13 Reasons Why

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  1. black nails
     
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    Vi comunico che il capitolo verrà postato nei prossimi minuti :D
    Grazie mille ShineOnMe =>
    Star... Sei un amore <3
     
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  2. -ShìneOnMe
     
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    non vedo l'ora c.c
     
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  3. black nails
     
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    TAPE 7 SIDE A

    Ultima cassetta.
    Ultima volta che sentirete la mia voce attraverso questo piccolo aggeggio.
    Sapete... spesso mi fermo ad osservare le cose con altri occhi, proprio come mi ha insegnato Tom. Un fiore, una bambina, la pioggia, la notte. Tutto appare diverso se lo si guarda con occhi diversi; provateci.
    Immedesimatevi nel personaggio del vostro film chiamato Vita. Siate voi stessi, non fate l'errore di voler essere come gli altri, quello é stato il mio sbaglio peggiore.
    Non mi sento bene con me stesso e non faccio niente per risolvere la situazione, rimango a fissare gli altri e ad invidiarli per la loro fortuna.
    Mi sto rovinando con le mie stesse mani.


    Sono le parole che ti dissi... eppure tu non hai lottato. Hai buttato via la tua vita come se ormai fosse irreparabile.

    Mi sono stufato di stare seduto quaggiù. Questo palazzo sarà il mio trampolino verso la fine della mia sofferenza.
    Vi va di salire con me?
    Partiamo...


    Sta salendo le scale ed io... io lo seguo noncurante del nastro di sicurezza. Una striscia di plastica gialla non interromperà questo viaggio.

    Primo piano. Grazie mille Natalie, mi hai fatto capire che valevo quanto un oggetto, o meglio, che sono un oggetto.
    Hai rubato il mio primo bacio e hai dato vita a questa reazione a catena, come nel domino, solo che io non vedo nessun disegno finale, solamente... Distruzione.


    Natalie... prima cassetta, lato A.
    Quella ragazza é sola, finge di avere amiche, ma non sono vere. É distaccata perché da piccola scoprì sua madre con un altro uomo; da quel momento perse la fiducia in lei e in qualsiasi altra persona ritenendo tutti degli oggetti.
    Continua a salire.

    Secondo piano. Andy. Tu... tu mi hai aperto gli occhi. Hai fatto sì che vedessi il mio corpo in maniera diversa portandomi all'anoressia, adesso questa malattia sta divorando ogni parte del mio corpo, anche il cuore.
    Ho perso la sicurezza di un tempo iniziando ad odiare la mia parte materiale, ogni chilo perso mi faceva stare meglio, come se pian piano gettassi via un piccolo fardello, ma era passeggero perché... Non é mai abbastanza. Ogni volta che mi facevo la doccia e mi osservavo pensavo che altri tre chili in meno mi avrebbero reso felice, più bello e quindi più sicuro di me, ero certo che così avrei trovato degli amici... cercavo di richiamare un minimo di attenzione su di me, nemmeno i miei genitori erano più lì per Bill.


    Andy... prima cassetta, lato B.
    Suo padre é molto duro con lui, lo offende sempre per spronarlo. Lui fa la stessa cosa con gli altri, crede di essere perfetto, un dio pieno di amici e pieno di fascino, invece é un povero miserabile senza un briciolo di stima in sé stesso che gode nel vedere le reazioni degli altri al suo comportamento, sta emulando suo padre in tutto me per tutto.

    Terzo piano. Courtney. Ti ringrazio, mi hai fatto capire che ci sono persone doppiogiochiste e false, che farebbero di tutto per farsi vedere migliori agli occhi degli altri. Avrei dovuto immaginare che non era stata tua l'idea di invitarmi alla festa di Chanel, volevi far vedere a tutti che gran cuore hai.
    In più hai provocato delle conseguenze che forse non avresti nemmeno immaginato.


    Courtney... abita non lontano dalla scuola, é la prima della classe. I suoi genitori sono divorziati e lei vuol eccellere in qualcosa e non importa se deve fare la lecchina, anzi, questa é la parte migliore così i professori la apprezzano per la sua persona, come non hanno fatto i suoi genitori.

