Imprinting

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    Capitolo 3

    L'auto con a bordo Anthony, Sarah e Ashley arrivò puntuale come un orologio svizzero di fronte alla discoteca scelta per la festa.
    Davanti all'ingresso sostavano due membri dello staff, i quali erano incaricati di parcheggiare i veicoli che arrivavano nell'apposito spazio situato a circa 200 metri, così che gli ospiti non dovessero prendere freddo o bagnarsi, a causa del repentino cambio di tempo che aveva portato pioggia e fulmini.
    "Cavolo che tempaccio" disse Anthony consegnando le chiavi all'addetto al parcheggio.
    "Già, e speriamo che questo non sia solo un segnale di avvertimento per ciò che mi aspetterà stasera" mormorò Ashley non ancora del tutto convinta di aver fatto bene a seguire la sorella in quella serata tra figli di papà.
    Quest'ultima però le mise immediatamente una mano sulla spalla e la rassicurò per l'ennesima volta "Stai tranquilla, vedrai che ti divertirai, per una sera cerca solo di non pensare a nulla, lasciati andare..."
    Già, doveva lasciarsi andare e non pensare a nulla, peccato che per lei fosse tutt'altro che semplice.
    Non appena i tre giovani varcarono la porta di ingresso, si trovarono di fronte ad un locale addobbato e sistemato con estremo gusto, le luci bianche e non troppo forti si irradiavano sulle pareti, mentre alcuni faretti puntavano sul soffitto, il quale cambiava colore a intermittenza.
    L'arredamento poi non era da meno, i divanetti erano disposti in maniera molto funzionale e aggraziata, lasciando spazio ad una vasta pista per ballare.
    Non appena li vide entrare, William corse loro incontro.
    "Eccovi finalmente! Allora vi piace? E' tutto bellissimo, no? Ho dato io una mano al festeggiato a preparare il tutto!" disse pavoneggiandosi un pochino.
    "Sì è vero, l'agenzia per gli allestimenti che avete scelto ha fatto davvero un buon lavoro" lo punzecchiò Ashley guardandosi in giro.
    Il ragazzo fece una smorfia, no così non andava bene, stavano decisamente iniziando con il piede sbagliato, ma non fece in tempo a ribattere che vennero interrotti dall'arrivo di un'altra invitata, la bionda e prorompente Cindy, che ancheggiando si diresse a salutare il giovane McKay con un bacio sulla guancia.
    Ashley approfittò di quel diversivo per dileguarsi con Sarah e il fidanzato, mischiandosi tra i conoscenti già arrivati e intenti a chiacchierare davanti al bancone del bar.
    Cindy era la figlia dell'altro socio di suo padre, ed era quel tipo che donna che poteva definire senza ombra di dubbio "il suo esatto opposto", era sfacciata, egocentrica, appariscente nel modo di vestire, e molto aperta alle one night-stands.
    Anche in quel momento la bionda indossava un abito nero molto corto, con una vertiginosa scollatura che mostrava la sua quarta di reggiseno, rigorosamente non naturale, che sbatteva sotto gli occhi di William con sguardo ammiccante.
    La ragazza, aveva da tempo una cotta per quest'ultimo, ed era riuscita a portarselo a letto un paio di volte, peccato che per lui lei fosse una delle tante, mentre Cindy anche se non voleva ammetterlo nemmeno a sé stessa, per la prima volta in vita sua aveva iniziato a provare dei sentimenti, e avrebbe fatto carte false pur di farsi guardare come guardava Ashley.
    Inutile dire che i rapporti tra le due ragazze non fossero dei migliori, all'inizio nonostante le differenze caratteriali avevano mantenuto un legame pacifico, ma da quando la bionda si era accorta dell'interesse sempre crescente di William per la figlia del socio di suo padre, la situazione era palesemente cambiata.
    Anche in quel momento, Cindy non gradiva il modo in cui lui la stava guardando da lontano, nonostante lei stesse cercando di attirare la sua attenzione mostrandogli tutte le sue grazie.
    "Bill mi stai ascoltando?" squittì con un filo di nervosismo nella voce.
    "Oh sì, sì certo, scusami bella, ma ora ti devo lasciare, arriva il festeggiato" rispose dirigendosi verso l'amico che stava facendo il suo ingresso in quel momento.
    La bionda sbuffò, e cercando di non far vedere il suo disappunto scese in pista per scaldarsi e liberare un po' di tensione accumulata, promettendo però a sé stessa che quella notte avrebbe fatto di tutto per farlo di nuovo suo, a qualunque costo.
    Nel giro di una mezz'ora, tutti gli invitati erano entrati nel vivo della festa, c'era chi ballava, chi scherzava con gli amici spaparanzato sui comodi divanetti, e chi cercava di rimorchiare le ragazze al bancone del bar.
