«Hai paura della notte?

NC17,Adult Content,Non-con,Long Fic

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  1. 'kiwy;
     
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    QUOTE
    e voi siete ancora qui <3

    Until the end u_ù *O*

    Che poi, nonostante le altre ci avessero passato i link con gli altri forum, io invece ho aspettato sperando che tornassi qui **
    E infatti....
    *OOOO*
     
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  2. oO°Isa89°Oo
     
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    quoto la fVatella *riot*
    Siamo sempre quiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii !
    aWWWWWWWWW <3
     
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  3. Yshia
     
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    CITAZIONE (MiikHy_Deafening @ 2/1/2010, 18:22)
    CITAZIONE (Yshia @ 8/12/2009, 17:31)
    Dai no ragazze!
    dobbiamo resistere fino al ritorno di Miky! altrimenti che sue fans siamo??? dobbiamo continuare fino al suo ritorno! XD

    bwaaaa ç___ç


    *va a buttarsi dal balcone*


    i capitoli!!!
    *ritorna indietro*

    Carissima... *_*
    ben tornata!
    è davvero una gran gioia riaverti qui. Tantissimi complimentoni ancora per il tuo scritto, è davvero incredibile.

    Ringraziamento anche a Schrei che ha fatto la mediazione!
     
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  4. oO°Isa89°Oo
     
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    uuppp çOç
     
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  5. 'kiwy;
     
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    Upppp **
     
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  6. oO°Isa89°Oo
     
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    uuuuuuuuuuupppppp ;D
     
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  7. 'kiwy;
     
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    Uuup *à*
     
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  8. MiikHy_Deafening
     
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    vi amo *-* posto subito, il tempo di prendere un caffè
    ù.ù
     
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  9. oO°Isa89°Oo
     
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    aWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW
    siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii miikHy *-tet*
    aspettooooooooooooooooooooooooo <3
     
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  10. 'kiwy;
     
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    Waaaaaaa *________________*
     
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  11. MiikHy_Deafening
     
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    note. bene, eccomi qui ù.ù
    ora, non mi morite di infarto ok?XD quello dopo, non in questo capitolo ù_ù
    vi adoro donne *-*

    Autore: Me xD
    Rating: NC17
    Avviso: Angst; Adult Content; AU; Blood; Drug Use; Violence; Smut; Non-con;
    Genere: Long Fic
    Disclaimers: ciò che scrivo è inventato O_O, Tom e Bill non mi appartengono anche perchè sennò non starei qui O_O, Tom e Bill non si amano e se lo fanno di certo non lo dicono a me O_O, non ci guardagno un ficoletto inacidito O_o ne ce lo voglio guardagnare x°D.
    Riassunto:
    Ero Tom Kaulitz diamine.
    Non credevo nell'amore, non esisteva, ne avevo avuto la certezza.
    Ma a me andava benissimo cosi...



    Incredibile come poi tutte le mie certezze sarebbero crollate...








    « ● Hai paura della notte?




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    XXVIII Capitolo





    Non si crede negli angeli, spesso si dice così, ma il pensiero della gente è sempre e solo ipocrisia.
    Tante, tante persone non credono ad un dio in cielo, io stesso a volte mi creo delle domande pensando se ci sia o no. Eppure quando una persona muore, quando una persona che ami sparisce, sai che il suo angelo rimarrà sempre accanto a te, che tu ci credessi o no prima, che tu ci creda o no adesso.
    Spesso pensavo che se quella notte fossi morto, se quella notte non mi avessero soccorso in tempo, se il mio battito si fosse fermato per alcuni secondi in più, sarei di certo divenuto un angelo, un piccolo angelo che avrebbe protetto le persone che amava.
    Sarei corso da William, sarei stato la sua ombra fino alla sua stessa fine.
    Ma non avrei conosciuto Tom, e a volte mi chiedo da egoista se forse... fosse stato davvero meglio così. Se davvero sarebbe stato meglio non conoscerlo mai, non trascinarlo in un mondo che non gli apparteneva, non schiavizzare per sempre la sua vita accanto a me.
    Ed in questo modo sarei sempre stato accanto a William, e non lo avrei mai odiato dopo.
    Perché? Perché per quanto io stesso non volessi incontrare nessuno in seguito al mio risveglio, non mi era giunta nessuna voce del fatto che Willy fosse venuto a trovarmi.
    William si era dimenticato di me.
    O semplicemente aveva trovato una scusa per allontanarsi da quel mostro che ero diventato.
    Da un pazzo che, oramai, non aveva più nulla da donare.
    Ne agli altri ne a se stesso.
    Tradito dall'unica persona che sempre gli aveva voluto bene.


















