«Hai paura della notte?

NC17,Adult Content,Non-con,Long Fic

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  1. oO°Isa89°Oo
     
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    MiikHy, io ti farei una statua, altro che commuovere *-tet*
    TU NON PUOI FARLA FINIRE QUESTA TWINCEEESTTTT
    *pianto isterico*
    Ma ti adoro lo stesso °O°
    <3
     
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  2. 'kiwy;
     
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    Uuup *OOO*
     
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  3. I ò w à ~
     
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    Bel capitolo,
    aspettiamo con ansia il prossimo.

     
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  4. 'kiwy;
     
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    Up *w*
     
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  5. MiikHy_Deafening
     
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    I ò w à ~


    CITAZIONE (I ò w à ~ @ 30/1/2010, 16:24)

    Bel capitolo,
    aspettiamo con ansia il prossimo.


    grazie *O*
     
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  6. baubhsuheu
     
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    stupendo
    sposta ancora ti prego
    by nana
     
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  7. 'kiwy;
     
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    Up **
     
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  8. MiikHy_Deafening
     
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    grazie ancora care <3
     
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  9. 'kiwy;
     
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    Grazie a te <33
     
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  10. oO°Isa89°Oo
     
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    Ma grazie a te MiikHy *-*
     
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  11. MiikHy_Deafening
     
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    *-*
    allora care,, dopo cena posto *-*
     
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  12. 'kiwy;
     
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    WiiiiH *www*

    *saltella felice*
     
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  13. I ò w à ~
     
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    Finalmente =D

     
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  14. oO°Isa89°Oo
     
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    odddddddddddddddddio *QQQQQQQQQQQ*
    *corre per tutta la stanza felice*
    aspettiamo **
    <3
     
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  15. MiikHy_Deafening
     
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    Autore: Me xD
    Rating: NC17
    Avviso: Angst; Adult Content; AU; Blood; Drug Use; Violence; Smut; Non-con;
    Genere: Long Fic
    Disclaimers: ciò che scrivo è inventato O_O, Tom e Bill non mi appartengono anche perchè sennò non starei qui O_O, Tom e Bill non si amano e se lo fanno di certo non lo dicono a me O_O, non ci guardagno un ficoletto inacidito O_o ne ce lo voglio guardagnare x°D.
    Riassunto:
    Ero Tom Kaulitz diamine.
    Non credevo nell'amore, non esisteva, ne avevo avuto la certezza.
    Ma a me andava benissimo cosi...



    Incredibile come poi tutte le mie certezze sarebbero crollate...







    « ● Hai paura della notte?




    image










    XXXI Capitolo.





    Era sicuramente mattina presto, non vi era sole se non qualche spiraglio che si faceva spazio tra le nubi.
    In quella cupola che ci circondava potevo ben notare il cielo plumbeo di Berlino, il solito cielo delle giornate invernali.
    Se la sera prima era stato bel tempo sicuramente quel mattino vi sarebbe stato un altro improvviso temporale.
    Spostai di poco il capo disteso tra i morbidi cuscini, percependo chiaramente un corpo completamente pressato sul mio petto, morbido e leggero, addormentato tra le mie stesse braccia.

    Socchiusi gli occhi continuando a tenere il volto completamente immerso in quella chioma corvina di fronte a me.
    La posizione fetale come quella di un bambino, le braccia rannicchiate tra di noi come unico impedimento alla nostra totale vicinanza.

    Sorrisi impercettibilmente stringendolo ancora più forte contro di me.
    Un mugolio, dolce, un pò sommesso, e di nuovo il totale silenzio.
    Era caldo in quell'immenso spazio per quanto anche solo alzare lo sguardo faceva sì che si rabbrividisse per il vento gelido che sicuramente spirava tra le vie di Berlino.
    Chiusi le braccia intorno a quell'esile figura sentendola incastrarsi ancora più perfettamente a me.
    Le magre e morbide gambe intrecciate con le mie.

    Io e Bill la notte prima avevamo fatto l'amore.
    Io e Bill la notte prima eravamo diventati un unica cosa.
    Quello era il fatto che mi avrebbe legato indissolubilmente a lui e non perché il fare sesso equivaleva a ciò, ma perché il fare l'amore si.
    Io sarei stato suo per sempre, e lui per sempre mio.