    Quarto piano. Grazie Stan, a causa tua ho riscoperto il dolore, il piacere delle mie unghie nella carne, riuscivo a colmare quella sensazione di vuoto attraverso il dolore fisico, provando soddisfazione nel vedere il mio sangue.
    Dovevo nascondere il mio fisico anche nelle ore di educazione fisica, mi rifugiavo nel bagno e osservavo le croste che ricamavano la mia pelle, ogni situazione poteva far scaturire in me la voglia del male: un'interrogazione insufficiente, un'offesa in lontananza... tutto.


    Stan é stato adottato. "I suoi genitori hanno fatto lo sbaglio più grande della loro vita" una volta pensavo questo, ma adesso riflettendoci, non so come mi sarei sentito io: abbandonato dalla propria famiglia e scarrozzato da una nazione all'altra perché non abbastanza educato; é caduto nella droga e credo che non ne uscirà facilmente.

    Quinto piano. George, tu mi hai fatto capire di che sostanza sono fatti gli umani: cattiveria. Ogni tua parola ha intaccato una parte del mio essere. Ogni parte del mio cuore, facendomi odiare ancora di più.
    Avevo problemi circa la mia sessualità e tu non mi hai aiutato. Le botte sono state meno dolorose delle offese orali e scritte. Non era bello veder scritto sul proprio armadietto "frocio" a caratteri cubitali. Ho passato delle mattinate a cancellarlo. Mi sono sentito uno schifo, soprattutto quando mi hai fatto cadere nel corridoio del bagno.


    George lo conosco da tantissimo tempo, é uno dei miei amici. Con lui ho passato vari momenti della mia vita, pure quelli più brutti come la vista del posto in cui ti sei suicidato.
    George é il solito ragazzo sbruffone che deve prendere tutti in giro per il semplice motivo che da piccolo ha subito atti di bullismo, adesso pure lui si sta comportando come coloro che hanno rovinato tre anni della sua vita.

    Sesto piano. Miky... non so cosa dire. Eri la persona a cui tenevo di più, l'unica che era rimasta della mia vecchia vita, ma con il tempo ti sei mostrata interamente, hai portato avanti un bel teatrino abbandonandomi quando più ne avevo bisogno. Eri stata la spalla su cui piangere e la persona da consolare nelle giornate a Berlino... la mia vecchia vita. Eri una parte di me, ma te ne sei andata cadendo nel tuo solito vittimismo da quattro soldi.
    Dopo una telefonata ed un messaggio mi sono sentito sempre più solo. Mi hai visto crescere ed io ho fatto altrettanto con te, dicevi che eri la mia sorellona perché ero troppo buono ed avevo bisogno di una guida... cosa ti ha fatta cambiare?


    Di Miky non so niente, ma sicuramente perdere un'amica così speciale per te deve essere stato bruttissimo.
    La vita fa cambiare le persone, ma la cosa più importante di questo cambiamento deve essere una sola: non ferire chi ci ha voluto bene. Se devi cambiare tu non devi far soffrire gli altri.

    Settimo piano. Grazie David per avermi portato via Gustav, per avermi fatto sentire sempre più inutile e fuori luogo.
    Lo conoscevi prima di me, ci sei stato insieme, poi ti ha stancato e... come un bambino piccolo sei venuto a divertirti di nuovo con il tuo vecchio gioco e non importa se ormai é di qualcun'altro, deve essere tuo a tutti i costi.
    Mi hai picchiato, hai messo in chiaro le cose, eppure una cosa giusta l'hai fatta... grazie a te ho conosciuto Tom.


    David é un ragazzo viziato, la sua omosessualità la vive come se tutto e tutti dovessero stare ai suoi ordini. Non é una principessa, non é nessuno.
    Era stato davvero perfido con Bill, soprattutto quel pomeriggio in cui lo picchiò e quando gli portò via Gustav.

    Ottavo piano. Zach, sei stato sincero, hai fatto la spia perché tra di voi siete tutti leali e dovete rovinare i più deboli. Tutti insieme.

    Zach non lo conosco molto bene. Non abbastanza da dire con certezza che era solo un tirapiedi, é uno di quelli che fa parte della banda eseguendo ogni ordine, ma senza un briciolo di cervello proprio.

