...Mia...

La Mia prima Fan Fiction...

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  1. BloodyVampire90
     
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    Mia

    Capitolo 1
    Molti di noi ha dei perché… Non sono riuscita ancora a capire i miei. Perché la vita è così strana? Perché prima non ti piaceva una cosa, poi tutto d’un tratto non puoi più farne a meno? Ma soprattutto perché ho accettato di andare al concerto dei Tokio Hotel con Rosa e Marika? Avevano programmato tutto. I giorni della partenza e del ritorno, quanti giorni dovevamo pernottare lì, quale treno avremmo dovuto prendere, a che ora ci dovevamo svegliare per andare fuori al Palamalaguti di Bologna, era tutto pronto. La sera del 24 marzo saremmo partite. E così è stato. Alle 19.00 andammo alla stazione di Frattamaggiore. Prendemmo il treno mezz’ora dopo. Ma non il treno diretto, ma quello che faceva le varie fermate, in modo da poter arrivare a Bologna la mattina e avremmo dormito in treno. Nel treno Rosa e Marika erano tutte elettrizzate. Io no, non mi faceva né caldo e né freddo.
    -Raghy, ma ci pensate fra un giorno vedremo i Tokio Hotel…- Fa Marika.
    -Ehm… Marika io non vengo al concerto.- Faccio io.
    -Mia, come non vieni? Hai comprato anche il biglietto. Ti è venuto trentaquattro euro e cinquanta e te non vuoi neanche venire?-
    -Mari, alt, frena! Io non volevo comprarlo, siete state voi a costringermi. Ok? E comunque posso ancora rivenderlo a qualcuno.-
    -Eddai, Mia, non fare così.- Mi fa Rosa.
    -uffi… Ma a me non piacciono ‘sti tizi.-
    -Lo sappiamo, ma per noi è importante che ci sia anche te.- Mi supplica Rosa.
    -Ok! Però non è che ci vengo con tanta voglia e, poi, voglio che voi vi mettiate a mia completa disposizione dopo, ok?-
    -Ci va bene qualsiasi cosa te ci chiederai.-
    Continuiamo a chiacchierare per tutta la serata. Rosa è tutta agitata perché vedrà il suo grande idolo Bill, mentre Marika è agitata perché vedrà Georg. Tutt’e due a casa lasciano il loro ragazzo. Non mi chiamo proprio “Mia”, ma Valentina. Sono loro due che hanno iniziato a chiamarmi così, perché, da piccola, per qualsiasi cosa dicevo sempre “Mio, mia” e da lì mia hanno dato questo soprannome.
    Rosa e Marika continuano a parlare, mentre io penso sempre a lui, il mio Raoul, non Raoul Bova l’attore, ma il ragazzo di cui sono innamorata. Lo vidi per la prima volta a una festa due anni fa e da lì non l’ho più dimenticato; ci conoscemmo quella stessa sera, dopo la festa. Ci riunimmo tutti in piazza e c’era anche lui. Ci conoscemmo e da lì iniziammo a vederci, anche se, per lui, sono solo la sua migliore amica e niente di più. Marika ad un certo punto caccia il suo cartellone con le foto e una scritta in tedesco. Per colpa loro sto prendendo anch’io con loro delle lezioni di tedesco private. Mamma mia, tutte queste cose per loro, per il loro pazzo “amore”. Che cazzata. È da un po’ di anni che mi sono promessa di non amare più. E solo più in là mi accorgerò di quanto sarà impossibile. Aspetto con ansia che Raoul mi faccia uno squillo, sì, succede, ma non sarà mai uno “Squillo d’Amore”, ma “D’amicizia”.
    Marika e Rosa continuano a raccontarsi le loro informazioni sui loro amati Tokio, sperano di entrare nel Backstage, anche se sanno che per loro sarà del tutto impossibile. Hanno voluto che portassimo tutt’e tre un vocabolario di tedesco. Non vogliono fare brutta figura davanti ai Tokio. “Che stronzate”, continuo a dire fra me e me. ma, purtroppo è sempre stato un mio difetto, fare tutto per accontentare gli altri. Vuol dire che non sarò più così, che cambierò, anche se so che non succederà mai, che rimarrò sempre la solita.
    -Mia, perché ti isoli?- Mi fa Marika.
    -Io non mi sto isolando.- Rispondo.
    -Ok, come vuoi! Scommetto che stai pensando a lui.-
    -Lui chi?! Io non penso a nessuno, penso solo a me stessa. E poi comunque Raoul sta con un’altra.
    -E che vuol dire?-
    -Vuol dire che… Hai ragione, non vuol dire nulla, perché io non sono gelosa.-
    E iniziamo a ridere tutte come pazze. Nonostante mi costringano a fare ciò che non vogliono, devo ammettere che quando ne ho bisogno, loro mi aiutano sempre. Anche ora. Non credono che io non voglio più amare, perchè dicono che io e l’amore siamo due cose unite. E anche loro lo sono e, anche più di me, infatti loro un ragazzo, mentre io sto impazzendo per uno che mi considera solo la sua migliore amica. Com’è strana la vita. Alle 04.30 di mattina ci addormentiamo tutt’e tre. Per poi svegliarci alle 06.00 e scendere dal treno.



