ha fatto Erik. Beh, il mio più caro amico ed ex si è fidanzato con una ragazza di Roma. Quando torno in Italia per gli esami, dormo da lui. Tom non è geloso, mentre la ragazza di Erik sì, anche se sa benissimo che, ormai, sono innocua. Anche se, molto spesso, io ed Erik ci scambiamo sguardi, non proprio innocenti. È’ vero, non dovrei, ma è pur sempre il mio ex.
    A volte, mi viene da ridere. Avete presente quelle risate isteriche che è un miracolo se riesci a smettere, senza morirne? Ecco, quelle. Vi chiederete il perché. Ve lo spiego subito: è cambiato tutto. Siamo tutti maturi, con la testa sulle spalle e tante responsabilità, però, cinque anni fa, non era affatto così, pensavamo tutti solo a divertirci.
    Il panorama da questo terrazzo è sempre meraviglioso.
    -Amore!-
    Mi giro, Tom. Subito dopo, torno a guardare di fronte a me.
    -Amore!- Gli dico.
    -E’ quasi mezzanotte!- Mi informa.
    -Lo so!-
    -Vieni dentro che vogliono far stappare a noi due lo champagne, per festeggiarci.-
    -Perché vogliono festeggiarci?-
    -Perché nessuno ha mai creduto al fatto che io potessi innamorarmi e nessuno riusciva a credere che potessi trovare una ragazza capace di tenermi testa.-
    -E io ti tengo testa?-
    -Sei terribile. Mi chiedo ancora come fare quando diventeremo anziani.-
    Rido.
    -Ti sento strana. Cos’hai? Vuoi lasciarmi?- Mi chiede perplesso.
    -Certo che no. Abbiamo combattuto così tanto per tornare insieme, non mi va di mandare al diavolo tutto ciò che abbiamo costruito.-
    -Meno male.-
    -Comunque, tornando al discorso del tenerti testa, lo faccio perché non mi piace essere comandata, come ben sai.-
    -Lo so, è per questo che ti amo.-
    -Sì, lo so.- Rispondo vaga.
    -Credo che, per me, ci voglia questo tipo di donna.-
    -Un Hitler al femminile?-
    Tom scoppia a ridere. -Sì, esatto, hai centrato il bersaglio!-
    -Lo credo anch’io.-
    Mi giro verso Tom. Da dentro si sente il conto alla rovescia. Tom s’inginocchia avanti a me. Lo guardo perplessa, ma, allo stesso tempo, interrogativa. Apre una scatolina. C’è un anello con un piccolo brillante al centro ed altri due, ancora più piccoli, accanto. È posizionato su un cuscinetto bianco.
    Apro la bocca per dire qualcosa, ma sono troppo shockata per parlare, tutto quello che riesco a fare è mettere una mano davanti alla bocca. Tom ha gli occhi lucidi.
    -Mia, amore mio, Mi vuoi… Vuoi… Vuoi…- Si blocca.
    Tira un sospiro e ci riprova: -Mia, amore mio, mi faresti l’onore di diventare mia moglie?-
    Ora, sta, letteralmente, piangendo, a singhiozzi. Io non sono da meno. Come la cretina lo seguo. Siamo in due, ora, a singhiozzare.
    -Sì… Miliardi di volte, sì… Per tutta la vita, sì!- Rispondo.
    Tom prende l’anello dallo scatolino e me lo infila all’anulare sinistro, senza smettere di guardarmi. Si alza e mi abbraccia. Lentamente, avvicina il suo viso al mio. Meno tre… Ci guardiamo. Meno due… Mi carezza il viso. Meno uno… Avvicina il suo viso al mio. A mezzanotte in punto, mi bacia. Il nostro bacio di mezzanotte. Anno nuovo, vita nuova. No, questa mi sta benissimo, sono felice.
    -Ora si può abbracciare la sposa?- Chiede Georg.
    Io e Tom ci stacchiamo e guardiamo gli altri, i quali ci guardano tutti. Bill s’è commosso, lo stesso anche mia sorella.
    -No!- Risponde Tom.
    -Tom, brutto parassita, se vuoi riuscire a vedere Mia all’altare, in un bellissimo abito da sposa, bianco, ti conviene farmela abbracciare, per congratularmi, subito!- Lo minaccia Georg.
    -Sporco Hobbit, lei non si tocca.- Gli dice Tom.
    -Dai, Tom, è l’inizio di una nuova vita e di un nuovo anno: cerchiamo di vivere nel migliore dei modi possibile.- Gli dico.
    -Ok, ok!- Conviene Tom.
    Georg corre ad abbracciarmi. Georg respira affannato, come se stesse… No, non ci credo. È’ impossibile: Georg sta piangendo.
    Mi allontano da lui.
    -Gè…- Gli dico.
    Le lacrime gli scendono come delle cascate.
    -Oddio, che cucciolo.- Gli dico.
    Lo abbraccio nuovamente.
    -Mi sorprendi sempre, ma perché stai piangendo?- Gli chiedo.
    -Sono felice per voi due, vi voglio troppo bene.-
    -Grazie,ma anche noi ne vogliamo a te, lo sai.-
    -Se ti dovesse trattare male, corri da me, me la vedo io con lui.- Mi avvisa.
    -Non esiterò, tranquillo.-
    Stasera è la serata delle commozioni. Ed io che credevo di non riuscire a sposarmi, di rimanere zitella a vita. Invece Tom, mi ha chiesto di sposarlo.
    Poco dopo, io e Georg ci stacchiamo l’uno dall’altro. Lui va da Tom, mentre Bill corre ad abbracciarmi, sempre piangendo. Bill mi salta addosso e, non sapendo neanche’io come, mi ritrovo col culo a terra, con Bill su di me, come se stessimo scopando.
    -Oddio, Bill!- Gli faccio.
    -Sorellina!- Mi dice, sdraiandosi su di me.
    -Che bello, un altro matrimonio!- Esulta, nel mio orecchio.
    -Oh, merda, Bill, mi stai uccidendo! Se continui così, non ci sarà nessun matrimonio!- Lo avverto, con voce strozzata.
    Bill si sposta e si inginocchia accanto a me. Finalmente, riesco a respirare normalmente. Un altro po’ sotto Bill e ci rimanevo secca. Sembra una piuma, ma è pesantissimo.
    -Grazi mille, Bill, ma, la prossima volta, meno entusiasmo, così evitiamo un omicidio.-
    Mi poggio sui gomiti.
    -Scusa! Comunque… Grazie a te, per aver fatto mettere la testa a posto a quell’imbecille di mio fratello.-
    -Figurati, poteva riuscirci chiunque!-
    -No, solo tu.-
    -Dai.-
    -Davvero!-
    -Ok, hai ragione.-
    Ci rialziamo entrambi.
    Ad uno, ad uno, ci diamo gli auguri.
    -Ma da quanto tempo ci stavate spiando?- Gli chiedo, appena ho finito di fare gli auguri.
    -Da un po’!- Rispondono, all’unisono.
    Mi rivolgo a Tom: -Ma sapevano già tutto!-
    -No, assolutamente. Non lo sapeva nessuno.- Risponde il mio ragazzo.
    -Ah, bene!- Esclama Tom. -…Torniamo dentro?- Propone.
    -Ok!- Risponde Gustav.
    Mentre gli altri entrano, io trattengo Tom.
    -Noi due rimaniamo ancora per un po’ qui.- Gli dico.
    -Va bene!- Conviene.
    Ci riavviciniamo alla balaustra. Tom mi abbraccia da dietro. Rimaniamo a guardare i fuochi d’artificio di fronte a noi. È bello vederli riflessi nel mare.
    -Tom?- Gli faccio.
    -Che c’è?- Mi chiede, poggiando la testa sulla mia spalla.
    -Grazie!-
    -Di cosa?-
    -Di esistere.-
    -No, sono a dover ringraziare te, ma, soprattutto, Dio, per averti fatta nascere e per avermi permesso di conoscere la stella più luminosa del cielo.-
    Tomi mi gira per guardarlo.
    -Giurami che, noi due, non ci lasceremo mai più!- Mi dice.
    -Lo giuro.-
    -Ti amo!- Mi sussurra all’orecchio.
    -Ti amo!- Gli dico.
    Mi rigiro, per guardare, nuovamente, il mare.
    -Tu sei solo mia, nessun altro ti avrà, sei solo Mia!- Mi dice.
    Il mio nome lo pronuncia in italiano. Non è perfetto, ma comunque bellissimo, soprattutto, pronunciato con la sua dolce voce da bambino. È il suono più dolce che io abbia mai sentito in tutta la mia vita.

