«Hai paura della notte?

NC17,Adult Content,Non-con,Long Fic

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  1. MiikHy_Deafening
     
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    Note. Uaa grazie donne *-*
    giorno e notte??Addirittura? xD

    Disclaimers: ciò che scrivo è inventato O_O, Tom e Bill non mi appartengono anche perchè sennò non starei qui O_O, Tom e Bill non si amano e se lo fanno di certo non lo dicono a me O_O, non ci guardagno un ficoletto inacidito O_o ne ce lo voglio guardagnare x°D.










    « ● Hai paura della notte?






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    IV Capitolo






    Ero ancora lì, seduto a terra con le mani strette sullo stomaco, le gambe piegate in modo tale che vi potessi nascondere la testa, che invece era accasciata contro la porta d'emergenza alle mie spalle facendo in modo che potessi aspirare più aria possibile vi fosse in quel luogo.

    Lui anche era lì, me ne accorsi pochi secondi dopo, mentre fumava “quella cosa” in tutta tranquillità in uno snervante quanto cadenzato ritmo che mi fece rimanere imbambolato per una manciata di attimi a fissarlo.

    -Vuoi fare un tiro?-
    una voce roca, giovanile ma piuttosto dura mi colse all'improvviso e spostai subito gli occhi dalle sue labbra arrossendo, iniziando a ritenere davvero fantastico il modo in cui le formichine accanto ai miei piedi camminavano in fila una dietro l'altra.
    Poi mossi il capo in senso di diniego ricordandomi della sua domanda.

    Non riuscivo a vedere bene cosa stesse facendo, ma con la coda dell'occhio notai che aveva ancora lo sguardo perso chissà dove mentre la canna, e che fosse una canna ormai ne ero sicuro, continuava ad avvicinarsi e ad allontanarsi dalla sua figura intrappolata tra le sue dita.

    -Non dovresti fumare quella roba, ti fa male!- bofonchiai stringendo le braccia intorno alle gambe e poggiando il mento sulle ginocchia ossute.

    Non sapevo da dove fosse uscito quel sussurro, né perché fosse uscito in effetti.
    Ma ero sempre stato un tipo piuttosto...ficcanaso e curioso, anche se molto silenzioso e timido, io stesso ero spiazzato dalla mia loquacità in quel momento con un tipo che era piuttosto pericoloso, ma io questo non potevo saperlo, perché non sapevo captare nulla delle persone, non avevo quel sesto senso che ti fa allontanare da un individuo se ti pare da tenere alla larga.

    Non avevo mai avuto nessun rapporto con nessuno e ripeto, non vedevo differenza tra quel ragazzo difronte a me e il figlio di un collega di mio padre.
    Non c'era un minimo particolare importante che li differenziasse, come non ce n'era nessuno tra lui e me.

    Il denaro non contava un bel niente, e questo lo sapevo benissimo sulla mia pelle.

    Forse anche lui rimase un po' interdetto dalla mia sfacciataggine e dal mio coraggio, tanto che smise un attimo di fumare e spostò completamente la sua attenzione su di me, ridacchiando poi sotto i baffi.

    -Non c'è niente da ridere, ho perfettamente ragione!- dissi più forte alzando la testa e voltandomi a guardarlo. Non stava solo ridacchiando, sul suo volto vi era proprio un bel sorriso disegnato, e ne rimasi un po' stupito, quel ragazzo aveva un sorriso fantastico.
    Cinque secondi e la sua risata cristallina smise mentre con un sorriso ancora più grande disse: -Questa roba mi fa male? Allora te cos'hai fumato per essere ridotto in quello stato??- e poi come se niente fosse ricominciò a ridacchiare e a portarsi la canna alle labbra con fare disinvolto.

    Arrossii furiosamente alle sue parole, e in effetti quel tipo aveva perfettamente ragione.
    Ero lì, seduto a terra privo di forze, le gote arrossate dallo sforzo, il respiro pesante e gli occhi lucidi, di certo non stavo facendo una grandissima impressione, anche se questa era la cosa che mi importasse di meno in quel momento.

    -N-non ho fumato nulla- sussurrai con le guance ancora più rosse.
    -Io non fumo, non fa affatto bene- continuai con il volto ormai completamente congestionato.
    E poi mi resi conto che stavo parlando un po' da solo, poiché stavo quasi sussurrando e quel tipo di certo non mi sarebbe riuscito a sentire.
    Arrossii dinuovo a quel pensiero.
    Stavo facendo una figuraccia orribile con la prima persona con la quale avevo deciso di instaurare un rapporto...

    Un momento? Stavo instaurando un rapporto??
    Io che avevo passato la mia adolescenza chiuso nel mio castello perchè avevo troppa paura della gente?
    No...o forse si.
    No e no, era completamente impossibile.

    -Che freddo!- sentii all'improvviso e uno sbuffare piuttosto sonoro mi ronzò nell'orecchio sinistro.
    “Rinvenni” nella realtà e quando mi girai alla ricerca della sua figura me lo ritrovai esattamente troppo vicino, seduto accanto a me mentre continuava a fumare quella maledetta canna.