    Capitolo 2
    Mattina. Sono le 06.00. Siamo appena arrivate a Bologna. Prendiamo un autobus per arrivare a Casalecchio di Reno. Ci ferma a cinque minuti dalla pensione in cui alloggeremo. Proseguiamo a piedi. arriviamo dopo un po’. Andiamo alla reception. Rosa suona il campanello sul bancone. Arriva un signore sulla cinquantina, con pochi capelli, con un pantalone chiaro e una maglia a collo alto. Ci sorride.
    -Posso aiutarvi?-
    -Sì, grazie. Abbiamo prenotato una camera con un letto matrimoniale e uno singolo a nome di “Mozzillo Valentina”.- Faccio io. Ecco un’altra cosa che ho fatto per loro: prenotare una stanza a nome mio.
    -Sì, vi do subito la chiave.-
    -Grazie.-
    Il signore ci prende la chiave e ce la dà. La prendiamo e gli facciamo un sorriso.
    -E’ al primo piano a destra.-
    -La ringraziamo.-
    Il signore ci fa un altro sorriso. Noi ricambiamo, poi ci avviamo verso camera nostra. La numero 17. Che bel numero, eh? “La disgrazia”.
    -Sarebbe stato forte se avremmo avuto la 483, come il secondo album dei Tokio Hotel: “Zimmer 483”!- Fa Marika.
    -E che palle, Marika!-
    -Mamma mia certe volte non ti sopporto proprio.- Mi risponde lei. Poi scoppiamo a ridere tutt’e tre, mentre attraversiamo un lungo corridoio. Ci fermiamo fuori la nostra stanza.
    -Ok, dovrebbe essere questa.-
    -Sì, è questa Rosa.- Faccio io sicura, ridendo ancora.
    Entriamo, buttiamo le nostre borse a terra e ci guardiamo intorno. Guardiamo ogni minimo particolare.
    -Però… Per essere una pensione, non è niente male, davvero.- Faccio io.
    -Infatti.- Risponde Marika.
    Andiamo in bagno. Controlliamo anche lì. È tutto pulito, bello. Ci guardiamo allo specchio. Abbiamo tutt’e tre delle occhiaie orrende. Il trucco un po’ sfatto. Decidiamo di farci una doccia prima di uscire a visitare la città. Una alla volta. Marika e Rosa sotto la doccia continuano a cantare i Tokio Hotel. E che palle! Io invece sotto la doccia canto delle canzoni dei Within Temptation. Le mie amiche sbuffano. Poi passiamo a vestirci e truccarci. Vogliamo stare comode. Jeans, felpa e scarpette per tutte. Io indosso il mio immancabile guanto nero a rete. Chiudiamo bene la porta a chiave, percorriamo il corridoio e scendiamo giù. Andiamo alla reception, trilliamo con il campanello. Arriva di nuovo il signore di prima. Gli diamo la chiave. Poi sorridiamo ed usciamo. Non sappiamo bene dove andare.
    -Che ne dite di andare al Palamalaguti?- Propone Marika.
    -No, dai, già ora no.- Mi lamento io.
    -Dai, vediamo se stanno montando il palco.–
    -Chissenefrega del palco!-
    -Su, dai.- Mi alzano con la forza e mi trascinano. Io sbuffo, cerco di liberarmi dalle loro mani, ma loro non mollano. Uffi, che palle! Ogni tanto chiedono delle informazioni sulla strada. Marika dice a Rosa di ricordarsi la strada dell’andata e del ritorno. Io me ne sto zitta e penso. Penso a cosa starà facendo a quest’ora Raoul, se ha fatto colazione presto, se è andato a scuola oppure ha fatto sega, se ha studiato per qualche interrogazione. Se si è messo la felpa che tanto mi piace, soprattutto per come gli sta. Dio, quanto lo amo! Ma perché non posso averlo? Uffi! Non è giusto.
    Arriviamo fuori al Palamalaguti. Purtroppo per Rosa e Marika, non si può entrare. E io dentro di me ho una piccola fitta di soddisfazione. Da dentro si sentono i rumori di ferri, staranno sicuramente montando il palco. E qui le mie migliori amiche hanno un sussulto di gioia. Tutt’e due s’abbracciano come se avessero visto la madonna. Io guardo il cielo come a dire: “Ma perché sono ancora mie amiche ‘ste due?!”. Rimaniamo lì a parlare fino alle 14.00 senza accorgerci del tempo che passa, poi decidiamo di tornare alla pensione. Chiediamo sempre delle informazioni. Poi improvvisamente sentiamo delle ragazze che urlano. Io rimango ferma dov’ero, Marika e Rosa corrono a vedere cos’è successo. Iniziano ad urlare anche loro. Poi si girano verso di me.
    -MIA! Ci SONO I TOKIO HOTEL!- Mi urlano tutte felici.
    I Tokio Hotel?! Oh cazzo, già ora no.
    -E chissenefrega, scusate!- Vado vicino al muro e mi ci appoggio. Prendo il cellulare e compongo il numero di Raoul. Squilla. Ok, bene! risponde.
    -Ehi, ciao!-
    -Ciao! Mia. Come butta?-
    -Bene, bene, grazie. E a te?-
    -Non c’è male! Sei a Bologna vero?-
    -Sì, purtroppo.-
    -Come mai “purtroppo”?-
    -Non è per la città, ma perché sono Rosa e Marika mi hanno costretta a venire al concerto dei Tokio Hotel.-
    -Ah… capito.-
    -Tra l’altro sono a pochi passi da me.-
    -Chi?-
    -I Tokio.-
    -Cosa?! I Tokio sono a pochi passi da te e tu sei a parlare al cellulare con me?!-
    -Certo, preferisco più parlare al cellulare con me, invece di vedere i Tokio.-
    -Ma sei imbecille?!-
    -Perché, scusa?-
    -Quando ti ricapita di rivederli così da vicino?-
    -Domani sera.-
    -Al concerto non è la stessa cosa.-
    -Ma che m’importa.-
    -Fa’ come vuoi.-
    -Sei andato a scuola.-
    -Mia, sei sicura di stare bene? Guarda che a scuola si ritorna la settimana prossima. L’hai dimenticato?-
    -Giusto, hai ragione.- Rimaniamo per un po’ in silenzio. Io mi giro un secondo dalla parte dei Tokio. Vedo la capigliatura di Bill. Poi vedo un po’ dei rasta di Tom. Rosa parla con Bill, in tedesco. Certo che ha imparato tanto dalle lezioni. Che brava. Anche io e Marika non lo parliamo niente male.
    -Ehi, Mia, ci sei?- Mi chiede Raoul. Io ritorno alla realtà.
    -Sì, scusa! Devo staccare, ti richiamo, ok?-
    -Va bene… Ciao!-
    -Ciao.- Stacchiamo. Rimetto il cellulare in tasca. Vado incontro anch’io ai Tokio Hotel, ma prima di arrivare loro già se ne stanno andando. Le mie amiche mi corrono incontro.
    -Mia, non puoi neanche immaginare.- Mi dice Marika, felice come non l’avevo mai vista.
    -Che è successo?- Le chiedo.
    -Domani sera, dopo il concerto, dobbiamo andare nel backstage! Ci ha invitate Bill.-
    -Cosa?!-
    -Sì, non è meraviglioso?-
    -Sono felice per voi, io tanto prenderò un autobus da sola per tornare alla pensione.-
    -No, gli abbiamo parlato anche di te, hanno detto di portarti.-
    -No, ragazze, questo non era nei patti. Avevamo detto che venivo al concerto, ma vi avevo detto che sareste riuscite ad andare nel backstage io non ci sarei venuta. Ok? Rispettiamo i patti.-
    -Lo sappiamo. Noi gliel’abbiamo detto che a te non piacevano, ma hanno insisto. Figurati che non gliene importa neanche che a te non piacciono.-
    -No, ragazze, io non ci verrò. Ringraziateli anche da parte mia, ma io non ci verrò.-
    Mi avvio alla pensione seguita dalle mie amiche che cercano in ogni modo di raggiungermi in modo da riuscire a convincermi.