    *






















    Si addormentò tra le mie braccia che erano circa le quattro, se non le cinque del mattino.
    Lo strinsi più forte a me quando sentii il suo respiro farsi regolare, ed i suoi singhiozzi attenuarsi mentre le sua mani, strette alla mia felpa, si andavano allentando piano piano, trasformandosi in delle dolci carezze.
    -Bill?- sussurrai, ma in risposta otteni solo un piccolissimo mugolio e di nuovo tornò ad appoggiare la sua testa sul mio petto.
    Finalmente era riuscito ad addormentarsi.

    Mi sfilai dalla sua presa tentando di non rischiare di svegliarlo, poggiando la sua morbida testa sul cuscino, mentre i capelli neri gli ricadevano morbidi sulla fronte.
    Sospirai coprendolo con il piumone fino al mento, provando a riscaldare il suo gracile corpo, poi alzandomi in piedi mi diressi lentamente in bagno, feci una doccia veloce, indossai una delle magliette che Bill mi aveva costretto a portare a casa sua per ogni evenienza, ed uscii da lì dopo essermi finito di vestire.
    Giaceva ancora lì, il petto piccolo e magro che si alzava ed abbassava regolare, mentre le sue manine bianche erano appoggiate dolcemente sul cuscino accanto al suo viso.

    Sorrisi prendendo un pezzetto di carta e scrivendo su questo: "Torno presto amore, resta a letto quanto vuoi"
    Poi lo poggiai sul comodino accanto e guardandolo un ultima volta sospirare tremulo nel sonno, uscii silenziosamente da quella calda stanza inoltrandomi lungo le scale del palazzo.

    -Buon giorno Margot!- salutai cordialmente alla buona donna.
    Margot mi sorrise, era l'unica che sapeva all'interno di quella casa che la notte, o meglio sempre, ero accanto a Bill, e l'unica che mi teneva il gioco.
    Forse perché l'unica che voleva davvero fare del bene a Bill senza essere egoista.

    -Non cacciarti nei guai Tom- mi rimproverò sorridendo la donna continuando a spazzare le scalette del portone.
    Ridacchiai anche io chiudendo bene la felpa intorno a me sotto il freddo di dicembre.
    -Ci vediamo dopo Margot-
    -A dopo- salutò tornando al suo lavoro silenziosa come sempre.

    Presi il primo bus che mi capitò a tiro, nel giro di pochi minuti ero gia immerso nel traffico metropolitano di Berlino, la neve ancora ben visibile lungo le strade, gli spazzini ben coperti che tentavano di ripulire i marciapiedi.
    Era presto ma Berlino era già in pieno movimento.
    Scesi con la metro ad una delle fermate più vuote e tristi della città, arrivai camminando alla periferia di quella metropoli e in poco tempo giunsi tranquillo fino al mio quartiere.
    Mi sentivo a casa, e comodamente mi stiracchiai mentre camminavo.
    Eppure mi mancava, mi mancava il calore di Bill, mi mancava l'arancione della sua stanza, quella familiarità, le sue carezze, il nostro piccolo mondo.

    Spalancai la porta del nostro covo ritrovando il luogo completamente desolato.
    -Georg?- chiamai sapendo che lo avrei trovato là, ed infatti una voce impastata dal sonno subito apparve da dietro il divano.
    A terra.

    -Che diamine ci fai lì idiota?- domandai guardandolo dall'alto.

    -Addominali, vuoi provare??- rispose stizzito tirandosi a sedere.
    -Non sono riuscito ad arrivare nemmeno fino al divano-
    -Sei senza speranze- bisbigliai sedendomi sulla poltrona accanto alla stufa.

    Vidi il suo sguardo diventare serio e mi segui sedendosi sul morbido divano.
    Sbadigliò.

    -Come sta Bill?- domandò tornandomi a guardare.
    -Bene è dire troppo, diciamo che almeno poche ora fa a smesso di piangere e si è addormentato-
    Mi guardò stravolto poggiandosi una mano sulla faccia.
    -Dannazione mi dispiace- mugugnò.

