«Hai paura della notte?

NC17,Adult Content,Non-con,Long Fic

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  1. anneTHa
     
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    CITAZIONE (FraH_Kaulitz @ 19/7/2009, 16:01)
    CITAZIONE (Alice° @ 19/7/2009, 15:22)
    Non lo so, non ero in linea a quell'ora.. Ho solo guardato nel suo profilo quando si fosse collegata l'ultima volta e ho letto l'ora e il giorno. A quel punto ho boccheggiato dallo sconforto perchè era in linea e non ha postato!
    *me piange disperatamente*

    *Alice e FraH pianGiono insieme*
    ç_ç
    Ufff Miikhy!

    mi aggiungo anche io
    Alice FraH & Anne piangono insieme!!

    ç________ç
     
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  2. Alice°
     
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    *Alice FraH & Anne piangono insieme e MiikHy_Deafening continua a non postare*...

    Ci terrai sulla coscienza in eterno!
     
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  3. tokietta_sb
     
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    mi posso unire anche io al pianto??? oddio non ce la fò più.. m dov'è finita??? *si dispera*
     
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  4. Alice°
     
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    CITAZIONE (tokietta_sb @ 21/7/2009, 17:56)
    mi posso unire anche io al pianto??? oddio non ce la fò più.. m dov'è finita??? *si dispera*

    Certo, per me va bene!
    Al nostro pianto disperato può unirsi chiunque si disperi per questa storia incompiuta.
     
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  5. 'Tommy
     
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    CITAZIONE (Alice° @ 21/7/2009, 17:16)
    *Alice FraH & Anne piangono insieme e MiikHy_Deafening continua a non postare*...

    Ci terrai sulla coscienza in eterno!

    Straquoto T_T
    U scirà la notizzia al TG:
    4 twincester allagano i loro paesi perchè MiikHy non posta la sua storia .
    T_T
     
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  6. Alice°
     
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    CITAZIONE ('Tommy @ 24/7/2009, 22:24)
    CITAZIONE (Alice° @ 21/7/2009, 17:16)
    *Alice FraH & Anne piangono insieme e MiikHy_Deafening continua a non postare*...

    Ci terrai sulla coscienza in eterno!

    Straquoto T_T
    U scirà la notizzia al TG:
    4 twincester allagano i loro paesi perchè MiikHy non posta la sua storia .
    T_T

    Allagheremo le città di lacrime! Chi è con me?
     
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  7. anneTHa
     
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    CITAZIONE (Alice° @ 25/7/2009, 00:08)
    CITAZIONE ('Tommy @ 24/7/2009, 22:24)
    Straquoto T_T
    U scirà la notizzia al TG:
    4 twincester allagano i loro paesi perchè MiikHy non posta la sua storia .
    T_T

    Allagheremo le città di lacrime! Chi è con me?

    Io sono con te... ho allagato anche un po' di roma xP
    ieri!! ahah va beh piangiamo insieme u.ù
     
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  8. 'Tommy
     
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    CITAZIONE (anneTHa @ 25/7/2009, 08:59)
    CITAZIONE (Alice° @ 25/7/2009, 00:08)
    Allagheremo le città di lacrime! Chi è con me?

    Io sono con te... ho allagato anche un po' di roma xP
    ieri!! ahah va beh piangiamo insieme u.ù

    Io ho allagato tutta ponte T_T
    Ufff MiikHy!!
    Forse su netlog posso provare a rintracciarla o magari possiamo chiedere a
    Maryon sue notizie.
    Uffff T_T
    Voglio il continuoo!
     
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  9. MiikHy_Deafening
     
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    Note.ragazze oddio, mi ero persa il link del forum, che macello, non mi ricordavo più ç___ç
    ringraziate Tommy che è riuscita a contattarmi, davvero,, non sapevo come ricercarlo caspiterina ><
    vi posto subito due o tre capitoli,, un bacio >< scusate ç_ç
    Autore: Me xD
    Rating: NC17
    Avviso: Angst; Adult Content; AU; Blood; Drug Use; Violence; Smut; Non-con;
    Genere: Long Fic
    Disclaimers: ciò che scrivo è inventato O_O, Tom e Bill non mi appartengono anche perchè sennò non starei qui O_O, Tom e Bill non si amano e se lo fanno di certo non lo dicono a me O_O, non ci guardagno un ficoletto inacidito O_o ne ce lo voglio guardagnare x°D.
    Riassunto:
    Ero Tom Kaulitz diamine.
    Non credevo nell'amore, non esisteva, ne avevo avuto la certezza.
    Ma a me andava benissimo cosi...



    Incredibile come poi tutte le mie certezze sarebbero crollate...









    « ● Hai paura della notte?





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    XV Capitolo.






    Sentii qualcosa solleticarmi sulla faccia ed aprii gli occhi un po’ confuso notando una macchia morbida e nera davanti ai miei occhi.

    Sorrisi con un qualcosa di sconosciuto che mi illuminò il viso quando vidi Bill, davanti a me, dolcemente addormentato sul mio petto.
    La sua morbida chioma corvina comodamente sparsa sulla mia felpa, le sue mani strette su di questa e il musino seminascosto nel tessuto che distava pochi centimenti dalla mia bocca.
    La sua gamba immobile e vellutata intrecciata tra le mie che poggiava comodamente sul cavallo dei miei pantaloni.

    Sorrisi pensando a che faccia avesse fatto, cosi ingenuo e docile com’era, se avesse visto la posizione nella quale mi si era avvinghiato contro.

    Il suo respiro, lento e regolare, era simile a quello di un bambino, e ogni tanto lasciava andare un piccolo sospiro soffice e leggero che usciva da quelle morbide labbra deliziosamente dischiuse.
    Posai le braccia intorno al suo esile corpo completamente sopra il mio e lo trascinai leggermente più su facendo sì che il suo volto leggermente piegato finisse perfettamente in parallelo con il mio, e mi girai di un lato facendolo prudentemente distendere al mio fianco, spostandogli una ciocca di capelli che gli ricadeva su quel volto da angelo.

    Non sapevo come comportarmi.

    Solitamente quando andavo a letto con qualcuna quella appena sveglia si sbrigava a riprendere i suoi vestiti o a correre via, oppure se a svegliarmi prima ero io, mi alzavo rinchiudendomi sotto la doccia e una volta uscito ovviamente non avrei voluto trovare nemmeno una traccia di lei.
    Ma questa volta era diverso, tutto il mio mondo era completamente diverso.

    Sussultai quando notai, distolto dai miei pensieri, due occhi grandi e dal colore del cioccolato fissarmi tanto intensamente da mozzarmi il fiato.

    -Buongiorno- dissi piano socchiudendo le mie labbra sulle sue.
    -Sei restato- sentii dire sorpreso mentre sentivo il suo respiro sulle labbra.
    Lo guardai curioso.

