Born to run

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  1. Kate ~
     
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    Perdonate l'attesa vergognosa, ma non avevo ispirazione!


    Capitolo 8




    Nantje rispose immediatamente. Non dovette nemmeno pensare alle parole giuste da dire, perché le uscirono tutte d’un fiato “Georg, vediamoci tra dieci minuti al solito posto”. Il ragazzo dall’altra parte non fece in tempo a ribattere ma, sorridendo, uscì di casa, raggiunse l’auto, vi salì e si diresse verso la meta definita.
    Il “solito posto” non era altro che un giardinetto pubblico alla periferia di Berlino. Scarsamente frequentato e sconsigliato di notte, era meta di coppiette che desideravano un briciolo di intimità e di qualche solitario che si adagiava su una delle panchine malconce e leggeva fino a che il sole glielo permetteva.
    Quando Georg vi arrivò, Nantje lo aspettava seduta sulla solita panchina, quella che per un anno aveva fatto da sfondo al loro amore.
    Avvicinandosi, sentì il cuore balzargli in petto: Nantje gli faceva sempre quell’effetto, lo stordiva e lo catapultava in una dimensione conosciuta solo dagli innamorati.


    “Ciao Nan” mormorò lui, sedendosi accanto a lei che, a sua volta, alzò il viso rigato di lacrime “Che cos’è successo?” riprese lui, un filo di apprensione malcelata nella voce.
    “Ho avuto la brillante idea di andare da mia madre” spiegò la ragazza, tra i singhiozzi “E non è stato come me lo aspettavo”
    “Voi due non vi capirete mai” sussurrò il bassista, scuotendo la testa “Credevo che la lontananza avesse appianato le vostre divergenze”
    “Semmai le ha peggiorate. Ma, dimmi di te” Nantje si asciugò le lacrime con un gesto deciso della mano e osservò Georg “Come stai? Come va la vita da rockstar?”
    “Tra alti e bassi, va bene. Manca poco all’uscita del nostro nuovo album e siamo indaffarati ma questa lunga vacanza ci è servita per riprenderci. Quando abbiamo finito lo scorso tour, eravamo davvero stanchi e affaticati. Non avremmo retto se non ci fossimo concessi una sosta prolungata”
    “Anche io ho lavorato parecchio, anche se la mia vita non è proprio come l’avevo sognata”
    “Non mi aspettavo di vederti a Berlino” disse a quel punto Georg, cercando di introdurre il discorso che gli ronzava in testa dalla sera prima.
    “In effetti non era nei miei piani. Inutile girarci intorno: se Jim non mi avesse lasciata, non credo sarei tornata. Solo che ho fatto affidamento sulla persona sbagliata. Solo adesso mi rendo conto della sofferenza che ti ho inflitto e vorrei chiederti scusa”sussurrò Nantje, cercando la mano del bassista.
    “Ho passato mesi a chiedermi dove avessi sbagliato”
    “Non hai mai sbagliato, con me. Solo che Jim mi ha conquistata in un lampo e mi sono lasciata accecare da un amore destinato a finire. Mi ha tradito così tante volte che stento a ricordarle, solo che l’ho saputo a storia finita. Se me ne fossi accorta prima l’avrei lasciato io”
    “Questione di orgoglio?” chiese lui “Avresti preferito lasciarlo piuttosto che essere lasciata, no?”
    “Avverto dell’ironia nelle tue parole ma la merito tutta. Forse hai ragione, forse sono solo una sciocca orgogliosa, forse di Jim non mi è mai importato nulla e quello che mi brucia di più è il fatto di essere stata mollata”
    “Scusa Nan” disse a quel punto Georg “Mi dispiace, mi dispiace davvero. Non credo che ti bruci il fatto di essere stata lasciata. Penso che tu fossi seriamente innamorata di lui o, quantomeno, convinta di esserlo. Ti conosco meglio di chiunque altro e non credo che avresti mandato all’aria la nostra storia se non ti fossi seriamente sentita coinvolta da lui”
    “A parte te, non ho mai provato un sentimento simile per un altro come per Jim”
    “Quanto ti fermerai?” disse lui, fingendo volutamente di non avere sentito la prima parte della sua frase.
    “Non lo so. Sul subito, lasciando gli Stati Uniti, avevo pensato di tornare per sempre. Ora, non credo sia la cosa giusta. Là ho gli amici, la carriera ben avviata, ho tutte le mie cose…”
    “Capisco” mormorò il bassista, tutto d’un fiato.