    Sospirai portandomi le dita sulle tempie.
    Quella notte non avevo chiuso occhio, sentire Bill piangere e disintegrarsi tra le mie stesse mani aveva portato il mio cuore in frantumi.
    -Cosa è successo Georg?-
    Per un attimo parve che si fosse ghiacciato.
    -Georg?-
    -Non potrei dirtelo!-
    -Ne ho bisogno!-
    -Deve dirtelo lui!-
    -Come faccio ad aiutarlo se non me lo dice?- ringhiai guardandolo in cagnesco.
    -Non farlo Tom!-

    Eppure lo dissi comunque.
    -è un ordine!-

    Ed ingoiò guardandomi stordito.
    -Va bene capo!- ed abbassò la testa aprendo la bocca per parlare.








    *




    Socchiusi le palpebre stringendo a me il cuscino.
    L'odore di Tom impregnava quella calda e dolce federa, la baciai castamente con le labbra mentre una lacrima scendeva lenta sulle guance.
    Lui non c'era ed avevo un orribile, bruttissimo presentimento.

    La stanza, con le ante chiuse, sprofondava nel buio più assoluto.


    *






    -CHE COSA???- urlai alzandomi in piedi facendo sì che il tavolino davanti a me cadesse a terra con un rumore sordo.
    -Calmati Tom-
    -CALMARMI?- gli gridai con gli occhi spalancati, un'unica parola che vorticava nella mia testa.
    -Ripeti subito quello che hai detto- ringhiai forte serrando i pugni fino a farmi male.

    No, mi ero sbagliato, avevo capito male.
    Non era possibile!!!

    -Tom, stai calmo per favore-
    -NON DIRMI DI CALMARMI E RIPETI CAZZO!- urlai.

    -Bill...- ingoiò -...è-è stato vittima di uno stupro-
    Silenzio.

    -Stupro- ripetei a me stesso poggiando le mie dita sulle mie calde labbra.
    Vi era ancora il suo sapore.
    -Stupro- continuai questa volta dando un calcio al tavolino.
    Forte, e volò a terra, di nuovo.

    -CHE CAZZO SIGNIFICA? SPIEGATI DANNAZIONE, SPIEGATI!- urlai portando la mia mano sul colletto della sua felpa.
    -Tom- mugugnò tentando di riprendere fiato.
    -SPIEGATI- sussurrai mostrando i miei occhi ardenti come il fuoco.
    Sussultò.
    -Non so n-nient'altro-
    -MENTI!-
    -Non ti mentirei mai, dannazione- urlò lui spostandomi con una botta.
    Lo fissai sbiancando, portando poi le mani sulla faccia.

    -DANNAZIONE!- ululai cadendo a sedere sulla poltrona.
    -Tom-
    -COME DIAMINE è POTUTO ACCADERE?QUANDO?? PERCHè????- alzai il volto, incontrai il viso rattristato di Georg, rattristato ed incerto, incerto se parlare o meno.
    Sapevo che Georg non mi avrebbe mentito mai, ma sapevo che avrebbe fatto di tutto per far si che non facessi qual'cosa di avventato.
    Che avrebbe potuto fare male a me, e in primo luogo a Bill.
    Georg mi conosceva.
    Lui mi conosceva bene.
    Sapeva come avrei reagito.
    Sapeva che ero molto possessivo, troppo, soprattutto con lui.

    -Anni fa, tanti anni fa, qui, in questa zona, non lontano dal parco, da casa di James-
    -Continua- mormorai nascondendo il volto tra le mani.
    Tremavo, d'impazienza, di rabbia.

    -Lo ha ritrovato James stesso, non mi ha detto niente su chi fosse lo stupratore, non mi ha detto nulla su cosa accadde di preciso. So solo che...che Bill...-
    -Bill?- sbottai alzando la testa all'improvviso.
    Tanto oramai, che cos'altro poteva essergli accaduto?

    Il mio cuore stava bruciando.

    -Bill era in pessime condizioni, anzi, no, orribili-
    Sussultò voltando il suo sguardo su di me, uno sguardo che mi gelò le vene.
    Uno sguardo pieno di dolore, e di rabbia, come il mio.

    -Era quasi in fin di vita Tom-

    Mi alzai di scatto aggiustandomi la felpa.

