«Hai paura della notte?

NC17,Adult Content,Non-con,Long Fic

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. •Shine Angel•
     
    .

    User deleted


    uppy! ç__ç
     
    Top
    .
  2. oO.anna.Oo
     
    .

    User deleted


    voglio il capitolo T_T
     
    Top
    .
  3. anneTHa
     
    .

    User deleted


    quando il prossimo capitoli?? ç__ç
     
    Top
    .
  4. TH4ever94
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE (•Shine Angel• @ 15/3/2009, 17:19)
    Innanzi tutto comincio con il dirti che questo capitolo è davvero bello.
    La figura di Tom mi ha fatto stringere il cuore... è un disilluso dalla vita, ormai non si aspetta più nulla se non continuare a condurre quell'orribile vita che fa...
    Di certo non deve essere stato facile per lui crescere in un ambiente familiare come il suo! ç_ç
    Spero che posterai presto il capitolo nuovo intanto vado a leggere il 15esimo nell'altro forum! xD
    un bacio,
    Senia.


    Qual è l'altro forum in cui ha postato o.o
    T____________T
     
    Top
    .
  5. •Shine Angel•
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  6. anneTHa
     
    .

    User deleted


    si ma bisogna esserer registrate uffaaaaa!!
     
    Top
    .
  7. •Shine Angel•
     
    .

    User deleted


    ma credo che nel forum grande non ci siano restrizioni di accesso...
     
    Top
    .
  8. TH4ever94
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (•Shine Angel• @ 16/4/2009, 19:50)

    AHAHAH mi registro anche li xDDD
     
    Top
    .
  9. MiikHy_Deafening
     
    .

    User deleted


    ragazze eccomi qui. purtroppo per via di tutti questi casini con il terremoto ho avuto un pò di problemi ^^" legati al fatto che i miei parenti hanno avuto bisogno di aiuto, le mie amiche sono sotto a delle tende ed un ragazzo che conoscevo è rimasto vittima sotto le macerie. Purtroppo mi sono distratta davvero troppo e ho lasciando indietro le twincest e la mia vita poiché davvero profondamente turbata.

    Ringrazio tutte con tutto il cuore.

    Velocizzerò i capitoli così da ritrovarmi a paro con la twincest attuale ^^
    Dico he correre e leggere la TWC tutta di un fiato sia un peccato, perché anche questa storia ha bisogno dei suoi intervalli di suspence xD

    Disclaimers: ripeto u.u, ciò che scrivo è inventato O_O, Tom e Bill non mi appartengono anche perchè sennò non starei qui O_O, Tom e Bill non si amano e se lo fanno di certo non lo dicono a me O_O, non ci guardagno un ficoletto inacidito O_o ne ce lo voglio guardagnare x°D.






    « ● Hai paura della notte?



    image







    III Capitolo





    Brusio, c'era quello snervante parlottare solito delle prime ore di scuola.

    Guardai distrattamente fuori dalla finestra come ero solito fare quando mi trovavo lì, nel mio ultimo banco, dove me ne potevo stare per fatti miei senza essere disturbato da nessuno.

    In realtà per fatti miei ci stavo sempre.
    Anche quella mattina mi ero alzato, mi ero fatto la doccia, avevo preso le chiavi di casa ed ero uscito da quella topaia sbattendo la porta, tanto in casa non c'era nessuno, come solito...

    Continuai a guardare fuori da tutto quello schifo perdendomi tra le nuvole che come una cappa coprivano il cielo.
    Che palle, se avesse piovuto mi sarei ritrovato di nuovo bagnato fradicio senza un cazzo di ombrello.
    Poco male...avrei avuto la scusa per starmene a casa per fatti miei. Tanto quei giorni quella puttana di mia madre non c'era, se ne stava nella casa di qualche riccone a fare chissà quale servizietto a cui non volevo nemmeno pensare.

    Storsi il naso. Che palle.
    Presi poi a dondolarmi sulla sedia poggiando i piedi incrociati sopra il banco.
    Sogghignai notando la faccia che aveva fatto il professore appena mi aveva visto. Sempre la solita squallida faccia. Stupore, terrore, disprezzo, indifferenza...