    Aspirai il suo profumo sentendolo raggomitolarsi ancora di più a me. Una sua mano, affusolata e candida andò a posarsi sul mio petto per poi di nuovo ritirarsi nel calore che vi era tra di noi.
    Ero sicuro che avrebbe sentito male da qualche parte.
    Avevo spesso avuto a che fare con ragazze vergini le quali le mattine dopo, prima di aspettare che se ne andassero, si lamentavano per quanto potesse fare male, ma sapevo che con Bill era diverso.
    Bill era un ragazzo e soprattutto Bill era emotivamente la persona più fragile che avessi mai incontrato.

    Quella notte mi ero sfilato da lui.
    Lo avevo sentito mugugnare ed avevo preferito uscire tentando di non destarlo dal suo sonno.
    Tentando di non fargli ulteriormente male.
    Accarezzai la sua schiena bianca tirando più su la mia felpa in modo tale che potesse arrivare al suo collo riscaldando quel tenero corpo.
    Avevo avuto paura in realtà che quella notte potesse svegliarsi, svegliarsi e trovare quel manto scuro a ricoprire i nostri occhi, i nostri corpi intrecciati in un unica cosa.
    Avevo paura che potesse rivivere di nuovo vecchi ricordi oramai serrati nella sua mente e proprio per questo avevo vegliato sul suo tenero sonno osservando i suoi dolci lineamenti illuminati dalla luna.
    Ascoltando i suoi piccoli gemiti, sciogliendomi sotto il suo dolce e regolare respiro.

    -Tomi- mormorò una voce mentre delle fini braccia mi circondavano il busto intrecciandosi dietro la mia schiena.
    Si stiracchiò accennando uno sbadiglio mentre il capo corvino, ancora poggiato sul mio petto, si chinava dolcemente accoccolandosi a me.
    -Buongiorno amore mio- mormorai stringendolo forte a me baciandogli le tempie e scendendo fino a giungere alle labbra.

    Alzai il suo volto con due dita, gli occhietti semichiusi e vacui che mi guardavano ancora addormentati.
    Ridacchiai scapigliandogli la testa con una mano mentre con l'altra continuavo ad accarezzare possessivamente la sua schiena.
    -'giorno Tomi- mormorò alzando il capo e baciandomi le labbra.
    Poi mi guardo negli occhi.
    Parve ricordare completamente ciò che la notte prima avevamo fatto, le sue gote si tinsero di un tenero imbarazzo che mi fecero aumentare la presa su di lui.
    Pelle contro pelle.
    Percepivo ogni suo minimo centrimetro dolcemente poggiato contro i miei, la sua morbidezza ed infinita dolcezza rinchiusa in quel corpo così infinitamente piccolo e gracile.
    -Tutto bene?- mormorai continuando a poggiare le labbra sul suo viso ovunque mi potesse capitare.
    Ridacchiò mentre finivo lentamente sopra di lui.
    -S-si- sussurrò rosso in viso -c-credo di si Tomi-
    Sorrise, lo feci anche io e di nuovo mi rimpossessai delle sue labbra.
    -Tremendamente, fottutamente, estremamente perfetto- mormorai.
    E di nuovo lo vidi tingersi di rosso e sorridere...per me.

    Restammo abbracciati per alcuni minuti beandoci ognuno della vicinanza dell'altro.
    -Jared sarà tornato?- mormorò Bill fissando i suoi occhi su di me.
    -In realtà mi ero completamente dimenticato di lui- ammisi portandomi a sedere.
    -Tra poco scenderà un acquazzone- mormorò tirandosi a sedere anche lui.
    Parlare del tempo era la cosa migliore per sviare l'imbarazzo e sorrisi pensando in quante piccole cose Bill fosse ingenuo e sincero.
    Stavo quasi per tirarmi a sedere quando sentii un gemito sommesso alla mia sinistra e vidi un Bill portare una mano davanti alla bocca e strizzare gli occhi.
    Stava per piangere?

    -Bill?- esclamai portando le braccia intorno a lui.
    -Fa...- inizò spostando la mano e tentando di regalarmi un sorriso.
    Sorriso che si tramutò in una smorfia di dolore.
    -Fa fottutamente male-
    -Dio è vero- mormorai.
    Me ne ero completamente scordato in quel momento.
    -Ce la fai ad alzarti?-domandai tirandomi in piedi e tendendogli le mani.
    Si corprì gli occhi veloce e dinuovo le sue gote si colorarono di rosso.
    -Che c'è?- domandai più a me stesso che a lui. Chinai lo sguardo.
    Ero completamente nudo.