    Per qualche secondo, la coppia rimase in silenzio. Georg, a capo chino, osservava le sue scarpe come se le stesse studiando attentamente, mentre Nantje si torturava un’unghia, senza preoccuparsi di rovinare lo smalto fresco di manicure.
    Fu proprio lei, poco dopo, a rompere quel silenzio indotto dal crescente imbarazzo “E gli altri, come stanno?”
    “Bene, stanno bene”
    “Anche Tom?” chiese lei, lasciandosi scappare un mezzo ghigno.
    “Sì, anche Tom”
    “Chissà come sarà felice di avermi rivista” ironizzò la ragazza, ricordandosi quanto Tom avesse apertamente dimostrato di non sopportarla, durante la sua relazione con Georg. Anche se ciò non gli impediva di scrutarla con ammirazione, a volte forse immaginandosela senza vestiti.
    “Acqua passata ormai”
    “Sei taciturno, non è da te. Facevamo sempre delle lunghe chiacchierate noi due”
    “Vada Nan” Georg, che fino a quel momento aveva tenuto il capo chino, alzò lo sguardo e fissò i suoi occhi verdi in quelli di lei “Non so cosa aspettarmi da questo incontro. Insomma, ero venuto qui con l’intenzione di vomitarti addosso tutto quello che ho provato in questo ultimo anno ma la verità è che mi sono accorto di non esserne in grado. Voglio dire, io sarei pronto a ricominciare anche subito se solo tu…”
    Nantje non gli diede nemmeno il tempo di terminare la frase: rapidamente, si intrufolò fra le sue braccia e, dopo oltre un anno, riassaporò il sapore delle sue labbra.


    **




    “Ti ringrazio, quella testa del cazzo di mio fratello si è fissato con un… non so nemmeno io che razza di diavoleria abbia acquistato, comunque ci si è fissato e non si schioda da casa!” Tom guidava con espressione seria, mentre spiegava a Lyla il motivo per il quale l’aveva disturbata, in modo concitato.
    “Ma quindi è in casa che fa… cosa di preciso?”
    “Sta montando ‘sto affare che si è comprato! Cazzo, gli ho detto che era urgente, ma figuriamoci se mi sente! Georg ha il cellulare spento e Gustav non risponde. Ho pensato a te, mi spiace averti disturbata, ma non volevo andare da solo. Sai, dopo la faccenda con le stalker non me la sento di viaggiare in solitaria”
    “Nah, non c’è problema, non stavo facendo nulla di utile a dire il vero. Ma, dove stiamo andando?” chiese, ridendo.
    “Un salto in studio, quello che abbiamo qui a Berlino però. Ho perso il portafoglio, o meglio, temo di averlo perso. Però mi è venuto in mente che potrebbe essermi caduto dalla tasca quando sono andato a provare il pezzo al piano”
    “Immagina se lo trovasse qualche vostra fan” ridacchiò Lyla
    “Non ci voglio pensare. Ho dentro la carta d’identità, la carta di credito, la patente, insomma tutto!”
    “Io penserei a rubarti i soldi se lo trovassi” disse la ragazza, ridendo sonoramente “Poi te lo restituirei!”
    “Oh, come sei gentile!”


    Tom frenò dolcemente in prossimità di un semaforo rosso e, prendendo dalla tasca dei pantaloni il pacchetto di sigarette, ne accese una. Anche Lyla, un istante dopo, lo imitò e volgendosi verso Tom per continuare il discorso vide la figura di Georg comparire sull’altro lato della strada.


    “Oh, guarda c’è Georg” disse Lyla, indicando il ragazzo che sostava sul marciapiede, come se stesse aspettando qualcuno
    “Che fa là?” chiese Tom, osservandolo.
    “Non so, ma sembra stia aspettando che qualc…” prima di poter terminare la parola, Tom e Lyla videro chiaramente la figura di Nantje Werner avvicinarsi al bassista, cingerlo per la vita con entrambe le braccia e, dopo un rapido bacio, seguirlo sull’auto parcheggiata poco distante. Il silenzio calò nell’abitacolo dell’auto di Tom mentre il semaforo da rosso diventava verde.


