...Mia...

La Mia prima Fan Fiction...

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  1. BloodyVampire90
     
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    Capitolo 41
    Come quelle di Ibiza, anche le discoteche delle Maldive sono belle. Hanno luci colorate, la musica suona a palla. Non ho mai frequentato così tante discoteche come in queste settimane e, sinceramente, mi sto abituando ad andarci sempre.
    È divertente ballare con Georg, soprattutto se, mentre balliamo, lui fa le facce simpatiche o ci prova con una ragazza che non ci sta o prende in giro qualcuno.
    -Gè, la facciamo una cazzata insieme?- Gli chiedo.
    -Che cazzata?-
    Mi fermo e mi avvicino al suo orecchio. Gli spiego ciò che dobbiamo fare.
    -Allora? Che ne pensi?- Gli chiedo guardandolo, aspettando una sua risposta.
    -Sei una mente criminale. Comunque, sì, voglio farla questa cazzata.-
    Georg si allontana da me. Ok, è ora di fare la sensuale. Inizio a ballare come la Cristiana Capotondi nel film Come tu mi vuoi.
    Georg balla dietro una ragazza che ha un vestito, il quale, a malapena le arriva alle cosce. La ragazza si gira. Ci sta! Buon per lui. Gli mette le braccia intorno al collo.
    A me si avvicinano due ragazzi. Si fanno più stretti intorno a me. Uno mi mette una mano sul fianco destro e l’altro mi mette una mano sul fianco sinistro.
    Il primo mi cinge la vita e mi stringe.
    Guardo di nuovo Georg. Ci sorridiamo continuando a ballare.
    Il secondo ragazzo non molla, così, mi stacco dal primo e mi stringo al secondo, senza girarmi a guardarlo.
    Dopo un po’, guardo Tom. Mi guarda con occhi minacciosi. Cerco di sorridergli, poi, torno a guardare Georg. Gli faccio cenno che può bastare. Mi stacco dai due ragazzi e vado da lui.
    -Allora?- Mi chiede.
    -Al secondo gli si stava alzando.- Gli dico ridendo.
    Georg scoppia a ridere.
    -Gè, a te?-
    -A me lo stava toccando sui jeans, poi, all’improvviso ha messo dentro la mano, sui boxer e stava andando anche dentro i boxer… Ma qual è il secondo?-
    -Quello dietro.-
    Glielo indico.
    -E brava Mia! Ora ho capito perché Tom vuole stare con te: lo fai eccitare.-
    -No, con Tom era tutto diverso. Lui è diverso da tutti gli altri.- Lo avviso seria.
    -Capisco… Vabbeh, ora che si fa?-
    -Andiamo dall’altro lato del locale, si passa al Piano B.-
    -Ok!-
    Ci dirigiamo verso il piccolo palco su cui è posizionato il dj, cercando di non allontanarci troppo dai nostri amici. Ci dividiamo senza stare troppo lontani l’una dall’altro. Alzo la mano e inizio il conto alla rovescia partendo da tre… Due… Uno… Via. Si può iniziare. Ballo dietro una ragazza, mentre Georg è dietro un ragazzo.
    mi stringo di più dietro la ragazza. Ciò che sto per fare non lo avevo mai fatto in vita mia. Ho un po’ paura. Le metto le mani sui fianchi. Questa si gira verso me e mi guarda. Le faccio uno sguardo piccante. La ragazza continua a guardarmi, poi mi si avvicina di più e mi si struscia contro. Continuiamo a ballare.
    Io e Georg torniamo a guardarci, complici. Guardo di nuovo Tom. La sua espressione ora è diventata interrogativa.
    La ragazza mi mette le mani sui fianchi. Oh, oh, mi sa che è lesbica o bisex. Meglio, mi facilita il gioco.
    Il mio sguardo torna, ancora una volta su Georg. Torno a fare il conto alla rovescia con la mano. Tre… Due… Uno… allontano un po’ la ragazza da me. Le metto una mano dietro la nuca guardandola intensamente. La avvicino a me e la bacio. La ragazza cerca di aprirmi la bocca. Ora mi sa che è un po’ esagerato come bacio. Non voglio affatto baciarla con la lingua. Il bacio a timbro basta.
    Stacco le mie labbra dalle sue. Tom, Bill, Gustav e Andreas hanno gli occhi sgranati e la bocca aperta. Guardo Georg. Anche lui stacca le sue labbra da quelle di un ragazzo.
    Mi avvicino all’orecchio della ragazza e le dico:
    -Grazie mille!-
    Vado da Georg, lasciando la ragazza lì, impalata. Io e Georg ci ritroviamo insieme al bancone per prendere qualcosa da bere.
    Ci guardiamo e scoppiamo a ridere e, subito dopo, ci diamo il cinque.
    -Grande, Mia.-
    -Bella, Gè!-
    -Torniamo dagli altri?-
    -Certo.-
    Il barista ci porta due bottiglie di birra. Georg le paga entrambe. Poi, tutt’e due, torniamo dagli altri.
