«Hai paura della notte?

NC17,Adult Content,Non-con,Long Fic

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  1. oO°Isa89°Oo
     
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    MiikHyy ç______ç
     
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  2. 'kiwy;
     
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    uup
     
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    up .-.
     
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  7. oO°Isa89°Oo
     
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    uppeteeeeeeeeeee! ;D
     
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  8. 'kiwy;
     
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    Uuup! *WW*
     
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  9. oO°Isa89°Oo
     
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    Dai MiikHy daaai :tytu:
     
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    *___*
     
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  11. oO°Isa89°Oo
     
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    trallaalllaaaaaa v_v"


    aaap!
     
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  12. 'kiwy;
     
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    aap
     
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  13. MiikHy_Deafening
     
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    allora eccomi *_____*
    non faccio che scusarmi, ma aggiungo che quando manco non manco solo su questo forum ma ovunque ><
    il fatto è che per scrivere l'ultimo capitolo ci ho messo mesi, è stato un vero parto (alt, l'ultimo capitolo aggiornato in un altro forum, non l'ultimo della storia xD), ma trovavo inutile scrivere in periodi privi di ispirazione. Quindi non sono proprio più entrata, ed ora eccomi qui u.u

    isa mi riporta sempre sulla retta via e mi ricorda" cara autrice, da noi stai indietro con i capitoli quindi perché cavolo ci impieghi tanto a postare?" questo è il succo ed avete tutte ragione, ma me ne scordo sempre che qui sto un pò indietro con la storia xD quindi posto u-u

    poiché caricare le pagine non è facile, posterò raiting e ciò che sapete già un altra volta x°D
    eccovi il capitolo donzelle **





    XXXIII Capitolo




    -Fa un freddo cane- mugugnai infilandomi sotto le coperte di pile.
    Vidi una testolina muoversi seguendo i miei movimenti e rabbrividire abbracciandomi stretto.
    -Il fuoco è spento?- blaterò con la voce impastata dal sonno mentre continuava a strusciarsi sul mio petto.
    -No, ancora no-
    -Ok- si strusciò ancora dolcemente contro di me prima di tirarsi a sedere.
    -Dove vai?- chiesi io guardandolo di sbieco.
    -Prendo un'altra coperta- mugugnò inciampicando fino al grande armadio in legno.
    Tirò fuori un enorme plaid che gli ricadde completamente addosso sommergendolo del tutto.
    Ridacchiai aspettando che riuscisse a liberarsi ed una volta fatto venne verso di me e lo poggiò sul letto.
    -Sto congelando-
    -Anche io- mormorai stringendomi nella grande felpa che indossavo.
    Si accoccolò a me portando le sue lunghe mani intorno al mio collo.
    Assaggiò le mie labbra, dolcemente, succhiandole piano.
    Mugugnai deliziato sorridendo in quel dolce bacio.
    -Sei ben sveglio vedo- mormorai portando le mie mani sui suoi fianchi.
    -Cerco solo di riscaldarmi- ridacchiò continuando a baciare le mie labbra.
    Strinsi le sue natiche, forte, e squittì deliziato aggrappandosi a me, continuando a muovere quella bocca che tanto adoravo.
    Lo sentii nuovamente duro e mi diedi mentalmente del porco.
    -Questa volta faccio qualcosa- sussurrò col suo fiato caldo sul mio collo mentre l'aria intorno a noi si impregnava stranamente di calore.
    -Cosa vorresti fare?- sussurrai muovendo il piercing con la lingua. Si morse il labbro inferiore mentre le gote imbarazzate riprendevano ad imporporarsi ancora.
    -Non lo so, cosa vorresti che faccia?-
    Risi stringendolo nuovamente a me.
    -Abbracciami- ridacchiai e lui lo fece a comando.
    -Non credo questo basti- sussurrò solleticandomi l'orecchio.
    Mi infilai completamente sotto le coperte portandolo al caldo con me.
    -Non ti sei sentito bene, io non ti faccio fare niente-
    -Tom- sbuffò rimanendo stretto tra le mie braccia.
    -Bill?- risposi io ridacchiando accanto a lui.
    -Me la pagherai- sussurrò indignato chiudendo gli occhi e poggiando la sua testa al petto.
    -Lo terrò in conto- sussurrai io per poi abbracciarlo stretto forte a me.
    Il suo respiro, che subito diventò leggero, mi fece quasi ridere.
    Chiusi gli occhi e tentai anche io di addormentarmi.
    Senza incubi.