    Ashley e la sorella, erano sedute con alcuni conoscenti e chiacchieravano del più e del meno, ma ad un tratto Anthony chiamò la fidanzata per presentargli un compagno di college, così la maggiore rimase sola per qualche minuto.
    La giovane si guardò attorno, era davvero un bell'ambiente e doveva ammettere che forse Sarah aveva ragione riguardo al fatto che uscire ogni tanto con loro le avrebbe fatto bene.
    In quel momento poi il dj aveva messo una canzone che amava particolarmente, così si rilassò sul divanetto, chiudendo gli occhi per perdersi tra quelle note, e lasciarsi cullare da esse.
    Gli attimi di relax però furono davvero pochi, William approfittando del fatto che era sola l'aveva raggiunta immediatamente.
    "Hey Ash, che fai qui tutta sola? Tieni ti ho preso qualcosa da bere" disse gentilmente, porgendole un drink.
    La ragazza si riscosse dal suo momento di trance e lo guardò, da un lato le veniva da sorridere per tutto l'impegno che un donnaiolo simile ci stava mettendo per passare del tempo con lei quando avrebbe potuto avere chiunque, ma dall'altro non sapeva più come fargli capire di non essere interessata.
    Decise comunque di accettare quel Mojito, era il suo alcolico preferito e poi non c'era nulla di male in quello.
    "Grazie mille" rispose prendendo il bicchiere e sorridendogli riconoscente, bevendone un sorso.
    "Allora piccola, che mi racconti? Sono felice che tu sia venuta..." aggiunse poi William, avvicinandosi di più a lei e guardandola con interesse.
    "Tutto bene, la festa mi piace molto" rispose Ashley spostando leggermente il busto di lato per non stargli troppo vicina.
    Il ragazzo però non si diede per vinto e si avvicinò nuovamente, facendole qualche domanda su cose banali per rompere il ghiaccio ed cercare di entrare in sintonia con lei.
    Dopo qualche minuto però, decise che era arrivato il momento giusto per tentare si approfondire il rapporto, così le fece una proposta dall'apparenza innocente, ma che faceva intendere molto altro.
    "Io esco in veranda a fumarmi una sigaretta, vieni a farmi compagnia?"
    "Ehm veramente io non fumo e poi con questo tempaccio ho un po' di freddo, ma vai pure se senti la necessità di fumare" rispose Ashley sperando con tutto il cuore che non insistesse troppo.
    Le sue speranze però, furono inevitabilmente vane, William le porse la sua giacca per coprirsi e la tampinò ripetutamente fino a quando, seppur con malavoglia cedette.
    Cindy intanto, vedendoli parlare da soli aveva smesso di ballare ed era rimasta ad osservare la scena in lontananza, inutile dire che quando li vide alzarsi assieme sentì il sangue ribollirle nelle vene.
    Non appena i due varcarono la porta della veranda, il giovane McKay si accese la sigaretta e rimase a fissare la ragazza con un insistenza quasi eccessiva e la cosa la mise subito in imbarazzo.
    "Ti faccio paura per caso?" chiese quindi a bruciapelo.
    "Io? No ma cosa... cosa dici?" rispose Ashley imbarazzata e allibita per quella domanda.
    "No è che... sembra quasi che mi eviti e ora sei diventata tutta rossa..."
    Dicendo quelle parole si avvicinò nuovamente a lei e le accarezzò la guancia, sollevandole il viso e puntando gli occhi nei suoi.
    La ragazza a quel punto non sapeva che fare, l'istinto di tirargli una ginocchiata in mezzo alle ginocchia era fortissimo, sapeva che avrebbe provato a baciarla, se lo sentiva, ma nonostante tutto si impose di controllarsi, l'aveva promesso a suo padre.
    Un attimo dopo, proprio come si aspettava, William si sporse in avanti e appoggiò le labbra sulle sue, cercando immediatamente di contatto con la sua lingua.
    Ashley fece un passo all'indietro e lo spinse via, questo no, era troppo, aveva il cuore a mille per la rabbia e avrebbe solo voluto gridargli contro dicendogli tutta la verità, dicendogli che lei amava un altro, e che non sarebbe mai stata sua, mai.
    Il giovane nonostante il rifiuto mantenne la calma, la prese per le spalle e la fissò, cercando di capire quale fosse il suo problema, per lui era inconcepibile il fatto che non potesse piacergli, doveva esserci qualcos'altro che la bloccava.
    "Tu mi piaci Ash... mi piaci sul serio. So che non ho una buona reputazione e che tu probabilmente hai paura di soffrire, ma ti giuro che con te è diverso..."
    Gli occhi della mora si riempirono di lacrime, perchè, perchè doveva sopportare anche quello, lei quelle parole non le voleva sentire da lui, e sentirle pronunciare da una bocca che non fosse quella di Bill le faceva male, tremendamente male.
    "Mi dispiace... davvero... ma io... io non posso, non posso"
    balbettò quindi appoggiandosi al muro dietro di lei.
