«Hai paura della notte?

NC17,Adult Content,Non-con,Long Fic

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  1. MiikHy_Deafening
     
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    *O* che bello,, piace, evvai <3
    Posto subito *^*

    Disclaimers: ciò che scrivo è inventato O_O, Tom e Bill non mi appartengono anche perchè sennò non starei qui O_O, Tom e Bill non si amano e se lo fanno di certo non lo dicono a me O_O, non ci guardagno un ficoletto inacidito O_o né ce lo voglio guardagnare x°D.






    « ● Hai paura della notte?





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    Capitolo V






    Non ho mai riflettuto sul fatto che quello che mi accadde era già accaduto ad altre tantissime persone...eppure mi ero sempre chiesto perché quella specie di maledizione fosse capitata proprio a me. Perchè la mia mente, il mio corpo e i miei sensi avessero reagito cosi a quella situazione. Perchè molte persone dopo uno stupro fossero in grado di tornare a vivere una vita normale, o alcune con l'aiuto di qualche psicologo almeno a riprovare a ricominciare da capo, a “dimenticare”... mentre la mia anima si era accartocciata su se stessa esternando tutto ciò che vi era al di fuori, eliminando ogni possibilità di avere una vita come tutti.

    Perchè la mia mente era stata segnata cosi a fondo da ammalarsi e rendermi uno psicopatico.
    Non che fossi pazzo insomma, ma avevo una specia di malattia mentale che a causa di uno shock era nata, e che a detta dei miei psicologi se ne sarebbe andata prima o poi.

    Sapevano che non era cosi.
    Lo sapevamo anche i miei genitori ma non volevano accettarlo e questo mi faceva impazzire dalla rabbia e dal dolore, perchè loro stavano male, loro erano le vittime, loro erano da compatire, loro che avevano un figlio malato, ma io...
    Io che ero il protagonista di tutta quella storia...
    Io che non avrei mai avuto una vita normale...
    Io che non avrei mai potuto amare nessuno...

    …Io non ero niente.







    Mi alzai sudato dal mio letto, il fiato corto, le mani tremanti che stringevano convulsamente le lenzuola.
    Anche quella notte avevo urlato, di questo ne ero più che sicuro.
    Sentii delle voci al piano di sotto e mi alzai pigramente mettendo una vestaglia sulle spalle e scendendo piano piano una piccola parte della scalinata laterale di quella immensa casa.

    -Bene, allora si è relazionato con qualcuno, ne siamo felici-
    sentii un sospiro e capii subito che quella voce pigolante apparteneva alla mia mamma.
    Dai rumori delle poltroncine capii che di certo in quella sala non era da sola, ma c'era qualcun'altro con lei, l'odore del tabacco alla grappa era di certo appartenente al sigaro che stava fumando Gordon lì accanto mentre quell'altro odore era lui, il mio psicologo, diamine, la puzza del suo dopobarba era indistinguibile...

    e le altre due persone lì insieme a loro chi potevano essere mai??

    Scesi ancora un po' le scale camminando poi piano piano e con minor rumore possibile verso la grande porta che portava sulla sala da lettura.
    L'enorme camino acceso alla parete centrale della stanza dava un grande segno di onnipotenza in tutta la sala dalle pareti bordò.
    I divanetti, rigorosamente rossi e dai piedi di un antico legno pregiato sfoggiavano la loro ricchezza e preziosità proprio al centro della stanza, davanti a quell'enorme camino.
    Le pareti laterali ricoperte di arazzi finemente lavorati e teste di animali appese qua e là che odiavo da impazzire. Con disgusto notai anche i piedi di qualcuno ben poggiati sul tappeto maculato di chissà quale povero leopardo sfortunato.

    Quel consumismo mi faceva impazzire dallo spreco e dallo schifo.
    I ricchi stessi mi facevano schifo.
    Io mi facevo schifo.