    Giunti in studio senza parlare, i ragazzi scesero dalla macchina e vi entrarono. Tom si diresse immediatamente al pianoforte e trovò il suo portafoglio proprio ai piedi dello sgabello dove immaginava che fosse. Lyla lo attese sulla porta, fumando una seconda sigaretta.


    “Trovato” disse Tom, sventolandoglielo in faccia “Possiamo andare”
    “Era… era Nantje, vero?” chiese lei, a quel punto
    “Sì, era la Werner esatto”
    “E… e, voglio dire, secondo te…”
    “Secondo me, quella stronza è tornata con la coda fra le gambe e, trovandosi sola, ha pensato bene di chiamare Georg ben sapendo i suoi sentimenti. Non l’ho mai sopportata, mai”
    “Sapevo che sarebbe successo. Georg è stato da me, io gli ho consigliato di parlarle se ne sentiva la mancanza e lui l’ha fatto. Era logico che tornassero assieme, quei due” Lyla gettò il mozzicone e seguì Tom sull’auto.
    “Ti scoccia?” chiese lui, accendendo l’auto e avviandosi verso casa.
    “A me? Ma va!”
    “Sicura?” ghignò Tom, guardandola.
    “Sto per fare una cosa davvero stupida ma… sai mantenere un segreto?” chiese la ragazza, arrossendo.
    “Anche due”
    “Mi scoccia cazzo!” sbottò dunque, a quel punto “Mi scoccia talmente tanto che mi viene da piangere! E’ una vita che aspetto di trovare il coraggio di parlare con lui, di dirgli che sono stanca di essere solo un’amica e proprio quando pensavo che le cose volgessero a mio favore, lei torna! E competere con lei è praticamente impossibile”
    “No, fammi capire” rispose Tom, sorpreso “Ti sei innamorata di Georg?!”
    “Saranno almeno due anni che… insomma…”
    “Ti giuro che non l’avevo affatto capito! Credevo foste solo amici, pensavo che lo considerassi alla stregua di un fratello”
    “E’ sempre stato così, poi le cose sono cambiate. Vorrei tanto poter tornare indietro e cercare di evitarlo”
    “Non si può tornare indietro” disse il chitarrista, facendosi serio “Si può solo andare avanti, a volte arrancando, altre correndo, dipende dai casi”
    “Io arranco, a volte mi fermo anche”
    “Georg non sa quello che si perde” disse Tom a quel punto, lasciando Lyla attonita “Sei una ragazza d’oro, vorrei poter avere io una compagna come te”
    “Dici così solo per tirarmi su il morale o lo pensi seriamente?”
    “Sono serio, sei davvero una bella persona, in tutti i sensi” poi, velocemente, aggiunse “Non ci sto provando, non ti preoccupare!”
    “Non l’ho nemmeno pensato” ridacchiò lei “Non corrispondo al tuo standard di ragazza”
    “A dire il vero, non ho uno standard. Mi piacciono le ragazze, semplicemente”
    “Sì, quelle formose e vistose”
    “Mi piacciono ANCHE quelle, ma non mi fossilizzo più su queste cose. Ho davvero voglia di conoscere qualcuno che possa cambiarmi la vita”
    “La troverai, ne sono certa. Là fuori, da qualche parte, c’è una ragazza che aspetta solo te”
    “Com’è strana la vita” mormorò lui, fermando l’auto di fronte a casa di Lyla “Mette sulla stessa strada persone con gli stessi desideri eppure non li fa mai incontrare veramente”
    “Facci il callo, tesoro. Funziona così da sempre” poi, schioccandogli istintivamente un rapido bacio sulla guancia, scese dall’auto ed entrò in casa.
    Tom ripartì immediatamente, nelle narici il profumo di Lyla.
     
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  2. ..Zoraya..
     