    -Certo che sono restato, perch- non feci in tempo a finire ciò che stavo per dire che lo vidi tuffare di nuovo il suo volto sulla mia enorme felpa e non dire niente, cammuffare una specie di singhiozzo che mi fece non so per quale motivo stringere il suo corpicino ancora più forte a me.
    -Pensavo che te ne fossi andato- lo sentii affannarsi piano piano pigolando sotto di me.

    -Pensavo che mi sarei svegliato di nuovo da solo, che fossi solo un sogno, che non fossi davvero reale Tom- gemette più forte premendo le sue candide manine sugli occhi come un piccolo bimbo spaventato da qualcosa.
    -Bill, non lo farei mai- sussurrai ridendo e spingendomi verso di lui facendogli alzare lentamente il capo.

    -Non offenderti, so che non lo faresti mai- pianse ancora sempre più forte tentando di nascondare il volto arrossato con le sue tenere mani.
    -Ma ho avuto paura, non lasciarmi Tomi, non farlo ti prego- strillò tra le lacrime continuando quel pianto ininterrotto che all’improvviso era scoppiato.
    Ne rimasi un po’ spiazzato sinceramente.
    Quel ragazzo era davvero…fragile.

    -Hey piccolo- sorrisi sul suo orecchio mordicchiandone morbidamente il lobo, lambendolo con le mie calde labbra.

    -Te piuttosto, non mi lasciare mai- dissi ancora avvicinandomi questa volta al suo volto ancora coperto dalle mani.
    Le spostai con la mia doppiamente più grande, vidi i suoi occhi da cucciolo grandi e lucidi, lo sguardo sconvolto e triste, le labbra tremanti.

    Mi avvicinai e lo baciai forte schiacciandolo sotto al mio peso, mangiandogli la faccia come se fosse una specie di ultimo bacio.
    Amavo sentire le sue labbra sulle mie.
    E adoravo la sua docile sottomissione, senza che sapesse che era lui a tenere le redini di quel gioco.

    -Cazzo Bill- sussultai quando sentii la sua lingua lambirmi la bocca in maniera dolce e perfetta con un’esperienza che ben sapevo, non aveva affatto.
    -c-cosa?- sussurrò arreosendo e allontanandosi da me.
    -ho-ho sbagliato?- disse piano guardandomi ancora con quegli occhi enormi e dolci.
    Ripresi possesso delle sue labbra con quanto più impeto avessi in corpo, schiacciandolo sotto di me, sentendo le sue mani stringermi la felpa e improvvisamente tremare quando posai la mia mano sul suo ventre sotto quella misera maglia.

    Non volevo spingermi oltre, non avrei potuto.
    Non avrei di certo rovinato ciò che tra noi due si era andato a creare.

    Toccare Bill mi eccitava da impazzire, lui era fisicamente e, cazzo, dannatamente eccitante in qualsiasi movimento, con qualsiasi cosa indossasse, qualsiasi cosa facesse.
    Però…
    Bill era troppo, troppo piccolo per tutto quello.
    Non avrei mai infranto nulla, non senza averlo preparato, non senza essere certo che fosse veramente pronto per tutto.
    Non volevo fargli male.

    Non volevo mettergli paura.

    -Doccia- sospirai sulle sue labbra allontanandomi da lui e alzandomi leggermente più in su.
    -doccia?- lo sentii sospirare forte, le labbra arrossate, il volto congestionato e i capelli scompigliati intorno al viso.
    Fantastico.

    Caldo.

    Eccitante.

    Si, avevo assolutamente bisogno al più presto di una doccia.

    Mi alzai svogliatamente da quell’enorme letto.
    Il fuoco ormai spento e il bianco dell’alba che filtrava dalle persiane socchiuse.
    -Il b-bagno è lì e qualsiasi cosa di cui hai bisogno, cioè, per qualsiasi cosa che ti serve, insomma, chiamami- pigolò vergognoso tirandosi a sedere.

    Corsi in bagno chiudendomi la porta alle spalle sospirando attaccato a questa.
    E pensando che il fai da te faceva infinitamente pena, e che lo avevo fatto forse una volta quando avevo nove anni e mi eccitavo con i libbricini di play boy, mi diressi verso il box doccia.













    -Tomi, ma cosa?- bisbigliò rosso al massimo, le mia mano che durante la lezione era andata a posarsi docile sulla sua gamba.

    -Schhh- mormorai sorridente e accarezzando lentamente la sua pelle oltre gli jeans aderenti.
    -M-ma- pigolò spostando lo sguardo dalla mia figura al professore per cercare di non farsi notare.
    Le guance vermiglie, gli occhi indecisi.

    Strinsi inconsciamente il suo piccolo ginocchio tra le mani quando vidi gli occhi del professore di sostegno posarsi su di noi, e sul nostro lieve contatto.
    Bill si voltò verso di me imbronciato e senza accorgermene la mia mano era già salita sul suo piccolo fianco spostandolo verso di me.
    Eppure sorrise.

    Sorrisi a mia volta.
    Il cellulare vibrò nella tasca a lentamente mi scostai da lui per vedere chi mi cercava.

    Hey scemo.
    Questo pomeriggio, io e te.



    Quasi scoppiai a ridere leggendo lo scemo datomi da Georg.
    Io, scemo?
    E lui cosa diamine era??

    Si, scemo.
    Devo dirti una cosa.



    La risposta arrivò subito.

    mmm…pare una cosa seria.
    Offri te?



    Scordatelo.




    Rimisi il telefono nella tasca e mi voltai con la coda dell’occhio sul piccolo Bill.
    Il professore di sostegno che, accanto a lui, seguiva il suo veloce apprendimento.
    Si, era una cosa seria.


    Una serissima bastardata.




















    ******

    Autore: Me xD
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    Genere: Long Fic
    Disclaimers: ciò che scrivo è inventato O_O, Tom e Bill non mi appartengono anche perchè sennò non starei qui O_O, Tom e Bill non si amano e se lo fanno di certo non lo dicono a me O_O, non ci guardagno un ficoletto inacidito O_o ne ce lo voglio guardagnare x°D.
    Riassunto:
    Ero Tom Kaulitz diamine.
    Non credevo nell'amore, non esisteva, ne avevo avuto la certezza.
    Ma a me andava benissimo cosi...



    Incredibile come poi tutte le mie certezze sarebbero crollate...












    « ● Hai paura della notte?





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    XVI Capitolo.






    -Finalmente riusciamo a parlare in santa pace, noi due-
    Sorrisi guardando Georg bere dalla sua bottiglia di birra e rimetterla con disinvoltura sul muretto dietro di noi sul quale con le spalle eravamo appoggiati.
    -Ultimamente sono un pò impegnato-
    -Ho notato, anzi, lo ha notato un pò tutto il clan-
    Rimanemmo in silenzio mentre continuavo a fissare il vuoto davanti a me con il solito sguardo apatico di sempre, con la strana voglia matta di correre a casa da quel mocciosetto dai capelli neri e stringerlo a me.

    Bill.