    "Perchè non puoi? Io non lo capisco, non ti capisco... lo so che anche tu vorresti stare con me... lasciati andare piccola"
    Detto questo il ragazzo provò ad avvicinarsi nuovamente a lei, ma Ashley sgusciò via e si tolse la giacca, porgendogliela.
    "Tu... tu per me sei solo un amico mi spiace, mi dispiace sul serio" mormorò infine, prima di voltarsi e tornare dentro alla ricerca di Sarah.
    William la guardò allontanarsi, e una rabbia incontrollabile salì dentro di lui. No cazzo, no! Non era possibile! Lui voleva davvero Ashley, e quando le aveva detto che con lei sarebbe stato diverso non stava scherzando, come poteva non capirlo! Si passò velocemente una mano sugli occhi e cercò di calmarsi, in fondo non sarebbe finito tutto quella notte, lui non si sarebbe dato per vinto.
    Intanto Cindy, che era rimasta ai bordi della pista per monitorare la situazione, vide la mora allontanarsi e tirò un sospiro di sollievo, nonostante fosse terribilmente irritata poichè non riusciva a capire cosa William potesse trovarci in lei.
    La bionda rimase in attesa del rientro del ragazzo per un paio di minuti, ma quando vide che non accennava a rientrare, decise di raggiungerlo fuori per giocare le sue carte.
    "Hey Bill, tutto bene?" civettò uscendo nella veranda.
    "Oh sei tu..." rispose un po' deluso "No non va bene per niente, sono incazzato nero!"
    "Problemi con la Roberts? Chissà cosa ci troverai mai di tanto speciale in lei, tu puoi avere di molto meglio..." mormorò quindi Cindy, avvicinandosi a lui e passandogli una mano sul petto con un atteggiamento inequivocabile.
    William le lanciò uno sguardo di fuoco, dapprima le sue parole fecero solo aumentare la sua rabbia, ma dopotutto quello che la bionda gli stava offrendo per sfogarsi non era affatto male.
    "Molto meglio dici...?"
    La ragazza si leccò sensualmente le labbra e lo tirò verso di sè, sapeva che i motivi per i quali il ragazzo sarebbe stato con lei quella sera non erano dei migliori, ma in quel momento non le importava, voleva soltanto farlo suo.
    Il giovane non si fece pregare, e spingendola contro il muro si avventò sulle sue labbra baciandole e mordicchiandole in un modo tutt'altro che delicato, desideroso di sfogarsi per l'umiliazione appena subita.
    Cindy avvolse le sue spalle in un abbraccio e approfondì il bacio, lasciandosi poi trasportare da lui dietro ad una colonna, in modo da non essere visti da nessuno.
    Nei gesti di William non ci fu alcuna dolcezza, si avventò su di lei con rabbia e la fece sua lì dietro, in quel posto freddo e squallido senza nemmeno preoccuparsi di spogliarsi o di farla a sentire a suo agio.
    Si limitò a sollevarle una gamba e spostandole gli slip la penetrò, premendola contro quel muro freddo e sfogandosi di tutte le frustrazioni.
    Per tutto il tempo Cindy sperò che passata la rabbia iniziale potesse dedicargli un gesto affettuoso, che capisse che non era Ashley la donna per lui, ma lei, che si stava persino umiliando pur di averlo.
    Purtroppo però il ragazzo si mostrò quello che era fino in fondo, e una volta consumato si rialzò i pantaloni e la salutò velocemente con un freddo bacio sulle labbra, rientrando dentro e mischiandosi tra la folla, alla ricerca dell'unica persona che realmente voleva.
    Dopo qualche attimo di confusione, passato a darsi mentalmente dello stupido chiese di lei ad alcuni presenti, i quali lo indirizzarono verso l'angolo più nascosto del bar.
    William cercando le parole migliori da poterle dire, si diresse verso quella parte del locale, ma quando la scorse, vide che non era sola.
    Ashley era con il compagno di college di Anthony, e il suo viso, poco prima rigato dalle lacrime, ora era felice e sorridente.
    La ragazza aveva stranamente gli occhi che luccicavano e un'altra cosa assolutamente insolita per lei, era il fatto che toccasse ripetutamente il braccio del suo interlocutore.
    Che le piacesse quel tipo? No, no, non poteva piacergli quello sfigato, e poi era certo che si erano conosciuti solo quella sera stessa.
    Rimase a guardarli stringendo i pugni, ma ad un tratto la giovane si allontanò con la sorella, e lui tirò un sospiro di sollievo.
    Quello che William non poteva sapere, però, era che per il suo ego i problemi erano appena iniziati, quel giovane era niente poco di meno che il figlio del responsabile della sicurezza dei voli per l'aeroporto internazionale di Los Angeles, e aveva appena promesso ad Ashley, di darle un informazione che le le aveva fatto uscire il cuore dal petto per la gioia.
     
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