«Hai paura della notte?

NC17,Adult Content,Non-con,Long Fic

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  1. MiikHy_Deafening
     
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    Note. Eccomi qui *-*
    grazie per i commenti ragazze!




    « ● Hai paura della notte?



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    I Capitolo






    Faceva maledettamente freddo in quel cazzo di posto, la terra era umida e piena di pozzanghere verdastre riempite dalla tanta acqua che in quel tempo era caduta e dalla tantissima muffa che vi si era andata a formare ai lati.

    Sogghignai impercettibilmente aspirando ancora dalla canna ben fatta che tenevo tra le dita.
    La spalla poggiata al muro sudicio di quel cazzo di posto dove ogni cosa era arrugginita, gli oggetti che vi si trovavano, le persone che lo frequentavano.

    La scuola era un luogo come tanti, un luogo che non avrei voluto frequentare, e dove infatti passavo un giorno al mese forse, o giù di lì.
    Conoscere il figlio del preside era una buona cosa, o almeno passargli un po' di fumo e qualche pasticchina gratis, tutto sommato per una promozione ne valeva la pena.

    Aspirai di nuovo quel dolce sapore grugnendo un poco per l'effetto che quella sostanza stava dando alla mia mente e ai miei pensieri.
    Una canna negativa? Non lo avevo mai pensato e non lo avrei pensato mai.
    Erano buone, erano dolci e aiutavano a rilassarsi, che problema mai potevano avere?

    Continuai ad osservare lo schifo intorno a me, il sudicio vicolo che divideva la scuola da un altro luridissimo palazzo, e sorrisi pensando alla tristezza di quel posto, al fatto che casa mia era cosi, la mia scuola era cosi, era cosi anche la mia vita.

    La mia vita, se vita si poteva chiamare quel qualcosa che ti danno a forza e che alla fin fine sei costretto a portare avanti volente o nolente. Quel qualcosa che ti affidano senza chiederti nemmeno il permesso e che pretendono anche che tu la usi come dicono loro, come loro ti impongono.

    Ovviamente con quel loro parlo in generale, i miei professori, la gente intorno a me, mia madre e...e basta. Chi altro c'era? Gli amici? Erano amici quelli che mi leccavano il culo per avere un misero posto nella società? Che poi quale società? Ero un emarginato, lo sarei sempre stato senza problemi.

    Voltai lo sguardo verso l'alto, il cielo coperto da enormi nuvoloni nero grigio che preannunciavano l'ennesimo temporale della stagione, bella merda.

    La cicca cadde nella pozzanghera accanto alle mie scarpe, l'orologio della scuola segnava soli cinque minuti all'inizio della lezione e di entrare non ne avevo proprio voglia.

    Rivedere le facce dei professori che mi odiavano..., diciamocela tutta, era proprio cosi, non mi sopportavano, guardavano dall'alto in basso me e la mia famiglia, e avevano paura...avevano paura della mia figura, del mio mistero e di ciò che si diceva su di me, della mia fedina penale, della vita dei loro figli, avevano paura che potessi decidere di fare ai loro amati bambini qualche scherzo pericoloso.

    Perché tutto questo terrore? Avevo solo degli amici che spacciavano droga, una vita disastrosa e le mani che prudevano sempre, ma non avevo mai ucciso nessuno, non ero cattivo, non lo avrei mai fatto né tanto meno avrei costretto qualcuno a fare quella merda di vita che facevo io.

    Mia madre si chiamava Simone, era una prostituta, lo sapevano tutti ormai e non me ne importava più di tanto. Quando tornavo a casa non c'era nessuno ad aspettarmi, quando non rientravo nessuno che mi dicesse dove ero stato, che fine avessi fatto.
    Spesso mi domandavo perché nessuno aveva mai punito una volta per tutte quella zoccola di mia madre, ma le volevo bene dai, almeno un tetto sulla testa ce lo avevo, per ora.

    Sorrisi amaramente con la canna tra le labbra pensando a ciò che mi stava frullando per la testa, a cosa diamine serviva rimuginare sul fatto che la mia vita era già finita prima di iniziare!?
    Che non c'era nulla che serviva a qualcosa, che potesse riempire le mie giornate o che sapesse dar loro senso.