    *







    Credevo di fidarmi di Tom.
    O meglio mi fidavo di Tom, ma c'era sempre quel qualcosa che mi faceva storcere completamente il naso.
    Il lo amavo, lo amavo più di quanto potessi amare me stesso, ma mi teneva nascoste le cose, lo si vedeva bene, ne ero più che certo.
    Una cosa che non sopportavo era che gli altri mi raccontassero cavolate pur di tenermi buono e tranquillo.
    Che gli altri mi dicessero cose dolci e buone solo per compiacermi in tutto.
    I miei genitori facevano sempre così, tutti coloro che mi chiamavano signorino facevano così. Vi era un'ipocrisia in giro da farmi accaparrare la pelle.
    E vedermi annuire mentre lui macchinava con il suo cellulare non mi faceva affatto stare tranquillo.
    Sapevo cosa faceva Tom, sapevo i guai in cui la sua vita era solita cacciarsi ed ero completamente spaventato da tutto ciò che gli sarebbe potuto accadere.
    Soprattutto se lui preferiva, proprio per tenermi tranquillo, non parlarne con me.

    Non so cosa precisamente mi prese, non so perché reagii in quel modo, fatto stà che quando mi disse che sarebbe dovuto andare al covo, e faceva meno venti al di fuori di lì, io mi voltai verso di lui quasi arrabbiato.
    Non lo ero mai stato con Tom e nemmeno in quel momento ero seriamente irritato da qualcosa.
    Ero...irrequieto. Avevo paura che qualcosa dovesse accadere e di esserne all'oscuro.
    Odiavo le brutte sorprese.


    -Cosa?? Devi andare al covo anche oggi?- quasi gridai mentre tentavo di tirare giù dallo scaffale un dannatissimo libro che proprio non voleva scendere.
    -Mi dispiace amore, davvero, ma devo assolutamente fare una cosa- rispose lui evasivo cercando a tentoni la giacca dentro la sua parte di armadio.
    -Spero ardentemente che tu stia scherzando! Si muore di freddo lì fuori, non c'è anima viva, ti prenderai sicuramente una polmonite!- salii sulle punte dando una botta al librettino verde che di conseguenza mi cadde silenziosamente in testa.
    -Aia!!!- imprecai massaggiandomi il capo.
    -Non mi prenderò niente- mormorò una voce alle mie spalle mentre delle mani mi avvolgevano teneramente tra di esse -tu piuttosto cerca di non fare nulla di avventato-
    Spalancai la bocca.
    -Io non faccio cose avventate!- esclamai indignato voltandomi faccia a faccia verso di lui.
    Sorrideva, stava sorridendo! Mi prendeva forse in giro?
    -Devo ricordarti quando sei uscito di corsa di casa da solo per aver litigato con i tuoi? Quando hai iniziato a correre senza meta per la città..-
    -Ok ok-
    -e quasi sei morto asfissiato nella metro?- continuò.
    -O devo ricordarti quando il professore ci ha provato con te? O quando-
    -il professore?- sussurrai puntando i miei occhi nei suoi.
    No, un momento, io non gli avevo detto nulla di tutto ciò.
    -Come hai fatto a saperlo Tom?-
    Mi guardò confuso per poi spalancare lo sguardo.
    -Mi spii!- infine gridai spalancando le braccia ed allontanandomi da lui.
    -Dio non ci posso credere, ecco come hai fatto a sapere di lui, ecco come hai saputo di quello che mi hanno fatto a scuola!-
    -Io non- incominciò facendo un passo verso di me.
    -Io non un corno. Dannazione Tom non ti fidi forse di me?- domandai esasperato guardandolo negli occhi.
    -Non è questo, avevo paura che ti potesse succedere qualcosa!-
    -Cosa vuoi che mi succeda Tom!!!?? Non sono una bambino!- sbraitai sollevando di nuovo in aria le braccia.
    -Non dire assurdità, lo sai cosa potrebbe succederti!-
    -Che cosa? sentiamo. Potrei cadere e rompermi una gamba?-
    -Non intendo questo!-
    -Sono una persona normale, sono come te anche io!- sbottai quasi al limite dell'esasperazione.

    -Non ti ho mai detto che non sei normale, non mettermi in bocca cose che non ho mai detto Bill!-
    -Sentitelo, mi scusi, non è lei quello che viene PEDINATO!-
    -Non sei pedinato! Ti tengo solo d'occhio!-
    -Oh, ma certo. E perché tu devi sapere tutto di me ed io invece della tua vita sono sempre all'oscuro?-
    -SEI UNO STUPIDO BAMBINO VIZIATO, LO VUOI CAPIRE CHE SONO SOLO PREOCCUPATO PER TE??-
    Sbattè le mani sul tavolo ma forse non lo stavo nemmeno più seguendo con lo sguardo.
    -PREOCCUPATO PER COSA? NON TI BASTA CHE VIVA RINCHIUSO IN UN CASTELLO? NON VA BENE??-
    -SEI RINCHIUSO QUI PERCHè NON PUOI USCIRE, O NON è FORSE COSì?-
    -IO POSSO USCIRE QUANTO VOGLIO, SOLO PREFERISCO NON FARLO!-
    -DIO PERCHé NON VUOI CAPIRE?-
    -MA CAPIRE COSA??- gridai più forte, singhiozzando.