    Tornai a guardare di fuori, eccole lì, le prime gocce di pioggia.
    Ero talmente preso a guardare nel vuoto che non mi accorsi neanche di un bussare incerto alla porta. O meglio, non è che ci feci molto caso, preferii continuare a guardare il nulla piuttosto che dedicarmi ad ascoltare almeno un poco quella gente.
    Quella gente che dalla vita aveva tutto, ma che della vita non conosceva proprio nulla...
    -Avanti!-
    Attimi di silenzio, sentii persino qualcuno trattenere il fiato.

    -Oh, lei deve essere il signorino Bill Trümper, prego, entri subito-
    Dio No, signorino signorino, che tristezza mamma mia.
    Sorrisi continuando a guardare fuori dalla finestra. La voce del professore diventata all'improvviso patetica, prostrandosi con le proprie parole a mo di zerbino ad un ragazzino molto più piccolo di lui ma semplicemente duecento volte più ricco e ben visto dalla società.
    Gente che era nata con tutto, che aveva sempre avuto tutto dalla vita, che non aveva avuto bisogno di crescere più in fretta del dovuto, che non aveva mai sofferto, che non aveva le forze per combattere, il coraggio di guardare avanti e di lottare.
    Gente del genere mi faceva totalmente schifo.


    -Ragazzi, lui è Bill Trümper e da oggi frequenterà le lezioni qui-
    Trümper, dio che figata, una delle famiglie più ricche di Berlino.
    Sorrisi questa volta per trattenere un espressione di completo ribrezzo.

    -Può andarsi a sedere lì in fondo-
    eh no, è.
    Per un attimo mi sentii completamente tirato in causa.

    Voltai lo sguardo per vedere questo tanto amato signorino e per un attimo il mio sguardo si intrecciò con due splendidi occhi del color del cioccolato contornati da un forte trucco nero perfetto sui quei divini occhi a mandorla.

    Rimasi quanto?
    Un minuto buono a fissarlo?
    Fatto sta che questo bellissimo ragazzo, se un ragazzo realmente era poiché diamine, assomigliava in tutto e per tutto ad una bellissima ragazza, si avvicinò a me un po' interdetto attraversando l'intera aula sotto gli occhi voraci di tutti questi stronzi, si sedette in un banco un poco distante dal mio, in un ultima fila completamente distaccata dal resto della classe.

    Era strano quel ragazzo, ma parecchio anche.
    Si guardava intorno come spaesato, tentava di non guardare in faccia le persone, era come se non avesse mai messo piede in una scuola o almeno in un posto dove non vi fosse della gente, e questo era a dir poco impossibile, quasi patetico.

    Vidi il professore di sostegno seduto accanto alla cattedra con quello stronzo del professore di ruolo alzarsi e con passo lento avvicinarsi al nuovo studente, quel certo Bill, per dargli poi cautamente la mano come se uno dei due avesse la peste.
    Bill a quel contatto storse il naso, chissà perché un tipo come lui si trovava in un manicomio come questo.

    Mi voltai quando sentii il suo sguardo su di me, e forse arrossii persino.
    Cazzo...perché diamine mi faceva quell'effetto??
    Quanto ero stupido...
    e per un pò smisi persino di girarmi.



    *





    Rimasi seduto al mio posto forse per tutte le prime tre ore di scuola senza muovervi.
    Sentivo l'odore delle persone che mi circondava, sentivo gli sguardi di tutti quei ragazzi su di me e mi sentivo fremere nell'animo.

    No, non stavo esagerando, lo sentivo davvero tutto ciò, nessuno mi si era ancora avvicinato, nessuno mi aveva ancora rivolto una minima parola se non il professore di sostegno, ma l'aria in quella stanza era a dir poco...stretta, e avrei preferito mille volte di più starmene a casa mia, nella mia immensa stanza povera di luce e di finestre, dove però vi era un odore di pulito che impregnava ogni cosa, dove nessuno mai metteva piede poiché era un luogo privato dove potevo entrare solo io ed io soltanto.