    Capitolo 3
    Eccoci qui. Sono le 05.00 del mattino e siamo già alzate. Precisamente siamo fuori al Palamalaguti. Rosa e Marika sono tutte pimpanti, mentre io, invece, non faccio altro che sbadigliare da quando siamo arrivate, che erano le 04.50. non stanno nella pelle per il fatto che dopo il concerto andremo nel backstage a conoscerli da vicino. Sì, “andremo”, alla fine sono riuscite a convincermi, ma le ho detto che me l’avrebbero pagata, in più saranno a mia completa disposizione per dieci anni e mi hanno regalato ognuna, la propria felpa preferita. Devo ammettere che con tutto questo, però, c’ho guadagnato. Cavoli se c’ho guadagnato e non poco. Continuo a sbadigliare, mentre loro continuano il loro ultimo cartellone, quello che devo tenere alzato io. Fossero così pimpanti alle cinque di mattina per venire a scuola, avrebbero sicuramente tutti 10. ma d’altronde chi è che si sveglia pimpante per andare a scuola? Nessuno.
    Marika sceglie detta la frase in tedesco a Rosa. Quest’ultima cerca di non sbagliare, e un po’ ci riesce e un po’ no. Comunque cerca di fare del suo meglio. Aggiusta qualche virgola. Colora prende la colla e con essa attacca delle foto dei Tokio Hotel.
    -Mia, sei sveglia?- Mi chiede Marika.
    -Secondo te?- Chiedo con voce assonnata, mentre sbadiglio.
    -E sta’ sveglia, su che oggi ci si diverte. Ci si sta tra i vip.-
    -Sì, tra i vip.- Faccio io scocciata. -Marika, cerca di stare con i piedi a terra, altrimenti dalle nuvole potresti cadere e farti molto male.-
    -Ma che dici?! Mia, è possibile che te non riesci proprio a essere un po’ felice.-
    -Certo che sono felice, felice di aver deciso di uccidervi.-
    Nel frattempo fuori ai cancelli del Palamalaguti inizia a farsi la folla e il sole inizia ad alzarsi. Noi prendiamo i primi posti sicuramente, dato che siamo state le prime ad arrivare. Marika e Rosa hanno voluto che ci mettessimo attaccate ai cancelli.