    -Non mi dici più niente Tom, non ricordo da quanto abbiamo fatto una conversazione diversa io e te-
    Poggiai la mia birra accanto alla sua e ghignai rivolgendo il mio sguardo sulla sua figura accanto a me.
    -Ti manco?-
    -Mi manca poter essere tuo amico!-
    Aggrottai le sopracciglia scoppiando poi in un riso divertito.
    -Noi saremo amici? Questa è buona- ridacchiai davanti al suo sguardo attonito di gusto, mentre con fare teatrale mi stringevo la mano sul grembo per fermare quelle improvvise risa.

    -Cosa ti ha mai fatto pensare che noi non lo fossimo?- la sua voce era stranita, la confusione gli si leggeva palesemente sulla faccia.
    -Niente, sapevo che fossiamo amici. Ma non me lo hai mai detto- posai completamente il mio sguardo sui suoi occhi chiari.
    -Mi fa piacere, Georg-
    Sbuffò dandomi una pacca sulla spalla.
    -Mi hai fatto prendere un infarto scemo, sei troppo serio- e sorridemmo insieme ripiombando nel più completo silenzio.

    Volevo Bill.

    -Allora dimmi, cosa mi onora della tua presenza? Credevo che anche oggi avessi da fare!-
    -Non scherzare- sussurrai rigirandomi la bottiglia tra le dita.
    -Non sono mancato perché non mi andava di uscire con te, con voi, sono mancato per altri motivi-
    -E sarebbero?- il suo tono di voce era calmo, era dolce, era affettuoso.
    Quello non era un rimprovero, anche perché non ve ne era affatto motivo.
    Quella era semplice curiosità.
    E dire a Georg ciò che stava accadendo era forse anche giusto, infondo...lui era mio amico.

    Conoscevo Georg da quando ero piccino, diciamo 4 o forse 5 anni.
    Uscivo di casa scalzo, correvo per la strada bianca sotto il condominio riempendomi di sassolini e polvere, fuggendo da quella casa ogni volta che mia madre non c'era o che me le dava di santa ragione, o quando avevo semplicemente voglia di evadere un pò.
    Ero un marmocchio e già volevo scappare via da quel mondo.
    Quel mondo che fin da piccolo avevo visto essere negativo. Un mondo che mi avrebbe portato sulla cattiva strada.

    Vedevo i ragazzi sulle strade parlare e scambiarsi droga.
    Fare a pugni, dire parolacce o litigare.
    E alla fine, come il ciclo di tutte quelle cose, ero cresciuto, e di quel mondo ci ero entrato a fare parte pure io.
    E forse anche troppo in fretta.

    -Bha Georg, affari di cuore!-
    Lo sentii ingoiare faticosamente e quasi strozzarsi alle mie parole.
    -Stai scherzando??-
    Sorrisi alla sua faccia sconvolta a mi voltai guardando un bambino correre dietro ad una palla.
    -No, non stai scherzando- aggiunse stranito, guardando il mio sorriso ebete, notando i miei occhi luminosi.

    -No, non sto scherzando-

    -Dimmi, parlami di lei almeno- mormorò ridacchiando felice.
    Felice.
    Georg era quasi felice per me.
    -é la creatura più fantastica che io...abbia mai conosciuto-
    -Oh cazzo- mi spintonò piano.
    -Hey-
    -Hey un corno fammela conoscere- rise forte prendendo ancora un sorso dalla birra.
    -Cazzo Tom, e come è a letto?-
    -Io non ci sono andato a letto- risposi tranquillo bevendo dalla mia di birra.
    -Cosa????- sputacchiò, ancora.
    Lo guardai di sbieco.
    -Smettila di farmi la doccia o me ne vado-
    -Scusa scusa- rispose imbarazzato voltando lo sguardo dove andava il mio.
    Vedendo quel bambino, sorridendo anche lui.
    -La ami??-
    -Si lo amo!-
    Si voltò.
    -Non ho capito bene!-
    -Sono follemente innamorato di Bill, ecco tutto- risposi.

    Lui non disse niente.
    -Georg si, si chiama Bill, è un ragazzo-
    Continuava a stare zitto, sbuffai e mi voltai verso di lui.
    -Georg perfav- spalancai gli occhi.
    Stava...ridendo?
    Mi scoppiò in faccia con una fragorosa risata e non potei fare altro che arricciare il naso e voltarmi dalla parte opposta, prendendo la mia bottiglia di birra e ricominciando a camminare.
    -Fanculo Georg-
    -Hey no aspetta!- sentii urlettare dietro di me.





    *







    Strano come la casa fosse nel più completo silenzio quel giorno.
    Ero in camera mia, come solito, seduto davanti al fuoco che sbrilluccicava scoppiettante davanti ai miei occhi e mi gongolavo pensando al mio Tomi, a quanto potesse essere dolce, a quanto potesse essere carino.

    Non volevo illudermi che fosse una storia che sarebbe durata per sempre.
    Volevo illudermi che ora come ora sarrebbe durata giorno dopo giorno.

    Infondo conoscevo Tom quel che bastava per capire se mi stesse mentendo o meno.
    E non lo conoscevo così tanto da sapere cosa avrebbe potuto fare in futuro e le sue reazioni in determinate situazioni.

    Stufo di starmene seduto mi alzai in piedi e camminai verso lo stereo pronto per mettere un pò di musica quando il citofono mi interruppe facendomi balzare nel bel mezzo della stanza silenziosa.
    Lento mi avviai verso la porta, la aprii e mi fermai nel corridoietto di mezzo fissando l'altra porta chiusa dinnanzi a me.
    -Chi è?- sussurrai stranito continuando a fissare la parete in legno.
    -Sono Margot, signorino. I suoi genitori le vogliono parlare-

    Mi appoggiai con le spalle sulla porta chiusa della mia stanza.

    Sospirai, piano.
    Genitori?
    Avrei dovuto rivedere in faccia mio padre?
    Che cosa idiota, sarebbe dovuta parermi normale no?

    Si...
    Ma non ne avevo affatto la voglia.

    Si.
    Ne avevo solo una paura sfacciata.






    *







    -Giuro, scusa, non volevo non volevo davvero-
    Era la dodicesima volta che mi si scusava davanti.
    Stavo per dargli un bel cazzotto assestato, giuro.
    Adoravo Georg, ma stavo per picchiarlo.

    -è che solitamente ogni sera te la facevi con una ragazza. Per questo mi parevi strano, ti giuro, per questo ti volevo parlare. Non pensavo che fosse perché...eri diventato gay- disse a bassa voce tentando di reprimere un'altra risata.
    -Non sono Gay!- gli urlai in faccia voltandomi ancora.
    -Smettila o te la faccio pagare-

    E smise di ridere.
    Sapevo che Georg non lo faceva perché ero il capo del nostro clan, perché ero uno dei più pericolosi di Berlino.
    Perchè aveva paura di me.
    Solo perché portava rispetto nei miei confronti.
    E mi voleva bene.

