Gala#18/13 (DE): "Non ci serve uno psicoterapeuta!"

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  1. Kate ~
     
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    “Non ci serve uno psicoterapeuta!”

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    Bill e Tom Kaulitz sono gemelli identici, il che a volte è difficile da credere. Anziché aver di fronte due persone geneticamente identiche, sembra di aver davanti due uomini che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro. Un’illusione ottica, perché non appena aprono bocca, ci si accorge di parlare con la stessa persona. Anche quando hanno opinioni completamente opposte…

    Il vostro lavoro come giudici a “Deutschland sucht den Superstar” finirà il mese prossimo. Cosa succederà dopo?

    Tom: ci dedicheremo esclusivamente alla nostra carriera musicale. Il nostro trasferimento a LA nel 2010 e la nostra pausa era data da due ragioni. Una è che era diventato quasi impossibile, per noi, avere una vita privata in Germania. L’altra è che volevamo lavorare al nostro nuovo album in pace. Speriamo di finirlo quest’anno. Le canzoni per l’album sono già state scelte, ora siamo nell’ultima fase di produzione.

    L’attrice Gwyneth Paltrow dice: “Le persone restano ferme all’età in cui sono diventate famose”. E’ vero?

    Tom: ha centrato il punto. Spesso penso di non essere cambiato così tanto. Ho sempre lo stesso tipo di humour e faccio sempre i soliti scherzi idioti. In un certo modo, resti lo stesso. Però abbiamo anche imparato molto – da come aver a che fare con lo staff a come funziona il business musicale.

    Un sacco di star teenager cadono in una spirale e, successivamente, terrorizzano la gente attorno a loro con la loro arroganza, come ad esempio Justin Bieber. Chi si permette di dir loro di no?
    Bill: spero davvero che nessuno faccia così, ma è un dato di fatto che ci sono ancora persone che si oppongono a noi. Conosciamo molte delle persone che ci stanno attorno da sette, otto anni e che non smettono di dirci la verità solo perché siamo famosi. Penso spesso che il nostro ambiente vede le cose in modo troppo critico perché io e Tom che troviamo sempre nella posizione di dover difendere noi stessi e le nostre azioni.

    Robbie Williams è stato scoperto a quindici anni, proprio come voi. Dice: “La fama enfatizza la tua sensibilità, rafforza le tue debolezze e rivela il lato più inquietante del tuo carattere”.
    Bill: è vero. Una carriera enfatizza la tua forze e rafforza le tue debolezze. Sono sempre stato un estremo perfezionista ma ora, in realtà, ho raggiunto il punto in cui mi prende il panico se qualcosa non va nel modo in cui vorrei. Questo senso di panico a volte è così intenso da non farmi dormire la notte. Nessuno deve farmi pressione, me la faccio già da solo.
    Tom: sono così puntiglioso per i piccoli dettagli che devo sempre sapere cosa succederà il giorno dopo. Se capita qualcosa che non era programmato mi sento come se fossi sull’orlo del disastro. Vorrei poter dire: “Ok, come ti pare. Vediamo cosa ci porterà il nuovo giorno” ma non ci riesco. Inoltre, a volte mi chiedo se è salutare parlare con me stesso tutto il giorno quando io e Bill siamo separati. Mi stressa quando continuo a parlare fra me e me, perché non so se sto prendendo una direzione strana o no.

    Come vi sono sembrati questi anni di pausa?
    Bill: la cosa strana è che non so dire se è più difficile vivere con o senza fama. Dopo due anni di tempo libero, sento davvero l’urgenza di ricominciare a lavorare. Ma nel momento in cu vedo i primi fotografi, penso “Merda, forse mi serve un altro anno di pausa”. Da una parte voglio essere lasciato in pace ma dall’altra voglio avere successo con la band. Ma le persone sono così - vogliono sempre quello che non possono avere.

    La vostra vita in pubblico vi ha messo nella condizione di dover fingere, anche quando fate cose normali come fare la pipì?

