..:: Giochi del destino ::..

Arrivammo in hotel in pochissimo tempo, e salimmo nella sua stanza. I suoi baci continuavano a percorrere il mio collo per poi spostarsi verso il mio petto, senza guardare imprecò un paio di volte contro quella porta che sembrava non volerci farci entrare, finalmente si aprì, appoggiò le sue mani sul mio fondo schiena e mi tirò su in braccio, io accavallai le gambe intorno alla sua vita, mentre con un calcio netto chiuse la porta della camera. Le nostre lingue si incontrarono di nuovo ancora più felici di rincontrarsi. arrivammo fino al letto matrimoniale, lì mi mise giù e mi sovrastava con tutto il suo corpo, lo sentivo fremere di eccitazione, proprio come sentivo il mio battito accelerato.
Il mio vestito fu il primo ad andarsene sul pavimento seguito a ruota dai suoi, contemplai il suo corpo perfetto, muscoloso, percorso da piccole goccie di sudore e di pioggia, lui mi voleva, io volevo lui e questo non lo avrebbe negato nessuno; si abbassò su di me lasciando piccoli baci sul mio collo fino ad arrivare al seno, stuzzicando con la lingua il capezzolo, facendomi fremere di piacere, misi la testa all’indietro per godermi appieno quella sensazione paradisiaca, tutto era perfetto, sulla finestra scendevano lente le goccie di pioggia come se volessero ammirare quello che stava succedendo nella stanza 231,
con una mano percorreva ogni centimetro del mio corpo dolce, sensuale, accarezzò l’esterno coscia per poi tornare su al sedere, piccoli brividi di piacere percorrevano veloci la mia schiena.
Le nostre labbra si incontrarono più di una volta, e gemiti prima soffocati si elevarono per l’intera stanza, dando il via ad una musica di sottofondo a quell’ amore così tanto represso che ora usciva fuori con tutta la sua forza;
le sue mani percorsero la mia vita, arrivarono al seno e salirono fino alle mie mani unendosi, sopra la mia testa; il suo tocco su di me era così morbido che dubito che la seta sia più preziosa; il suo sguardo s’ incrociò con il mio per un attimo, come a voler chiedere un permesso più che esplicito, mossi una gamba vicino alla sua coscia come a volergli dare il consenso.
Entrò in me, stringendo le sue mani con le mie e baciandomi con trasporto, in quel momento sentivo di essere veramente completa, lui era dentro di me ed avrei voluto che rimanesse così per tanto tempo, non mi ero mai considerata di qualcuno, ma questa volta sapevo di essere completamente sua, perché solo con lui sapevo di non essere sola, lui c’era, ed ora ero sua, la barriera che avevo costruito minuziosamente attorno a me, che mi permetteva di non legarmi a nessuno ora si era crepata come a voler concedere una chance a quella persona.
Le spinte diventavano sempre più veloci e forti, ma non erano dolorose, anzi, altri gemiti più forti, non più trattenuti, si sentirono per l’intera camera, gli misi una mano dietro la testa ed accarezzai quelle treccine nere che ricadevano dietro la nuca, ordinate, lo avvicinai più vicino a me e gli morsi il labbro inferiore giocando con quel bellissimo piercing, era freddo a contatto con le mie labbra.
Le mie mani scivolarono su quelle spalle larghe e così dannatamente sexy; un'altra spinta più forte mi fece conficcare le unghie nella sua pelle facendolo gemere ancora di più.
< T- Tom ....... > gemetti forte, goccie di sudore percorrevano il mio collo, ormai
eravamo una cosa sola, quella notte, sembrava che il tempo si fosse fermato, la pioggia cadeva lenta sui vetri della finestra e ogni tanto i lampi illuminavano la stanza riflettendo ombre che si univano in quell’abbraccio: le nostre. L’orgasmo, ormai era vicinissimo, bastarono altre poche ma decise spinte e venne dentro di me
< Lexy ..... > un ultimo sguardo, un lieve bacio a stampo e uscii da me accasciandosi
al mio fianco , cingendomi la vita ed addormentandosi con la testa sulla mia spalla, con un sorriso sulle labbra mi addormentai seguendolo tra le braccia di Morfeo.