    -Che vuoi fare Tom?- mi domandò impaurito ponendosi davanti a me.
    -Non fare cazzate- sparò là fissandomi negli occhi.
    Sobbalzò.

    Forse perché sapevo che erano diventati maledettamente lucidi.
    Tutta colpa della vicinanza del mio Bill.

    -Informati su cosa accadde veramente, chiedi a James, cerca bene. Se è accaduto qui sicuramente i membri più anziani sapranno sicuramente tutto-
    Sorrisi facendo sì che le sue braccia ricadessero lungo i suoi fianchi.
    -Non...pensa a ciò che fai-
    -Io vado da Bill- sussurrai, uscendo di corsa dalla stanza.


    Il mio cuore in frantumi che volava spinto via dal vento.
    Solo dolore, solo disperazione.

    Solo mille altre domande.
    solo una cattiva, e pericolosa rabbia.





    *





    Sbattei gli occhi al buio quando sentii una porta sbattere all'improvviso contro la parete.

    La testa mi doleva, vittima della notte in bianco.
    -Tomi?- bisbigliai tirandomi su a sedere.
    Non feci neanche in tempo.
    Delle forti braccia mi stesero sul letto facendomi sbattere forte contro il materasso.
    -Cosa?- sussurrai tentando di liberarmi da quella presa.
    Delle labbra, calde e morbide, andarono a posarsi sulle mie.
    Irruenti, rabbiose come non le avevo sentite mai, mentre le mani del loro possessore vagavano senza una vera meta lungo il mio piccolo corpo.
    -Tomi?-domandai ancora tentando di fuggire dalla stretta.
    I miei polsi, fini e bianchi furono afferrati da quelle mani veloci e potei scommetere che dei lividi violacei sarebbero nati da lì a breve tanto era il dolore.
    -Tom!- piagniucolai tentando di tirarmi a sedere -mi fai male!-
    -Ti faccio male è?- urlò quello nascosto nel buio.
    -TI FACCIO MALE BILL?- mi urlò forte tirandomi su e sbattendomi dinuovo al centro del letto.

    Che cosa stava accadendo?

    Sentii i miei polsi sgretolarsi sotto le sue mani e singhiozzai.
    -RISPONDIMI DIAMINE! TI STO FACENDO MALE BILL?- mi urlò nelle orecchie mentre portava una mano a stringere entrambi i miei polsi e con l'altra vagava veloce sul mio corpo.
    Avevo paura, ma lui era Tom, il mio Tom, perché stava facendo tutto quello?
    Dove avevo sbagliato?
    -Tomi!- piansi forte sentendo la sua mano stringermi un capezzolo sotto la maglietta. Strinse la sua presa portando le mie braccia in modo scomposto sulla testa.
    Sapevo che da un momento all'altro si sarebbero potute spezzare.
    Le gambe intrappolate sotto il suo peso erano pressate contro le coperte.
    Singhiozzai ancora mentre la mia maglia era salita fino alla mia bocca.
    Gridai forte quando una mano premette sulla mia erezione stringendola forte e premendo verso il basso.
    -DIMMI CHE TI STO FACENDO MALE!- continuò stringendo più forte tra le dita oltre i boxer neri.
    -Ti prego- singhiozzai tentando di muovermi sotto le sue braccia.
    Quello non era il mio Tom, quella situazione era del tutto assurda.
    E la mia mente, piano piano, mi stava facendo impazzire.
    -TOM!- urlai più forte quando arrivò leggermente a toccare qualcosa che non avrebbero mai più dovuto sfiorare.
    Diedi un calcio, senza pensare bene o male a cosa stessi colpendo di preciso, e colpii il petto di Tom allontanandolo da me.

    Singhiozzai portandomi il polso destro tra le mani, e se non era rotto, allora comunque qualcosa era successo perché faceva un male cane.
    Le lacrime scendevano lungo le mie guancie mentre il dolore fisico finiva schiacciato sotto quello del mio cuore.
    -Tomi- singhiozzai portandomi una mano sugli occhi, lasciando che quell'altra ricadesse sulle mie gambe piegate.
    -Tomi?- continuai, mentre lui sedeva nell'oscurità in fondo al grande letto.
    -Perché?- domandai levando la mano e cercandolo con gli occhi offuscati.
    Silenzio.

    -Perché mi chiedi?- domandò facendomi notare la sua voce incrinata.
    E arrabbiata.