    Poi c'era lui. Diamine...quando ero entrato non me ne ero proprio accorto. Ma una volta girato avevo visto un Dio.
    Esistevano persone cosi belle al mondo??
    E il suo odore...non riuscivo bene a sentirlo.
    Certo, eravamo un po' distanti, ma di solito percepivo ogni cosa minuziosamente, ogni cosa si trovasse in una stanza.
    Forse, proprio il fatto che vi fosse cosi tanta gente, faceva si che tutti quegli odori di mischiassero in un unico enormissimo sapore.

    Vi era una ragazza non molto distante da me che da ore e ore masticava una gomma ormai andata a male che sicuramente aveva preso quel sapore acido che fa sì che la gomma venga buttata.
    E invece no, imperterrita continuava a masticare, ma almeno vi era un fresco odore di fragola attorno a lei, l'unica odore ragionevole nella stanza.

    C'era poi un tizio, in seconda fila credo, gli ero passato accanto per arrivare fino a qui, lontano dalla puzza e accanto a una finestra. Portava una maglietta che sapeva assolutamente di cane, non so, forse era fatta con il pelo dei suoi animali o forse ci si era lavato la mattina al posto della saponetta.
    Fatto sta che emanava un tanfo insopportabile, peggio di una stalla.

    E poi un ragazzo alla mia destra, un po' più avanti a me, era sicuramente caduto in una boccetta di profumo. Non riuscivo a capirne nemmeno quale, era troppo esageratamente forte e pungente.
    Sicuramente una persona normale lo avrebbe considerato un tipo piuttosto pulito e profumato, ma una con un olfatto tanto sviluppato quanto il mio, sarebbe svenuto al solo contatto.

    -Tra poco suonerà la ricreazione, se vuole può restare qui in classe-
    Annuii forse troppo vigorosamente al professore seduto accanto a me tanto che ne rimase un po' spaesato. Inizialmente mi si era seduto accanto dopo una stretta di mano, e poi aveva iniziato a parlare sotto voce per non interrompere la lezione di francese dicendomi che per qualsiasi cosa lui era lì, che durante la lezione di educazione fisica delle ultime due ore sarei potuto rimanere negli spogliatoi e cosi via...

    In realtà alla fine avevo quasi smesso di ascoltarlo del tutto.
    Avevo una voglia matta di voltarmi, di guardare di nuovo quel ragazzo tanto bello accanto a me, ma non ne avevo davvero il coraggio.

    Circa 5 minuti dopo suonò la ricreazione.
    Vidi i banchi spostarsi all'improvviso e un grandissimo tanfo propagarsi all'interno della grande aula. Mi attappai d'istinto il naso mentre a mano a mano sentivo la salivazione alzarsi e lo stomaco che si attorcigliava pronto a rivomitare quella schifosissima aria.

    Come un fulmine, con la mano sulla bocca, senza aspettare neanche che il professore si accorgesse di niente, corsi a perdifiato verso la finestra e tirai fuori la testa respirando una grossa boccata d'aria percependo poi uno strano odore molto buono che proveniva proprio accanto a me.
















    Che vergogna. Che vergogna.
    Quel tipo mi aveva visto e sicuramente aveva creduto che fossi pazzo, che avessi avuto qualche rotella fuori posto, che non fossi poi tanto normale.

    Camminavo piano dietro la mia classe mentre questa si muoveva a passo svelto fuori da quell'enorme istituto passando per un corridoio esterno che portava dritti dritti ad un enorme palestra sicuramente comunale.

    Durante la ricreazione, una volta ripresa un po' di aria, non ebbi il coraggio di girarmi verso quel ragazzo seduto proprio accanto alla finestra che mi fissava un po' stralunato, non so neanche io il perché, e mi ero invece voltato dalla parte opposta dove una ragazza piuttosto carina e diciamo anche un po' pompata mi fissava nel vero senso della parola.
    Si era poi avvicinata con tutto il suo ben di dio e aveva sporto la mano verso di me gracchiando un:
    -Piacere, il mio nome è Sindy, ma puoi chiamarmi Sì!-
    che razza di soprannome era Sì? Non aveva senso, non aveva nulla a che fare con un soprannome.
    Comunque avevo risposto sorridendo a quella presentazione e porgendole la mano.
    E lei era arrossita e poi senza darmi il tempo di parlare aveva detto un: -scusa, ora devo andare!- e si era volatilizzata nel nulla insieme alle sue amiche.