    Nono piano. Gustav.
    Mi fa male solo ricordare. Mi ero perso in un vortice di sentimenti che non riuscivo nemmeno a capire, pensavo fosse amore, invece era solo sollievo da tutto ciò che mi accadeva.
    Poi ti sei rivelato in tutta la tua essenza.
    Cercavi qualcuno per far ingelosire David eppure alla fine hai dovuto umiliarmi.
    Hai dovuto essere perfido come tutti, probabilmente il tuo commento su facebook sul gruppo della scuola ha dato lo spunto per lo scherzo alla festa di fine anno.
    Grazie.


    Odio Gustav, non l'ho mai sopportato. É una di quelle persone che a pelle sento che non mi piace.
    So che sua madre é un'alcolizzata e lui é insicuro. Ogni cosa che fa deve essere accompagnata da un assenso esterno, se riceve un dissenso cambia subito idea. Forse il fatto di avere una madre alcolizzata, che dovrebbe essere una guida, lo ha fatto diventare come un mucchio di pongo che gli altri modellano a loro piacimento.

    Decimo piano. Amanda.
    Che faticaccia arrivare fino in cima!
    Allora, Amanda, te sei apparsa in due cassette ed in ognuna hai dato prova di te. Sei stata capace di drogarmi, di farmi ubriacare... hai approfittato di uno dei miei momenti di sbandamento. Tu avevi organizzato tutto giorni prima con la squadra di rugby, uno scherzo con i fiocchi.
    Le tue risate riecheggeranno nella mia mente ogni giorno fino alla mia fine.


    Amanda é una cheerleader. Gode nel veder soffrire gli altri, non la conosco benissimo anche perché non voglio aver nulla a che fare con questo genere di persone pronte a tutto per far soffrire al fine di divertirsi.
    Quando presi Bill sulla schiena lei mi guardava come per dire: - Non ti devi intromettere, stai rovinando tutto - ed io stringevo una marionetta.

    Undicesimo piano Tom. La tua non é una vera e propria colpa... sai... forse ti ho inserito tra queste cassette per farti conoscere la storia della mia vita, o meglio... come é finita.
    Però mi ha fatto soffrire il fatto di rimanere da solo, lo so che Sarah si era sentita male, ma avrei preferito venire con te, forse hai pensato che ero troppo ubriaco... ma non era meglio proteggermi? Sapevi che non ero in me! Lo sapevi benissimo! Avresti potuto farmi salire in auto e lasciarmi là se ti vergognavi di farmi vedere ai tuoi genitori in quello stato.
    Comunque io ti amo.
    Sai... sto piangendo e vorrei che tu fossi qua ad asciugare le mie lacrime, ma non sai nemmeno dove sono. Pensa che tra poco ci incontreremo, staremo a casa tua da soli.
    Ti amo amore.


    Io sono stato uno stupido.

    ▌▌

    Continuo a piangere senza vita. Perché non mi sono accorto di niente?
    Mi odio... mi odio tantissimo!
    Mi siedo per terra con le spalle che premono contro il muro. Queste specie di cubicoli ad ogni piano rappresenta proprio come ti sentivi dentro... piccolo, buio, sporco.

    ◄◄



    Ti amo amore.

    ▌▌

    Ti amo anche io.



    Mi alzo e continuo a salire le scale.

    Dodicesimo piano eccoci a Frank. Non so perché mi hai dovuto fare certe cose, per quale motivo? Perché mi hai dovuto umiliare così? Perché mi hai dovuto toccare... perché mi hai baciato... non ricordo nemmeno se hai fatto altro, ma credo di no. Spero di no.
    Non so che altro dire, é stato bruttissimo. Avevo paura, tremendamente paura e la cosa più brutta era che non riuscivo a far nulla per sottrarmi a quella tortura.
    Che ingenuo che sono stato...
    Ma io volevo solo essere come voi...
    Sentirmi perfetto... ho cercato in lungo e largo questa perfezione eppure non ci sono mai arrivato.


    Frank gioca a rugby, é il più forte della squadra. É determinato. Vuole una borsa di studio per questa sua capacità, so che é così determinato perché vuol onorare suo fratello che é in coma da dodici anni. Incidente stradale.
    La sua vita é finita così, percorrendo la strada del destino.
    Ma avere dei problemi non é una scusa per provocarne altri alle altre persone.
    Mi sento debole, non ce la faccio più a salire queste scale, sento che sto per perdere le forze. Vedo una luce che proviene da sotto una porta arrugginita.