    -Perché?- continuò e sentii un fruscio in tutto quel buio.
    -Perché.- affermai singhiozzando ancora.
    Lo vidi voltarsi, ne fui sicuro, e il suo sguardo si posò sul mio.

    -Il perché è mio!- ululò disperato con una voce carica di frustrazione.
    -Perché non mi hai detto se ti facevo davvero male o meno?-
    Rimasi basito da quella domanda.

    Perché?
    Perché Tom non...lui non era il male.
    -DIMMELO!- mi urlò facendomi singhiozzare ancora.
    -Perché ti amo- gridai esasperato poggiando le mani sulle orecchie.
    Premendo forte, rannicchiato tra i due cuscini.

    -Mi ami- sospirò portando una mano sugli occhi -mi ami- continuò sospirando più forte.

    -Se mi amavi allora perché non mi hai detto subito la verità?-

    Smisi di respirare, solo un singhiozzo finale fermò il tempo in quella stanza.

    Nemmeno un rumore.

    -Perché Bill?- domandò ancora sconsolato, parlando più con se stesso che con me, ritrovandosi a voltarsi di spalle e poggiare i piedi a terra, lontano da me.
    -Sai di quello che è successo!?- bisbigliai silenzioso tra le lacrime.

    -Si- rispose fermo lui continuando a guardare il vuoto.
    Boccheggiai tornando ad immergermi nelle mie lacrime.
    -Mi dispiace- sussurrai tenendo le mie mani sulla testa -mi dispiace Tomi, scusami, perdonami-
    -Non ti fidi di me Bill?-
    -No, non è questo!- urlai disperato sporgendomi in avanti per cercarlo, ma lui era in piedi, quasi pronto ad andare via.
    -Tomi ti prego ascoltami, ti prego non mi lasciare anche tu, ti supplico i-io- non riuscii a continuare la mia frase perché le sue parole mi spiazzarono completamente.
    -Perché non sei sincero? Continui sempre a mentirmi. Tu...tu sei sato stuprato, tu eri, eri in fin di vita dannazione, ed anche prima, quel polso, cazzo Bill dovevi essere sincero. Perché non l'hai fatto? Perché non mi hai parlato di una cosa così importante del tuo passato, perché non mi hai parlato mentre abusavo di te?-
    Rimasi spiazzato dalle sue parole e sussultai, notando come le mie spalle si muovessero veloci sotto i miei singhiozzi.
    Mi sentivo morire.
    -Tom, non, non ti mentierei mai-
    -E allora perché?!- -ascoltami, dannazione!- urlai sporgendomi ancora per raggiungerlo.
    Poggiai i piedi a terra correndo subito verso di lui.
    Afferrai la sua felpa strattonandola verso di me.
    -Non volevo che mi lasciassi, non volevo farti del male. Non volevo che mi trattassi come mi trattano tutti, che ti facessi pena, che restassi per me solo per..- mi interruppe ancora.
    -Come puoi pensare che io sia una persona così meschina?- domandò esasperato stringendomi forte le spalle.
    Singhiozzai strizzando gli occhi.
    -Non lo capisci che sei la persona più importante della mia esistenza Bill? LO VUOI CAPIRE CHE SENZA DI TE NON VIVO???-
    e con uno spintone mi sbattè di nuovo sul letto strattonandomi verso i cuscini, salendo veloce sopra di me.
    -Tu non puoi capire quanto mi sia sentito tradito dalle parole di Georg-
    -Tomi io- tentai di alzarmi ma la sua mano mi buttò ancora sul letto
    -Tu non puoi capire quanto io mi senta tradito dalle tue stesse parole- continuò questa volta poggiando la sua mano forte sul mio cuore.
    -Tu non puoi capire quanto io possa amarti davvero, o non...lo avresti detto mai-
    -Mi ami quanto ti amo io!- urlai tentando di alzarmi ancora.
    -Allora mi ami fino a morire, allora uccideresti per me!-
    -Io farei di tutto Tom di tutto, ma di tutto farei anche per non perderti. Sei l'unica persona che mi ami davvero, che mi creda normale, ti prego, ti prego, non mi odiare...non odarmi- bisbiagliai tra i singhiozzi portando le mie mani agli occhi.
    -Ti prego- singhiozzai sentendo il silenzio intorno a me.