    Sospirai un po' sconsolato, da quando ero arrivato in quella classe non avevo ancora detto nemmeno una minima parola, non avevo proprio aperto bocca.

    Alzai un poco lo sguardo da terra per notare due o tre compagni che si prendevano a spallate e mi indicavano ghignando.

    Poi c'era lui, quel tipo parecchio misterioso, che camminava indietro, leggermente più avanti di me.
    Mani in tasca, capello tirato fin sopra gli occhi, dread che scendevano sulle spalle raccolti in una coda. Sexy, estremamente sexy

    Mi spalmai una mano in faccia dall'imbarazzo, non avevo mai fatto pensieri del genere su nessuno e pensare che reputavo un ragazzo, neanche una ragazza ma un ragazzo di quel genere, vestito in quel modo e dall'aria tutt'altro che rassicurante, così mi fece sentire piuttosto stupido e infantile.

    Continuai a camminare per un bel po' finché non entrammo all'interno del grande edificio.
    Vidi il professore che tentava di dare un po' di ordine ai ragazzi che nel frattempo saltavano uno sopra all'altro come in un grande zoo.
    Si divisero subito correndo negli spogliatoi per andarsi a cambiare e mettersi la tuta.
    L'edificio era abbastanza grande con un grande campo da basket centrale e delle porte laterali che portavano agli spogliatoi.

    Mi diressi verso il professore dandogli il certificato e non lo guardò neppure, mi fissò per un secondo e mi sorrise dicendomi: -Signorino non si preoccupi, l'avrei esonerata comunque anche senza il certificato-
    e a quelle parole sorrisi un po' turbato. Speravo davvero che non sapessero tutti il mio problema.

    Sospirai dirigendomi verso lo spogliatoio maschile dalla quale uno ad uno uscirono tutti i miei compagni di corsa, ribadisco, come in uno zoo, lasciandomi via libera nella stanza ormai vuota.
    Lo spogliatoio era piuttosto grande e al posto delle piccole porte normali vi erano due porte di legno massiccio una opposta all'altra che si aprivano al centro, davvero una cosa ingegnosa.

    Si richiusero alle mie spalle e l'aria smise di muoversi stagnandosi all'interno.
    Sudore, vi era sudore in quel posto. Troppo sudore...mi stavo...sentendo male cazzo.

    Misi una mano sullo stomaco ed una sulla bocca, per la terza volta nella giornata sentii il grande impulso di vomitare, la testa mi girava e corsi con tutta la forza che avevo in corpo verso la porta di emergenza infondo alla grande stanza.
    Premetti sul bastone per aprirla e con un tonfo si richiuse dietro di me.

    Mi appoggiai con tutto il corpo contro di essa e caddi a sedere aspirando forte tutta l'aria che avevo le facoltà di tenere in corpo.

    Non potevo continuare a stare lì.
    Era come una specie di suicidio per me, perché nessuno aveva intenzione di capirlo?
    Mentre continuavo a respirare rumorosamente con le palpebre socchiuse sentii un rumore, e poi un odore dolcissimo accanto a me.

    Aprii gli occhi e vidi una figura in piedi proprio accanto che avvicinava ed allontanava la sigaretta, se una sigaretta realmente era, dalle labbra a ritmo regolare.

    Possibile che non mi fossi accorto che fosse già qui prima del mio arrivo?

    Possibile che il suo odore impregnato di nessun profumo artificiale...non mi avesse dato alcun fastidio?



















    *****

    Edited by MiikHy_Deafening - 28/10/2009, 11:02
     
    Top
    .
  10. anneTHa
     
    .