    Siamo arrivati in cima.
    Manca solamente una persona, una sola.
    Mi sto avvicinando alla balaustra protettiva; mi piace stare qua.
    Amo questo vento, amo sentirlo contro il mio volto, sembrano delle carezze d'amore, non mi sembra vero che sto per farlo.
    Voglio rendere omaggio all'ultima persona che mi ha fatto del male, nonché la prima in assoluto.
    Vi siete mai chiesti perché me ne sono andato da Berlino? No?
    Ecco... siete come tutti gli altri.


    Una volta volevo chiedertelo, ma dissi a me stesso che non era niente di importante. Sono stato un vero cretino.
    Sono come tutti gli altri.
    Mi avvicino pure io alla balaustra e volto il mio sguardo verso la luce tenue dell'alba così sbiadita e appena accennata.

    A Berlino le cose erano così semplici, fin quando non entrai in quella maledetta scuola. Solo a ripensarci mi viene da piangere.
    La signora Brüsse disse che doveva andarsene, era in dolce attesa e presto avrebbe avuto un figlio, così venne a farci scienze un supplente.
    Il signor Sommer.
    Salve professore, sono felice che lei sia l'ultimo in questa lista. É soddisfatto di tutto ciò? Tutta questa distruzione é stata iniziata da lei.
    Continuo a darle del lei perché le porto rispetto.
    Quando é entrato in casse la sua faccia non mi sembrava nuova, probabilmente mi sbagliavo. Si é accomodato e le lezioni si sono svolte normalmente.


    Un... adulto?