    -Non sono gay, amo solo lui, punto e basta-
    -Quanto lo ami?-
    Mi voltai e lo fissai negli occhi.
    Sospirai e mi passai una mano tra i rasta legati oltre il cappelletto.
    -Lo amo più della mia stessa esistenza, non che questa valga tanto ma è già qualcosa. Lo amo più di tutto-
    -Cazzo Tom- disse lento mentre continuava a guardarmi poggiando il peso da un piede all'altro.
    -è positivo. Cazzo Tom sono davvero felice per te-

    Sorrisi guardandolo benevolo, stiracchiandomi appoggiato a quel muretto.

    -Vorrei anche io poter essere felice-
    Georg sapeva, sapeva davvero, essere un buon amico a volte.
    -Non lo sei?- alzò un sopracciglio.

    Proprio come aveva fatto una volta Bill.

    -No non lo sono, cazzo Georg non lo sono, porca puttana NON LO SONO- sbraitai buttando la bottiglia a terra e abbassando il capo.
    Sussultò e indietreggiò di un passo.
    Ma mi conosceva, sapeva come mi comportavo, sapeva capirmi, sapeva che era giusto starmi accanto.
    Ritornò dove era prima.
    -Lo sto trascinando in questo inferno- piagnucolai.

    Forse non avevo mai usato un tono del genere davanti a qualcuno.

    Qualcuno che non fosse Bill.

    E Georg forse ne fu persino felice. Era mio amico, era giusto così.
    -Non dire così-
    -Io lo dico eccome. Sono un bastardo sono un bastardo. Così lo sto costriggendo a seguirmi, così gli sto rovinando la vita-
    -Se ti ama Tom- lo sentii dire avvicinandosi e accucciandosi vicino a me ormai seduto a terra.
    -Se ti ama per lui non sarà l'inferno Tom, sarà come stare in paradiso-
    -Ma te non capisci- scossi la testa, balbettai.
    -Lui è timido, lui è dolce, lui è estremamente piccolo rispetto a me, rispetto a noi, rispetto al mondo. Sta sempre male, non si rapporta con la gente, è come se fosse un piccolo essere di cristallo, un esserino fragile, un esserino povero e indifeso. Lui mi ha dato fiducia, lui ha dato fiducia a un tipo come me. Un tipo che fa schifo, un tipo che vive nelle fiamme del peccato. E nel peccato ora ci sta anche lui-
    Singhiozzai.
    No...mi asciugai la lacrima incazzato, non dovevo piangere.

    -Lui ha stretto la mano del demonio. Lui che era un angelo-
    Singhiozzai, ancora, e mi coprii le mani con la faccia, spaventato da me stesso.

    Passarono pochi istanti, passarono forse alcuni minuti ma non sentii niente, come se nessuno fosse accanto a me.
    E invece Georg c'era.
    E sentii un suo schiaffo arrivarmi dritto in faccia, da quelle sue enormi manone e dalla sua solita forza.
    Rimasi un pò interdetto alzando il capo.

    -Sei uno stupido- disse piano guardandomi indignato, le labbra rivolte verso il basso, un'espressione triste e malinconica, ricca, carica di affetto.
    -Se quella persona è fragile come dici tu, TU stupido di un Tom la stai tenendo insieme con la tua forza e con tutto questo amore. Non lasciare che questa vitaccia che ti ha costretto a vivere in una merda ti levi anche l'unica cosa di positivo che alla fine sei riuscito a trovare. E se non vuoi farlo per te fallo per lui. Lasciare una creatura cosi fragile non porterà questo Bill a sgretolarsi una volta per tutte?-

    Sussultai.

    -Non lasciarmi-



    Singhiozzai ancora.
    E chinai il capo.


    -Stupido Tom, sempre il solito affrettato-



    -Stupido Georg, solito stupido intelligentone-






    *







    -Cosa avevate di così importante da dire?- dissi freddo una volta entrato nella sala.
    Sempre lì, sempre il solito luogo.
    Che tristezza.
    -Ci ha chiamati il tuo professore di sostegno Bill, dice che c'è un problema, dice che è accaduto "un dramma"- mormorò mia madre giocherellando con una penna, continuando a guardare il foglio davanti a sè.
    Mio padre seduto accanto a lei.

    Non riuscii a guardarlo.

    -Sarebbe?- risposi acuto guardandola con un sopracciglio alzato.
    -Bill, sono contenta che tu sia riuscito a fare amicizia per una volta, sono davvero al settimo cielo pensando che almeno un amico lo hai trovato, che stai migliorando, che-
    -Arriva al sodo- mugolai in risposta acido.
    -Devi smetterla di frequentare Tom, questo è un ordine-
    Sussultai.
    Che cosa?

    -Non capisco dove sia il problema!?- urlai in risposta per quanto urlare mi fosse possibile.
    La mia voce era sempre così stupidamente piccola e debole.
    -Il problema è che Tom non è affatto una persona raccomandabile- la sua voce era altezzosa, il suo sguardo inviperito.
    -Il tuo professore di sostegno ci ha detto che frequenta la mala vita, che si fa le, le-le canne caspiterina e che beve, e che fa parte di un clan di malfattori. è un delinquente, un delinquente- urlettò in preda al panico guardandomi con le sopracciglia piegate in un orribile disegno.
    -Che cavolo vuol dire?? Che vuol dire delinquente, non capisco!! Tom è una persona per bene-
    Notai il suo sguardo raddolcirsi, posarsi su di me.

    -Oh Bill, sappiamo che non sai cosa significa essere una persona o un altro tipo di persona. Ma Tom non è quella giusta insomma. Ora che hai rotto il ghiaccio, vedrai che potrai benissimo trovare un altro amico, magari più raccomandabile di lui-
    -Non dire stupidaggini-
    -Non lo sto facendo-
    -Io voglio stare con Tom-
    -ED IO TE LO VIETO!-
    La fissai arrabbiato, le mani chiuse a pugno, il capo basso.
    -Te non puoi vietarmi niente!-
    -Vedremo Bill, vedremo. Tanto per cominciare chiamerò il tuo professore di sostegno e poi penserà lui a tenerti lontano da quel, da quel ragazzaccio-

    -Non deciderete ancora della mia vita-

    -Non è colpa nostra se è stata segnata in questo modo da quel fatto. Non siamo stati noi a deciderlo!-


    Sentii mio padre sospirare, ma no...non mi voltai a guardarlo.
    Piuttosto sorrisi a mia madre e mi voltai, tornando in camera mia.
    Le lacrime che premevano di nuovo per uscire.
    Non avrei pianto, non davanti a lei.
    -Voi non mi separerete da Tom- mormorai forte quanto bastasse per essere udito, ed uscii dalla stanza correndo di corsa sull'enorme scalinata di marmo.
    Mi rinchiusi nella mia, sbattei la porta.

    Tutto inutile, il suono rimbombò nel vuoto della mia esistenza.

    Sentivo freddo.

    Se avrebbero voluto vedermi morto sarebbe bastato levarmi Tom.
    Ormai tutto dipendeva da lui.
    Semplicemente, aveva preso il posto del mio cuore.



















