Born to run

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  1. Kate ~
     
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    Ci sono xD

    Capitolo 5



    L’auto di Tom si fermò davanti alla casa di Lyla circa venti minuti dopo la loro partenza. Nessuno aveva proferito parola per tutto il tragitto e le loro voci si udirono solo nel momento dei saluti. Lyla ringraziò nuovamente gli amici per la serata e, dopo aver dato quattro rapidi baci sulle guance dei ragazzi, scese dall’abitacolo e raggiunse Carey ed Heike che già stazionavano di fronte alla porta d’ingresso.

    “Hai voglia di entrare a far due chiacchiere?” chiese Lyla all’amica, aprendo la porta con la chiave.
    “Solo se mi offri un caffè” scherzo Heike, seguendo l’amica in casa.

    Sedute in cucina, Carey ed Heike osservavano Lyla che, con gesti rapidi, preparava la caffettiera alternando quei movimenti a dei versi incomprensibili con la bocca.

    Quando si trovarono tutte sedute con una tazza di caffè bollente fra le mani, Carey parlò: “Non avevo mai visto la Werner dal vivo. Cazzo, è bellissima”
    “Grazie Caroline, ti voglio bene anche io” grugnì Lyla, ironicamente.
    “Tra l’altro, mi pare di capire che il tuo amico nutra ancora qualche interesse verso di lei” proseguì Caroline, sorseggiando del caffè, del tutto ignara dei sentimenti della sorella.
    “Ma no” cercò di sdrammatizzare Heike, lanciando un’occhiata a Lyla “E’ solo rimasto sorpreso. Qualche mese fa avevo letto su qualche giornale che Nantje si fosse definitivamente trasferita a New York. Probabilmente non si aspettava di vederla, tutto qui”
    “Si vede che si è stufata di scoparsi quel tizio americano” aggiunse Carey, sogghignando.
    “Ma Carey!” la riprese Lyla “Che cosa ne sai tu di scopate e… scope!”
    “Non ho mica due anni, sai? O forse te lo sei scordata?” ribatté lei, piccata.
    “Perdonami se sentirti parlare di sesso mi imbarazza!” rispose Lyla, seccata quasi quanto Carey.
    “Ragazze, non mi pare il caso di litigare!” si intromise Heike, cercando di trattenere le risate “Carey, evita di parlare di sesso in presenza di Lyla se non vuoi sorbirti una paternale”
    “Non è questione di paternale! E’ che non… insomma, sei troppo piccola per parlare di certi argomenti, cazzo!”
    “Quando ti accorgerai che sono cresciuta? Mi stai stancando Lyla, mi tratti come una bambina” urlò, prima di allontanarsi dalla cucina con la voce incrinata dal pianto.
    “Sei troppo dura con lei” disse Heike, dopo che la porta della cucina venne chiusa, con uno spintone, da Caroline.
    “E’ una bambina, Heike!”
    “Ha sedici anni, Lyla! Tu alla sua età uscivi già la sera, senza sorelle rompipalle al seguito”
    “Lo so… ma per me resta sempre una ragazzina, sento il peso della responsabilità sulle spalle da quando mamma viaggia così spesso” poi si alzò, ripose la tazza vuota nel lavandino e si accese una sigaretta.

    Rimasero in silenzio per qualche minuto, fino a quando Heike le fece una domanda che la destabilizzò “Nantje cercherà Georg?”
    “Probabile” mormorò lei, di rimando.
    “Lui è ancora innamorato?”
    “Non parliamo di Nantje da un sacco di tempo, ormai. Georg l’ha dimenticata o, perlomeno, è quello che pensavo. Ma stasera ho visto la faccia che ha fatto quando si sono incrociati, lo conosco troppo bene. Non è rimasto indifferente e, del resto, come potrebbe? Hai visto che schianto è quella ragazza?”
    “E’ carina…” minimizzò Heike, nonostante pensasse che Nantje fosse una delle creature più belle che avesse mai visto.
    “Carina? Non dirlo solo per compiacermi, Heike. Nantje è magnifica, è Angelina Jolie, Charlize Theron e Jessica Alba mischiate in una sola persona! E’ praticamente perfetta”

    Heike mugugnò qualcosa di insensato, incapace di rispondere. Il paragone di Lyla non era sbagliato: Nantje Werner era davvero una dea. Negarlo sarebbe stato inutile e poco credibile. Perfino un cieco, sfiorandola con le mani, si sarebbe reso conto di avere di fronte a sé una bellezza fuori dal comune.