    Il mio occhio indagatore salì dai loro piedi ai loro volti mentre fissava ben nascosto tra le ante semichiuse del grandissimo portone in legno.
    L'area che alleggiava in quella stanza era troppo pesante e carica di tensione e qualcuno forse stava sudando, ne sentivo vagamente l'odore nauseabondo.

    -Si sognora Kaulitz, suo figlio Bill sta reagendo positivamente alla cura che gli abbiamo somministrato-
    Un signore un po' tarchiato e barbuto sorrise seduto accanto a lui.
    -Detto cosi sembra che lo stiamo impasticcando- disse sorridendo disgustosamente -usare come cura però l'idea di lasciarlo direttamente tra la gente al primo impatto mi è sembrata positiva. Il signorino, secondo i suoi insegnanti, ha stretto la mano al suo professore e non è svenuto né si è sentito mancare nemmeno una volta mentre stava proseguendo la lezione. Da questo ne deduco che possa davvero forse riuscire a riprendere qualche relazione con le persone-

    Vidi mia madre sorridere nervosa e stringere la mano di mio padre accanto a lei quasi per darsi del coraggio.

    -Questo significa che forse nostro figlio potrà tornare ad essere...un ragazzo normale?-
    storsi il naso a quella stupida domanda, io ero normale, che diamine intendeva dire??

    -Non possiamo esagerare signora Kaulitz- sorrise il mio psicologo privato, Dio quanto lo odiavo.
    -Dobbiamo ricordare che quando il signorino Kaulitz è tornato dalla scuola è subito svenuto nella macchina e lo abbiamo subito dovuto far tornare in camera sua, sembrava non respirasse più!-

    -Si e...e io e Gordon abbiamo avuto paura quando ci hanno chiamato in studio. Che vuol dire tutto questo? Cosa gli sarà successo??-
    -Come ben sa signora Kaulitz,suo figlio reagisce in modo negativo alla presenza della gente.
    Dopo il suo stupro...non ha più parlato per molto tempo con le altre persone e prima che lei stessa riuscirre a riabbracciarlo e a potersi avvicinare toccandolo anche solo lontanamente erano passati dei mesi...-

    -Ricordo bene...- la sentii ammettere sconfortata.
    -Il fatto è che...come tutti ben sappiamo, Bill è rimasto in qualche modo segnato psicologicamente da quell'evento. Il fatto che si allontani anche solo alla vista di un qualcuno che non conosce non è solo per la paura di essere sfiorato ma anche solo dell'odore di quella persona stessa-

    -Riesce a sapere ogni volta che profumo indosso- sorrise Simone guardandolo negli occhi.
    -E questo perchè quella notte di tanti anni fa probabilmente fu colpito dall'odore di quell'uomo. Bill ha paura dell'odore del sangue, dell'odore del sudore, dell'odore della polvere, della sporcizia, dell'erba bagnata di rugiada. Bill ha paura di tutti quegli odori che hanno caratterizzato la sera del suo stupro-
    -Ho avuto clienti- iniziò l'omino accanto a lui, probabilmente un suo collega -che hanno reagito in modo diverso ma pur sempre nello stesso ambito. Vi è chi ha paura dei luoghi angusti come appunto il luogo in cui ha subito la violenza, o chi ha paura del buio...-

    -Bill ha paura del buio!- lo interruppe mia madre all'improvviso guardandolo negli occhi, e il mio psicologo sorrise -la signora Kaulitz ha ragione Josh- sicuramente il nome dell'omino parlante accanto a lui – Bill ha paura di tutto ciò che ha a che pare con le persone, dunque il contatto fisico e il loro odore, e di tutto ciò che ha a che fare con la notte appunto perchè il suo stupro avvenne a tarda ora-

    -Ha paura della notte?- disse quasi stupito guardandolo un po' stranito.
    Sobbalzai a quelle parole anche se era forse la duecentesima volta in 10 anni che le sentivo ripetere ogni volta venisse consultato un nuovo psicologo per la mia “cura”.