    Qualcosa mi fece sobbalzare.
    Qualcosa che proveniva da quel mini cellulare posto sul comodino accanto a me.
    Sdraiato sul letto come stavo mi ero addormentato e non mi ero neanche reso conto di che ora fosse.
    Era tardi, erano forse le 21.
    Guardai lo schermo chiaro, gli Alesana che ancora risuonavano nelle mie orecchie avendomi svegliato.

    "Tom"

    Mi aveva fatto uno squillo.
    Apettai cinque secondi a guardare quel nome illuminato sul display e poi sussultai, sussultai alzandomi dal letto.
    Che razza di scemo che ero.

    Corsi alla finestra, la spalancai e l'aria gelida mi invase del tutto facendomi rabbrividire nella piccola vestaglia da notte che indossavo.
    -Ci hai messo un pochettino- mi rispose una voce roca dall'albero davanti a me.
    Risi dolcemente e dinuovo due enormi mani si impossessarono del mio bacino fine mentre, con gli occhi chiusi, mi lasciavo cullare dalle sue enormi mani.
    -Mi ero addormentato- mormorai completamente appoggiato sul suo petto.
    -Ti sono grato, per esser venuto Tom- continuai tirandolo verso di me.

    Mi lasciò infilare sotto le coperte e mi seguì veloce prendendomi nella sua immensa figura e stringendomi a sè.
    Sentivo il suo cuore più veloce del solito battergli in petto ed alzai lo sguardo guardandolo fisso negli occhi.

    -Tomi tutto bene?- sussurrai posando le mie candide mani sul suo viso, tastandogli piano ogni minimo contorno, e quelle labbra.
    Le baciai piano e sussultai sentendomi prendere dalle natiche e portarmi in sù fino a superarlo per altezza.
    Arrossii come mai, balbettai un mugolio incerto e gesticolai sotto quelle morbide coperte.

    -Grazie per avermi aperto la finestra- biascicò con voce roca, baciandomi lento, rigirando le nostre posizioni e schiacciandomi sotto di sè.
    -Grazie per esser venuto- sospirai d'un fiato chiudendo gli occhi rosso in viso. Il respiro affannato, la mani tremanti.

    -Grazie per avermi salvato la vita- sentii sussurrarmi tra i capelli prima di crollare completamente sotto tutte quelle emozioni e sotto la stanchezza.
    E forse inconsciamente sorrisi anche nel sonno.






    Eravamo solo noi.





























    *****

    Autore: MiikHy Deafening
    Rating: NC17
    Avviso: Angst; Adult Content; AU; Blood; Drug Use; Violence; Smut; Non-con;
    Genere: Long Fic
    Disclaimers: ciò che scrivo è inventato O_O, Tom e Bill non mi appartengono anche perchè sennò non starei qui O_O, Tom e Bill non si amano e se lo fanno di certo non lo dicono a me O_O, non ci guardagno un ficoletto inacidito O_o ne ce lo voglio guardagnare x°D.
    Riassunto:
    Ero Tom Kaulitz diamine.
    Non credevo nell'amore, non esisteva, ne avevo avuto la certezza.
    Ma a me andava benissimo cosi...



    Incredibile come poi tutte le mie certezze sarebbero crollate...







    « ● Hai paura della notte?





    image












    XVII Capitolo.







    Non avrei mai pensato di trovare un qualcosa che avrebbe potuto rendere felice la mia vita.
    Un qualcosa che avrebbe potuto darmi quella pace e quella normalità sempre cercata, di cui avevo bisogno.
    Credevo, da bambino quale ero infondo, che nulla avrebbe potuto scalfirmi ancora.
    Che nulla avrebbe potuto tornare a galla ed intromettersi nella mia vita.
    Credevo che gli incubi fossero scomparsi.
    E che sulla notte fosse nata l'alba.
    Evidentemente mi sbagliavo.

    Ogni giorno prima o poi finisce, e la notte torna ricoprendo il mondo con il suo lucente manto.
    La luna, per quanto luminosa accanto a me, non sarebbe mai bastata per coprire quelle immense tenebre.
    Ed io, egoista quale ero, mi aggrappavo a lei per lasciarla sprofondare insieme a me.















    Un bruciore leggermente percepibile mi solleticò il naso facendo sì che sbattessi gli occhi piano piano ritrovandomi con il volto immerso in una cascata di lunghi rasta dorati.
    Sorrisi e mi mossi dolcemente notando che Tom, sdraiato completamente sul mio corpo, stava ancora beatamente dormendo.
    Spostai gli occhi sulla sveglia, era quasi l'ora di alzarsi per andare a scuola e non ne avevo affatto voglia.

    Il suo petto, coperto da un enorme maglia, era completamente aderente al mio e il suo volto, poggiato sul mio stesso cuscino e rivolto verso di me faceva sì che il suo respiro mi solleticasse il viso.
    Assaporai a pieni polmoni quel dolce odore leggermente fastidioso ma buono e notai anche che alzarmi con un ragazzo delle sue dimensioni completamente sdraiato addosso era assolutamente impossibile, almeno per un tipo come me.

    La mia mano, piano sotto quelle enormi coperte, andò a poggiarsi sulle sue spalle stringendolo ancora di più verso la mia gracile figura, assaporando a pieno quel contatto straordinariamente efficace ed eccitante.
    Tom era...
    semplicemente fantastico in tutto.

    Posai le mie labbra sulle sue spostando il mio volto di lato.
    Lo baciai lentamente gustandomi a pieno quelle morbidissime labbra.
    Lascivo gli leccai quello inferiore mordicchiandolo piano tra le mie e succhiandolo con una lentezza esasperante.
    Assaggiando a poco a poco, lasciandomi invandere da quel dolce, doloroso sapore.

    -Mmmm- mugulò nel sonno strusciandosi addosso alla mia guancia.
    Ridacchiai tentando di non svegliarlo e mi allontanai lasciandolo sprofondare nelle morbide coperte color pesco.
    -Dove vai?- biascicò una voce roca con un braccio ancora cinto sulla mia vita.
    -Vado a farmi una doccia Tomi- bisbigliai lasciandogli un bacetto sulla guancia.
    Poi tranquillamente mi alzai dal letto e senza fare alcun rumore, leggero com'ero, mi diressi in bagno.












    Quando mi sbattè contro la parete dello sgabbuzzino spalancai gli occhi rosso in viso come un peperone e tentai di divincolarmi per poter uscire da quel luogo così stretto ed attufato.
    -Tomi capperi, se il professore di sostegno ci scopre sono guai- sussurrai al suo orecchio mentre tentavo di uscire da lì.
    -Bill siamo nello sgabuzzino della scuola- ridacchiò -e siamo chiusi a chiave. Chi vuoi che venga qui?-
    Sospirai abbattutto mentre mi lasciavo andare sotto i suoi morbidi baci.

    -Tomi, te l'ho raccontato cosa è accaduto ieri no? Se i miei sanno qualcos'altro, se i miei sanno che abbiamo una relazione non permetteranno più che io possa vederti-
    -Non lo scopriranno e di certo...- mormorò sulle mie labbra -...non saranno loro a dividermi da te, stanne certo-
    Riprese il possesso della mia bocca.
    Quel luogo così buio e stretto era davvero da mettere i brividi.