    User deleted


    che bello sono la rpima a commentare? che onore!! è bellissima questa ficcy specialmente il modo in cui scrivi è molto bello!! continuala presto mi raccomando!! ancora brava
     
    Top
    .
  11. TH4ever94
     
    .

    User deleted


    Adesso mi sono registrata nell'altro forum per leggerla xDD
    Sono impazzita per questa twincest xDD
    Oddioo la leggo giorno e notte
    Sei bravissima complimets^^
     
    Top
    .
  12. gaia21^^
     
    .

    User deleted


    wowowowowowowowowowowowowowowowowowowowowowowowowowowowowo!!!!!!!!!!!!! è davvero stupenda... posta posta postaaaaaaaa
     
    Top
    .
  13. anneTHa
     
    .

    User deleted


    upupup
     
    Top
    .
  14. MiikHy_Deafening
     
    .

    User deleted


    Note. Uaa grazie donne *-*
    giorno e notte??Addirittura? xD

    Disclaimers: ciò che scrivo è inventato O_O, Tom e Bill non mi appartengono anche perchè sennò non starei qui O_O, Tom e Bill non si amano e se lo fanno di certo non lo dicono a me O_O, non ci guardagno un ficoletto inacidito O_o ne ce lo voglio guardagnare x°D.










    « ● Hai paura della notte?






    image










    IV Capitolo






    Ero ancora lì, seduto a terra con le mani strette sullo stomaco, le gambe piegate in modo tale che vi potessi nascondere la testa, che invece era accasciata contro la porta d'emergenza alle mie spalle facendo in modo che potessi aspirare più aria possibile vi fosse in quel luogo.

    Lui anche era lì, me ne accorsi pochi secondi dopo, mentre fumava “quella cosa” in tutta tranquillità in uno snervante quanto cadenzato ritmo che mi fece rimanere imbambolato per una manciata di attimi a fissarlo.

    -Vuoi fare un tiro?-
    una voce roca, giovanile ma piuttosto dura mi colse all'improvviso e spostai subito gli occhi dalle sue labbra arrossendo, iniziando a ritenere davvero fantastico il modo in cui le formichine accanto ai miei piedi camminavano in fila una dietro l'altra.
    Poi mossi il capo in senso di diniego ricordandomi della sua domanda.

    Non riuscivo a vedere bene cosa stesse facendo, ma con la coda dell'occhio notai che aveva ancora lo sguardo perso chissà dove mentre la canna, e che fosse una canna ormai ne ero sicuro, continuava ad avvicinarsi e ad allontanarsi dalla sua figura intrappolata tra le sue dita.

    -Non dovresti fumare quella roba, ti fa male!- bofonchiai stringendo le braccia intorno alle gambe e poggiando il mento sulle ginocchia ossute.

    Non sapevo da dove fosse uscito quel sussurro, né perché fosse uscito in effetti.
    Ma ero sempre stato un tipo piuttosto...ficcanaso e curioso, anche se molto silenzioso e timido, io stesso ero spiazzato dalla mia loquacità in quel momento con un tipo che era piuttosto pericoloso, ma io questo non potevo saperlo, perché non sapevo captare nulla delle persone, non avevo quel sesto senso che ti fa allontanare da un individuo se ti pare da tenere alla larga.

    Non avevo mai avuto nessun rapporto con nessuno e ripeto, non vedevo differenza tra quel ragazzo difronte a me e il figlio di un collega di mio padre.
    Non c'era un minimo particolare importante che li differenziasse, come non ce n'era nessuno tra lui e me.

    Il denaro non contava un bel niente, e questo lo sapevo benissimo sulla mia pelle.

    Forse anche lui rimase un po' interdetto dalla mia sfacciataggine e dal mio coraggio, tanto che smise un attimo di fumare e spostò completamente la sua attenzione su di me, ridacchiando poi sotto i baffi.