    Mia cugina venne a riprendermi un giorno in cui pioveva e lì tutto ebbe inizio.
    Mi disse che conosceva quell'uomo, ma quando le chiesi cosa le avesse fatto rimase in silenzio.
    Lei, signor Sommer, si avvicinò a noi con il suo impermeabile blu e l'ombrello nero; io e mia cugina eravamo vicinissimi, Michelle aveva messo la sua mano sul mio petto in modo estremamente protettivo. Non capivo il perché, continuavo a guardare la scena imperterrito sentendo il cuore battere forte.
    - Michelle... non sapevo che lui fosse... -
    Mia cugina lo interruppe: - Lui non é nessuno -
    Ed io non capii... perché ero nessuno? Cosa stava succedendo?
    - Allora possiamo anche appartarci io e te come una volta... -
    Quelle parole: possiamo appartarci io e te.
    - Ivan lasciami in pace -
    Non sapevo chi fosse, ogni volta che provavo a chiedere a Michelle di lui mi rispondeva: - Lascia perdere -
    Poi un il giorno successivo in classe lei mi prese da parte chiedendomi di Michelle.
    - É la tua ragazza? - chiese.
    - No, é mia cugina... -
    - E ti vuole bene? -
    - Certo! -
    - Bene... -
    Ho sempre odiato quel tono.
    Quando mi incamminai verso il mio banco lei urlò: - Kaulitz sei interrogato... Dove vai -
    Ero confuso, le lanciai uno sguardo interrogativo e rimasi fermo nel punto in cui mi trovavo.
    - Se non vieni interrogato ti metto due, sai che posso farlo -
    E così camminai verso la cattedra con fare incerto.
    - Mi dica per cosa sta la sigla RNA?-
    - Acido ribonucleico - dissi con non pochi problemi.
    - Bene... adesso vada alla lavagna e scriva il processo di mitosi e meiosi con gli schemi che vi avevo dato da studiare -
    Ed ecco la mia paura.
    Io davanti a quella lastra nera, osservato da tutti, messo sotto torchio da lei.
    - Se non ti muovi ti metto due -
    - Sto solo pensando... -
    - Pensa velocemente, non posso dirti tutto io -
    Poggiai il gesso ed iniziai a scrivere le tre fasi della mitosi.
    Metafase
    Anafase
    Telofase
    - Kaulitz va a posto. Ti metto tre, ma sappi che é regalato -
    - Ma non ho finito! - dissi preso dallo sconforto con le lacrime che con prepotenza volevano uscire.
    - Non m'importa! Devi essere veloce... se controbatti ancora ti abbasso il voto -
    - Stavo pensando! Cosa ho sbagliato? - urlai.
    - Innanzitutto non ti permettere più di rispondere così ad un professore -
    - Scusi - mi stavo torturando le mani.
    - Dimmi per cosa sta DNA -
    - Acido deossi... Acido desiossi... - non riuscivo a dirlo, ogni volta la lingua mi si intrecciava.
    - Acido desossiribonucleico le dice niente? -
    - Sì, ma non riuscivo a dirlo -
    - Ti prendi un due. Punto. Vatti a sedere -
    Stavo piangendo, non avevo mai preso un due.
    - Posso uscire? -
    - No e adesso leggi a pagina 40 la spiegazione del DNA a tutta la classe -
    Bagnai quelle pagine con le mie lacrime, mi stava mettendo in ridicolo. Non riuscivo a leggere bene e lei ogni parola mi riprendeva beffardo. Tornai a casa piangendo.
    Le giornate successive furono peggio. Ogni volta mi faceva leggere pagine con le parole più complicate ridicolizzandomi sul fatto che fossi dislessico.
    Un giorno mi fece venir voglia di spaccarle la faccia.
    Ero a fare il compito e lei stava sempre a riprendermi: - Kaulitz non parlare -
    Non stavo parlando con nessuno.
    Poi quando lo consegnai lei lo corresse davanti a tutta la classe segnandomi errori che non c'erano ed io glielo feci notare.
    - Quello non é sbagliato - dissi guardando la penna rossa che scorreva sopra le mie parole.
    - Sono io il professore o te? -
    - Lei, ma non capisco cosa abbia sbagliato - continuavo a non capire.
    - Allora, punto primo non sai scrivere - fece una pausa - Poi hai sbagliato a scrivere acido... leggilo! Dicci la sigla di DNA per cosa sta, vediamo se hai imparato -
    Tutti in quella classe mi stavano guardando. Sentivo la rabbia scorrermi nelle vene.
    - Acido desossiri - stavo finendo, lo stavo dicendo bene.
    - Senti, vai a serti per favore -
    - Ma lo stavo dicendo bene! -
    Esatto ragazzi, prima avevo il coraggio di rispondere alle persone... ma questo non giocava a mio favore.
    Desoxyribonukleinsäure... Molto più difficile, no?
    Andai a sedermi con un altro due in scienze.