    Niente, neanche un rumore, e quando riaprii gli occhi Tom era ancora su di me.
    Il suo sguardo fermo e triste che rimaneva fissato nel mio.

    Una goccia salata mi sfiorò la guancia.
    -Deve essere stato...dannatamente orribile- sospirò portando le sue braccia intorno a me e stritolandomi in quel dolcissimo abbraccio.
    -Orribile sarebbe perderti, non trattarmi male, mai più- singhiozzai portando le braccia intorno al suo collo.
    -Mai- sospirò su di me stringendomi forte e baciandomi le labbra.
    -Perdonami Bill- sussurrò stringendomi le spalle.
    Rimasi fermo nel suo abbraccio, la pelle mi doleva ma non lo avrei mai scansato.
    Sentivo la sua possessione ed il suo dominio su di me.

    -Gli angeli non hanno bisogno del perdono-

    Sentivo la sua rabbia nello scoprire che qualcuno mi avesse toccato.
    Che qualcuno mi avesse fatto del male.

    -Tomi- mormorai poggiando la mia mano sulla sua testa.
    -è che dannazione- sospirò portandosi quanto più possibile accanto a me.
    -Come, cosa è successo di preciso? è per questo che- -non chiedermi niente- singhiozzai piano nascondendomi tra le sue calde braccia.
    -Basta ti prego, non...non parliamone più-
    E silenziosamente si accostò a me mordendomi dolcemente il collo come a voler smorzare quell'enorme dolore.
    Ed infondo mugugnai rasserenato.







    Non avrebbe dovuto saperlo così.
    Eppure sapevo che prima o poi sarebbe accaduto.

    Il mio non era solo egoismo.
    Io sapevo di voler proteggere Tom, io sapevo...che sarebbe follemente impazzito.

    -Ti amo- mormorai sentendolo silenzioso sopra di me.
    Si scostò un poco ammiccando uno dei suoi sorrisi migliori.
    Eppure un sorriso così triste...

    Mi accarezzò i capelli baciandomi poi dolcemente la fronte come se fossi stato un piccolo bambino.
    -Dio...- mormorò.
    E poi affondò la testa nel mio collo restando forse per ore infinite abbracciato così a me.

    Nè una parola, nè un sospiro tra di noi.
    Solo la mia pelle umida al di sotto dei suoi occhi serrati.
    -Sono solo tuo-mormorai stringendolo forte tra le braccia
    -solo tuo, solo tuo- ripetei come in una cantilena.
    Non avevo bisogno in quel momento di essere consolato, non dopo anni anni in cui tutti lo avevano fatto.
    Io avevo bisogno di averlo al mio fianco, e lui stesso ora come ora aveva bisogno soltanto di capirci qualcosa, e di avere me.

    Semplice, oramai era successo.


    -Ricominciamo insieme- sussurrò.
    E alle sue parole fui io a scoppiare a piangere.







    *









    -Tom, mi porti a fare una passeggiata?- sussurrò continuando a fissare il soffitto mentre con le sue candide mani accarezzava la mia testa.
    Le mie dita che lentamente tastavano il suo piccolo petto, bianco, morbido, tremendamente troppo magro.
    -mmm...-mugugnai strusciando la mia testa su di lui.
    Ridacchiò spostando le candide dita sulla mia guancia.

    -è stato...orribile- sussurrò continuando a fissare il soffitto.
    Non dissi nulla, aspettando che fosse lui stesso a continuare.
    Che ne trovasse il coraggio.

    -è stato orribile vivere in un mondo parallelo...quando...ero in coma Tom-
    Sentì il mio volto irriggidirsi sotto il suo dolce tocco ma continuò accarezzandomi le labbra.

    -Non...non sentivo nulla, percepivo solo dei vaghi spostamenti con la vista appannata, sentivo gli odori...- ingoiò -gli odori di tutti-
    Strinsi la sua mano sentendola tremare, ma non mi mossi ancora.
    Rimanemmo così.