    Ma Tom era lì davanti a me.
    Le sue mani strette sui miei fianchi, il suo respiro affannato sulle mie labbra, la sua dolce quanto tremenda possessione che mi aveva completamente pressato su quella minuscola parete.
    La scopa appoggiata su una catasta di cose che mi fissava.

    Non era di certo un luogo romantico, ma infondo Tom era un tipo piuttosto originale.

    -Siamo spariti da un quarto d'ora, dici che si accorgeranno che manchiamo?-
    Sospirò.

    -Dico che si accorgeranno che devono farsi i fatti loro Bill. E poi adesso è l'ora di educazione fisica, il professore di sostegno con te non c'è-
    Bisbigliai un -hai ragione...- e lasciai che le sue mani capaci vagassero sulla mia schiena andandosi ad infilare lentamente sotto la mia maglia aderente.

    -T-tom- ansimai con il rossore alle stelle.
    Per così poco?
    Per un semplice tocco?
    Che vergogna...

    Sentii Tom sorridere sulla pelle del mio collo mordicchiando ogni minima parte che gli capitasse a tiro.
    Non vedevo perfettamente la sua figura in quel luogo così buio, ma la sua presenza era perfettamente percepibile.

    -C'è QUALCUNO QUI?-

    Sobbalzai dilatando gli occhi.
    -Tom!- sussurrai, ma le sue labbra non mi diedero il tempo di aggiungere altro.
    Pressarono sulle mie con una forza disumana, le sue mani che scesero da sotto quella maglia per afferrarmi i glutei e tirarmi sù fino alla sua altezza, facendo sì che di poco mi allontanassi dal pavimento.
    Così in quella posizione, non so perché, aggrovigliai le gambe dietro alla sua schiena lasciandomi completamente aggrappato alla sua figura.
    Quella situazione era eccitante.
    E mi stava facendo venire da ridere in effetti.

    Sentii i passi di quella persona oltre la piccola porta allontanarsi, e Tom si staccò da me sicuramente con le labbra rosse e gli occhi stralunati come sempre.
    Ridacchiò.
    E io lo seguii con una fragorosa risata.
    -Sei un pazzo-
    -Sono pazzo di te-
    e mi serrò di nuovo le labbra con le sue.


























    L'ultima campanella suonò velocemente per fortuna.

    Il mio banco, ancora attaccato a quello di Tom, sembrava però distantissimo dalla sua figura, tanta era la falsa che stavamo mettendo in atto per non dare sospetti a quel cretino seduto accanto a me.
    Mi dava fastidio, mi dava fastidio che si fosse immischiato nella mia vita senza averne assolutamente il permesso.
    Potevo frequentare chi volevo, potevo stare con chiunque avessi avuto voglia.
    Lui di certo nella mia esistenza non c'entrava niente e valeva poco più di nulla.

    E secondo, mi davano fastidio i suoi sguardi.
    Sì, era vero, il mio egocentrismo era a livelli superiori rispetto al normale, ma lui davvero non spostava i suoi occhi da me.
    Lì sentivo scendere, lì sentivo investigare sulla mia figura e soffermarsi sui miei occhi pesantemente truccati, soffermarsi sul mio bacino così magro, soffermarsi sulla mia maglietta aderente e nera.

    Non sopportavo tutto quell'interesse.
    Mi dava fastidio, mi faceva sentire a disagio.
    Ovviamente non dissi nulla a Tom.
    Sapevo che era geloso, percepivo perfettamente a pelle che mi voleva tutto per sè e questa cosa mi faceva fottutamente impazzire per lui.
    Perché in qualche modo mi sentivo sempre completamente protetto.

    Però...
    Avevo paura che potesse dire qualcosa di troppo su di noi, e questo avrebbe voluto dire far infervorare i miei e far sì che mi cimentassero in casa come ormai erano soliti fare.
    Avrebbero fatto sì che non vedessi più Tom.
    E questo per me sarebbe stato come levarmi il mio semplice tutto.

    Mi alzai dal banco rifacendomi la cartella piano.

    -Signorino Bill, noi due dobbiamo parlare- sentii scandire con disinvoltura davanti a me, e sconcertato alzai lo sguardo.
    Ma...quell'uomo cosa caspita voleva ancora??
    Sentii la figura di Tom irriggidirsi al mio fianco ma tranquilla riprendere in tasca il suo cellulare e l'accendino.
    -Di cosa?-
    -Di questioni scolastiche, tra dieci minuti, nella sala professori-

    Lo vidi riprendere le sue cose ed alzarsi, e quando superò la porta della stanza ormai deserta mi voltai verso di Tom notando con piacere che mi stava fissando.
    Il suo sguardo mi imbarazzava ma non mi faceva male.
    Mi faceva sentire apprezzato.

    L'opinione di Tom era ciò che contava davvero.

    -Cosa cazzo vuole quel bastardo?- sussurrò tra i denti avvicinandosi a me e portando subito le sue mani dietro alla mia schiena.
    -Non lo so proprio Tomi, ma forse noi non c'entriamo niente. Infondo è il mio professore di sostegno, possibile che voglia aiutarmi con qualcosa, non pensare subito male- mormorai avvicinandomi al suo orecchio e lasciandogli un morbido bacio sulla guancia.
    -Per qualsiasi cosa chiamami. Se hai bisogno chiamami- mormorò fissandomi.
    Pareva come un angelo custode.
    E questo mi faceva sciogliere.

    -Oh Tomi, non ti preoccupare- ridacchiai -mica vado tra le fauci di un lupo cattivo, è solo un professore- risi guardandolo dolcemente in viso.
    Forse arrossì, cosa che mi lasciò un pò spaesato, ma semplicemente si carcò bene il capello in testa e avvicinandosi come solito con la sua consueta possessione mi baciò le labbra in modo casto allontanandosi poi da me.
    -Quando esci...-
    -Chiamerò Jared stai tranquillo- sussurrai.
    -Va bene- lo sentii mormorare piano voltandosi per prendere le sigarette sotto il banco.
    -Ci sentiamo...-

    -Ci sentiamo...- risposi piano, e mi voltai per dirigermi verso la sala professori.




    La scuola ed i corridoi a soli dieci minuti dalla campanella del tutto deserti.






    -Sei solo piccolo??-





























    Erano ormai passate quante? Due ore???
    Due ore ed ero ancora lì, seduto ad ascoltare le parole e i discorsi noiosi di quel professore.
    Ero un ragazzo educato, non avrei mai risposto male né gli avrei mai detto che sapere del mio percorso scolastico era una cosa del tutto inutile e momentaneamente non interessante per me.
    Però parlava, continuava a parlare dei miei profitti, del mio percorso scolastico e delle materie con le quali avevo un approccio migliore e delle altre con le quali non avevo proprio nessun approccio.