    Vidi il corpo di Bill coperto in parte dalla mia felpa e un sorriso immenso si disegnò stupidamente sulla mia faccia, conseguenza della dolcezza e purezza di quel cucciolo che avevo davanti ai miei occhi.
    -Scusa- borbottai cercando i miei boxer e indossandoli subito dopo, arrivando ai pantalani e tirandoli sulle magre gambe alla rinfusa ripiegandomi seduto dinuovo dinnanzi a lui.

    Mi guardava silenzioso.
    Lo sguardo dolce, imbarazzato e curioso.
    La mani strette in grembo per tenere la felpa coprendo la sua nudità.
    -Ce la fai ad alzarti amore?- sussurrai prendendogli le mani di porcellana e aspettando un suo movimento.
    Tentò di tirarsi in piedi, lentamente, ma arrivato a metà resto immobile ed imbarazzato, così sorrisi per non dargli altra vergogna e lo presi in braccio dolcemente sotto il suo stesso stupore facendolo sdraiare dove era poco prima.
    -I boxer- dissi fintamente autoritario mentre lui me li porgeva con una mano ed io li portavo alle sue caviglie tirandoli dolcemente fino a coprire la sua dolce intimità.
    -Pantaloni!- continuai.
    -S-si- mormorò rosso in volto mentre tirava i pantaloni accanto a noi e me li portava tra le mani.
    -Bene- continuai come un generale con i propri soldati.
    Li portai nuovamente ai suoi magri piedi tirandoli, stretti com'erano, lentamente fino alla vita.
    Le gambe magre e sinuose più belle di quelle di una donna.
    -Grazie- disse imbarazzato richiudendo il bottone.
    -E adesso!- dissi ancora baciandogli le labbra -adesso riposo soldato, devo finirmi di vestire anche io-
    Ridacchiò scoccandomi un altro dolce bacio mentre cercavo tra quei cuscini la mia maglia.
    La trovai.
    Era macchiata di rosso, e sorrisi portandomela addosso.

    -Oddio!- mormorò notando quella chiazza.
    -Oddio scusa- continuò rannicchiando le mani in grembo al di sopra della felpa, lo sguardo basso e limpido, le guance rosse come il fuoco.
    Indossai la maglia facendo spallucce cercando a tastoni tra tutta quella stoffa di richiudere la lampo dei jeans.
    -Ma Tom!- esclamò alzando lo sguardo su di me.
    -Che c'è?- risposi tranquillo alzando lo sguardo su di lui.
    -A me mica fa schifo- continuai.

    Tentavo di metterlo a proprio agio proprio come lo ero io, e a me...comunque, non faceva davvero affatto schifo.
    Era il segno evidente di ciò che era successo, del patto che si era andato a formare tra di noi.
    Era una parte di Bill.

    Accennò un sorriso, tenero, impacciato, spostando poi lo sguardo per cercare la sua maglieta striminzita.
    La trovai prima io, mi accucciai nuovamente difronte a lui e gli presi le mani.
    -A te- mormorai mentre ancora imbarazzato la prendeva tra le dita e la indossava facendo sbucare il capo arruffato da quella fessura.

    La matita oramai del tutto scomparsa da quegli occhi leggermente assonnati.
    Pensai che era davvero la creatura più bella che avessi mai visto.
    Raccattai il suo giacchetto facendogli infilare le braccia fine e presi la mia felpa poggiata accanto a lui.
    -Bene, ed ora- mormorai ponendo le braccia intorno a lui -si torna al castello principessa-
    Squittì gioioso mentre con estrema cura lo prendevo in braccio.
    -Il Natale più bello della mia vita-
    Sorrisi mentre con una sola lo tenevo in braccio e con l'altra cercavo la chiave.
    -Anche il mio- sussurrai al suo orecchio dando un dolce bacio alla sua pelle.
    Anche il mio Bill.