    Questa storia è giunta al termine.
    Ricordate le domande che mi porsi all’inizio della mia storia? Beh, ho trovato le risposte. Ve le voglio dire:

    1) Perché la vita è così strana?
    -Perché le piace complicare le cose, ma, se non lo fosse, nessuno vivrebbe una bella vita;

    2) Perché prima non ti piaceva una cosa, poi, d’un tratto, non puoi più farne a meno?
    -Perché le persone sono volubili, cambiamo tutti idea continuamente;

    3) Ma, soprattutto, perché ho accettato di andare al concerto dei Tokio Hotel, contro la mia stessa volontà, con Rosa e Marika?
    -Perché era destino che ci andassi. Il destino ha giocato con me e Tom. Voleva che ci conoscessimo e voleva che diventassimo una cosa sola. Due universi molto diversi, ma anche paralleli, che si uniscono. Il destino voleva unirci e ci è riuscito, con qualche sofferenza, ma, comunque, adesso, siamo felici.


    ~ The End ~








    N. B.: Ogni riferimento a fatti, cose o persone, è PURAMENTE CASUALE!







    Ringraziamenti
    Ringrazio la mia famiglia, la quale mi ha sempre sostenuta ed ha capito cosa facevo quando mi isolavo, in modo da non disturbarmi;
    Ringrazio mia sorella, la quale mi ha dato, ogni tanto, qualche consiglio, per migliorare la storia;
    Voglio ringraziare, soprattutto, tutte le fan che hanno letto e commentato. Mi hanno incoraggiata molto e mi hanno dato una grande forza. Mi dispiace e, infatti, chiedo loro scusa per aver impiegato molto tempo per scrivere, scusate ancora; scusate anche per non aver risposto ai vostri commenti, era troppo banale per me un semplice “Grazie”, perché meritate di più;
    ringrazio anche Susy, Rosa e Ciky, le mie compagne di classe, le quali mi hanno sopportato mentre scrivevo la storia e voglio ringraziarle per aver preso sempre gli appunti di Filosofia, Pedagogia/Psicologia e Matematica al posto mio, in classe.
     
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  5. tomminakaulitz92
     
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    favolosa!
     
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  6. Stevenpoomo
     
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    Sorry, if not around the matter. I'd just a little shame. I randomly dropped my essay and i urgently really have to publish the latest one. I am able to not create with my very own strength, so I needed to utilize to the essay writing company for bucks. Seen a handful of content articles about this, but I do not know if you can believe in these companies. Has someone heard of the [url=]http://novelenergysolutions.com/admission-application-and-educational-essays/ [/url]?
     
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50 replies since 18/7/2008, 21:00   4498 views
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