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    finalmente kate hai postatooo!! **
    che bello!! sono felicissima! non aspettavo altro!!
    capitolo..meraviglioso!!
    tom è stupendo!!! **
    continua prestooooooooooo!!
    bravissima! scrivi magnificamente!!! **
     
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  3. •Sheeb
     
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    Bel capitolo Kate, finalmente^^
    belloooo!
    bravaaaa!
    posta presto**
     
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  4. Kate ~
     
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    Grazie tesore! *_*


    Ecco il nuovo capitolo, da leggere ascoltando la canzone che mi ha aiutato a scriverlo ^_^


    *Click*


    Capitolo 9




    Dopo una notte passata a rigirarsi fra le lenzuola, senza mai chiudere occhio fatta eccezione per qualche misera ora, Lyla si svegliò con un potente mal di testa. La sorella era già in piedi e si apprestava ad uscire con le amiche “Non aspettarmi a pranzo” le disse “Sto fuori, torno nel pomeriggio”
    Lyla, rimasta sola, decise di darsi da fare con le pulizie di casa che aveva decisamente tralasciato negli ultimi giorni. La madre sarebbe tornata presto e non aveva intenzione di farle trovare un merdaio, quindi si armò di detersivi, spugne, panni per spolverare e aspirapolvere e, per circa due ore, riassettò l’appartamento, tirandolo a lucido.
    Al termine, soddisfatta, si preparò un caffè e si stravaccò sul divano. Il mal di testa era scomparso del tutto, probabilmente svanito insieme al nervoso che aveva scaricato pulendo freneticamente ogni angolo della casa, anche quelli che non necessitavano di una pulizia così accurata.
    Stava giusto concedendosi una meritata siesta quando il campanello prese a trillare. Scocciata, si diresse alla porta: Georg le stava di fronte, sorridente e bello come non mai.


    “Ehi, dove sei sparito ieri?” chiese la ragazza, facendo finta di nulla e invitandolo ad entrare.
    “Sono qui appunto per parlarti di ieri” spiegò il ragazzo, sedendosi sul divano accanto a Lyla.
    “Che è successo?”
    “Ho visto Nantje…” sussurrò, con espressione sognante “Credo che le cose si stiano finalmente sistemando”
    “Vuoi dire che…?”
    “Esatto. Abbiamo deciso di provare a ricominciare. Lei ora resterà in Germania, almeno per un paio di mesi. Abbiamo così tanto tempo da recuperare”
    “Sono felice” mentì lei, evitando di guardarlo in faccia per timore che si accorgesse della bugia.
    “Credi che abbia fatto la cosa giusta?”
    “Se è quello che desideri, sì, hai fatto la cosa giusta”
    “E se finisse di nuovo?” domandò lui, alzandosi e cominciando a passeggiare avanti e indietro.
    “Beh, non devi pensare a quello in questo istante. Ora devi concentrarti su di te, su di voi” mormorò lei, rigirandosi una ciocca di capelli fra le dita.
    “Forse abbiamo corso un po’ troppo, forse avremmo dovuto ricominciare tutto daccapo, uscire come fossimo due vecchi amici e poi decidere solo in seguito se continuare o meno”
    “Proprio ieri, una persona dalla quale mai me lo sarei aspettato, mi ha detto una cosa interessante” esordì Lyla, pensando alle parole di Tom “Mi ha detto che nella vita c’è chi corre e c’è chi arranca. Tu, Georg, sei nato per correre. Non sei tipo da restar fermo immobile ad attendere, devi agire. E se, in quel momento, il tuo cuore ti ha detto che dovevi correre, significa che era proprio la cosa migliore da fare”
    “Wow…” mormorò Georg, risedendosi “E chi sarebbe questo filosofo? E’ un pensiero molto bello”
    “Nessuno” minimizzò Lyla. Per qualche motivo a lei oscuro, non voleva che Georg sapesse della sua chiacchierata con Tom “Nessuno che tu conosca, un vecchio amico che non sentivo da anni. O che, forse, semplicemente non avevo mai ascoltato”
    “Tra poco ricominceremo a viaggiare, l’album nuovo sta per uscire e saremo molto impegnati con la promozione. Al pensiero di doverla lasciare per settimane, mi sento così…”
    “Vuoto?” chiese lei, guardandolo negli occhi per la prima volta.
    “Esatto, vuoto. Ed è assurdo, perché credevo di non amarla più, pensavo che il tradimento e la distanza me l’avrebbero fatta odiare. Invece, mi è bastato rivederla un secondo per accorgermi che mi è mancata tantissimo”
    “E’ bello saperti di nuovo felice”
    “Sei la mia migliore amica, Lyla. Non ci sarà mai nessuno al mondo che mi capirà quanto te, nemmeno Nantje. Io la amo ma nemmeno lei è in grado di capirmi in un istante, come invece fai tu. Sei come una sorella, la mia ancora di salvezza” sorrise.
    “Lo stesso vale per me. Sei l’amico migliore che potessi avere” sussurrò, mordendosi la lingua per evitare di scoppiare in lacrime.
    “E pensare che c’è gente che non crede nell’amicizia fra uomini e donne. Dicono che, prima o poi, uno dei due si innamora sempre. Fortunatamente, a noi non è capitato… sarebbe stato tremendo, avremmo rischiato di rovinare l’amicizia più bella che abbiamo mai avuto”
    “Già” balbettò Lyla “Sarebbe stato un vero peccato”
    “Ora devo scappare” disse quindi Georg, abbracciandola “Nantje mi aspetta. Ti chiamo stasera, così magari esci con noi per una pizza o un drink, ti va?”
    “No, no che non mi va cazzo!” pensò, ma le parole che proferì furono decisamente altre “Certo, volentieri. Però porterò anche Heike, non voglio reggere il moccolo!”
    “Certo, non c’è problema” ridacchiò il ragazzo, prima di schioccarle un bacio in fronte ed uscire di casa.