    -Quando uscii dal coma, si resero conto che qual'cosa era successo-
    -Cosa?- mi lasciai scappare, e le sue mani mi accarezzarono di nuovo le labbra con fare dolce ed innocente.
    Sorrise.
    -Quando uscii dal coma, si accorsero che non riuscivo a stare, come posso dire, ...a...accanto alle persone-
    Sospirò di nuovo -mi affiancarono degli psicologi, fecero in modo e maniera che potessi guarire. Shock, secondo loro. Ero solamente sotto shock. Eppure gli odori, i tuoni, qualsiasi cosa avesse caratterizzato quella notte creava in me un vortice di sensazioni che mi faceva impazzire. Il mio non era momentaneo, fui segnato a vita.-
    Mosse di poco le mani poggiandole dinuovo sulle mie guancie, accarezzandole con il pollice con dolci e lente carezze che mi fecero mugugnare quasi a fare le fusa.
    -Non riuscivo ad avvicinarmi alle persone. Il loro odore mi bruciava in gola...mi grattava come fuoco, mi uccideva completamente-
    Alzai la testa voltandomi verso di lui.
    -è per questo che...-
    -Schhh.- sussurrò aprendo le braccia e capendo il suo gesto mi gettai abbracciato a lui.
    Strinse forte intorno a me.
    -Purtroppo questo mi ha portato a restare solo per tutta la mia vita. Forse se avessi avuto accanto a me i miei genitori avrei riaquistato fiducia in questo mondo, ma loro mi affidarono a quei pazzi più folli di me e lì davvero mi si scatenò l'inferno-
    Sussultai.
    Strinse più forte la sua presa intorno a me.
    -Questa estate i miei pensarono bene di provare a mandarmi tra la gente, a ricominciare dopo anni di cure e solitudine per riuscire a tornare un semplice e normale adolescente, e lì...-
    -e lì hai conosciuto me- sussurrai alzandomi per guardarlo negli occhi.
    -Non avrei mai voluto mentirti, ma sappi che non l'ho fatto per cattiveria. Davvero posso dire, che mi...hai salvato la vita-
    Sorrisi notando il suo visetto da bambino.
    -Io?- mormorai avvicinandomi alle sue labbra.
    Poi ripensai alle sue parole e subito mi scostai da lui.
    -Ti ho fatto male?- domandai forte guardandolo impaurito.
    Lui incece ridacchiò e portò le sue mani sulle mie spalle per avvicinarmi dinuovo a sè.
    -Signor Kaulitz, ormai sono immune a lei- sussurrò facendomi arrossire ancora.

    -Sei tu il mio odore Tom- mormorò baciandomi la guancia.
    -Sei te la mia medicina migliore-
    -Dio Bill... non sai quanto anche tu lo sia per me-

    Risi, anzi ridacchiammo insieme.

    -Ti proteggerò qualsiasi cosa accadda-




    E la passeggiata fu dimenticata tra i nostri dolci e caldi sospiri.










    Mio.
    Suo.
    Noi.


    Il nostro mondo e basta.




    Contro tutto e contro tutti.






























    ****
     
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  12. oO°Isa89°Oo
     
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    Oddddddddddddddddio MiikHy *___*
    Io... non so che dire, davvero!
    Questo capitolo non è meraviglioso. E' di più!
    Incredibile come tu mi faccia percepire tutte queste emozioni
    che trasmetti solo scrivendo.
    Io AMO questa twincest e amo te *w*
    E' stupendo, davvero.
    Complimenti!
    Continuala presto ç_ç
    Isa <3
     
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  13. 'kiwy;
     
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    Aaaawwwwwwww ç________ç
    Che dolciiiii é-è
    Finalmente Tom ha saputo **

    Bellissima, stupenda, meravigliosa *www*

    Grazie per tutte le emozioni <333

    Continua prestoooo ;D

    SPOILER (click to view)
    Ah comunque, nella tua firma ho notato una citazione che mi ha attirata parecchio o.o *-*
     
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  14. oO°Isa89°Oo
     
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    Sìsì è vero *omg*
    pure a me O______O
     
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  15. 'kiwy;
     
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    CITAZIONE
    -E se ti chiedessi di sbattermi qui, su questo divano dove adoravi raccontarmi le tue storie da bambini, e di fottermi e fottermi fino a farmi urlare il tuo nome? Che ne dici Tom?- -Non parli sul serio...- -Cosa c'è? Hai paura? Paura che qualcosa si spezzi tra di noi? Il mio cuore non basta? NON BASTA IL MIO CUORE TOM?...Non hai il coraggio di scoparti la persona che ami veramente? Non hai il coraggio di scoparti tuo figlio... papà?-

    E' lei *ççç*
     
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994 replies since 8/3/2009, 11:23   50445 views
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