    -VOI TENETE TUTTI SOTTO CONTROLLO LA MIA VITA SENZA CHIEDERMI CHE COSA DAVVERO VOGLIA, SENZA DOMANDARMI SE VADA TUTTO BENE. NO TOM NON VA TUTTO BENE, PROPRIO NO!-
    -Te mi stai paragonando agli altri?- domandò spalancando quasi la bocca indignato.
    -PERCHè NON MI DICI LA VERITà! PERCHé ANCHE TE FAI SOLO UNA BELLA FACCIA E POI DIETRO è TUTT'ALTRO!-
    Strinsi forte i pugni sentendomi nuovamente instabile.

    -ANCHE TE COME TUTTI NON FAI ALTRO CHE PENSARE SOLO A TE STESSO. CREDEVO CHE MI AMASSI, MA MENTIVI. MI MENTI TUTT'ORA, DIMMI LA VERITà!!!!!-
    Gridai, singhiozzai ancora, e serrai gli occhi quando sentii le sue mani sbattermi forte contro il muro e la testa pulsami proprio nel punto in cui avevo sbattuto, come se un chiodo si fosse nuovamente infilato nella mia nuca.
    -Non puoi dire questo!- quasi mi ringhiò addosso tenendomi stretto per le braccia fino a farmi male.
    -NON PUOI DIRE CHE NON TI AMO, NON PUOI DIRE CHE PENSO SOLO A ME STESSO QUANDO MORIREI PER TE!-
    Mi sbattè ancora al muro, più forte, e chiusi gli occhi per il dolore, mentre sentivo le sue unghie entrare nelle mie braccia, la pelle diventarmi livida, la testa premere per scoppiare.

    Qualcosa stava accadendo nella mia testa.
    Qualcosa stava piano piano tentando di prevedere ogni mia mossa e di comandarla.
    Come la paura per qualcosa che ti porta a fare azioni affrettate.
    La mia mente era lì, ancora, pronta a proteggermi da un qualcosa che non voleva far riaffiorare di nuovo.

    Singhiozzai e tentai di portarmi la testa tra le mani.
    -E ADESSO PERCHé NON RISPONDI è? PERCHé NON DICI NIENTE??FINO AD ORA HAI SPARATO SENTENZE COSì BENE-
    Sentii le sue parole rimbombarmi nella testa e chiusi gli occhi ancora.
    -RISPONDI DANNAZIONE, RISPONDI!- strinse ancora le sue mani.
    -PERCHè NON RISPONDI????-
    -NON URLARE!- singhiozzai scivolando a terra.
    -TU PUOI FARLO ED IO NO??TIRATI SU CAZZO, NOI DUE NON ABBIAMO FINITO DI PARLARE, NON-
    -MI FAI MALE!- gridai più forte che potei.
    Sentii la sua presa farsi molle e ricaddi nuovamente a terra, sbattendo ancora la testa già dolente, prendendola dinuovo tra le mani.
    Non riuscivo a comprendere nulla.
    -Bill...- mormorò rimanendo immobile difronte al mio corpo accasciato a terra.
    -Tu non vuoi capire, che io, voglio solo che tu...-singhiozzai ancora quasi urlando, tirandomi a sedere e rannicchindomi tra le mie magre gambe.
    Le mani che si muovevano in modo frenetico sulla testa.
    -Bill- disse ancora abbassandomi fino a toccarmi le mani tremanti.
    -Io voglio solo...che tu, non sia come gli altri. Non mentirmi a-anche tu. Dimmi la verità, dimmi che succede-
    Le sue braccia mi avvolsero finché non fui completamente inglobato nel suo abbraccio.
    -Bill- disse ancora, un ringhio soffuso, un tono di voce che esprimeva tutto il disprezzo per ciò che aveva fatto.
    -Smettila di chiamarmi scemo, sono qui- cercai di sorridere ma dinuovo non feci che dimostrare il mio dolore in una smorfia.
    -Sono un mostro-
    -Io l-lo sono, mi dispiace- sussurrai accarezzandogli la testa nascosta nel mio incavo del collo.
    -Non ti spio, voglio proteggerti davvero-
    -Non ne ho bisogno!-
    -Ne avrai invece-
    -Cosa intendi Tom?- e le sue mani strinsero di nuovo le mie braccia, questa volta dolcemente.
    Mugugnai di dolore tentando di spostare la presa.
    -Sei così fragile- sussurrò fissando le mie braccia quasi nere.
    -Non volevo dirti quelle cose, so che sei diverso, so che mi ami, ma ripeto non mentirmi ok?-
    Mi guardò negli occhi, potei notare il suo dolore invadermi del tutto.
    -Hey- mormorai portandolo di nuovo tra le mie calde braccia.
    -Non mi hai fatto male ok? Va tutto bene, davvero- Accennò un assenso con il capo e sorrisi.
    -Ti amo tanto Tom, ci vediamo dopo, va bene?-
    Mi guardò ancora, si fiondò sulle mie labbra divorandole in un veloce bacio e poi si alzò in piedi infilando la sua giacca e correndo alla porta.
    -Scusa- disse poi per richiudersi di corsa la porta alle spalle.