    **




    “Heike, dove sei?” Lyla era in piedi, il cellulare in una mano e la sigaretta nell’altra.
    “A casa” tossì l’amica “Perché?”
    “Ma che hai, non stai bene?”
    “No, affatto! Ho l’influenza, sono distrutta! Mi sono svegliata questa mattina con un raffreddore potentissimo e una tosse pazzesca”
    “Cavolo, non ci voleva!” piagnucolò Lyla “Volevo chiederti se ti andava di uscire con me, Georg e Nantje questa sera”
    “Nantje?!” gracchiò Heike, fra un colpo di tosse ed uno starnuto. Lyla raccontò brevemente all’amica le novità degli ultimi giorni.
    “Mi dispiace, non riesco proprio a muovermi di casa. Inventati una scusa, oppure chiedi a Gustav”
    “Sì, ci avevo appunto pensato. Tu pensa a rimetterti, ti chiamo domani!”


    Interrotta la conversazione con Heike, Lyla compose il numero di Gustav che sapeva a memoria, senza perdere tempo a cercarlo in rubrica. Il giovane rispose immediatamente “Buongiorno Lyla!”
    “Ciao Wolf! Senti, stasera hai da fare?”
    “A dire il vero, stasera mia madre ha organizzato una specie di cena in mio onore, qualcosa tipo ‘felice riunione di famiglia’, con tutto il parentado” spiegò il ragazzo, sbuffando “Non che mi dispiaccia, ma già immagino la moltitudine di domande che mi faranno. Avevi bisogno?”
    “Nulla, non ti preoccupare. Ti spiegherò poi…” e interruppe la comunicazione, dopo averlo salutato calorosamente.


    Restavano solo due persone alle quali avrebbe potuto chiedere aiuto, i gemelli. Eppure, era restia a farlo perché con Bill e Tom non c’era mai stata così tanta confidenza come con Georg e Gustav. Erano amici, sì, ma non così tanto da poter chiedere loro un simile favore.
    Ora, restavano solo due soluzioni: mettere da parte la vergogna e telefonare ai Kaulitz oppure chiamare Georg e inventarsi una scusa che risultasse il più possibile veritiera.
    Dispiaciuta o, forse, sollevata, stava per digitare il numero di Georg quando un improvviso moto di coraggio le fece cambiare idea. Telefonò a Tom, che rispose dopo qualche squillo “Non dirmi che oggi hai perso tu qualcosa” disse il ragazzo, rispondendo.
    “No, no, non ho perso nulla” si affrettò a dire Lyla “Avevo solo bisogno di… ecco… un piccolo favore”
    “Mi spiace Lyla, non posso proprio farti trascorrere un’intensa notte di passione. Sai com’è, siamo amici…”
    “Che idiota!” rispose lei, ridendo “Sei un vero idiota!”
    “Grazie, anche io ti voglio bene” disse Tom, ridendo a sua volta “Comunque, scherzi a parte, di cosa hai bisogno?”
    “Ecco… stasera ti andrebbe di uscire con me?”
    “Scusa? Mi stai chiedendo un… appuntamento?” rispose, sbigottito.
    “No! No, lasciami spiegare. Dovrei vedermi con Georg e Nantje ma non posso andarci da sola! Ho chiesto ad Heike ma è influenzata, così ho provato con Gustav ma è impegnato con la famiglia. Volevo dire a Georg che non sarei andata però poi ho pensato a te e…”
    “Ci sto” disse lui, senza aspettare ulteriori precisazioni “A che ora passo a prenderti?”
    “Ecco… facciamo per le otto?”
    “E otto siano, a dopo Lyla”