    -Non c'è niente da ridere, ho perfettamente ragione!- dissi più forte alzando la testa e voltandomi a guardarlo. Non stava solo ridacchiando, sul suo volto vi era proprio un bel sorriso disegnato, e ne rimasi un po' stupito, quel ragazzo aveva un sorriso fantastico.
    Cinque secondi e la sua risata cristallina smise mentre con un sorriso ancora più grande disse: -Questa roba mi fa male? Allora te cos'hai fumato per essere ridotto in quello stato??- e poi come se niente fosse ricominciò a ridacchiare e a portarsi la canna alle labbra con fare disinvolto.

    Arrossii furiosamente alle sue parole, e in effetti quel tipo aveva perfettamente ragione.
    Ero lì, seduto a terra privo di forze, le gote arrossate dallo sforzo, il respiro pesante e gli occhi lucidi, di certo non stavo facendo una grandissima impressione, anche se questa era la cosa che mi importasse di meno in quel momento.

    -N-non ho fumato nulla- sussurrai con le guance ancora più rosse.
    -Io non fumo, non fa affatto bene- continuai con il volto ormai completamente congestionato.
    E poi mi resi conto che stavo parlando un po' da solo, poiché stavo quasi sussurrando e quel tipo di certo non mi sarebbe riuscito a sentire.
    Arrossii dinuovo a quel pensiero.
    Stavo facendo una figuraccia orribile con la prima persona con la quale avevo deciso di instaurare un rapporto...

    Un momento? Stavo instaurando un rapporto??
    Io che avevo passato la mia adolescenza chiuso nel mio castello perchè avevo troppa paura della gente?
    No...o forse si.
    No e no, era completamente impossibile.

    -Che freddo!- sentii all'improvviso e uno sbuffare piuttosto sonoro mi ronzò nell'orecchio sinistro.
    “Rinvenni” nella realtà e quando mi girai alla ricerca della sua figura me lo ritrovai esattamente troppo vicino, seduto accanto a me mentre continuava a fumare quella maledetta canna.

    -Che-che...che fai?- balbettai spostandomi con il corpo leggermente nella direzione opposta alla sua.
    Ok che il suo odore, l'unico per la precisione, non mi dava né la nausea né nessun fastidio, anzi, anche un leggero sapore di benessere, ma era anche vero che la sua presenza c'era, era lì, accanto a me, e questo mi faceva sentire un po' nervoso, e tremavo...e sapevo che non era solo il freddo.

    Il suo sguardo mi fissò un po' stupito, un po' troppo in effetti...
    -Mi siedo dove non è bagnato- aveva risposto e poi aveva di nuovo ripreso a fumare come se nulla fosse stato.

    Ok...piano...il tutto a rallentatore.
    Cosa numero uno, la sua voce, diamine, la sua voce era roca e sexy e non ne avevo mai sentite di cosi.
    Era anche vero che le uniche persone con cui parlavo erano coloro che lavoravano nella mia casa, genitori sottointesi ovviamente, ma avevo sempre visto diversi film e cartoni animati, anche se da solo, e la sua voce era diversa, la sua voce era...sublime.
    Nessun compagno della mia classe, per quanto ero riuscito ad ascoltare quella mattina, aveva una voce tanto bella da essere anche solo minimamente paragonabile a quella del ragazzo di fronte a me.

    E poi si, mi guardai intorno dandomi mentalmente dello stupido.
    Era tuttto dannatamente bagnato ad eccezione della porta di emergenza riparata sotto la tettoia dell'intera costruzione.




    *





    Freddo, faceva freddo freddo freddo in quel postaccio.

    Ma almeno potevo fumarmi una canna in santa pace, o quasi.

    Era forse passata un'ora o poco più da quando quel “signorino” Trumper se ne stava seduto accanto a me ma a debita distanza di sicurezza come se tenessi le pulci o chissà che.
    Bè era ovvio, un tipo come lui non poteva di certo stare accanto ad un poveraccio, chiaro.

    Aspirai di nuovo dalla canna.
    Sentivo la testa vorticare un poco e il calore che si propagava per le mani ed il corpo, il solito effetto a volte negativo, ma in quel caso no, delle canne.