    Chiusi gli occhi mentre il silenzio regnava all'interno della calda stanza.
    Poi sentii un conato contorcermi le budella e far sì che tremassi da capo a piedi stringendomi tra le gracili braccia.
    Dolore, sangue, il gelo della notte, il suo pene dentro di me, nella mia bocca. Spinte violente.
    Un altro conato.
    E su quel pavimento in legno rivomitai persino l'anima.




    *




    -Scusa il ritardo- quasi urlai correndo verso di lui, il fiato corto mentre nuvolette di vapore si andavano a formare davanti alle mie labbra per il freddo.
    -Non ti preoccupare- disse Georg spostando il suo sguardo su di me.
    Uno sguardo stanco, quasi del tutto stremato.
    -Abbiamo cercato giorno e notte, ma io per conto mio non ho trovato niente- alzò le spalle infilando le grandi manone nelle tasche della felpa.
    -Se non...- continuò poi -per un nuovo messaggio sul muro-
    -Un altro- ringhiai iniziando a muovervi verso l'entrata del covo.
    -Guarda piano e non allarmarti troppo, si risolverà, lo ha detto persino James-
    -James è qui?- aggiunsi ancora accellerando il passo.
    -Si, è venuto per quella signora che-
    -Quale signora?...-
    spalancai gli occhi.
    -Capo- mi corse dietro lui, ma i miei occhi non vedevano nient'altro.
    Nient'altro che una donna, dai lunghi capelli castani, lasciata nuda lungo la neve gelida con gli occhi spalancati.
    Il sangue che lento gocciolava dalla sua pancia squarciata.
    Una scitta sul muro chiare lettere: Breaking Crew. Il nome della nostra zona centrale.
    -Cosa...vuole dire...-
    -Hey Tom!- urlò Gustav facendomi un cenno con la mano, mi avvicinai lentamente a lui.
    -Cosa vuol dire tutto questo?- quasi urlai indicando con il braccio quel massacro.
    -Calmo- mormorò una voce piatta e tranquilla, mentre un braccio mi prendeva e mi trascinava lentamente dentro il covo.
    -Bevi qualcosa di caldo e vedrai che tornerai presto lucido-
    -Sto bene- dissi io mentre mi spingeva a sedere sul divano.
    -Mi pari un pò euforico, vedrai che ti darai una calmata-

    Chiusi lentamene gli occhi tentando di riprendere fiato.
    -Chi è quella donna?- sussurrai premendo una mano sugli occhi.
    -Si chiamava Angelina, era una prostituta della zona di Berlino Nord, una parte di territorio sotto il potere degli Breaking Crew-
    -Che vuol dire quel messaggio?-
    -Andreas ha indagato per noi- mise il pentolino sul gas appena acceso e si sedette lentamente accanto a me.
    La stufa che emanava all'interno della stanza un dolce tepore.

    -Responso?-
    -Hanno preso Breaking Crew-
    -Cazzo- imprecai stringendo forte il pugno.
    -Calma!- continuò.
    -Sono calmo!- urlai guardandolo esasperato.
    -Scusa. Solo il tuo amico Gustav ha tentato di strangolarsi quando ha visto il tutto-
    -Che imbecille- sussurrai.
    -Un pochino- continuò -ma si è subito ripreso e ti ha inviato quel messaggio-
    -Non mi aveva detto cosa era accaduto dannazione!-
    -è stato gentile, avresti potuto dare in escandescenza prima-
    Tenni gli occhi chiusi mentre un vapore bollente mi colpiva il viso.
    -Che cos'è?- chiesi.
    -Thè- rispose tranquillo. Poggiò la tazza calda tra le mie mani e prese silenziosamente a sorseggiare il suo.
    -Si stanno...maledettamente avvicinando a noi.-
    -Credo che sia proprio questo, il loro obbiettivo intendo-
    -Vogliono il nostro territorio!-
    -Ed intanto si prendono i nostri alleati e le nostre zone vicino-
    Ingoiai un sorso bollente appoggiandomi alla morbida spalliera.
    -Cosa possiamo fare ora?-
    -Impedir loro di arrivare a noi-
    Si alzò in piedi e poggiò la sua tazza sul piccolo tavolino in legno centrale.
    -Renderebbero le nostre donne puttane, distruggerebbero la famiglia che noi stessi abbiamo creato, renderebbero tutti quanti schiavi-
    Alzai il capo sorseggiando ancora il thè.
    -Non possiamo permetterglielo-
    -No, non lo faremo-

