Born to run

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  1. Kate ~
     
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    Grazie a tutte, patate! *____*

    Capitolo 6



    C’era solo una cosa che faceva battere il cuore di Lyla più forte di quanto non facesse Georg, ed era la pittura. Sua madre le diceva sempre, ridendo, che aveva imparata a dipingere ancor prima di camminare. Dipingere, per Lyla, era una valvola di sfogo, un mezzo attraverso il quale riusciva a comunicare al mondo intero le sue emozioni senza dover parlare.
    Stava dipingendo anche quando Georg varcò la soglia della piccola stanza a pianterreno che, la madre, le aveva adibito a studio personale.

    “Ehi, artista” mormorò il ragazzo, raggiungendola accanto al cavalletto sul quale era posata una tela che, in quel preciso istante, ritraeva solo la sagoma di una pianta.
    “Ciao” rispose Lyla, sforzandosi di sorridere “Passato bene la notte?”
    “Beh, ne ho passate di migliori” rispose il bassista, andando a sedersi sul divano alle spalle di Lyla.
    “Nantje?” chiese lei, senza troppi preamboli.
    “Nantje cosa?”
    “Dai Georg” Lyla posò il pennello e, voltandosi, mise le mani sui fianchi “Non prendiamoci in giro. So che rivederla ti ha sconvolto e, se non hai voglia di parlarne ti capisco ma, almeno, sii onesto con me”
    “Scusa” Georg scosse la testa e riprese “Non mi aspettavo proprio di rivederla, non adesso. Credevo fosse in America, mi avevano detto che si era trasferita là con quel tizio. Sono rimasto di stucco e mi spiace di averti rovinato la festa”
    “Scemo” Lyla si sedette accanto a lui e gli posò una mano sulla spalla “Non hai rovinato nulla. Sono stata benissimo”
    “Solo che…” il ragazzo sospirò, abbasso la testa e iniziò a parlare con lo sguardo rivolto al soffitto, quasi come se si vergognasse all’idea di incontrare gli occhi della sua amica “Mi ero innamorato di lei come un pazzo. Avevo quasi pensato di comprare casa in America, quando lei era andata a Beverly Hills per girare quel cazzo di film, volevo starle accanto ogni volta che gli impegni me l’avrebbero permesso. Non ho mai amato nessuna donna quanto ho amato lei, mai. E la cosa che più mi fa incazzare è che mi ha tradito con noncuranza, dicendomi che non mi amava più solo quando quelle foto sono state pubblicate sui giornali. Non credevo che fosse capace di ferirmi così. Non sono nemmeno stato in grado di infuriarmi, mi ha steso”

    Lyla gli strinse la spalla, cercando di infondergli coraggio mentre, mentalmente, imprecava contro la super attrice.

    “Certe volte, le cose non vanno proprio come vorremmo” commentò Lyla, sottovoce.
    “Dovrei essere felice per tutto quello che la vita mi ha regalato eppure, stanotte, sono rimasto sveglio per ore a fissare il soffitto con lo stomaco sottosopra. Mi sono addormentato all’alba e stamattina mi sono svegliato completamente svuotato. E’ bastato un attimo per sentirmi di nuovo come l’anno scorso”
    “Ti ricordi quella volta che, da bambino, tua madre aveva gettato per sbaglio il tuo giocattolo preferito nella spazzatura e mi hai trascinata fino alla discarica per ritrovarlo?”
    Georg sorrise al ricordo di quel vecchio peluche che la madre aveva buttato nel cassonetto, per errore “Sì, come fosse ieri”
    “Alla fine, dopo ore ed ore, l’abbiamo ritrovato. Era sudicio e puzzava di marcio ma dopo un lavaggio è tornato come nuovo e, ora, è ancora sullo scaffale della tua stanza”
    “Dove vuoi arrivare?” chiese lui, alzando la testa e guardandola.
    “Ci sono cose che si possono sistemare, anche se costa tempo e fatica. Se ami ancora Nantje o se, semplicemente, vorresti chiarire con lei alcune cose che sono rimaste in sospeso, non ti resta altro che chiamarla” mormorò, sentendo una fitta al cuore.
    “Credi che dovrei farlo?”
    “Non so cosa devi fare, Georg” Lyla si alzò e tornò alla sua tela “Ma so che certi strappi si possono ricucire solo con la forza di volontà”
    “Come farei senza di te?” Georg si alzò e la raggiunse, schioccandole poi un bacio sulla guancia prima di andare via.

    Lyla, rimasta sola, riprese a disegnare e, in meno di mezz’ora, sulla tela apparve la figura di una ragazza che, in piedi sotto ad un albero, osservava il tramonto in riva ad un fiume. Da sola.

    **



    “Avanti”

    Carey sedeva sul letto, intenta a leggere un romanzo. Lyla entrò nella sua stanza piano, sedendosi poi sul letto accanto alla sorella.

    “Senti Carey” esordì “Volevo chiederti scusa per ieri sera. Sono stata davvero seccante”
    Carey chiuse il libro e la guardò negli occhi “Mi hai trattata come una poppante”
    “Lo so e mi dispiace, credimi. Ho davvero esagerato”
    “Per questa volta, ti perdono” disse Caroline, sorridendo “A patto che non si ripeta più”
    “Cercherò di fare del mio meglio per evitare di metterti ancora in imbarazzo. Non lo faccio apposta è che, per me, tu sei ancora una bambina”
    “Peccato che, per l’ufficio anagrafe, non lo sia più da almeno quattro anni”
    “Ho avuto anche io sedici anni e ricordo quanto sia umiliante essere considerati alla stregua di un neonato. Al posto tuo, sarei scoppiata”
    “Training autogeno” mormorò Carey “Ormai sono un’esperta”
    “E’ che in questo periodo ho la testa altrove, ho tante cose a cui pensare e…”
    “E poi c’è Georg e quella Nantje…”
    Lyla restò per qualche secondo a bocca aperta, prima di rispondere “No beh…”
    “Avanti Lyla, avevi promesso di non trattarmi più come una bambina. Con me puoi parlarne, giuro che non dirò nulla a nessuno”
    “Come l’hai capito?”
    “Primo, sono tua sorella, sangue dello stesso sangue, ricordi? Secondo, viviamo insieme. Terzo, sono una donna. Certe cose le capiamo al volo”
    “Sei proprio diventata grande…” mormorò Lyla, abbracciandola.
    “Non fartelo portare via, se davvero tieni a lui. Sii sincera con il tuo amico, digli quello che provi. Se ti vuole bene capirà e la vostra amicizia durerà per sempre. Se ti ama, invece, potrei essere la tua damigella d’onore!” concluse, applaudendo.
    “Gli ho appena consigliato di chiamare Nantje”
    “Allora sei scema! Guarda che in amore e in guerra, tutto è lecito!”
    “Peccato che io non sia né un’amante né un soldato perfetto. Preferisco che le cose seguano il loro corso naturale. Lui è ancora innamorato di Nantje e rivederla non lo ha di certo aiutato. Io posso aspettare. In fondo, mi basta sapere di averlo accanto anche se non sono io quella che lo raggiungerà all’altare”
    “Oh beh, poco importa. Te nemmeno ti vuoi sposare, quindi…” disse Carey, per sdrammatizzare.
    “Già…”
    “Ehi, adesso non cadere in depressione però! Vieni” Carey si alzò e raggiunse la porta “in questi casi, un gelato non può che fare bene!”
     
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