    -Che-che...che fai?- balbettai spostandomi con il corpo leggermente nella direzione opposta alla sua.
    Ok che il suo odore, l'unico per la precisione, non mi dava né la nausea né nessun fastidio, anzi, anche un leggero sapore di benessere, ma era anche vero che la sua presenza c'era, era lì, accanto a me, e questo mi faceva sentire un po' nervoso, e tremavo...e sapevo che non era solo il freddo.

    Il suo sguardo mi fissò un po' stupito, un po' troppo in effetti...
    -Mi siedo dove non è bagnato- aveva risposto e poi aveva di nuovo ripreso a fumare come se nulla fosse stato.

    Ok...piano...il tutto a rallentatore.
    Cosa numero uno, la sua voce, diamine, la sua voce era roca e sexy e non ne avevo mai sentite di cosi.
    Era anche vero che le uniche persone con cui parlavo erano coloro che lavoravano nella mia casa, genitori sottointesi ovviamente, ma avevo sempre visto diversi film e cartoni animati, anche se da solo, e la sua voce era diversa, la sua voce era...sublime.
    Nessun compagno della mia classe, per quanto ero riuscito ad ascoltare quella mattina, aveva una voce tanto bella da essere anche solo minimamente paragonabile a quella del ragazzo di fronte a me.

    E poi si, mi guardai intorno dandomi mentalmente dello stupido.
    Era tuttto dannatamente bagnato ad eccezione della porta di emergenza riparata sotto la tettoia dell'intera costruzione.




    *





    Freddo, faceva freddo freddo freddo in quel postaccio.

    Ma almeno potevo fumarmi una canna in santa pace, o quasi.

    Era forse passata un'ora o poco più da quando quel “signorino” Trumper se ne stava seduto accanto a me ma a debita distanza di sicurezza come se tenessi le pulci o chissà che.
    Bè era ovvio, un tipo come lui non poteva di certo stare accanto ad un poveraccio, chiaro.

    Aspirai di nuovo dalla canna.
    Sentivo la testa vorticare un poco e il calore che si propagava per le mani ed il corpo, il solito effetto a volte negativo, ma in quel caso no, delle canne.

    Quando te le fai l'estate senti una voglia matta di buttarmi al fiume, poi inizia a girarti la testa e vortica, vortica fina a farti venire la nausea.
    E ridi, scoppi a ridere come uno scemo. Ormai il fatto che fossi abituato a farmi una canna e più al giorno faceva sì che non scoppiassi più a ridere come un idiota di fronte alla gente, e la testa nemmeno ronzava più di chissà che.

    In effetti anche con l'alcool era cosi, bevevo e bevevo ma in confronto ai miei amici o a quelli della mia banda non mi ubriacavo mai del tutto, ero molto bravo a reggere diciamo.
    Mossi il filtro ormai finito da un bel pezzo tra le mani...me lo sarei sniffato insieme all'altro quella sera, se mia madre non fosse ritornata a casa a rompere il cazzo anche quella volta.

    Mi girai verso di lui, verso un respiro lento e regolare, molto più tranquillo a quello di quando quel ragazzo era appena arrivato.

    Avevo sentito sbattere la porta e poi un botto, seppur sempre delicato, a terra. E cosi ovviamente mi ero girato e lo avevo visto lì, seduto a terra con il respiro irregolare e affannato, le labbra rosse come una fragola, la pelle ancora più candida di prima, le mani strette una sulla bocca e una sullo stomaco che stringeva la maglietta come se stesse per sentirsi male all'improvviso.

    Poi aveva parlato, dio che voce splendida che aveva. E a questo pensiero mi ero dato subito mentalmente dell'idiota, ma quel tipetto mi intrigava, o almeno mi pareva un po' diverso da tutti gli altri ricconi della zona o semplici ragazzi qualcunque che ero abituato a frequentare.

    A dirla tutto era parecchio strano. Era ancora lì, con la testa nascosta tra le ginocchia piegate e cinte dalle sue braccia longilinee.
    Aveva parlato molto poco, da questo ne deducevo che non fosse un chissà che grande chiacchierone, e questo era positivo, molto positivo, i tipi logorroici mi facevano saltare sui nervi, anche io non è che parlavo mai chissà quanto poi...

    E in più... non era stato intimorito dalla mia presenza, e non sapevo se ritenerla una cosa positiva o negativa. Era come se per lui fossi un qualsiasi ragazzo normale, non ero cosi, per tutti non lo ero.
    Un tossico si tiene alla lontana, un tossico potrebbe farti del male, trascinarti nella sua stessa strada...

    Continuavo a guardarlo e a sentire il suo respiro dolce, i suoi capelli corvini e sicuramente morbidi al tatto, le sue mani intrecciate oltre le ginocchia che...tremavano, sicuramente infreddolite da quel gelo. E in effetti non aveva con sé nulla, nemmeno una giacca un po' pesante, niente.