    *






    Sedemmo sulla limousine con un Jared piuttosto scocciato che ci aspettava al difuori dell'osservatorio.
    Non me ne curai, non ce ne curammo entrambi.
    Mi sedetti lentamente assaporando a pieno il dolore di ciò che era stato quella notte.
    La sensazione di essere diviso in due, spaccati in un sol colpo, distrutti dall'interno.
    La sensazione di perdere i sensi, quella di piangere, di voler scappare.
    Il dolore.

    Con Tom non era stato solo quello.
    Il suo corpo caldo premuto contro il mio, le sue labbra bollenti sulle mie, le sue estreme cure, la sua accurata dolcezza.
    Il suo splendido quanto bruciante odore.
    Una principessa, mi aveva trattato davvero come tale, e il dolore c'era stato come ero sicuro che sarebbe accaduto, ma c'era lui, accanto a me.
    Non ero solo, non ancora.
    Non come la prima volta.

    Sentii delle mani posarsi sulle mie e voltai il capo notando lo sguardo di Tom su di me, sul mio essere stato assente e silenzioso.
    Gli sorrisi, era ciò che volevo fare, ciò che mi sentivo.
    Per quanto la notte prima la mia mente ed il mio stesso corpo fossero stati annientati del tutto una seconda volta, sebbene i ricordi erano tornati senza inganno limpidi come se fosse stata quella notte stessa, Tom era stato accanto a me.
    Lui mi aveva sussurrato paroli dolci all'orecchio.
    Lui mi aveva stretto a sè facendomi percepire che c'era, che era accanto a me.
    Lui mi aveva amato come avrebbe continuato sempre a fare.
    Avrei ricominciato, di nuovo, questa volta accanto a lui.

    Strinsi la sua mano portando di nuovo il mio sguardo al difuori del finestrino.














    Arrivammo a caso poco tempo dopo.
    La pioggia scrosciava forte sui finestrini oscurati della limousine e quando scendemmo Jared ci porse un ombrello.
    Ridemmo come due sciocchi bagnati come pulcini sotto la pioggia, lasciando che l'ombrello cadesse a terra insieme a quella tanta acqua.
    Mi scompigliò i capelli mentre le piccole lacrime del cielo scivolavano sulle nostre labbra impregnando i nostri vestiti, inzuppando i nostri capelli.

    Entrammo a casa combinando un vero disastro.
    Mia madre e mio padre come loro solito erano chissà dove in chissà quale studio in città e ad accoglierci fu Margot, la casa per la prima volta dolcemente calda.
    -Infondo è il periodo natalizio, e questa casa è sempre così fredda-
    Ridacchiammo entrando e sfilandoci le scarpe.
    -Ora mi toccherà pulire- ribbattè indignata portando le mani sui fianchi.
    -E che cosa avete da guardare?Salite subito a cambiarvi, via!- urlacchiò facendo finta di essere arrabbiata, un sorriso dipinto sul volto.

    Sentii le mani di Tom tirarmi in braccio come se fossi stato una piuma e portarmi poi lungo le scale di marmo, le goccioline di acqua che scorrevano rincorrendosi sulla sua pelle.
    -Ora faremo un bel bagno-
    Rizzai il viso -M-ma Tom!-
    -Cosa c'è, ti vergogli?- ridacchiò lasciandomi sdraiare tra i cuscini davanti ad un fuoco allegramente acceso.
    Deglutii fissandomi le mani.
    Oh, al diavolo.
    E con le dita tremanti mi sfilai la maglia.

    Ci ritrovammo in poco tempo abbracciati in una vasca completamente ricoperta di schiuma.
    -Forse- borbottò soffiando sulle bolle di sapone -ne ho messo un pò troppo, di schampoo intendo-
    -Dici?- ridacchiai allontanando una montagna trasparente piena zeppa di bollicine allegramente intrappolate tra di loro.
    -Già...- mormorò tirando le mie mani e portandomi a sedere tra le sue gambe divaricate.
    Le nostre erezioni intimamente una accanto all'altra.
    -Ti fa male?-
    -Non tanto...-
    -Ti fa male.- ridacchiò lui.
    -Si, fa un male cane- risi io portando le mie braccia intorno al suo collo.
    La pelle più ambrata della mia, i rasta legati sulla testa, il piercing che bagnato luccicava in contrasto con la carnagione dorata.