    Le ore iniziano a passare in fretta. Le ragazze iniziano ad agitarsi. A parlare un po’ più forte. io con le mie Ray Ban agli occhi e il mio berrettino cerco di non annoiarmi troppo anche se è impossibile visto che non ho nulla da fare e non posso neanche chiamare Raoul visto che si sta allenando a palla – volo. C’ho parlato stamattina. Gli ho raccontato del fatto che sarei andata nel backstage dopo il concerto. Gli ho detto che non ho voglia di andarci e che se ci vado è solo per fare un piacere alle mie amiche. Poi mi ha detto che senza me non sa con chi parlare. Per me questo già è tanto. Poi m’ha detto che dopo il concerto gli devo fare uno squillo perché mi deve chiamare e parleremo finché non ne potremo più di sentire l’uno la voce dell’altro.
    -Ragà, io ho fame.- Fa Marika.
    -Anch’io.- Fa Rosa.
    -Ok, non c’è due senza tre: anch’io ho fame.-
    -Chi va al supermarket?- Chiede Marika, guardando prima me, poi Rosa.
    -No, non contate su di me, io vi ho già fatto troppi favori finora.-
    Eccomi qua. Fuori a un supermercato. Non è possibile… Ah, ma me la pagheranno… e molto cara. Entro e mi avvio vicino al bancone della salumeria. Prima di me c’è una ragazza con una sua amica e stanno parlando.
    -Ma secondo te i Tokio Hotel dopo il concerto fanno entrare noi due nel backstage?-
    -Mah, non lo so. Però ci sono buone possibilità.-
    -Te dici?-
    -Sì, sì,- Faccio una faccia di soddisfazione. Sì, perché andremo io e le mie amiche nel backstage. Anche se io non entrerò con loro, anzi me ne starò per i fatti miei fuori. Le ragazze dopo aver preso i loro panini, si allontanano, dirigendosi verso gli scaffali delle bibite. È il mio turno.
    -Sei panini con salame napoletano.- Faccio io alla signora dietro al bancone.
    -Subito.-
    -Grazie.-
    Aspetto qualche istante. Guardandomi intorno. Come sono strani qui al nord. Anche se non ti conoscono ti salutano e ti fanno domande in modo molto gentile. Molte non se ne fregano di dove sei, sono davvero gentili e soprattutto molto fini e delicati. Sembra che Marika sia nata proprio qui, anche se so che non è vero. La signora mi consegna i tre panini. La ringrazio nuovamente. Vado anch’io vicino agli scaffali delle bibite. Prendo una Red Bull e due Coca – Cola. vado agli scaffali dei dolci. Prendo tre Kinder Bueno. Poi vado alla cassa a pagare. Vado a pagare da quella dove non c’è nessuno. Il tutto mi viene a costare sui dieci euro. Esco dal supermercato e mi avvio verso il Palamalaguti. Dopo un po’ trovo un tabacchino. Entro e compro un pacco di Merit. Esco di nuovo e mi riavvio verso il Palamalaguti. Dato che non so la strada ogni tanto chiedo un’informazione. Finalmente arrivo e non riesco a passare, perché ci sono molte persone. Marika e Rosa mi vedono. Iniziano ad urlare. Ma non si muovono dalla loro postazione. Riesco ad arrivare da loro. Mi siedo a terra, sopra alla tovaglia che abbiamo portato da casa. Apro la busta e distribuisco i panini. Poi passo a distribuire le bibite e infine i Kinder Bueno. Iniziamo a mangiare i nostri panini. Non diciamo una parola. Io mi guardo intorno. Alcune ragazze stanno mangiando come noi, altre continuano a perfezionare i loro cartelloni.
    -Il cartellone che dovrei mantenere io, l’avete finito?-
    -Sì e dopo mangiato te lo faremo vedere. Hai preso anche le sigarette?-
    -Certo, anche se l’altro pacchetto ancora non è finito, non hop voluto rimanerne senza. D'altronde: ”Prevenire è meglio che curare!”.-
    -Oh sì!-
    Apriamo le nostre lattine. Facciamo una specie di brindisi con la Coca – Cola e la Red Bull.
    -Al concerto di stasera!- Fanno insieme Marika e Rosa.
    -Alla mia vita!- faccio invece io.
    Mi guardano un po’ male ma io non me ne frego e bevo la mia Red Bull.
    -Mia, lo sai che la Red Bull è la bevanda preferita di Bill e Tom?-
    -Certo che ‘sti tizi mi copiano pure, eh? Complimenti!.-
    -O forse sei te che hai copiato loro.-
    -Rosa, sai benissimo che a me non piace copiare.-
    -Seee, infatti sono io che copio i compiti a scuola, eh?-
    Scoppiamo tutt’e tre in una risata. Dopo aver finito di mangiare, io mi accendo una sigaretta, mentre Marika e Rosa cacciano il poster che dovrei mantenere io. Lo guardo. È davvero bellissimo.
    -‘Mazzate, è proprio bello. Complimenti.-
    Le mie migliori amiche ne sono felice, d’altronde devo mantenerlo io già a me non piacciono i Tokio Hotel, figuriamoci se mi fossi presentata al concerto con un cartellone che faceva pena. Oh, che tristezza! È il primo concerto a cui vado ed è proprio quello dei cantanti che non mi piaccio. Che pizza!