    Bill è l’unico che è rimasto ancora sconvolto. Gustav e Andreas ridono. Tom ha ancora lo sguardo arrabbiato.
    Gli prendo la mano e lo trascino in pista con me. Ci mettiamo quasi al centro. Tomi è rigido. Gli le mani intorno alla mia vita e mi stringo di più a lui. Con una mano gli carezzo la nuca. Tom inizia a sciogliersi e a muoversi. Ci guardiamo.
    -Ehi, cos’hai?- Gli chiedo.
    Perché hai fatto quella cazzata?-
    -La prima o la seconda?- Gli chiedo scherzando.
    -Mia, non sto affatto scherzando: sono serio.-
    -Uff… Era solo per divertirci un po’.-
    -Hai bevuto troppo.-
    -Ho bevuto solo sei bicchierini di whiskey e due bottiglie di birra.-
    -Cosa?!- Fa lui.
    Mi allontana per guardarmi negli occhio. Mi riavvicino a lui e torno ad abbracciarlo.
    -Ma sei pazza?!- Mi dice.
    -Tomi, è il solo modo per stringerti senza tornare a quella sera. In questo momento, ho bisogno di starti vicino, di carezzarti, di stringermi a te, ma, se lo facessi da sobria, avrei quelle maledette visioni di quella maledetta notte. Questo è l’unico modo.
    -‘Dio, come ti hanno ridotta quei maledetti bastardi!-
    -Quindi, ti prego, non rimproverarmi se bevo troppo e non litighiamo.-
    -Mia, si inizia così e poi si entra nel tunnel dell’alcol e, io, non voglio che ti succeda questo.
    -Lo so, ma, come ti ho già detto, è l’unico modo. Io ti amo, Tom.-
    Mi allontano un po’ da lui e, con il pollice, gli carezzo le labbra. Tomi mi bacia. È lo stesso bacio del sogno. Anche se sono ubriaca, riesco comunque a riconoscerlo.
    Tom mi stringe di più a sé. Gli metto le braccia intorno al collo. Apro un attimo gli occhi. Giusto un momento per vedere la ragazza a cui ho dato il bacio che mi guarda delusa. Richiudo gli occhi per giìodermi meglio le labbra di Tom.
    -Ti amo, Tom. Da impazzire.- Gli dico, senza staccarmi da lui.
    Tom mi mette una mano sul collo.
    -E’ la cosa più bella che tu potessi dirmi.-
    Ci stacchiamo, ci prendiamo per mano e torniamo dagli altri. Senza avvicinarci a loro, gli facciamo segno di andar via.

    Spiaggia. Bill intona Wenn nichts mehr geht. Stiamo in cerchio. Io e Tomi ci siamo seduti su uno scoglio. Io in cima, lui un po’ più giù, con le braccia poggiate sulle mie gambe.
    Gli piacciono molto i grattini e sono costretta a consumare le mie unghie sulla sua pelle liscia.
    Ogni tanto alza la testa, mi sorride e vuole un bacio.
    -Ragà, che ne dite di dormire in spiaggia?- Chiede Tom.
    -Sì, dai. È una buona idea!- Esulta il gemello.
    -Sì, ha ragione Bill.-
    -Mia, mica ti crea qualche problema stare qui in spiaggia?- Mi chiede Tom.
    -In che senso?- Gli chiedo, anche se so perfettamente a cosa si riferisce.
    -Riguardo a quella notte.-
    -Ora che circola l’alcool nelle mie vene, no, non so domani mattina.-
    -Vuoi andare a dormire in albergo? Vengo io con te, se vuoi.-
    -No, no, non preoccuparti. Prima o poi, dovrò superare questa paura.-
    -Ok!-
    Tomi si alza e mi prende per mano. Ci allontaniamo dai ragazzi. Si sdraia sulla sabbia e mi fa sdraiare accanto a lui. Mi offre la sua spalla come cuscino. Prende una mia mano e intreccia le sue dita fra le mie. Con la mano libera, prendo le sigarette dalla mia tasca. Ne prendo due dal pacchetto. Faccio per mette gliene una fra le labbra, poi mi fermo.
    -Aspetta… Prima voglio una cosa da te.- Gli dico.
    -Cosa?-
    Mi avvicino alle sue labbra e gli stampo un bacio leggero. Faccio per distaccarmi, ma Tom mi trattiene sulle sue labbra. Mi stringe di più a sé. Mi stringo forte a lui. Dopo un po’, mi stacco, gli metto la sigaretta fra le labbra e gliela accendo, subito dopo, faccio lo stesso con me.
    -Guardali là, i due piccioncini come amoreggiano.- Urla Georg. -…Tom, inchioda, inchioda.- Continua.
    -Sì, inchiodo a tua sorella!- Risponde Tom.
    Scoppio a ridere. Tom mi segue.