    -E allora questo è tutto, sono ormai le 16 e abbiamo parlato di tutto ciò che può riguardare la sua vita scolastica, di questo ne sono più che soddisfatto-
    Riassestò la cartellina mentre, seduto sulla stessa scrivania accanto a me, tenteva di riordinare tutti quei fogli a mio parere inutili.

    -Ora però vorrei parlarle di un problema-

    Mi irriggidii sulla sedia tentando si sfuggire al suo sguardo che si era fatto più che insistente.
    L'orologio che segnava ogni secondo era l'unico rumore all'interno della stanza vuota.
    Deglutii.

    -Quale problema??-
    -Non faccia il finto tonto signorino, sa benissimo che parlo del suo caro Tom-
    sentii un groppo in gola ma tentai di non curarmene.
    -Non ho niente da dire riguardo a Tom, lui è il mio migliore amico, punto, quindi non ho nessun problema a stare con lui-
    Mi alzai dalla sedia
    -E di certo questo nostro rapporto non deve interessarle-

    Feci per raccogliere la giacca ma una mano mi afferò il polso facendomi voltare.

    -Non voglio parlarle infatti di questo rapporto, ma di un altro...un rapporto molto più stretto che ho natato avete con lui-
    Rimasi di ghiaccio.

    -N-non capisco di cosa lei stia parlando- balbettai.
    -Del modo in cui lo guarda, del modo in cui sussulta ad ogni minimo contatto. Della vostra sicura relazione segreta-
    -Lei non sa niente-
    -Oh signorino, io so molto più di quanto lei crede che io possa sapere-
    E sentii tirarmi il porso con una lieve pressione verso la sedia che mi fece rimettere seduto.

    -Crede che sia stupido? Vi ho visto, BACIARVI, davanti la scuola, non sono mica cieco-
    Sbiancai di colpo.

    -Credeva che fosse un piazzale piuttosto sgombro? Credeva che un professore uscito a fumare una sigaretta non vi avesse notato?-
    Sussultai ancora tirando il polso verso di me.
    -Si sta sbagliando- continuai.

    -Ripeto, non sono cieco signorino-

    -Anche se fosse non capisco dove sia il problema- ammisi di un fiato strattonando il mio polso dalla sua presa ferrea e tirandolo a me leggermente rosso.
    -Oh, per me nessuno...- lo sentii sorridere e sussurrare avvicinandosi con la sedia a me.
    -Ma se i suoi genitori dovessero venire a saperlo, non credo che avrà vita facile, le pare??-

    Spalancai gli occhi smettendo per un attimo di respirare.

    -Lei...glielo ha detto??-
    -Non ancora- sussurrò.

    La sua mano che andò a poggiarsi sulla mia gamba.

    -Però potrei dirglielo...infondo è giusto così non le pare??-
    Notai un ghigno farsi strada sul suo viso.
    Lo sentii stringere la presa e mi morsi il labbro dal dolore.
    Si avvicinò con il suo schifosissimo viso al mio.

    -Lei è davvero attraente lo sa?? Riesce anche a distruggere la passività di un uomo sposato come me- sussurrò lascivo con le sue labbra che mi sfioravano la guancia.
    Il suo odore che mi penetrava nelle narici.
    La sua presenza.
    Sopra di me.







    *








    Camminavo tranquillo per le strade di Berlino.
    Tranquillo mica tanto, mi sentivo stranamente inquieto.
    Quel giorno Georg non si era fatto per niente sentire.
    Solitamente veniva sotto scuola o sbucava da qualche strada del nostro quartiere o persino mi cercava con il cellulare, e invece quella volta niente.

    Con le mani in tasca e la sigaretta tra le labbra camminavo osservando le persone nella loro vita affrettarsi per tornare a casa oppure affannarsi per correre a lavoro.
    Il mio pensiero, incondizionatamente rivolto a Bill, si chiedeva a cosa diamine pensava quando Bill non era ancora al centro della sua attività.

    Sicuramente a niente.
    Sotto effetto delle canne i miei neuroni erano sempre stati fantasticamente fatti.

    Sussultai quando mi squillò il telefono.
    Sicuro che fosse una chiamata di Georg aprii il cellulare notando a malapena il suo nome sulla schermata.
    -Georg?- dissi tranquillo sfilando la sigaretta dalle labbra.
    -Tom?? Sono Gustav- sentii dire veloce aldilà della cornetta.
    -Hey Gustav, compare come stai?- ridacchiai aspirando un altro pò da quella piccola cosina tra le dita.
    -Affatto bene. Sto all'ospedale Tom, per Georg-

    Mi si fermò il respiro.
    -è successo qualcosa??- quasi gridai mentre accelleravo già il passo buttando a terra il filtro di quella sigaretta.
    -Quegli stronzi hai presente? Quelli pericolosi con cui non volevamo avere niente a che fare. Bene, l'hanno incrociato sul loro territorio, e l'hanno preso a pugni-
    -Cosa cazzo ci faceva sul loro territorio??-

    -Era andato a riprendere sua nonna dall'ospedale Tom, i patti non vietano cose del genere lo sappiamo tutti! Ma loro hanno trasgredito come sono soliti fare, e la nonna poveraccia ha dovuto chiamare un ambulanza-

    -Ora dove siete??-

    -All'ospedale del nostro quartiere-

    -Sta bene?-
    -Sta tentando di risvegliarsi, ma lo hanno conciato davvero male, riesce a malapena a respirare-
    -Arrivo subito-
    Richiusi il cellulare e me lo rinfilai in tasca.
    Senza accorgermene stavo già correndo.






    *







    -MI LASCI!- urlai tirandomi indietro.

    -Smettila di divincolarti, è del tutto inutile-



    Mi si avvicinò lentamente ancora con la sedia prendendomi il volto con una mano, tirandomi a lui e stritolandomi la mascella.

    -Chissà se farà la scelta giusta. Le darò due opportunità-

    Sentii la gola bruciarmi, il mio corpo reagire passivamente alle sue azioni, la pelle tremare e la mente offuscarsi, ma tentai di sentire cosa quel bastardo mi stesse dicendo.

    -Oh lei continuerà così ed io lo dirò ai suoi genitori facendo sì che non vi incontriate più-
    Strinse la presa sulla mia faccia e gemetti dal dolore.
    -Oh lei sta al mio gioco ed io la lascerò divertire con il suo delinquentino, puttanella...-

    Sussultai.
    E per un attimo sentii le gambe cedere.

    -E adesso fammi divertire un altro po', puttana-



    -NOOOO!- mi tiari indietro lasciando cadere la sedia.

    -Ma è impazzito?- mi sentii dire dall'uomo davanti a me mentre tentava di reggermi le mani.
    Le lacrime che avevano preso a scendere veloci sulle guancie.
    Non riuscivo a capire niente.

    -Mi lasci, la prego mi lasci- singhiozzai forte cadendo seduto a terra accanto alla sedia rovesciata.

    -Lasciarti, non farmi ridere-



    Gli graffiai il viso nel suo tentativo di avvicinarsi a me.

    -Cazzo sei perfetta, una puttana perfetta-



    Sentii la sua lingua leccarmi le labbra e le sue mani stringermi a sè.