    -Idee per oggi?- disse la voce di un Georg appena apparso sullo stipite della porta.
    -Si- sussurrai io.
    -Chiama Andreas e digli pure di andare a riposare un pò, noi andiamo a farci una passeggiata nello Grewspin, la nostra zona confinante agli Breaking crew-
    -Non è forse la zona dove si trova anche la tua scuola?-
    Storsi forte il naso accennando un si con il capo.
    -Lì non dovranno davvero riuscire ad avvicinarsi!-
    Poi strinsi la presa e la tazza scoppio in pezzi tra le mie dita.
    Il thè bollente che lentamente scese bruciando la mia pelle.

    Me l'avrebbero davvero, davvero pagata molto cara.
















    -Salve Jenny, che si dice di bello?- notai la ragazza dai lunghi capelli biondi guardarmi spalancando gli occhi aprendo le sue braccia e buttandosi completamente tra le mie.
    -TOM!- esclamò strusciando il suo capo sul mio stomaco.
    -Mi sei così mancato!-
    -Anche te bambola, tuo fratello è in casa?-
    La ragazzina mi guardò curiosa voltandosi poi proprio verso il portone dietro di sè.
    -Robin! C'è Tom!!!- e ridacchiammo tutti al trambusto che avvenne all'interno di quella abitazione.
    -TOM!- esclamò un ragazzo affacciandosi alla piccola entrata.
    -Cazzo fratello, che ci fai qui giù? Questa zona fa ultimamente altamente schifo!-
    -Dobbiamo parlare-
    Robin divenne serio aggiustandosi dritto all'entrata.
    -Jenny va a giocare con le bambole-
    -Ho 13 anni, con le bambole non ci gioco più!- divenne tutta rossa in faccia guardando con la coda dell'occhio Tom.
    -Hey principessa, lo sai che quando arrossisci così pari proprio una persona che conosco?- sussurrai scompiagliandole la lunga chioma dorata.
    La bimba sorrire imbarazzata sorridendo impercettibilmente.
    -Lasciami un pò con il tuo fratellone, e poi ti porterò a prendere un gelato, va bene?-
    La ragazza mi guardò spalancando gli occhi luminosi.
    -Si!- annuì contenta correndo poi all'interno della propria stanza.
    -Bene- disse Robin grattandosi la nuca -entrate pure!-
    Georg, Gustav e James mi seguirono all'interno dell'accogliente abitazione.

    -Qual buon vento vi porta fin qui ragazzi?- domandò lui appoggiando delle patatine sul tavolo in cristallo.
    Mi accomodai meglio sul divano mentre lui lentamente si accendeva una sigaretta.
    -Siamo qui per Breaking Crew!-
    -è successo qualcosa?- mormorò aspirando forte.
    -hanno preso il territorio-
    -Chi è stato?- serrò gli occhi.
    Sorrisi.
    -Il nome Devilnight ti dice niente?-
    Robin spalancò lo sguardo mentre lentamente Georg avvicinava una patatina alla bocca.

    -Bene, parlando chiaro- iniziò James sedendosi vicino a me -vogliono il nostro territorio, e siamo venuti qui perché siamo sicuri che prima di arrivare a noi, vorranno voi!-
    Robin aspirò ancora innervosito appoggiando le proprie spalle sul camino in marmo.
    -In effetti c'era un pò di merda che vagava per la zona ultimamente-
    -Che tipo di merda?-
    -Merda piccola, teppistelli sconosciuti. Figli di puttana-
    -Interessante- mugugnò Gustav -quindi vogliono già tastate il territorio insomma-
    -Ma non lo faranno-
    -Non ci riusciranno- aggiunsi io, accendendo una sigaretta e portandola lentamente alle labbra.

