«Hai paura della notte?

NC17,Adult Content,Non-con,Long Fic

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  1. MiikHy_Deafening
     
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    Note. Ma ciao :tet:
    Eccomi qui con la mia prima e vera twincest u.u
    Che dire, spero che vi piaccia ç__ç
    So che il primo è un pò corto, ma infondo è il prologo,, più passa il tempo e più mi accorgo di quanto, scrivendo, stia crescendo, e questo di noterà anche all'interno della storia e nella stesura dei capitoli ((:
    Spero nei vostri commentini.
    Insomma...
    buona lettura *-*

    Dopo il bel plagio... -.-:

    Creative Commons License
    Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.


    Autore: MiikHy Deafening
    Rating: NC17
    Avviso: Angst; Adult Content; AU; Blood; Drug Use; Violence; Smut; Non-con;
    Genere: Long Fic
    Disclaimers: ciò che scrivo è inventato O_O, Tom e Bill non mi appartengono anche perchè sennò non starei qui O_O, Tom e Bill non si amano e se lo fanno di certo non lo dicono a me O_O, non ci guardagno un ficoletto inacidito O_o ne ce lo voglio guardagnare x°D.
    Riassunto:
    Ero Tom Kaulitz diamine.
    Non credevo nell'amore, non esisteva, ne avevo avuto la certezza.
    Ma a me andava benissimo cosi...



    Incredibile come poi tutte le mie certezze sarebbero crollate...



    trailer della twincest *-*



    vecchio banner della twincest:
    SPOILER (click to view)
    image


    capitoli :]

    I e II CAPITOLO
    III e IV CAPITOLO
    V a VII CAPITOLO
    VIII a IX CAPITOLO
    X CAPITOLO
    XI e XII CAPITOLO
    XIII
    XIV CAPITOLO
    XV a XVII CAPITOLO
    XVIII a XX CAPITOLO
    XXI CAPITOLO
    XXII a XXVII CAPITOLO
    XXVIII CAPITOLO
    XXIX e XXX CAPITOLO
    XXXI CAPITOLO
    XXXII CAPITOLO
    XXXIII CAPITOLO
    XXXIV a XXXVII
    XXXVIII e XXXIX



    Prologo.



    Berlino. 22:40



    -Lasciami, LASCIAMI!!-
    -stai zitto cazzo, stai zitto figlio di puttana!-
    Un pugno potente in pieno stomaco mi fece scattare all'improvviso verso il basso.

    Sputai del sangue, non ricordo quanto.
    Mi sporsi in avanti, inciampai sui pantaloni tirati giù, le mani legate dietro la schiena con un laccio piuttosto stretto che fece si che il sangue scendesse lento tra le dita ticchettando ai miei piedi in un rumore sordo.

    Caddi a terra sbattendo la faccia in avanti.
    Le sue mani luride che tirarono dalla terra di quel sudicio vicolo la mia testa poco più su, giusto per guardarlo in faccia.
    Ma la mia vista era appannata, le lacrime scendevano impetuose.

    -T-ti p-prego- balbettai sputando dell'altro sangue dalle labbra.
    Un ghigno e poi quelle parole
    -e adesso fammi divertire un altro po', puttana-

    e dopo il nulla.




    « ● Hai paura della notte?




    image








    Certo che il tempo passa...passa davvero tanto in fretta.

    Se non fosse stato settembre tutto avrebbe dato a pensare che il natale era vicino, poiché al di fuori della finestra le nubi avanzavano scattanti verso Berlino.

    Era quel solito tempo invernale dove l'unica cosa che puoi fare è aspettare che si fini il mondo tra una grandine insistente e il gelido vento che ti sferza in faccia, freddo come una lama, veloce come un fulmine.

    Ora...che i fulmini fossero veloci non era vero, quella notte aveva tonato per ore ed ore e ve ne era stato uno particolarmente lungo e luminoso, quello non era stato affatto qualcosa di istantaneo, quello mi aveva impedito di dormire per tutto il resto della nottata e Bill Kaulitz odiava i fulmini ed i tuoni, odiavo qualsiasi cosa avesse a che fare con essi, odiavo la loro luminosità, il loro nome, il loro rumore, insomma, avevo paura dei fulmini, ecco il tutto.

    Guardai aspramente ancora oltre il vetro appannato, quello sarebbe stato il mio primo giorno di scuola, tristemente vero, poiché di punto in bianco dopo aver frequentato per tutta la vita delle costose lezioni private i miei avevano deciso di mandarmi in un cavolo di istituto pubblico.

    Il perché?

    Perché erano pazzi tutto qui!
    Perché non mi capivano, perché di me e del mio modo di essere non conoscevano nulla. L'importante? Andare bene a scuola, studiare per diventare un avvocato proprio come mio padre e mia madre, ma da quando avevo preso a truccarmi, e questo non era una cosa recente, avevo 7 anni e adesso ne ho 17, bè, comunque, da quando avevo preso a truccarmi i miei non mi guardavano più, proprio non mi calcolavano.