    -E adesso succhia-















    Lo spintonai con quanta più forza avevo in corpo facendolo ricadere addosso alla sua sedia.
    Mi alzai veloce con le gambe tremanti, prendendo il mio giacchetto e correndo fuori da quella stanza.

    -Fai la scelta giusta-

    Mi sentii dire da dietro.
    Ma non ci feci caso e corsì via da quell'edificio del tutto buio.













    Le mani mi tremavano, cercavo il cellulare nella borsa ma non riuscivo a trovarlo.
    Una volta preso in mano mi cadde tanto era forte il tremore delle mie stesse mani.
    Mi asciugai una guancia, era fradicia, stavo piangendo a dirotto e non ci avevo nemmeno fatto caso.
    Gettai la borsa sul retro dell'enorme edificio.
    Un luogo in completa putrefazione dove le pozzanghere di acqua erano ricoperte da una superficie di muffa verdastra.
    L'odore di quel posto era a dir poco nauseante.

    Con non poca fatica tentai di centrare i tasti e scorsi la breve rubrica arrivando fino a Tom.
    Il mio Tom.

    Volevo solo sentire la sua voce.
    Ne avevo bisogno.

    -Lasciami, lasciami!-



    Singhiozzai portandomi il telefono all'orecchio e mi accucciai in un angolo di quello strettissimo luogo su quella sudicia parete crollando con le spalle su di essa.

    -Rispondi ti prego- sussurrai tentando di calmare quei singulti, tentando di smettere di piangere.
    Era inutile.
    Mi sentivo completamente spaesato.
    Completamente vuoto.




    -Pronto?-
    sentii dire dall'altro capo del telefono.
    Deglutii.


    -Fai la scelta giusta-




    -Bill, sei tu??-

    -Tomi sono io!- piagnucolai d'un fiato reprimendo il mio affanno.

    -Tutto bene? Mi sembri un pò scosso-
    -N-no- sto bene.


    Il silenzio, padrone di quel posto, mi assordava le orecchie come un fischio acutissimo.
    Faceva freddo ma non lo sentivo.
    Avevo bisogno d'aria ma non riuscivo a prenderla.
    Mi sentivo morire.

    -S-sto bene- sussurrai stringendo più forte il cellulare.

    Singhiozzai.
    E Tom sicuramente mi sentì.
    -Bill, puoi raggiungermi?Sono all'ospedale accanto alla stazione- sentii dire oltre quell'aggeggio.
    Trattenni il fiato. Un ospedale??

    Era un decennio ormai che non entravo in un ospedale.

    L'odore di disinfettante, il bianco delle pareti, la macchina che segnava con un bip il battito del mio cuore.
    Del mio cuore che stava per spegnersi quella notte.



    -Bill ci sei??-
    -S-si Tomi t-ti raggiungo lì- respirai affannoso alzandomi in piedi.
    -Te tutto bene? Perché sei lì, è successo qualcosa??-
    -Si, il mio amico Georg le ha prese di santa ragione- lo sentii ridacchiare e una voce accanto a se arrabbiarsi in risposta.
    -Ora però sta bene. Mi ha fatto prendere un bell'infarto-

    Sorrisi alla sua voce serena.

    -Sto arrivando- pigolai spegnendo il cellulare.

    Sentii le gambe cedere ma mossi un passo in avanti appoggiandomi a quel muro.
    Poi un altro.

    E piano piano iniziai a correre.












    -Non pianga signora, non pianga- il medico sicuramente le mosse lento le spalle.
    -M-io figlio, il mio B-Bill è...è...- un altro scoppio di pianto.

    -Mi dispiace signora, mi dispiace davvero-
    I singhiozzi affranti della gente intorno al mio lettino mi tornarono alla mente.
    Riuscivo solo a sentire, riuscivo solo a percepire, ad odorare ciò che stava accanto a me.


    -Quanto tempo starà in coma?-
    -Non lo sappiamo...non sappiamo se si riprenderà-

    Un altro grido squarciò quell'aria intrisa di lacrime e singhiozzi.
    E il bip della macchina accanto a me, sempre più lento e cadenzato, mi cullò in un profondo incubo...






























    *****

    Edited by MiikHy_Deafening - 25/10/2009, 18:28
     
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  10. anneTHa
     
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    .__. finalmenteeeeee
    madonna mi hai fatto il regalo più bello del mio onomastico e del mio compleanno che sarà domaniiii *-* grazie dankeeeee!! ♥!!!
    sono tre chappy F A V O L O S I!!!!!
    continua così aspettiamo il seguito quel prof di mer*a deve pagarla!! =@
     
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  11. Alice°
     
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    Non hai idea di che gioia sia stata per me leggere ben 3 capitoli di questa tua meravigliosa storia. Ormai piangevamo a dirotto credendo ci avessi abbandonate. Adesso, per favore, non farci più uno scherzo simile. Continua a postare, sempre!
     
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  12. 'Tommy
     
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    Per me è stato un piacere.
    Ovvio che sono 3 capitoli stupendi *___________*
    Ma tanto lo sai già.
    Un bacio <3

     
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  13. gaia21^^
     
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    che belli questi capitoliiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! li ho letti tutti d'un fiato... e mo voglio vedere la faccia di georg quando vedrà bill.. un misto tra :vytn: e :uyu: XDDDD!!! viele danke per questi chappy stupendi... continua presto Kuss^^ Ps: fondo un club per chi odia quel porco insegnante di sostegno.. chi si unisce *__*
     
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  14. Alice°
     
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    CITAZIONE (gaia21^^ @ 27/7/2009, 01:40)
    che belli questi capitoliiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! li ho letti tutti d'un fiato... e mo voglio vedere la faccia di georg quando vedrà bill.. un misto tra :vytn: e :uyu: XDDDD!!! viele danke per questi chappy stupendi... continua presto Kuss^^ Ps: fondo un club per chi odia quel porco insegnante di sostegno.. chi si unisce *__*

    Io mi unisco al club, ma qualcosa mi dice che non respirerà addosso a Bill ancora per molto :34qwrs: :3fc5yrdb: :tytu: :stt4e5:
     
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  15. 'Tommy
     
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    CITAZIONE (Alice° @ 27/7/2009, 01:43)
    CITAZIONE (gaia21^^ @ 27/7/2009, 01:40)
    che belli questi capitoliiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! li ho letti tutti d'un fiato... e mo voglio vedere la faccia di georg quando vedrà bill.. un misto tra :vytn: e :uyu: XDDDD!!! viele danke per questi chappy stupendi... continua presto Kuss^^ Ps: fondo un club per chi odia quel porco insegnante di sostegno.. chi si unisce *__*

    Io mi unisco al club, ma qualcosa mi dice che non respirerà addosso a Bill ancora per molto :34qwrs: :3fc5yrdb: :tytu: :stt4e5:

    ù__ù sono dei vostri.
    Brutto porco maniaco..è pure sposato v.v
     
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994 replies since 8/3/2009, 11:23   50445 views
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