    -Cosa intendi fare Tom? La mia banda è molto forte, ma sai benissimo che senza il tuo aiuto siamo fottuti-
    -Noi ti aiuteremo- ciccai la sigaretta ed aspirai ancora.
    -I nostri ragazzi verranno a stare qui, vi aiuteranno, picchieranno duro. Solo una cosa-
    Alzò un sopracciglio e mi guardò aspettando che continuassi.
    -Hanno il coraggio di uccidere, quindi state molto attenti-

    Mi alzai in piedi e gli strinsi una mano.
    -Tom, davvero, non so come ringraziarti per l'aiuto che mi stai dando-
    -Siamo amici Robin, saluta tua madre e tuo padre-
    -Vuoi fermarti a cena? Volete dormire qui? Fuori fa davvero freddo e a quest'ora è talmente buio!- sussurrò una Jenny appena apparsa nella stanza.
    Georg sorrise schietto portando le mani dietro la schiena.
    -Mi dispiace piccola, ma il caro Tom ha una sua principessa a cui badare-
    Jenny arrossi di colpo abbassando il capo e Georg ridacchiò avvicinandosi per salutare Robin.
    -Un cellulare!- urlò James dalla cucina.
    -è il mio!- risposi io correndo per arrivare sulla mensola della piccola finestra.
    Non vidi nemmeno chi era il mittente.
    -Pronto?- domandai.

    -Pronto, Tomi sono io!-
    -Bill- sussurrai sorridendo.
    -Tomi torna a casa perfavore- singhiozzò portandosi sicuramente una mano di fronte alle labbra per fermarne il tremolio.
    -é successo qualcosa?- quasi urlai mentre sentivo nella stanza accanto tutti ammutolirsi.
    Non ci feci caso.
    -Tom sto-sto male, non lo so, non so cosa succede, non-
    -Torno subito va bene? Non ti muovere, sto arrivando amore-
    Chiusi la chiamata e mi fiondai di corsa a prendere la giacca.
    -Tom che succede?- gridò Georg.

    -Scusate, devo andare, ci sentiamo- urlai ed uscii di corsa dalla porta che sbattè alle mie spalle.
    Corsi velocemente all'interno delle strade della zona, scesi nel sottopassaggio e velocemente mi infilai nella metro.
    Dodici fermate, dodici fottutissime fermate ancora.


















    -Hey piccolo- sussurrai seduto accanto al suo letto.
    La luce della stanza spenta mentre l'abatjour illuminava la stanza nella penombra.
    -Sei arrivato- sussurrò una voce mentre la sua manina candida si andava ad intrecciare con la mia.
    Posai il panno bagnato sulla sua fronte bollente, mentre lentamente si sforzava di tenere gli occhi chiusi.
    -Mi sei mancato-
    Accennai un sorriso accarezzandogli una guancia nivea.
    -Come ti senti?- mormorai.
    -Mi scoppia la testa, per il resto tutto bene- sussurrò spostando il suo sguardo sul soffitto.
    -Hai vomitato- affermai vedendo il secchio oltre il grande letto.
    Accennò un sorriso socchiudendo gli occhi.
    -Un pò di volte- arricciò il naso mentre stringeva la presa sulla mia mano.
    -Forse è l'influenza-
    -Bill...Sai che non è così-
    Sorrise abbassando il capo.

    -Hai preso la pasticca-
    -No, non mi andava di prenderla-
    Mi irriggidii sulla sedia tanto da farlo voltare verso di me.
    -Dovresti prenderle quando sei agitato-
    -Il sapore mi ha fatto vomitare tutto- sussurrò mugugnando contrariato.
    -Quando non stai bene chiama Margot, potevi sentirti seriamente male-
    -Non mi andava di allarmare nessuno, ho solo... rimesso, insomma-
    -Ok- mormorai sprofondando nel più totale silenzio.
    La giacca abbandonata ai piedi del letto.
    Lo guardai in viso, era pallido come non lo era mai stato. Le labbra morbide e rosse come sempre, la chioma corvina sparsa sul cuscino immacolato.
    Gli occhi semichiusi lucidi e tristi.
    Il mio Bill.