    -Ho fatto troppo forte-
    -Oh no, ci sono abitua- mi fermai appena in tempo, portai una mano sulla bocca.
    Cosa avevo detto?
    -No-non volevo dire che-
    -Non devi giustificarti Bill, ho capito- ribbattè accarezzandomi la schiena.
    Sentii gli occhi inumidirsi.
    Perché mi veniva da piangere ora??

    -Hey- ridacchiò al mio orecchio mentre le mie spalle erano scosse dai singhiozzi.
    Non dissi nulla, non avevo nulla da dire in quel momento.
    E Tom mi capì perfettamente.

    Mentre i vetri si appannavano oscurandoci dal cielo mattutino divenuto nero e il calore della stanza impregnava i nostri volti, sfogai tutta quella tensione tra le braccia di Tom.
    Tutto ciò che ero stato, tutto ciò che avrei sempre voluto gridare al mondo ma che avevo tenuto dentro di me.
    E Tom non mi ostacolò, non mi chiese di smettere, non tentò di fermarmi.
    Lui rimase lì, accarezzando la mia schiena con la sua grande mano, sussurrandomi ti amo sconnessi tra un dolce bacio sulle spalle e l'altro.





























    -Hai messo la pomata?-
    -M-m- assentii con il capo guardando il soffitto.
    -Ti fa ancora tanto male?-
    -M-m- assentii ancora mentre la luce della luna filtava tra le persiane socchiuse.
    -Hai freddo?-
    -Mmm- negai muovendo il viso mentre le sue mani mi accarezzavano dolci e leggere i fianchi.
    -Bene- mugugnò mentre scendendo con le dita andava ad accarezzare le mie cosce.
    I nostri corpi appoggiati uno accanto all'altro, il suo braccio asciutto sotto la mia testa mentre entrambi fissavamo il soffitto.
    -Buona notte Bill-
    Mi voltai un poco dandogli le spalle mentre come immaginavo le sue mani correvano ad abbracciarmi da dietro il ventre, il suo corpo premuto contro il mio.
    -Buona notte Tomi- sussurrai sprofondando sul cuscino bianco.
    Impercettibilmente, sulla mia pelle, lo sentii sorridere.







    *






    La mattina è bella se vissuta in compagnia della persona che ami.
    A dire la verità ogni parte della vita è bella accanto a lei, ma quella mattina era tutto estremamente meraviglioso.

    -Tooooooomiiiiiiiiiiiii- gonfiò le guanciotte incrociando le braccia con il volto corrucciato.
    -Dammi subito il mio diario, ADESSO!-
    Ridacchiai tenendolo fermo tra le dita mentre lentamente facevo finta di sfogliarlo.
    -Tooooooooooooooooooooooooom!- urlò più forte sporgendosi verso di me e tentando di levarmelo dalle mani.
    -Non hai parlato del Natale- annotai io ridacchiando mentre lo tiravo in alto per non farlo arrivare.
    Si mise in ginocchio afferrandolo con una tenera manina.

    Io sdraiato tra i cuscini del tutto dimentico del diario mentre lo guardavo portarselo al petto e sospirare.
    -Era solo l'altro ieri e mi ci vorrà un pò per scrivere tutto. Noi...- e arrossì a quelle parole -...l'osservatorio, i rega-
    Si fermò spalancando gli occhi.
    -I REGALI!- urlò portando le manine intorno al viso in una smorfia assolutamente buffa.
    -Me ne ero dimenticato, stupido Bill, stupido- urlò tirandosi in piedi all'improvviso.

    Stavo per dirgli di fare piano o avrebbe fatto male ma come solito la sua testardaggine mi superò di nuovo.
    -Ahi!- mugulò con gli occhi lucidi appoggiandosi con le braccia sul mobile in legno.
    -Te lo avevo detto!-
    -No, non hai detto nulla- disse perplesso tentando di rimettersi in piedi.
    Ok, era vero, lo avevo solo esclusivamente pensato.
    Ridacchiò aprendo un'anta dell'armadio e tirando fuori un enorme busta.
    Mi tirai in piedi anche io voltandomi alla ricerca del mio zaino.
    -Cosa fai?- mi chiese lui tornando con attenzione a sedere.
    -Prendo il regalo anche io-
    -Ma come...anche tu?-
    -Pensavi che non te lo avrei fatto?- ridacchiai prendendo un pacchetto più piccolo e portandomi dinuovo a sedere accanto a lui.
    Mi guardò curioso deglutendo poi e guardandomi negli occhi.