    Passavo le giornate a casa a studiare scienze come se fosse un decalogo da sapere a memoria, non mi dovevo far trovare impreparato, ma crollavo.
    Delle giornate mi mettevo a piangere sui libri perché quelle parole sembravano fluttuarmi nella mente.
    Altre volte mi portava fuori dalla classe e mi chiedeva di parlarle di mia cugina.
    - Si mette il pigiama la notte? -
    - Non lo so, perché mi fa queste domande? -
    - Rispondi, posso alzarti la media se me lo dici -
    - Non si mette il pigiama -
    - L'hai mai vista nuda? -
    - Devo rientrare in classe... - feci per alzarmi ma lei mi trattenne mettendomi una mano sulla gamba.
    - Rispondimi e il due lo faccio diventare un sei -
    - Sì... -
    E mi resi conto che lei era veramente pazzo. Si mise la mano sotto la cintola ed io distolsi lo sguardo imbarazzato. Stavo sperando che entrasse qualcuno in quella maledetta stanza dei professori.
    - Descrivimela - sussurrò con un rantolo.
    - No... - credevo che la testa mi si fosse staccata da un momento all'altro da come era voltata indietro.
    - Dimmelo... - disse stringendo la presa sulla mia gamba.
    - É... alta. Ha gli occhi castani, i capelli castano-biondo -
    - Non voglio sapere quello -
    E poi... entrò la bidella. Vide me in lacrime con la faccia rivolta indietro, lei con una mano nelle sue parti intime e l'altra sulla mia coscia. Mi alzai di scatto correndo verso la porta. Adesso era tutto nelle mie mani. Avevo una testimone per denunciarla. Io e Katrine, la bidella, ci recammo dal preside raccontando tutto, lui chiamò i miei e successivamente facemmo la denuncia.
    Ah... bene!
    Sì... peccato che era solo l'inizio.
    Ricevevo chiamate a casa, sul cellulare, email sul computer.
    Passavo le giornate in paranoia.
    Un giorno mia cugina si decise a raccontarmi tutto.
    Venne a casa mia e parlammo, eravamo entrambi sul lettone con le gambe incrociate.
    - Lui voleva sapere come sei nuda. Perchè? -
    - Te lo dico... una sera lo incontrai in una discoteca, da lì lui diventò assillante, appiccicoso, mi telefonava sempre, mi pedinava ed io chiusi con lui. Non ci furono problemi fino ad oggi -
    - Quindi siete stati insieme? - squillò il telefono - Pronto? -
    - Sei con lei? -
    Riattaccai.
    - Chi era? - chiese Michelle.
    - Nessuno - squillò di nuovo.
    - Toccala, ti vedo -
    Presi il telefono e lo buttai con tutte le mie forze contro la parete davanti a me. Stavo tremando e piangendo, non ce la facevo più.
    Michelle aveva capito tutto, nonostante questo rimase a fissarmi stupita.
    Mi presi la testa tra le mani tirandomi i capelli ed a quel punto mia cugina mi cinse.
    - Non ce la faccio più... aiutami - le disse con poche forze.
    - Bill non so come aiutarti... Lo avete già denunciato... -
    E quella fu la prima volta in cui mia cugina mi deluse.
    Ricordate che vi ho detto la volta in cui mi sono fatto del male fisico?
    Ho accennato sul fatto che non fosse la prima volta, infatti quel giorno mi feci davvero male.
    Ricordo che portai le mani sotto i miei occhi e con tutta la forza premetti e tirai. Michelle mi urlava di smettere e cercava di farmi spostare le mani, ma poi capì che più faceva in quel modo e più io mi facevo del male. Dopo un po' riuscì a strattonarmi con forza e smisi. Avevo il sangue sulle mani e la faccia mi doleva vidi la mano di mia cugina alzarsi e poi colpirmi.
    Ne avevo bisogno. Vidi lei piangere e guardarmi in modo strano.
    L'avevo delusa.
    Si sentiva in colpa.
    Restammo abbracciati su lettone, lei mi cingeva da dietro e mi accarezzava dolcemente, parlandomi e facendomi rimanere il silenzio.
    Mi sentivo così debole...
    Decidemmo di trasferirci dopo che Michelle parò con i miei e che finii le mie sedute dallo psicologo. Fu un giorno da dimenticare quello.
    Ecco perché mi sono trasferito.
    Signor Sommer... glielo dico con il cuore.
    Spero che possa morire nel modo peggiore che esista in questo mondo.
    Lei ha dato inizio a questo percorso. Lei mi ha fatto essere quello che sono oggi. Lei mi ha fatto morire.
    Guardo il sole che tramonta in lontananza, tra poco raggiungerò il mio Tom. Voglio passare le ultime ore della mia vita con lui, e le voglio passare bene, come non le abbiamo mai passate.
    Le cassette sono finite.
    La mia vita é finita.
    So che alcuni di voi tengono davvero a me, ma... io non riesco ad essere felice.
    Mi dispiace.