    Sbigottita tanto quanto Tom, Lyla si rigettò sul divano e cominciò a pensare a quanto sarebbe stato difficile sopravvivere a quella serata.
     
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  5. .Jada.
     
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    Alloooraaa, ce l'ho fatta, inizialmente avevo letto il primo capitolo nell'altro forum, ma poi, lo sai, sono terribilmente curiosa.
    Well, well, well...
    Lyla, santa ragazza, io non so dove trova il coraggio di non scoppiare in lacrime davanti al manzo, dove trova la forza di essere una così buona amica senza far trapelare nulla, e se Tom non aveva capito nulla, beh, è veramente brava *clap clap*

    Georg c'ha i prosciutti dentro gli occhi e i pezzi di formaggio nel cervello U.U
    Nanjte mi puzza assai e Tom credo che mi stupirà.
    Brava patà, continua presto :*
     
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  6. ..Zoraya..
     
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    stupenda!! **
    povera lyla...è una vera amica! ^^
    è stupenda e tom è fortissimo!!
    geoooorg...non cadere ai piedi di quella traditrice..la tua anima gemella ce l'hai sempre avuta a fianco...**
    continua prestoooooo!!!
     
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  7. ale_schrei483
     
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    Scusa se mi sono accorta solo ora che i postato :(
    Bravissima come sempre!!
    ma ora che succederà???
    Come andrà la cena??
    Georg leverà i prosciutti dalgio occhi??
    Postaaaaaaa
     
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  8. ~LaFràHumanoide~
     
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    CITAZIONE
    Telefonò a Tom, che rispose dopo qualche squillo “Non dirmi che oggi hai perso tu qualcosa” disse il ragazzo, rispondendo.
    “No, no, non ho perso nulla” si affrettò a dire Lyla “Avevo solo bisogno di… ecco… un piccolo favore”
    “Mi spiace Lyla, non posso proprio farti trascorrere un’intensa notte di passione. Sai com’è, siamo amici…”
    “Che idiota!” rispose lei, ridendo “Sei un vero idiota!”
    “Grazie, anche io ti voglio bene” disse Tom, ridendo a sua volta

    Troppo forte questa parte XD
    Kate finalmente hai ritrovato l'ispirazione *_*
    Benissimo *_*
    Tom...Sant'uomo *_* Ci stupirà sì *_*
    Posta prestooo *_*
     
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  9. Baby;
     
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    Wo-ho! Complimentissimi, Kate, questi due capitoli mi hanno emozionata! :uyu:
    Superfluo aggiungere che Hagen non è nientepopodimeno che un folle innamorato, perché io, dovendo esprimere il mio parere, non avrei fatto avvicinare quella Nantje a me nemmeno per un brevissimo istante.
    Mi dispiace per Lyla, però non si può escludere che avrebbe potuto parlargli molto prima...chissà che non succeda qualcosa tra lei e Tom?
    Kate, continua presto! Bravissima come sempre!
     
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  10. •Sheeb
     
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    Eccomiii!!**
    wow Kate!!
    evviva l'ispirazione!**
    è un capitolo favoloso come quello precedente!^^
    che bello, posta presto!!!!
    baci baci Amon!
     
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  11. Kate ~
     
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    Grazie patate mie *____*
     
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  12. •Sheeb
     
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    Grazie a te Kate**
     
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  13. Fee1702
     
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    Pisciòòòòòòòòòòò in ritardo, ma arrivo!
    Bellissima storia, l'ho riletta tutta dall'inizio. Lyla mi piace molto come personaggio, anche se dovrebbere imparare a combattere di più per quello che vuole e non lasciarsi sconfiggere in partenza da due boccoli biondi.
    Spero comunque che Tom sia la ricompensa per la sua lealtà nei confronti di Georg. *si fa i film*
    Ti piscio!
     