    -Buon natale Tomi- bisbigliò porgendomi il pacchetto incartato alla perfezione.
    Sorrisi prendendolo in mano.
    Pacchetto? Sicuramente dentro erano di certo più di uno, era troppo, troppo grande.
    -Buon natale amore- mormorai porgendogli il mio dalle dimensioni del tutto più docili.
    Lo osservò con lo sguardò luccicante e lo prese tra le candide mani osservando il paccheto dorato tra di esse.
    Sapevo che anche se gli avessi regalato un semplice peluche Bill sarebbe stata la persona più felice della terra, ma lui era speciale.
    E per questo ci voleva un regalo speciale.

    -Apri prima tu!- disse lui incitandomi a muovere le mani.
    -Ok- mormorai strappando silenziosamente la carta.
    Era curioso della mia reazione quasi come un vero e proprio bambino, e mi trattenni dal fare una risata.
    Era così piccolo.

    Aprii l'ultima parte ritrovandomi tra le mani un enorme maglia XXL del tutto completamente nera, un simbolo rosso e bianco sul davanti che la rendevano estremamente bella.
    -è fantastica- constatai aprendola del tutto davanti a me.
    -Ti piace?- mormorò trepidante guardandomi.
    -A me piaceva da impazzire, e poi sta bene con i pantalo- si fermò di botto portando una mano sulla bocca.
    -Che imbranato- sussurrò diventando rosso.
    Risi forte aprendo il secondo pacchetto e lasciando ricadere un paio di jeans anch'essi XXL del tutto neri. Delle scritte su una gamba rosse simili a graffiti.
    Spalancai gli occhi notando che i pacchi non erano finiti.
    -Bill!- dissi io guardandolo negli occhi.
    -Ero indeciso- disse lui coprendosi gli occhietti luminosi.
    Un cappello nero, un'ipod anch'esso nero.

    -Quando hai avuto il tempo di comprare tutta questa roba?- risi io mettendola di lato.
    -Quando eri andato un attimo a vedere gli altri cappelli- sussurrò scoprendosi lentamente gli occhi.
    Poi portò le mani in grembo e fissò il pacchetto difronte a sè.
    -Tocca a te-
    -Tocca a me- mormorò lui prendendolo lentamente tra le dita.
    Iniziò a scartarlo, piano, mentre il nastrino ricadeva a terra.

    -Tom...- sussurrò sfilando una fedina dal cofanetto.
    -Bè, buon Natale Bill, pensavo ch-
    -Tom!- urlò più forte gettandosi completamente su di me.
    -è una fede!!!-
    -Bè, siamo fidanzati...-
    -Ora siamo ufficialmente fidanzati!- squittì lui togliendo anche quell'altra e prendendomi la mano.
    Me la infilò piano osservandola felice tra le mie grandi dita.
    -Dammi- mormorai prendendo la sua.
    La infilai tra le sue candide e perfette, fine come porcellana mentre trillava felice vedendola luccicare dorata su di esse.
    -Ma avrai pagato un botto, come...?-
    -Niente più canne per un pò- ridacchiai io grattandomi la nuca.
    -No, quelle mai più- aggrottò le sopracciglia.
    Lo feci anche io.

    -Fanno male-
    -Me lo hai gia detto ricordi?-
    Sorrise unendo le nostri mani in un tenero intreccio.
    -Ricordo benissimo-
    E mentre lo trascinavo su di me ci baciammo dolcemente sulle labbra.










    Per quanto possa importarti, spero che tu non mi abbia dimenticata Tom.
    Forse per te è stato solo sesso, ma sappi che adesso le cose sono cambiate.
    Mi sono fidanzata sai?
    Il capo di questa banda è così dolce e carino con me.
    E ti conosce sai? Sa così tante cosuccie sul tuo conto.
    Preparati a perire caro il mio Sex Gott
    presto il tuo amato territorio sarà sotto le sue mani
    e te sarai mio.
    Io mi preparerei allo scontro.

    Megan.

    ps.



    ti saluto Jorg?































    ******
     
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994 replies since 8/3/2009, 11:23   50445 views
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