    Tom: è così per Bill, non per me.
    Bill: non riesco a levarmi quell’abitudine. Appena vedo una telecamera, divento paranoico e comincio a comportarmi in modo schematico. Anche quando facciamo delle foto durante le feste con la famiglia, sono teso perché so che quelle foto un giorno saranno pubbliche. Un flash per me significa: stai attento, stai lavorando e sei in pubblico!

    Chi paghereste di più all’ora: un meccanico o una psicoterapeuta?
    Bill: un meccanico. Spesso penso che sarebbe un bene, per me, vedere uno psicoterapeuta ma non ci credo molto. Non sono una persona che se va in giro senza sapere che tipo di problemi ha. Sono abbastanza bravo a capire cosa c’è che non va in me. Ma sento che se non sono in grado di risolvere da solo i miei problemi, nemmeno un estraneo potrebbe farlo.
    Tom: parlare con uno psicoterapeuta aiuta un sacco di gente. Noi, come gemelli identici, non ne abbiamo bisogno perché ci parliamo l’un l’altro ogni giorno. Io sono lo strizzacervelli di Bill e lui è il mio. Ecco perché mi accorgo subito quando lui non c’è. Allora devo parlare da solo.
    Bill: nessuno può capire il nostro bisogno di condividere ogni cosa che ci viene in mente. Spariamo fuori tutto quello che ci passa per la testa, senza filtro. Le persone normali non lo fanno nemmeno di fronte alle loro madri o ai loro migliori amici.
    Tom: la nostra comunicazione è come una scorreggia – facciamo uscire tutto. Per le persone che ci sentono è uno shock. Dal momento che sappiamo tutto l’uno dell’altro, siamo davvero molto uniti. E’ una sensazione quasi soprannaturale, al punto che condividiamo quasi gli stessi pensieri. In realtà, non dobbiamo nemmeno parlarci. Sappiamo già cosa sta pensando l’altro.

    Non rende pazze le donne sapere che saranno sempre in secondo piano?
    Tom: sicuramente ci vuole un po’ di tempo per abituarsi a noi, perché siamo come un pacchetto doppio. Probabilmente passeremo la nostra intera vita assieme e faremo parecchie cose insieme. E’ molto difficile per il partner non essere gelosi di un’intimità del genere.

    Molti gemelli identici pensano che una relazione così simbiotica sia più una tortura che un divertimento, e attraversano diverse fasi perché non riescono ad accettarsi ma, nello stesso tempo, non possono immaginare una vita senza l’altro. Questo tipo di intimità a volte vi terrorizza?
    Bill: no. Non abbiamo mai avuto pensieri simili. Non riesco nemmeno ad immaginare di stare lontano da Tom per un lungo periodo.

    Robbie Williams vive a LA dal 2002. Dice: “E’ quasi impossibile innamorarsi a LA, perché le donne sono così nevrotiche. E questo da’ loro dei super poterti. Quasi ogni di loro è bravissima ad essere nevrotica”. Condividete la sua visione?
    Tom: ci sono un sacco di queste tipe egocentriche a LA, le cui personalità sono perlopiù false. Ma penso che questo tipo di donna sia diventato internazionale. Se sei sfortunato, le puoi trovare in ogni città.

    Facciamo finta che vedete una donna in un coffe shop a LA che cattura il vostro interesse. Come vi presentate?

    Bill: è tipico di LA che le persone ti parlino molto di loro stesse. Tutti pensano di fare qualcosa di interessante e di condurre una vita meravigliosa. Io e Tom attiriamo l’attenzione senza dire quasi nulla di noi stessi. Quando le persone ci chiedono cosa facciamo, io minimizzo subito. A LA minimizzare è deprimente. Ecco perché la gente parla sempre della propria vita. E a me va bene, davvero.
    Tom: quando ti iscrivi in palestra, a LA, devi dichiarare che lavoro fai sul modulo. Allora non ci guardiamo e pensiamo a qualcosa che suonerebbe realistico. Quando scriviamo che siamo studenti del college, la gente si accorge che non può essere vero e ci chiede: “Come potete guidare una macchina del genere se siete studenti del college? Siete figli di qualche milionario?”

