Born to run

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  1. Kate ~
     
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    Grazie mille patate!!! *_*
    Capitolo con due mondi a confronto ^_^

    Capitolo 7



    Ci sono cose che, nella vita, non si possono comprare. Una di queste è l’affetto e Nantje lo sapeva bene. In ventitré anni di vita non aveva mai ricevuto un complimento o una carezza dalla madre, nonostante la adorasse con tutta sé stessa.
    Quando aveva compiuto dieci anni la sua bellezza, già chiara al resto del mondo, era stato l’unico motivo per cui sua madre non l’avesse spedita in qualche austero collegio. La donna aveva capito che quel viso più unico che raro avrebbe riscontrato notevole interesse nel mondo dello spettacolo e aveva quindi costretto la bambina a partecipare a tutti i casting e i concorsi di bellezza possibili.
    La grande occasione era arrivata due anni più tardi, quando era stata scelta per recitare in un film e, da lì in poi, Nantje era diventata una superstar.
    Diversa era stata la sorte delle sue sorelle maggiori, Dana e Zara. Non erano diventata celebrità ma avevano qualcosa che Nantje invidiava loro: l’amore della madre. Ora che era tornata a casa, desiderava parlare sinceramente con sua madre, aprirsi, dirle tutto quello che le aveva taciuto in quegli anni e implorare, anche prostrandosi se necessario, il suo affetto. Ne aveva bisogno, voleva avere accanto una mamma che la consigliasse, la seguisse, la chiamasse anche solo per dirle “mi manchi” oppure “ti voglio bene”, cosa che non succedeva mai.
    Nell’ultimo anno, aveva sentito la donna solo una volta il giorno del suo compleanno. Una telefonata breve e sterile. Non un complimento né un regalo. Niente.

    Ora, seduta nel salotto della sua vecchia casa, con la madre che la scrutava dal divano di fronte a lei, si chiese se non avesse sbagliato a raggiungerla.

    “Quindi, ti sei degnata di tornare a casa” disse sua madre, perentoria.
    “Ho avuto molto da fare in questo ultimo anno” commentò lei, mordendosi un labbro.
    “Sono tua madre, non so se ti ricordi”
    “E io sono tua figlia e mi pare chiaro che tu non te lo ricordi affatto”
    “Sarebbe un rimprovero, questo?”
    “Non mi hai mai chiamata, neanche quando Jim mi ha lasciata. E lo sapevi, dal momento che avevo chiesto aiuto a Dana”
    “Dana me l’ha detto, infatti” rispose la donna “Ma cosa avrei potuto fare io?”
    “Consolarmi” mormorò lei, abbassando la testa, quasi timorosa.
    “Andiamo, non sei mica una bambina! Che sarà mai? Ti ha lasciata? Pazienza, ne troverai altri come hai sempre fatto” borbottò la donna, con fare scorbutico.
    “Per Dana e Zara ci sei sempre stata. Io sono invisibile”
    La donna rise sguaiatamente prima di parlare “Questa mi è nuova! Sei invisibile! Ah sì? Allora chi ho portato ai casting, ai concorsi, alle sfilate, chi? Mi pareva fossi tu! E’ per te che ho speso il mio tempo libero, per te che ho lavorato per farti diventare quello che sei oggi! Questo sarebbe il ringraziamento?”
    “Non ti ho mai chiesto nulla, mamma. Sei stata tu a decidere il mio futuro, io ti ho semplicemente dato retta”
    “Avresti potuto cambiare vita una volta maggiorenne. Se hai deciso di non farlo, non puoi dare la colpa a me!” urlò, rossa in viso.
    “Ormai cosa avrei potuto fare? Non avevo più amici, avevo lasciato la scuola, sapevo solo sfilare e recitare!”
    “Ma fammi il favore Nantje! Tu ami questo tipo di vita, fatta di viaggi, soldi, lussi e fama. Ora sei tornata con la coda fra le gambe solo perché quel bellimbusto ti ha dato il benservito ma quando ne troverai un altro, ti scorderai di casa tua e tornerai nel tuo mondo fatato”
    “Non ho mai negato di amare la mia vita, solo che mi chiedo cosa ne sarebbe stato di me se avessi scelto altro”
    “Saresti una nullità, perché sei solo capace di lamentarti!” sbraitò la donna “Come stai facendo ora, accusandomi di trascurarti!”
    “Non sarei dovuta venire qui, tu non mi hai mai capita. Non hai mai capito né ascoltato nessuno che non fosse Dana o Zara. E’ per questo che papà se ne è andato! Era stufo della tua indifferenza!”
    “Non parlare di lui!” urlò la donna, alzandosi in piedi e puntandole un dito contro “Non ti permettere! Non sono affari che ti riguardano! E ora fammi la cortesia di sparire da casa mia!”

    Nantje si alzò dalla poltrona in un lampo e, con le lacrime agli occhi, uscì velocemente di casa. Non appena fu in auto, il suo cellulare prese a squillare e sul display lesse un nome che, in quel momento, riuscì a farle spuntare un debole sorriso sulle labbra.

    **



    “Mamma!”
    “Ciao tesoro!” trillò la donna all’altro capo del telefono “Come stai?”
    “Bene, bene! Ce la caviamo, non ti preoccupare! Ma dimmi di te, come procede il lavoro?”
    “Magnificamente! Stiamo scattando le ultime foto e poi sarò di ritorno. Mi mancate così tanto”
    “Anche tu ci manchi tanto” rispose Nantje, mentre un groppo le serrava la gola.
    “Sai che ieri ho incontrato Brad Pitt e Angelina Jolie?”
    “Stai scherzando?”
    “No no, non scherzo! Sono due persone squisite, ho fatto qualche foto, te le mostrerò appena torno”
    “A proposito di celebrità, Nantje Werner è tornata in città”
    “Ah… e Georg?”
    “Georg… Georg è confuso. Ma se la saprà cavare, come sempre”
    “Siamo certi che stai bene, Lyla? Hai una voce strana”
    “Sono solo stanca, ieri sera ho fatto tardi. I ragazzi hanno organizzato una festicciola a sorpresa per il mio compleanno, anche se in ritardo”
    “Che cari ragazzi, salutameli tanto. E Caroline?”
    “Caroline sta bene, era con me ieri. Ora non è in casa, è andata dalla sua amica”
    “Non ti preoccupare, ora la chiamo sul cellulare. Ti voglio bene tesoro, riguardati”
    “Anche io ti voglio bene. Torna presto” mormorando queste ultime parole, chiuse la comunicazione e si lasciò sprofondare sul divano. La mamma, in fondo, era sempre la mamma.
     
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331 replies since 30/7/2009, 20:26   5954 views
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