    Quando te le fai l'estate senti una voglia matta di buttarmi al fiume, poi inizia a girarti la testa e vortica, vortica fina a farti venire la nausea.
    E ridi, scoppi a ridere come uno scemo. Ormai il fatto che fossi abituato a farmi una canna e più al giorno faceva sì che non scoppiassi più a ridere come un idiota di fronte alla gente, e la testa nemmeno ronzava più di chissà che.

    In effetti anche con l'alcool era cosi, bevevo e bevevo ma in confronto ai miei amici o a quelli della mia banda non mi ubriacavo mai del tutto, ero molto bravo a reggere diciamo.
    Mossi il filtro ormai finito da un bel pezzo tra le mani...me lo sarei sniffato insieme all'altro quella sera, se mia madre non fosse ritornata a casa a rompere il cazzo anche quella volta.

    Mi girai verso di lui, verso un respiro lento e regolare, molto più tranquillo a quello di quando quel ragazzo era appena arrivato.

    Avevo sentito sbattere la porta e poi un botto, seppur sempre delicato, a terra. E cosi ovviamente mi ero girato e lo avevo visto lì, seduto a terra con il respiro irregolare e affannato, le labbra rosse come una fragola, la pelle ancora più candida di prima, le mani strette una sulla bocca e una sullo stomaco che stringeva la maglietta come se stesse per sentirsi male all'improvviso.

    Poi aveva parlato, dio che voce splendida che aveva. E a questo pensiero mi ero dato subito mentalmente dell'idiota, ma quel tipetto mi intrigava, o almeno mi pareva un po' diverso da tutti gli altri ricconi della zona o semplici ragazzi qualcunque che ero abituato a frequentare.

    A dirla tutto era parecchio strano. Era ancora lì, con la testa nascosta tra le ginocchia piegate e cinte dalle sue braccia longilinee.
    Aveva parlato molto poco, da questo ne deducevo che non fosse un chissà che grande chiacchierone, e questo era positivo, molto positivo, i tipi logorroici mi facevano saltare sui nervi, anche io non è che parlavo mai chissà quanto poi...

    E in più... non era stato intimorito dalla mia presenza, e non sapevo se ritenerla una cosa positiva o negativa. Era come se per lui fossi un qualsiasi ragazzo normale, non ero cosi, per tutti non lo ero.
    Un tossico si tiene alla lontana, un tossico potrebbe farti del male, trascinarti nella sua stessa strada...

    Continuavo a guardarlo e a sentire il suo respiro dolce, i suoi capelli corvini e sicuramente morbidi al tatto, le sue mani intrecciate oltre le ginocchia che...tremavano, sicuramente infreddolite da quel gelo. E in effetti non aveva con sé nulla, nemmeno una giacca un po' pesante, niente.

    Era...infinitamente piccolo, non avevo mai visto un ragazzo tanto gracile nella mia esistenza.
    Pareva una donnina delle nevi, bianca come la luna, fatta di porcellana e bella da far invidia alla modella più famosa del pianeta.
    Eppure era un lui, era un ragazzo, questo mi era stato confermato fin dall'inizio.
    E per un attimo credetti che nemmeno una donna sarebbe potuta risultare tanto docile, bella ed aggrazziata come quel...Bill.

    -Piacere Tom-
    ok, ero davvero un deficiente lo dovevo amettere, scapparmene così non aveva proprio senso.
    Lo vidi alzare la testa e guardarmi un po' interdetto e stralunato.
    Poi era arrossito, di nuovo, ed il suo volto di porcellana era divenuto ancora più grazioso.
    E aveva tremato ancora, sicuramente sempre per via del freddo, era stato un po' immobile con lo sguardo vaquo, tanto che fui tentanto di ritirare in fretta la mano prima di fare l'ennesima figura da scemo in una giornata, invece l'aveva afferrata.

    Aveva slacciato le sue candide manine intrecciate e una delle due l'aveva stretta tra la mia, con dolcezza e delicatezza infinita.

    -Bill...- aveva sussurrato sensualmente.