    Ancora, Robbie Williams diche che ci sono due tipi di groupie in Germania: “Un tipo vuole fare foto mentre si fa sesso, per avere una specie di prova da mostrare agli amici. L’altro tipo chiede ‘Robbie, i tuoi sentimenti per me sono veri?’”. Avete avuto esperienze simili?
    Tom: posso confermare che le groupie vogliono sapere se i miei sentimenti per loro sono veri. Ma non succede solo in Germania. Penso che dipenda da come te la porti a letto. Ad alcune donne difficili da capire fai delle promesse. Sono quelle che poi ti chiedono se i tuoi sentimenti sono veri. Non mento mai quando rispondo, perché penso sia imbarazzante. Cerco di star nel mezzo, non dico mai che si tratta di una notte sole ma non faccio nemmeno credere che succederà qualcosa tra noi.

    Come reagisci quando una donna vuole scattare una foto mentre fate sesso, come prova per i suoi amici?
    Tom: non farei mai una cosa simile. Con noi, in quel caso, le donne sono sempre informate del fatto di non poter fare foto. E’ chiaro. Quando eravamo agli inizi, le ragazze doveva lasciare giacche e borse alla sicurezza ed entrare nella nostra stanza quasi mezze nude.

    Come reagiresti se una donna, domani, ti dicesse di essere incinta?
    Tom: non può succedere a me. Ho una relazione ed inoltre non vado con donne a caso da parecchio tempo, ormai.
    Bill: sono cambiate molte cose. All’inizio della nostra carriera dovevamo firmare un sacco di autografi. Oggi, le persone non li vogliono più. Quando la gente mi chiede se possono fare una foto, e sto di merda, dico loro: “Non arrabbiatevi, ma oggi niente foto. Ma posso firmarvi qualcosa, se volete” allora loro rispondono “No, grazie”.
    Tom: quando vuoi fare una foto, la gente si eccita a tal punto da non riuscire ad accendere la fotocamera e inizia a tremare. In quei momenti mi innervosisco molto.
    Bill: siamo entrambi maldestri in queste situazioni. Ammiro gli estranei che si incontrano e riescono a chiacchierare o a tenere in piedi una conversazione. Quando incontro qualcuno che non conosco, mi sento fuori posto. Non so mai cosa dire e, in molti casi, neanche l’altro. E poi parte questo silenzio imbarazzante. Per me è più facile chiacchierare in inglese, perché ci sono parecchie frasi fatte con le quali cominciare un discorso. In Germania ogni cosa è così carica di significato.

    Quand’è stata l’ultima volta che hai detto ad una persona “Ti amo”?
    Bill: quand’ero a scuola lo dicevo spesso alle mie ragazze, senza pensarci due volte - ma non ero mai serio- A volte mi è capitato di prendermi una cotta, ma mai nulla di serio. Non ho ancora trovato nessuno a cui dire “Sì, ti amo e lo dico sul serio con tutto il mio cuore”. Con i membri della famiglia, ovviamente, è diverso.
    Tom: lui mi dice ogni giorno che mi ama da morire.

    Un sacco di artisti vivono di amor proprio. A te, Bill, manca davvero qualcuno nella tua vita?

    Bill: mi manca amare qualcuno - ma poi cosa significa davvero “mancare”? Non è che cerco l’amore della mia vita ogni giorno e penso sempre “Oh, povero me, non ho ancora trovato il mio vero amore”. Il punto è che la gente è fatta per stare con qualcuno. Penso che a nessuno piaccia essere single, davvero. Penso sia una bugia.
    Tom: alcune persone ti compatiscono e dicono: “E’ single da così tanto tempo. Dev’essere depresso”. Dimenticano che non vivi una vita triste, che non sei solo e che lavori su te stesso.
    Bill: esattamente. La relazione che viene prima di tutto sarà sempre quella tra me e Tom. Tutto il resto verrà comunque dopo.

    Dicono che Goethe l’ha fatto, per la prima volta, a 39 anni!
    Bill: wow! Allora mi sento meglio.

    Edited by †Diurna† - 26/4/2013, 22:37
     
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    Non credo mi sia molto chiara la risposta alla terza domanda ò.ò
     
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  3. diana el
     
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    Tom: la nostra comunicazione è come una scorreggia – facciamo uscire tutto.

    ma anche no, si spera
     
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