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  14. Kate ~
     
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    Patate, grazie *_*
    Vale, ti piscio anche io! *_*


    Capitolo 10




    Lyla credeva che scegliere l’abbigliamento per la serata sarebbe stato arduo. Un’impresa titanica, insomma. In realtà, quando mancava un’ora all’appuntamento, si ritrovò già pronta con indosso un semplice abitino nero, lungo fino alle ginocchia, corredato solo da un paio di Chanel nere (le stesse che aveva indossato la sera della sua festa di compleanno) e una collana di oro bianco che le aveva regalato la madre e che non aveva mai indossato. I capelli raccolti in uno chignon spartano e un leggerissimo velo di trucco, completavano l’opera. Avrebbe voluto dedicare più tempo a questa pratica, dimostrare di tenerci a fare bella figura, ma pensò che non sarebbe servito a nulla. Georg non avrebbe avuto occhi che per Nantje e lei non aveva proprio voglia di farsi venire l’orticaria nel tentativo di apparire bella quanto la Werner. Sarebbe stata una battaglia persa in partenza e il suo ego era già abbastanza ferito.


    Quando Tom suonò alla sua porta la trovò già in piedi, pronta ad uscire. Il ragazzo la squadrò velocemente, evitando di farsi notare, per poi scortarla fino all’auto, aprendole la portiera con fare cavalleresco.


    “Non ce n’era bisogno” commento Lyla, sorridendo “Ma grazie”
    “A volte so essere davvero educato” rispose lui, mettendo in moto l’auto e partendo alla volta del ristorante designato.


    Il tragitto lo trascorsero in silenzio, ognuno perso in pensieri diversi. Quando raggiunsero il locale un addetto alle auto prese in consegna la macchina di Tom e il maitre scortò quella coppia improvvisata fino al tavolo al quale già sedevano Georg e Nantje, entrambi sorridenti come non mai.


    “Siete in perfetto orario” commentò Georg, che era già stato avvisato da Lyla della presenza di Tom al posto di Heike “Sedetevi”
    “Ciao Tom, ciao Lyla” disse Nantje, educatamente “Non ci si vede da parecchio”
    “Eh già…” balbettò Lyla “Bentornata”
    “Ciao” mormorò Tom, velocemente
    “Ordiniamo?” si intromise Georg, per evitare che quella imbarazzante conversazione andasse oltre. Tom lo guardò di sottecchi, facendo un breve sorriso, come a ringraziarlo.


    Il resto della serata trascorse, stranamente, in maniera abbastanza piacevole. Non vi furono grandi risate o scambi di pareri troppo amichevoli, ma nemmeno troppa tensione. Georg monopolizzò la conversazione, seguito a ruota da Lyla, che seppe recitare il perfetto ruolo “della migliore amica di sempre” mentre Tom e Nantje si scrutavano in silenzio.
    Poco prima di mezzanotte le coppie si salutarono e si divisero. Nantje abbracciò Lyla di slancio, un abbraccio che alla ragazza non parve affatto costruito. Era sincero e timoroso di un rifiuto, nello stesso tempo.


    “Andiamo a casa o vuoi fare altro?” chiese Tom, una volta saliti in auto
    “Dove vorresti andare, ora? Onestamente, non ho voglia di ficcarmi in qualche locale”
    “Ti direi di venire da me, ma Bill starà sicuramente dormendo. In questi giorni stiamo litigando più del solito” ridacchiò il chitarrista “Ma è normale, manca davvero poco al rilascio dell’album e Bill è talmente nervoso”


    “Vieni da me, tanto Carey non c’è” disse quindi Lyla. Poi, accortasi di quanto potesse suonare ambigua quella frase, si affrettò ad aggiungere “Cioè, intendevo dire che non rischiamo di svegliare nessuno con le nostre chiacchiere”
    “Ho capito” sorrise lui, di rimando “Non devi giustificare ogni tua singola parola per timore che io possa fraintendere. E’ vero che non abbiamo mai avuto una grandissima confidenza, ma in fondo ci conosciamo da tantissimo tempo, non dovresti vergognarti”


    Lyla gli sorrise, riconoscente.