    -Questo non me lo avevi detto-
    -Scusa Josh, non lo avevo ritenuto cosi importante- sorrise continuando a guardare mia madre.

    -Che cosa possiamo fare allora? Anni e anni rinchiuso in questa casa senza conoscere né parlare con nessuno!-

    -Mandarlo ad una scuola pubblica è stata un ottima idea, una delle migliori secondo me- affermò il mio psicologo annunedo con la testa -è vero, dopo è crollato e purtroppo non abbiamo potuto portarlo a scuola per la settimana successiva, ma questo è solo un dettaglio, ieri pomeriggio stava bene, mi ha stretto la mano molto amichevolmente e è anche uscito in giardino dopo le 18 per passeggiare un pochino all'aria aperta. Sta reagendo, dopo anni sta reagendo, e lunedì potrà tornare a scuola e rientrare in contatto con la gente. Forse un anno o due e riuscirà persino a farsi qualche amico!-

    Sentii mia madre sospirare ancora e ritrassi un pochino il mio occhio dalla porta.
    Quei tipi parlavano di me come se fossi stato un esperimento. Ero una persona normale, con qualche problema psicologico,...ok, con un po' troppi problemi psicologici, però pur sempre una persona, pur sempre normale, ero normale diamine, diverso ma normale.

    -Q-quindi...- balbettò incerta.
    -Quindi forse potrà essere un ragazzo normale??-

    Ancora con quella storia?
    Alzai lo sguardo stranito ed anche un po' arrabbiato. Ma dopo anni e anni di questi discorsi te ne fai una ragione.
    Dopo 10 anni che tutti ti trattano come se fossi un malato terminale ci fai quasi il callo insomma.

    Eppure fino a 7 anni ero sempre stato un tipo piuttosto solare, senza amici, vero, e frequentando sempre degli insegnati rigorosamente privati e talentuosi, però amavo correre all'aperto, uscire con il mio cagnolino, guardare le stelle la sera, abbracciare mia madre e … sorridere.

    Mi grattai il capo sbadigliando e risalendo piano piano le scale fino in camera mia.
    Mi ributtai sul letto a baldacchino affondando il viso tra le calde lenzuola invernali.
    Tra di queste una felpa colorata svettava ovattata accanto al cuscino.
    La presi e sorridendo la strinsi forte a me.

    Ero mancato cosi tanto tempo, una settimana visto che quel giorno era domenica, e non ero potuto tornare per ridargliela, tornare a scuola per vederlo.
    Il mio primo giorno era stato straziante e una volta tornato a casa non ero riuscito a muovermi né ad uscire dalla mia camera per almeno due o tre giorni di seguito.
    E lui chissà cosa stava facendo, chissà se si era ricordato di quello svampito che lo fissava fumarsi una canna in santa pace.

    Chissà se almeno lui aveva visto qualcosa di più oltre al suo aspetto esteriore, alla maschera che portava in viso e al suo cognome.

    Quel sentimento che provava perso quel Tom era...confuso...era...affetto??
    Forse perchè era l'unico ragazzo che senza un secondo fine gli aveva riposto la parola negli ultimi 10 anni!?
    Forse perchè era l'unico ragazzo con cui in 10 anni aveva mai realmente parlato senza dovere aver paura di lui, senza dover, e strinsi forte a me la sua felpa immergendoci il volto ed annusando a pieni polmoni, senza dover aver paura del suo sguardo, del suo odore e dell'oscurità che accerchiava qualsiasi persona si avvicinava a me.

    Poiché ogni estraneo mi ricordava quella persona, quella sera, quel maledetto giorno e quel dannato vicolo.

    Odorai ancora stringendo ancora più forte quella felpa calda a me



    Una figura, il buio più totale, un tuono e il suo gnigno orripilante illuminato dalla luna

    E dopo quelle parole 10 anni di reclusione.
    10 anni sotto cure psichiatriche
    10 anni senza riuscire a parlare con qualcuno...




    -Ei bimbetta, hai paura della notte??-














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