    "Mi dispiace" lo ha detto piangendo. Io sto piangendo.
    Tu guardavi il tramonto ed io invece osservo l'alba.
    É bellissima. Come lo eri tu.
    Mi sporgo dalle balaustre e guardo in basso.
    É davvero troppo altro, come hai fatto ad avere così tanto coraggio.
    Come hai fatto a decidere di morire?
    Volto il mio sguardo nuovamente verso l' alba.
    Quel giorno siamo stati davvero bene, eppure non hai cambiato idea.


    Note: il capitolo é strutturato in modo 'strano' nell'inizio, ripercorrendo le varie registrazioni e mettendo in evidenza il fatto che ognuno (più o meno) ha Avuto o ha dei problemi (ciò non vuol dire certo che siano giustificati)
    Il resto del capitolo é l'inizio di tutti i problemi...
    Stavolta non riesco a scrivere una nota decente, forse é colpa del caldo XD
     
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  4. billina16
     
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    Inizio col dire che il signor Sommer è stato davvero un gran...meglio se non lo dico xD l'ho odiato dal profondo del cuore.
    Tutta questa serie di avvenimenti hanno portato Bill alla distruzione completa, ci si sono messi proprio d'impegno a rendergli la vita impossibile.
    e come hai detto anche tu ripercorrendo le registrazioni è stato messo in evidenza il fatto che alcuni dei ragazzi che hanno fatto soffrire Bill hanno avuto dei problemi, ma questo secondo me non li giustifica per niente perchè non avevano nessun diritto di far star male un altra persona.
    Vivi e lascia vivere xD
    Anche Tom quel giorno ha sbagliato ad abbandonarlo così, e questo ha segnato molto Bill.
    La cosa più brutta in assoluto è essere feriti dalle persone che amiamo o riteniamo speciali.

    Bellissimo capitolo, come sempre :)
    Bravissima, mi è piaciuto tanto ^^
    posta xD
     
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  5. -ShìneOnMe
     
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    aspettavo con ansia questo capito.. come hai detto tu solo perchè si hanno problemi non significa che bisogna crearne agli altri ... beh son curiosa della fine c.c continuaaa posta
     
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  6. -ShìneOnMe
     
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    up!
     
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  7. -ShìneOnMe
     
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    upp
     
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  8. black nails
     
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    Un po' come se fossi Bill vi consiglio di accompagnare la lettura con questa canzone: Video


    TAPE 7 SIDE B

    La cassetta va in automatico ed io ascolto il silenzio provenire dalle cuffie.
    Il giorno precedente alla tua morte tu venisti a casa mia, eravamo soli.
    Arrivasti sorridente e, senza darmi il tempo di chiudere la porta, mi baciasti. Era un bacio di quelli speciali, che hanno un messaggio; quello voleva dire : addio.
    Andammo in camera mia, ci spogliammo lentamente e ci accoccolammo sotto le coperte. I tocchi, i sospiri, quel giorno erano differenti.
    Passai la mia mano sul tuo ventre, ti girasti e mi baciasti nuovamente. Stavamo coperti nel nostro segreto che ormai non vale più niente. Ricordo il tuo sguardo pieno d' amore, era come un vero e proprio addio, solo che io non me ne accorsi. Quel giorno facemmo per la prima volta l'amore.
    Piango, soffro e mi dispero guardando questa alba.
    É il momento di una nuova vita, una vita senza di te. L'idea di buttarmi mi solletica la mente, tornerei da te, ma tu nella poesia mi hai scritto che devo vivere anche per te e così farò amore.
    Come hai potuto farlo?
    Come ci sei riuscito?
    Fisso il cielo e sussurro: - Ti amo -
    É ora di incamminarsi verso scuola, di iniziare questa nuova vita. Scendo le rampe di scale e ripercorro con la mente ogni cassetta e ogni momento passato con te; mi lascio alle spalle il signor Sommer, Frank, me stesso e tutti gli altri. La mia fantasia corre ed immagino di trovarti qua fuori, pronto ad abbracciarmi. So già che non potrà accadere, ma ci spero.
    Arrivo in fondo e con amarezza noto la mia solitudine, torno a guardare il tuo murales e lo fotografo in modo da averlo sempre con me. Schwartz sta miagolando, consapevole anche lui della crudeltà del mondo.
    - Grazie - sento il tuo sussurro provenire dalle cuffie che ho ancora nelle orecchie.