    -Parlane con gli psicologi, forse è qualcosa di emotivo ok?-
    Accennò un si con la testa, lasciando poi scorrere alcune lacrime che ricaddero sul cuscino.
    -Hey- sussurrai.
    -Non ce l'avere con me Tom, non volevo dire quelle cose oggi davvero. Non lasciarmi.-
    Spalancai gli occhi alzandomi in piedi e sfilandomi le scarpe.
    -Hai così poca fiducia in me, pensi che potrei mai lasciarti?- domandai gettandole in un lato della stanza.
    Feci il giro del letto e mi infilai sotto le calde coperte.
    Il suo gracile corpo si spostò verso di me mentre la pezza sulla sua fronte ricadde sul cuscino bianco.
    -Sono uno sciocco, a volte, dico davvero- mormorò ridacchiando tentando di spostarsi verso di me. Mi avvicinai io.
    Il suo corpo bolliva come avrebbe scottato anche il fuoco.
    -Vuoi che ti prenda qualcosa? Dell'acqua e zucchero, un'aspirina?-
    Sorrise accoccolandosi a me mentre lentamente portava le sue mani sulla mia maglietta.
    -Tom, vorrei tanto...poterti toccare senza essere fermato-
    Spalancai gli occhi mentre con gesti dolci e regolari gli accarezzavo la schiena.
    -Io non ti fermo perché-
    -Lo so- mi interruppe lui.
    -Solo, hai avuto ragione te, sono un viziato. Quando faccio qualcosa che non vorrei fare scoppio e quando invece mi costringono a starmene fermo do di matto-
    Ridacchiai accoccolandomi a lui.
    -Potrei chiederti di amarmi, ma so che lo fai già. Quindi magari baciami. Un pò mi manchi-

    Lo baciai dolcemente sulle labbra, mentre con dolcezza le sue mani andavano a stringersi intorno alla mia maglia.
    Portò le mani bollenti sulla mia fascia e lentamente me la sfilò insieme al laccio lasciando ricadere i rasta sulla mia schiena ambrata.
    Si morse il labbro, adoravo quando lo faceva.
    Portai le mie mani sulla sua fine maglietta del pigiama e lentamente la tirai più sù andando a scoprirgli il ventre e lambendolo con teneri e piccoli baci mentre dolcemente mugugnava sotto ogni mio piccolo tocco.
    Sapevo che Bill stava male, sapevo che la sua fobia ogni volta faceva sì che un turbinio di sensazioni lo facesse arrivare a sfiorare la pazzia.
    Ma sapevo anche che lui combatteva ogni giorno, ogni minimo secondo per restare se stesso, per riuscire a vincere, per, in un modo o nell'altro, riuscire a superare.
    Ce l'avrebbe fatta, ne ero sicuro.
    Ed io non l'avrei mai più lasciato solo.
    Mai più lasciato in balia di quegli sporchi e cattivi pensieri che rischiavano di riportarlo nel dolore.

    Tirai giù con delicatezza i pantaloni del suo pigiamino che lentamente scalciò fino alle caviglie per poterseli sfilare.
    -Toccami- mormorò, ed io lo toccai portando le mie mani ai lati dei suoi boxer ed andando lentamente all'interno di quel tessuto a stringere le sue natiche perfette.
    -Tom- sospirò sulla mia pelle, il fiato bollente come le sue stesse mani che freneticamente tentavano di slacciarmi i jeans.
    Petto contro petto, uno accanto all'altro, riuscivo a percepire i nostri corpi stridere e l'aria farsi pesante ed esplodere.
    -Dannati jeans- bofonchiò mentre finalmente andavano a scendere giù fino alle ginocchia.
    Me li sfilai con i piedi fiondandomi di nuovo sulle sua labbra invitanti davanti a me.
    Scesi, con lentezza, succhiando la sua mascella calda e baciando quel tenero e delizioso collo.
    La sua mano entrò nei miei boxer neri e tastò la mia erezione, arrivando a prenderla completamente tra le dita.
    Ansimai più forte sentendo la sua di erezione sbattere rinchiusa in quei boxer contro la mia pelle.
    -Si...- soffiai sul suo petto mentre arrivando a malapena con le dita, le muoveva avanti e indietro causandomi teneri brividi lungo tutto il corpo.
    -Non so farle queste cose ma di certo so come farti innamorare di me-
    Mi tirò su facendomi perdere nei suoi teneri occhi.
    -Entra dentro di me Tom, come hai fatto l'altra volta, ancora ancora e ancora per tutta la notte-
    Appoggiai il capo nell'incavo del suo collo sudato mentre la mia erezione scoppiava all'interno del tessuto.
    Si, Bill sapeva davvero come farmi eccitare anche solo usando quella sua soave e melodiosa voce.

    Sfilai i suoi boxer, scendendo a baciargli le cosce, scomparendo al di sotto delle coperte.
    Sentii la sua erezione sfregarmi le guancie e mi sentii soffocare quando giunsi fino alla sua apertura.
    Tirò su le gambe e gridò il mio nome quando improvvisamente lasciai che la mia lingua la lambisse dolcemente, dando teneri colpetti sulla sua grinzosa pelle.
    -Tom- cinguettò tirando i miei rasta verso di sè.
    -Ti prego tom, muoviti...- sussurrò riportandomi accanto a lui.