    Il concerto è iniziato già da mezz’ora. Tutte le ragazze urlano ed io mi sto rompendo i timpani appunto per le urla delle ragazze e, soprattutto, per le canzoni che cantano. Abbiamo preso i posto sotto al parco, in piedi. il cartellone lo alzo poco. Marika e Rosa stanno ancora urlando dalla gioia. Vorrei ascoltare il mio Mp3 con le mie canzoni preferite, ma seppure lo facessi, neanche riuscirei a sentir nulla per colpa del baccano che c’è. Uffi! Perché mi sono lasciata convincere.
    Bill non fa altro che ringraziare e dire frasi metà in tedesco e metà in inglese. Il concerto continua. Non conosco le canzoni, ma una mi colpisce in particolar modo. Tutti sanno le canzoni a memoria e le cantano insieme a Bill. Tom se ne va camminando per tutto il palco. Georg invece rimane fermo per qualche minuto poi inizia a muoversi anche lui. Gustav è l’unico che non può muoversi, perché è dietro la batteria. Cavolo, non mi piacciono, però so a memoria i nomi. Meno male che non mi piacciono. E se mi piacevano? Avrei saputo anche quante volte vanno in bagno? Mah, sono proprio strana. Tom guarda delle ragazze. Poi si sofferma su di me. Su di me?! impossibile! Infatti è impossibile, non mi avrebbe mai notata. Sta guardando quella dietro me. una bella moretta, alta, tutta truccata. Ecco. Marika e Rosa avevano ragione, Tom guarda solo le belle ragazze. Quindi sarebbe stato davvero impossibile se mi avesse guardata.
    Finalmente all’una finisce il concerto, ma per me e le mie amiche la serata non è ancora finita. Dobbiamo andare nel backstage.

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