    **




    Seduti sul divano di Lyla, i due ragazzi sorseggiavano del vino bianco guardando distrattamente un programma in TV.


    “Allora, le tue impressioni sulla serata?” chiese quindi Tom, voltandosi verso di lei
    “Ad essere sincera, pensavo andasse peggio. Nantje era più in imbarazzo di me”
    “Lo era perché sa che non la sopporto”
    “Ma sei stato un vero gentiluomo! Non hai nemmeno fatto una battutaccia, complimenti” sorrise Lyla, dandogli un colpetto sulla spalla
    “L’ho fatto per Georg, solo per lui. Se fossimo stati soli, probabilmente le avrei detto tutto quello che penso di lei”
    “Non sono affari che ci riguardano” disse Lyla “La vita è loro, noi non possiamo interferire”
    “Ma Georg è mio amico, se permetti mi da fastidio vederlo mentre si rovina con le sue stesse mani”
    “E se non si stesse rovinando?” chiese lei “Se questa fosse la volta buona? Tu sai cosa significa doverlo ammettere, per me, eppure questa volta le cose potrebbero andare in modo diverso. Forse Nantje ha davvero capito il suo errore ed è qui per ricominciare”
    “Ci credi davvero?”
    “Beh, questa sera mi è sembrata sincera, una ragazza innamorata. Se avessi avuto un’altra impressione, te l’avrei detto”
    “Ma da che parte stai?” chiese Tom, ridendo “Sei o non sei innamorata di Georg?”
    “Lo sono, certo. Ma proprio per questo voglio solo il suo bene” e poi, imprecando, aggiunse “Cazzo, suona davvero falsa questa frase eppure deve essere così. Io devo essere felice per lui, a tutti i costi”
    “Ma non lo sei” insinuò il ragazzo
    Prima di rispondere, Lyla sbuffò “Non lo sono per me! Però se penso a lui che sorride… come faccio ad essere triste? O meglio, come potrei desiderare che questo suo momento felice finisca? Mi sentirei una merda, capisci?”
    “Alla perfezione” mormorò il chitarrista “La verità è che anche io dovrei essere solo felice per lui. Però lo invidio, allo stesso tempo. Ha trovato quello che ognuno di noi vorrebbe: l’amore. Non è da me, penserai, eppure da un paio di mesi a questa parte mi sono stufato di rincorrere una gonnella diversa ogni weekend. Secondo te, è tanto sbagliato volere un po’ di stabilità?”
    “Affatto” rispose lei “Anzi. Questo è un passo verso la maturità. Quando eri un ragazzino, correre dietro a più ragazze possibile ti sembrava la cosa migliore. Ora che sei cresciuto, cominci ad accorgerti di quanto sia bello, in realtà, poter avere una ragazza fissa con la quale condividere tutto”
    “Dubito che la troverò mai, non subito almeno. Come faccio a trovare una ragazza in questo momento? Siamo sempre in giro, non abbiamo orari, non abbiamo vita privata, non abbiamo molto tempo libero. Come potrei avere una relazione? Non so come farà Georg quando ricominceremo a girare il mondo”
    “Incastrerà gli orari in modo tale da farli combaciare con quelli di Nantje. Viaggerà il doppio solo per poterla vedere, approfitterà di tutti i minuti liberi per correre da lei. Farà dei sacrifici, certo, ma in fondo l’amore è anche questo”
    “Lo farei anche io se trovassi quella giusta” rispose Tom, spostando lo sguardo da Lyla al pavimento, quasi come se quel discorso lo imbarazzasse
    “E la troverai, fidati. C’è una persona giusta per tutti. Ci vuole solo pazienza”
    “Non credo che sia vero, non credo nel mito della mela tagliata a metà”
    “Ma nemmeno io, però siamo talmente tanti al mondo che ci dovrà pur essere qualcuno anche per noi!” esclamò, ridendo.


    Tom alzò lo sguardo e rise assieme a lei pensando che sarebbe stato bello se, su quel divano, la mela si sarebbe potuta unire. Ma la mela, prima di tutto, doveva esistere.
     
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  15. •Sheeb
     
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    Bella kate!!!!**
    stupendo capitolo davvero, che carino Tommolooo!!^^
    posta prestoooo!
    baci Amon..
     
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331 replies since 30/7/2009, 20:26   5954 views
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