    Portò le sue mani sui miei boxer tentando di sfilarli mentre con un dito tastavo la sua apertura ed entravo in lui facendo sussultare il suo gracile corpo.
    Lo piegai lentamente e non riuscii a vederlo in faccia mentre piano piano mi facevo spazio in lui.
    -I boxer diamine- ringhiò mentre li sfilava con un colpo secco e la mia erezione sfregava le sue coscie nude.
    Tremammo entrambi, le nostre mani non riuscivano ad allontanarsi l'una dall'altra.
    Si sarebbero sentite perse per sempre.

    Aprii le sue gambe salendo sul suo gracile corpo.
    Vidi le guance rosse ed i suoi occhi inumidirsi appena.
    -Tutto bene?- chiesi io vedendolo sussultare alla mia carezza.
    -Tom- mormorò ancora -mi manchi- quasi singhiozzò.
    Mi spinsi in lui piano percependo i suoi muscoli contrarsi e la sua bocca spalancarsi dal dolore.
    -Bill, devi rilassarti, rilassa i muscoli-
    -Scusa- bisbigliò stringendo ancora più intorno a me.
    Boccheggiai spingendomi ancora un pò in lui e vidi le sue gambe saettare frenetiche intorno al mio corpo mentre le sue mani afferravano le coperte intorno a noi.
    -Ti amo- gli ricordai piano tentando di calmare il suo tenero corpo.
    -Ti amo- continuai tentando di calmare la sua mente.
    Mi spinsi in lui in un ultima spinta più forte, entrando completamente e sentendo le sue unghie spostarsi sulle mie spalle e stridere veloci.
    -Grazie Tom- singhiozzò ancora prima di gridare alla mia seguente spinta e tornare a piangere tra le mie grandi braccia.
    Mentre facevamo l'amore, Bill pianse e gridò dicendomi quanto fosse sempre stato uno sciocco. Io continuavo a ripetergli che non era vero, che lo amavo per quello, che non doveva sentirsi in colpa per niente, che non avrebbe mai più dovuto avere paura del passato.
    Di tutto quello che era accaduto.

    Ripetei diverse volte che quello che importava era il presente, ed il futuro, e che in quel futuro ci saremmo sempre stati noi, insieme, mano nelle mani.
    E lui aveva annuito sorridendo tra i singhiozzi, tentando di assecondare le mie spinte e di rendere il tutto goffamente più eccitante per me.

    Io avevo riso, ed ero venuto in lui con un'ultima poderosa spinta che lo aveva fatto fremere e accasciare stremato sotto la mia pelle.

    Quella, di notte, fu l'inizio del nostro futuro insieme.
    Futuro che però, qualcuno, avrebbe tentato di strappare.

    Di strapparci.







    Di strappargli.
    Di nuovo.











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  14. oO°Isa89°Oo
     
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    MiikHy *____________*
    Dopo secoli e secoli... sei tornata con un tuo meraviglioso capitolo!
    Dio... mentre leggevo, pensavo a quanto tu sia stata fantastica a scrivere certi dettagli, certi nomi, descrizioni e tutto ciò è veramente favoloso!

    Ti ringrazio per avermi citato prima del capitolo innanzittutto *\\\* e... che dire? Rimango sempre pù a bocca aperta per le cose fantastiche che scrivi. Amo il modo in cui mi fai emozionare con le sole tue parole. Tutto quello che esce dalla tua mente e dalle tue mani è un qualcosa di magico, davvero.

    In quanto al capitolo beh, non so perchè ma ho una brutta sensazione riguardo al covo e cose varie.. :S
    Ti prego MiikHy, fai andare tutto bene *prega in ginocchio*
    Mentre Bill... beh Bill è... favolosamente dolce e ha un fottuto bisogno del Tommaso °O°
    Tutto ciò è stupendo!
    Grazie davvero MiikHy, per tutto (:

    *abbraccing e bacing*
    ai lov iu! <3
     
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  15. 'kiwy;
     
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    Ohh, che bello. *----*
    Questo capitolo, l'attesa la valeva TUTTA! *__________*

    Mioddio, il tuo modo di scrivere... awwww! *-*
    Sai benissimo che lo adoro, te lo dico sempre e te lo ripeterei all'infinito. <3

    Il capitolo: quoto con la Fvatella con la brutta sensazione riguardo al covo.
    Bah, speriamo vada tutto bene! *w*
    La lite fra Bill e Tom... oddio ç___ç ti dico solo che stavo per piangere ._.
    Detesto vederli litigare >.< menomale che poi hanno fatto pace! *W*

    L'ultima parte... aww, che dolci.. ç____ç LI ADORO. >.<

    Spero che il prossimo arrivi presto! *W*

    *abbraccia la MiikHy*
     
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994 replies since 8/3/2009, 11:23   50445 views
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