    “Forse è tornata solo per qualche giorno” disse poi Heike, biascicando le parole.
    “Non importa quanto si fermi. Quel che conta è che lui l’ha rivista e lei ha rivisto lui. Me lo sento, Heike: lei lo cercherà. Forse è stato quello sguardo, sembrava una cacciatrice. Lei lo rivuole ed io non potrò fare nulla per impedirle di riprenderselo. Del resto se Georg provasse qualcosa per me, me lo avrebbe fatto capire. E’ meglio che mi levi dalla testa questo pensiero, subito”
    “E se gli parlassi? Insomma, se gli confessassi i tuoi sentimenti prima che sia troppo tardi?”
    “Per cosa?” rispose Lyla, risedendosi “Per sentirmi dire che non sono Nantje e rischiare di mandare a puttane la nostra amicizia? No grazie, preferisco continuare come ho fatto fino ad ora”
    “Usare la famosa tecnica della gelosia non servirebbe? Magari se ti vedesse flirtare con qualcuno, si darebbe una svegliata”
    “E con chi? Con Gustav? Dai Heike, non sarebbe credibile!”
    “E chi ha parlato di Gustav? C’è Tom… c’è Bill…”
    “Non scherzare! Prima di tutto, non provo alcun tipo di attrazione nei confronti dei Kaulitz. Sono incredibilmente belli, questo è vero, ma non suscitano nulla in me. Gustav è come un fratello, non potrei mai fingere di flirtarci e, a parte loro, non conosco nessun altro che starebbe al gioco o che potrebbe perorare la mia causa”
    “E Michael?” suggerì Heike, sorniona.
    “Michael? Tuo fratello Michael?” Lyla scoppiò a ridere, portandosi le mani sulla bocca “Andiamo Heike, io e Michael ci odiamo fin dalla prima volta che ci siamo visti!”
    “Lui non ti odia, è che si è sempre divertito a prenderti in giro, tutto qui”
    “Tutto qui? Quando avevo dodici anni mi chiamava ‘La signorina brufolina’, non so se ti ricordi!”
    Heike scoppiò a ridere, ricordando quei momenti “Il tuo acne preadolescenziale era la sua arma, in effetti! Adorava prenderti in giro, dal momento che lui aveva già diciotto anni e si sentiva padrone del mondo intero”
    “E poi, anche se volessi tralasciare tutti questi particolari, tuo fratello non ha la ragazza?”
    “Certo, l’anno prossimo forse si sposeranno. Ma non è un problema, Katrina starebbe al gioco senza pensarci due secondi! E’ pazza quella, difatti la adoro!” ridacchiò Heike.
    “Non credo che funzionerebbe. E poi questi giochetti non mi piacciono. Mi sentirei ridicola”
    “Beh, tu pensaci. Michael lo farebbe per te, ne sono certa. Sai, ti prende ancora in giro ma ti vuole bene. È come se fossi la sua seconda sorella”
    “Anche io voglio bene a quello stronzo, lo sai” rise Lyla, pensando a Michael.
    “Ora vado, sono quasi le due del mattino e comincio ad avere sonno. Ci sentiamo domani e…” si alzò, raggiunse l’amica e, dandole un bacio sulla testa disse “cerca di dormire. Nantje sarà anche strafiga ma tu… tu sei speciale Lyla”

    **



    Nantje, seduta al tavolo che solo qualche minuto prima aveva ospitato Georg e la sua combriccola, sorseggiava un drink rigorosamente analcolico e chiacchierava fitto fitto con l’amica che le sedeva accanto. Qualche ragazzo si era timidamente avvicinato per chiederle una foto ed un autografo e la ragazza aveva acconsentito, sfoderando i suoi sorrisi migliori anche se, dopo aver rivisto Georg, la sua gioia iniziale era svanita.
    Solo poco tempo prima aveva deciso di tornare in Germania per concedersi qualche mese di pausa dopo aver girato due film ed aver troncato la sua storia con il divo americano. L’ultima cosa che si aspettava, quella sera, era di rivedere il suo ex.

    “Nan, a cosa pensi?” le chiese Natalie, la sua amica nonché assistente personale.
    “Nulla in particolare” mentì lei, posando il bicchiere sul tavolo e mettendosi a giocare con una ciocca di capelli.
    “C’entra per caso Georg? Ho visto come l’hai guardato”
    “Non mi aspettavo di vederlo, almeno non stasera. Dici che sa della fine della storia fra me e Jim?”
    “Beh, ne hanno parlato tutti i giornali del mondo quindi è probabile che lo sappia, anche se non ci giurerei”
    “Mi piacerebbe rivederlo, parlarci a tu per tu, anche solo per qualche minuto. Vorrei spiegargli alcune cose, sono stata un po’ troppo brusca quando l’ho lasciato ma credevo che Jim fosse diverso”
    “Io ti avevo avvertita, sul suo conto. Se ne dicevano di tutti i colori su Jim Corbin! Non è tipo da relazioni stabili, vuole tutto e subito. Sa di essere bello, ricco e famoso e non si lascia scappare le occasioni”
    “Non pensavo che fosse in grado di tradirmi. Diceva di amarmi”
    “Ne diceva tante, di cose… non mi è mai piaciuto, ho sempre cercato di metterti in guardia ma tu non mi hai dato retta” rispose Natalie, seria. La loro conversazione venne interrotta dallo squillo del cellulare di Nantje.
    “Sì? Oh ciao Rupert, dimmi… no, non se ne parla proprio! Ero stata chiara, cazzo! No… non mi importa, ora voglio restare qui per almeno due mesi! Me ne fotto dei soldi, ne ho abbastanza da comprare lui e anche sua madre!”
    La voce, dall’altro capo del telefono rispose qualcosa che Natalie non udì prima che Nantje concludesse “Non ce l’ho con te ma sono furiosa con lui! Ero stata chiara, niente più film per almeno due mesi, è così difficile da capire? Sì, sì va bene, ne riparliamo fra due mesi. Ciao”

    Nantje gettò il telefono sul tavolo, indispettita, e finì il suo drink.

    “Era Rupert Magrett?” chiese Nat.
    “Sì. Adam West mi vuole nel suo prossimo film. Rup dice che ci sono in ballo un sacco di soldi, che sarà una produzione stratosferica che segnerebbe, definitivamente, la mia carriera. Dice che potrei anche guadagnarmi una nomination agli Oscar se accettassi”
    “E per quale motivo stai rifiutando? Capisco che volevi trascorrere del tempo con la tua famiglia, ma qui stiamo parlando di Adam West!” tuonò Natalie che conosceva tutti i film di West e lo riteneva il regista più geniale dell’intera storia del cinema “Sarà mica per via di Georg? Che ti passa per la testa, Nan?”

    Nantje, per tutta risposta, fece un cenno alla guardia del corpo che si avvicinò e, pochi secondi dopo, la scortò fuori dall’edificio in direzione dell’auto mentre Nat la seguiva scuotendo la testa.

     
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