    Un contrasto davvero vergognoso. Quella di Bill piccola, morbida e bianca, le unghie perfettamente smaltate di bianco e di nero, liscia come la pelle di un neonato, e la mia grande e callosa dalla carnagione leggermente abbronzata un po' fuori stagione, le dita forti e dai lineamenti marcati, le unghie corte solite di un chitarrista per diletto come me.

    Eravamo stati brevi istanti cosi e poi entrambi avevamo ritirato quel contatto.
    Bill era rimasto fermo lì a stringersi la mano, le guance ancora più rosse di prima, adorabili.

    Lo vidi sobbalzare spaventato quando poggiai la grande felpa che mi ero appena sfilato sulle sue spalle.

    -Fa freddo, tienila, stai tremando da impazzire-
    avevo detto imbarazzato, forse imbarazzato per la prima volta in vita mia.
    E lui mi aveva sorriso, mi aveva inizialmente guardato un po' sconcertato e poi aveva sorriso davvero, illuminato da un bagliore lunare spaventosamente bello.

    -Grazie...- aveva sussurrato piano piano.

    E poi entrambi ci voltammo al suono di un vociare che proveniva dietro di noi, dalla porta di emergenza.

    Sentimmo la campanella suonare dall'istituto dall'altra parte della grande palestra e subito immaginai la bolgia che ci sarebbe stata entro un po'.

    Lo vidi guardarmi e gli sorrisi
    -aspettiamo un po' che escano tutti i nostri compagni e poi entriamo-
    Ero stato duro vero?? Avevo usato il mio solito tono, vero'??
    No, caspita avevo usato un tono...dolce, come se stessi parlando con un bambino di sei anni, e Bill...un po' gli assomigliava...

    Aveva uno sguardo tremendamente infantile, ma in senso positivo...pareva venisse da un altro pianeta e che io fossi un alieno del pianeta terra, ecco.

    Lo squillo del suo cellulare interruppe i miei pensieri. Gli Alesana erano scoppiati in tutta la loro potenza dalla sua tasca facendomi prendere un infarto, che merda di musica era quella?

    -Pronto?- lo sentii sussurrare ancora imbarazzato mentre si stringeva bene la felpa sulle spalle.
    -Si..s-si Jared arrivo subito...si- e aveva riagganciato velocemente mettendo il cellulare in tasca.

    -Io...dovrei andare- disse tornandomi a guardare.
    -Anche io- risposi alzandomi in piedi accanto a lui.
    Lo vidi tener ben salda la mia felpa tra le spalle mentre alzandosi si ripuliva i pantaloni da tutta quella polvere.

    -C'è un'altra strada oltre a quella dentro la palestra?- sussurrò.
    -Si, seguimi- dissi aspettando che avessi tutta la sua attenzione.
    Poi mi incamminai lentamente in avanti attraversando un vicoletto sudicio dell'edificio davanti a noi e risbucando direttamente sulla strada.
    Svoltai a destra con fare indifferente come mio solito.
    Lo vedevo incespicare ed accellerare il passo per starmi dietro mentre continuava a guardare in basso e a non alzare gli occhi.

    Mi fermai giunto davanti ad una lucente limousine che tutti ammiravano mentre uscivano dall'edificio scolastico.
    Sorrisi, sicuramente Bill era arrivato.

    -Eccoci qui, allora ciao!- dissi guardandolo un secondo e allontanandomi da lì continuando a camminare.

    Lo vidi bloccarsi e fissare prima la felpa e poi me
    -Ma la- -Puoi tenerla- lo interruppi facendo un cenno della mano mentre senza fermarmi continuavo a camminare.
    Al massimo avrebbe potuto utilizzarla come straccio visto che con una felpa del genere uno come lui non ci faceva un bel niente.

    Eppure in cuor mio, stupidamente e senza sapere il perchè, speravo che almeno la tenesse ancora un po' tra le sue candide e morbide dita...






















    *****

    Edited by MiikHy_Deafening - 28/10/2009, 11:17
     
    Top
    .
  15. tokiohotellina
     
    .

    User deleted


    oddio e bellissimo questo capitolo
    continua presto
    kuss
     
    Top
    .
994 replies since 8/3/2009, 11:23   50445 views
  Share  
.