    Il cellulare squillò nella tasca dei jeans XXL, ci misi un po' per cercarlo mentre staccai la spalla ormai intorpidita da quel freddo muro grigiastro.
    Lessi sul display un nome, lampeggiava della sua solita lucina verde a grandi caratteri cubitali ma riagganciai subito e rimisi il cellulare al suo posto.
    Jessica, la solita troia della scuola, una delle tante che mi era portato a letto nell'ultima settimana.
    Inutile infatti tralasciare che il mio soprannome oltre a Fulmine era SexGott.

    SexGott perché ero il ragazzo più bello e sexy dell'intera città, questo ormai era palese, o forse quello che ci sapeva fare più di tutti, e questo non attirava solo un sacco di ragazze nel mio letto, ma soprattutto un sacco di ragazzi che volevano farmi fuori o per semplice gelosia o perché le loro ragazze si erano perdutamente innamorate di me.

    Fulmine, cosa scontata, poi era una cosa cosi stupida, era lo stesso nome che aveva il cane del mio vicino infondo, però era il nome più azzeccato che mi potessero dare in tutta la mia esistenza. Adoravo infatti correre con le moto, diciamo che ero un vere mago delle gare clandestine, per questo avevo la fama di essere estremamente veloce.

    Diedi un ultima tirata alla canna ormai finita tra le dita tenendo stretto in mano il filtro e mettendolo in una delle tante enormi tasche.
    Diamine, era suonata e dovevo entrare.

    Mentre mi ripulivo le maniche da quello schifo pensai che se mai qualcuno mi avesse chiesto: “Tom Kaulitz, raccontami qualcosa della tua vita!” Io non avrei avuto altro che poche parole da rispondere.
    La mia vita era stata un incidente fin dall'inizio, mia madre Simone me lo ripeteva in continuazione quelle poche volte che ci beccavamo a casa, e a me non me ne importava nulla, davvero ormai le sue parole non mi sconvolgevano più.

    Vedere la gente normale ridere, scherzare, quello mi dava fastidio, quello mi distruggeva dentro.
    Sentire che sarebbe potuto essere tutto dannatamente diverso, tutto semplicemente perfetto, e che invece non lo era e basta, che semplicemente faceva schifo.

    I secchioni e i figli di papà, quelli mi davano semplicemente sulle palle. Facevo schifo a scuola, e con ciò? Studiare era del tutto inutile, cosa scoperta, capita, sperimentata, anche perché alla fine con un po' di mazzette se la salvava, mentre magari gente che si era rotta il culo sopra i libri stava lì,a piangere dei propri errori.

    Si poteva poi considerare un errore prendere magari un'insufficienza ad un compito in classe? Rispondere se Andrea Cappellano vedeva il matrimonio giusto o meno di certo non aiutava una persona a crescere o a maturare.

    Io lo avevo capito già da parecchio. Avevo capito che non era importante quello che stava là dentro, quello che gli altri ti impongono, quello che tutti fanno e che anche te devi fare per forza.
    Avevo capito che la cosa importante era quello che stava al di fuori di lì, saper barare, saper fingere, leccare il culo, fuggire o farsi avanti, relazionarsi con la gente e vivere, e crescere.
    Quello serviva a maturare, non un bel voto di letteratura, non un 9 in condotta da fare invidia.
    Solo pochi della mia età sapevano realmente cosa significava doversi fare strada a tastoni, imparare a cavarsela da soli senza stare sulle spalle di nessuno.

    Notai alcuni avviarsi felici all'interno del grande istituto.
    Loro tornati a casa studiavano ed uscivano con gli amici. Vivevano nella loro bella quanto fragile cappella di vetro, vedevano ciò che volevano vedere, fingevano di dover imparare a capire, di non comprendere ciò che realmente lì fuori c'era.

    Vidi una macchina davvero costosa fermarsi poco più in là del cancello della scuola, ma non ci feci caso e a testa bassa continuai a salire i gradini della scuola.

    Avevano quella vita che io non avrei mai avuto, quella spensieratezza che mai avevo acquisito.
    Vivevano nell'ingenuità che sarebbe andato tutto bene.
    Che l'amore esisteva davvero e che lo avrebbero trovato, che era più portante del denaro e del sapere.






    Non credevo nell'amore, non esisteva, ne avevo avuto la certezza.
    Ma a me andava benissimo cosi...



    Incredibile come poi tutte le mie certezze sarebbero crollate...
















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    Edited by MiikHy_Deafening - 28/10/2009, 10:32
     
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