    Era...infinitamente piccolo, non avevo mai visto un ragazzo tanto gracile nella mia esistenza.
    Pareva una donnina delle nevi, bianca come la luna, fatta di porcellana e bella da far invidia alla modella più famosa del pianeta.
    Eppure era un lui, era un ragazzo, questo mi era stato confermato fin dall'inizio.
    E per un attimo credetti che nemmeno una donna sarebbe potuta risultare tanto docile, bella ed aggrazziata come quel...Bill.

    -Piacere Tom-
    ok, ero davvero un deficiente lo dovevo amettere, scapparmene così non aveva proprio senso.
    Lo vidi alzare la testa e guardarmi un po' interdetto e stralunato.
    Poi era arrossito, di nuovo, ed il suo volto di porcellana era divenuto ancora più grazioso.
    E aveva tremato ancora, sicuramente sempre per via del freddo, era stato un po' immobile con lo sguardo vaquo, tanto che fui tentanto di ritirare in fretta la mano prima di fare l'ennesima figura da scemo in una giornata, invece l'aveva afferrata.

    Aveva slacciato le sue candide manine intrecciate e una delle due l'aveva stretta tra la mia, con dolcezza e delicatezza infinita.

    -Bill...- aveva sussurrato sensualmente.

    Un contrasto davvero vergognoso. Quella di Bill piccola, morbida e bianca, le unghie perfettamente smaltate di bianco e di nero, liscia come la pelle di un neonato, e la mia grande e callosa dalla carnagione leggermente abbronzata un po' fuori stagione, le dita forti e dai lineamenti marcati, le unghie corte solite di un chitarrista per diletto come me.

    Eravamo stati brevi istanti cosi e poi entrambi avevamo ritirato quel contatto.
    Bill era rimasto fermo lì a stringersi la mano, le guance ancora più rosse di prima, adorabili.

    Lo vidi sobbalzare spaventato quando poggiai la grande felpa che mi ero appena sfilato sulle sue spalle.

    -Fa freddo, tienila, stai tremando da impazzire-
    avevo detto imbarazzato, forse imbarazzato per la prima volta in vita mia.
    E lui mi aveva sorriso, mi aveva inizialmente guardato un po' sconcertato e poi aveva sorriso davvero, illuminato da un bagliore lunare spaventosamente bello.

    -Grazie...- aveva sussurrato piano piano.

    E poi entrambi ci voltammo al suono di un vociare che proveniva dietro di noi, dalla porta di emergenza.

    Sentimmo la campanella suonare dall'istituto dall'altra parte della grande palestra e subito immaginai la bolgia che ci sarebbe stata entro un po'.

    Lo vidi guardarmi e gli sorrisi
    -aspettiamo un po' che escano tutti i nostri compagni e poi entriamo-
    Ero stato duro vero?? Avevo usato il mio solito tono, vero'??
    No, caspita avevo usato un tono...dolce, come se stessi parlando con un bambino di sei anni, e Bill...un po' gli assomigliava...

    Aveva uno sguardo tremendamente infantile, ma in senso positivo...pareva venisse da un altro pianeta e che io fossi un alieno del pianeta terra, ecco.

    Lo squillo del suo cellulare interruppe i miei pensieri. Gli Alesana erano scoppiati in tutta la loro potenza dalla sua tasca facendomi prendere un infarto, che merda di musica era quella?

    -Pronto?- lo sentii sussurrare ancora imbarazzato mentre si stringeva bene la felpa sulle spalle.
    -Si..s-si Jared arrivo subito...si- e aveva riagganciato velocemente mettendo il cellulare in tasca.

    -Io...dovrei andare- disse tornandomi a guardare.
    -Anche io- risposi alzandomi in piedi accanto a lui.
    Lo vidi tener ben salda la mia felpa tra le spalle mentre alzandosi si ripuliva i pantaloni da tutta quella polvere.

    -C'è un'altra strada oltre a quella dentro la palestra?- sussurrò.
    -Si, seguimi- dissi aspettando che avessi tutta la sua attenzione.
    Poi mi incamminai lentamente in avanti attraversando un vicoletto sudicio dell'edificio davanti a noi e risbucando direttamente sulla strada.
    Svoltai a destra con fare indifferente come mio solito.
    Lo vedevo incespicare ed accellerare il passo per starmi dietro mentre continuava a guardare in basso e a non alzare gli occhi.

    Mi fermai giunto davanti ad una lucente limousine che tutti ammiravano mentre uscivano dall'edificio scolastico.
    Sorrisi, sicuramente Bill era arrivato.

    -Eccoci qui, allora ciao!- dissi guardandolo un secondo e allontanandomi da lì continuando a camminare.

    Lo vidi bloccarsi e fissare prima la felpa e poi me
    -Ma la- -Puoi tenerla- lo interruppi facendo un cenno della mano mentre senza fermarmi continuavo a camminare.
    Al massimo avrebbe potuto utilizzarla come straccio visto che con una felpa del genere uno come lui non ci faceva un bel niente.

    Eppure in cuor mio, stupidamente e senza sapere il perchè, speravo che almeno la tenesse ancora un po' tra le sue candide e morbide dita...






















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    Edited by MiikHy_Deafening - 28/10/2009, 11:17
     
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