    Credevano avessi dei problemi psicologici, mi avevano ordinato delle visite dagli psichiatri più famosi di Berlino, avevano tentato in tutti i modi di relazionarmi con altra gente, ma il risultato era sempre lo stesso.

    Io...non ero a mio agio tra la gente, non lo ero mai stato, non lo sarei stato mai. Gli sguardi, l'odore, le parole, tutto di loro mi metteva a disagio, mi faceva strano.
    Non uscivo, non frequentavo né corsi se non privati né coetanei e né ragazze.
    E i miei... credettero che per questo avessi dei gravi problemi psicologici.

    Bè, forse era vero, forse non ero del tutto normale, ma di certo non mi truccavo perché avevo dei problemi. I problemi erano altri.
    Solo il fatto stesso che i miei credevano che tutto questo fosse basato sulla mia piena instabilità mentale mi faceva capire quanto non sapessero nulla di me, sulla musica che ascoltavo, su cosa mi piaceva, sullo stile che adottavo e del perché, un perché poi inesistente. Lo facevo perché mi andava, perché mi piaceva, tutto qui.
    Perché era l'unica cosa di me stesso che esisteva ancora.

    E da questo punto la bellissima idea di mandarmi per il mio penultimo anno in una scuola pubblica tra la gente normale di Berlino, che poi normale mica tanto.
    Questo? Il mio peggiore incubo. Ero rimasto un mese chiuso in camera senza mangiare ne fare nient'altro che studiare ed ascoltare la musica, gente gente, gente affollata che ti guarda, che ti desidera che ti brama, perché alla fine era sempre stato cosi, quelle poche esperienze che avevo sempre avuto con il mondo esterno erano state poche ma precisamente mirate sempre alla solita cosa.

    Mi guardai allo specchio muovendomi verso destra e verso sinistra, rimirando il mio corpo longilineo, il trucco appena messo minuziosamente perfetto, rigorosamente nero, e i capelli lunghi e neri leggermente sparati verso il basso con delle piccole puntine bianche sulla sinistra. Le labbra carnose e rosse, le ciglia lunghe, le unghie laccate, e quello stile, quello stile unico che era esclusivamente il mio. No, non ero mai stato un tipo narcisista ne egocentrico, ma proprio no, davvero non lo ero, e non mi piacevo.

    Perché?

    Perché le mie labbra di un naturale color fragola, il mio volto, i miei lineamenti, il mio stile che però mi piaceva da impazzire, bè, tutto mi rendevano paragonabile perfettamente ad una donna.
    Una bella donna anzi, come dicevano molti bellissima, e questo era orribile, non per il mio orgoglio, non ero mai stato un tipo orgoglioso ne chissà cosa, però...appunto per le mie amicizie, che poi ormai non avevo più.

    Chi voleva essere amico di un tipo che assomigliava ad un transessuale?
    Chi voleva essere amico di un tipo che non poteva accostarsi ad i propri amici?
    E mi truccavo, lo facevo perché adoravo farlo, perché adoravo crearmi una maschera sul volto, rendermi distante e diverso dagli altri, tentare di celare quell'insicurezza che mi aveva reso tremendamente solo e stupidamente impaurito dal resto del mondo.

    Le donne vedevano in me ben due cose. Chi vedeva la mia bellezza e mi invidiava, e chi vedeva in me il sesso.
    Gli uomini invece vedevano in me solo il sesso.
    Ero un ragazzo quindi ovviamente maschio, ma a loro non importava, io= sesso, e questo bastava.
    E questo mi faceva ribrezzo.

    Mi guardai un ultima volta sospirando al mio riflesso. Mi sporsi un poco per prendere la borsa poggiata sul mio letto prima di scendere la lunga scalinata del “palazzo” in cui abitavo.

    E questo mi faceva ricordare.

    Uscii da quello schifo di ipocrisia per andarmi a rinchiudere in quella specie di "taxi" che mi avrebbe portato poi all'inferno.

    Mi faceva ricordare quell'incontro, quella notte, il suo odore, il suo forte e crudele tocco.
    Fantastico vero? Stuprato a 10 anni.

    Arricciai il naso pensando che i miei davvero non mi conoscevano, che davvero non sapevano nulla di me. Che mi riempivano di regali e mi avvolgevano del loro manto dorato senza darmi un briciolo d'affetto.
    Che stavano facendo esattamente cio che non avrebbero dovuto fare, che mi stavano distruggendo l'esistenza.



    e condurmi verso quel ricordo e le sue dannate conseguenze.


    e condurmi verso il peccato.















    ******

    Edited by MiikHy_Deafening - 6/5/2010, 21:54
     
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