    MERCOLEDÌ

    Le ore a scuola sono state difficilissime, stare a contatto con persone crudeli che hanno portato alla morte l'unico tuo amore non é facile, fa soffrire. Percorro la strada di casa a piedi, non credo di riuscire a prendere un autobus, troppi ricordi in quelle piccole casse di ferro arrugginito; mi volto e una folata di vento mi investe il volto. Avverto una strana sensazione, é piacevole e sembra quasi familiare, sa di agrumi... Sa di te.
    Devo andare in un posto. A grandi passi mi incammino nella direzione opposta a quella che sto seguendo. Passo il campo di grano e le case abbandonate dei Foster e mi dirigo verso il grande cancello in ferro battuto.
    Il cimitero è un luogo che odio, da piccolo non ci volevo mai andare perchè era triste ed ogni volta mi fermavo davanti a questo stesso cancello osservando le tombe in marmo delle persone che non conoscevo e che ormai avevano finito il loro viaggio su questa terra, mia nonna mi prendeva per mano e mi diceva che non c'era nulla di cui avere paura, ma io non ne avevo paura, non mi piaceva, non sentivo il bisogno di entrare là e di salutare mio nonno, ma adesso... adesso voglio andare e cercare la tua tomba.
    Marmo bianco e una foto che ti ritrae sorridente; te la feci io quando andammo al lunapark, eri così felice. I tuoi non avevano foto recenti di te, così gliela diedi io. Non oso pensare a come mi stiano odiando, sono entrato in casa tua, ho fatto arrabbiare tua mamma e tuo papà perchè ho rubato una felpa che ti apparteneva.
    Hanno sbagliato, io ho sbagliato ed hai sbagliato anche tu Bill. Hai deciso di buttare tutto, di lasciare tutte le persone che ti amavano; forse tu non te ne rendevi conto, ma non c'erano solo persone che ti odiavano. Al funerale eravamo tutti in lacrime: la bibliotecaria che ti ha visto ogni giorno studiare al bancone principale; Melly che ti aveva visto una sola volta, ma che sentiva sempre parlare di te; Chanel che teneva stretta la collana che le avevi regalato per il suo compleanno; i professori che costituivano una fila intera di lacrime; la vecchia signora a cui è morta la figlia; c'era anche il pompiere che ti ha visto morire tra le sue braccia...
    Erano tutti lì per te, sai... non eri il solo che soffriva e con la tua azione hai fatto soffrire altre persone.
    Mi inginocchio a terra come se tu potessi vedermi e con gli occhi lucidi fisso la tua foto. Quel volto... mi manca, mi manca tutto di te.
    Chiudo gli occhi e con le mani che tremano le avvicino alla tomba, è così fredda. Vorrei darti un ultimo addio, ma non è possibile.
    Non riesco a non pensare ai momenti passati insieme: alle nostre risate, ai nostri giochi, alle nostre chiacchierate, ai nostri primi tocchi, al nostro primo bacio, alla prima volta che abbiamo fatto l'amore.
    Ho imparato una cosa... Bisogna mettere da parte l'egoismo e l'orgoglio e cercare di capire. Dovevo levarmi dagli occhi quella benda che non mi permetteva di vedere cosa realmente ti stesse accadendo, dovevo capire cosa stavi passando, dovevo fare qualcosa per aiutarti, invece sono rimasto fermo a subire e guardare. É come se fossi rimasto sull'ultimo gradino della scala di quel vecchio palazzo e ti avessi visto camminare fino al baratro per poi buttarti.
    Una folata di vento mi investe il volto e... sarà la suggestione, ma... mi pareva una carezza; una delle carezze che ci scambiavamo nella notte io e te.
    Apro di scatto gli occhi e vedo solamente i resti di te.
    Mi manchi piccolo.
    Mi manchi tantissimo.

    - Tom, cosa faresti se mi accadesse qualcosa? -
    - Ma che sei scemo?-
    - No, davvero -
    - Non ti succederà nulla perché ci saró sempre io a proteggerti -
    - Ti amo tantissimissimissimo! -
    - Pure io scricciolo -
    - Comunque quando morirò ti starò attaccato come una piovra e ti spierò -
    - Fai come vuoi, poi chiamo i ghostbuster e vediamo chi vince -
    - Non vale! -
    - Sí che vale -
    - Ti amo Tom -
    - Anche io ti amo Bill -


    NOTE: agonia finita. Questa storia mi ha fatta crescere, contiene tutte le mie riflessioni e le sfaccettature del mio pensiero.
    Ogni personaggio si ricollega ad una persona reale in questa mia vita, altri non sono mai esistiti cosí, ma sono azioni compiute ed ingigantite.
    Spero vi sia piaciuta, spero che vi possa servire ad aiutare qualcuno.
    Un bacio la vostra BlacK nails
    Vi ringrazio per tutte le emozioni che mi avete trasmesso <3
     
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  9. zanzaretta89
     
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    bello il capitolo, è valsa la pena di aspettare un capitolo così bello, adesso spero che posterai il prossimo se ci sarà
     
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218 replies since 5/11/2011, 17:31   4100 views
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