    -Mia, prima che me ne dimentico… Allora, già si sapeva che Georg era gay, ma che baci le ragazze mi giunge nuova.- Mi dice Andreas.
    -Infatti è la prima volta che lo faccio.-
    -Oh… Ma io non sono gay… Se vuoi ti faccio vedere il mio ombrellone!- Dice Georg ad Andreas.
    -Ma che ombrellone… Forse hai quegli ombrellini che si usano per i cocktail.- Gli risponde Tom.
    -Oh, ma che ce l’avete con me?- Chiede Georg.
    -Sì!- Rispondono tutti in coro.
    -Qui, l’unico che deve parlare è Tom, perché se n’è fatto lui di donne. Il resto fate schifo. Bill, tu sei vergine, quindi, devi solo andar via. Voi altri due, non trombate dai tempi dell’asilo.- Fa Georg.
    -Seee… E’ arrivato Tom Cruise…- Fa Bill.
    -Georg, non sei manco un pelo di Rocco Siffredi.- Gli dico.
    -E chi è?- Mi chiede Tom.
    -E’ un attore italiano di film porno.-
    -Oh, allora, io sono suo figlio.- Mi avvisa Tom.
    -Seee… Contaci.- Gli rispondo.
    -Antipatica!-
    -Comunque, Georg, non c’è niente di male ad essere ancora vergine a quest’età. Se non mi fosse successo quello che è successo, di sicuro sarei arrivata vergine all’altare, a meno che non avrei ricevuto una botta in testa!- Gli dico.
    -Essere ancora vergini a quest’età, per un ragazzo che vuole essere considerato tale, vuol dire essere considerato sfigato.-
    -Siete assurdi voi ragazzi.-
    -A volte è vero.- Mi fa Bill.
    Scuoto la testa.
    -“ Occhi da orientale che raccontano emozioni, sguardo limpido di aprile di dolcissime illusioni. Tutto scritto su di un viso che non riesce ad imparare, come chiudere fra i denti almeno il suo dolore… Ma tu dormi ancora un po', non svegliarti ancora, no,
    ho paura di sfiorarti e rovinare tutto…”- Gli canticchio la sua canzone.
    -Ma che dici?- Mi dice facendo uscire fuori del fumo.
    Mi giro a guardarlo.
    -Hai presente quando te ed Andreas siete venuti in camera mia stasera, prima di uscire?- Gli chiedo.
    -Sì!-
    -Ecco. Quando mi sono imbambolata come un pesce lesso a guardarti, dal mio computer stava uscendo dal mio portatile questa canzone e ho pensato che è perfetta per te. È la tua. È giusta per te.-
    -Ma era la prima volta che l’ascoltavi?-
    -No, l’ascoltai la prima volta al cinema. È la colonna sonora di un film italiano che è uscito da poco e, da quel momento, ho promesso a me stessa che l’avrei dedicata solo alla persona che amo.-
    Mi sorride e mi stringe di più a sé.
    -Ti va di farmi capire cosa dice la canzone? Le parole.-
    -In che senso? Che vuoi dire?-
    -Me la traduci?-
    -Certo, tanto l’ho imparata a memoria. Anche se ho paura di confondermi un po’ col tedesco.-
    -Tranquilla. Traducimi solo quello che sai tradurre. Poi magari dopo me la invii col cellulare.-
    -Ok!-
    Gli traduco la canzone nel modo migliore possibile, anche se lui deve aiutarmi un po’, andando ad intuito.
    Sembra apprezzarla. Meno male. Pensa se non gli piaceva! Come la mettevo?! Poi, comunque sarebbe stato impossibile non piacergli. Le parole e la melodia sono incredibilmente belle.
    -Mia, non so se l’hai notato, ma per dedicarmi questa canzone direi no, ma io non ho gli occhi da orientale.-
    -Lo so, sciocchino, ma non ti sta bene perché potresti avere gli occhi a mandorla, ma perché ti calza a pennello. Ti sta bene.- Gli dico.
    Tom mi si riavvicina e mi ribacia. Ormai è diventato un rito il nostro.
    Mi bacia ancora come nel sogno.
    Posa una gamba su entrambe le mie. La tiene piegata. La sua mano si muove ovunque sul mio corpo. Sa come muoversi e, soprattutto, dove andare.
    -Ti va di farlo?- Gli chiedo continuando a baciarlo.
    -No!-
    -Perché no?-
    -Perché sei ubriaca e, domani, a mente lucida, potresti pentirtene.-
    -Chi te lo dice?-
    -Mia io sto già approfittando del fatto che ora sei ubriaca per stringerti e coccolarti e baciarti e già so che, domani mattina, tu forse avrai già dimenticato tutto ciò e, di sicuro, farai di tutto per allontanarmi da te! Solo per questo motivo non voglio farlo. Anche perché voglio che, quando e se succederà, sia una cosa memorabile.-
    -Ok, ora basta parlare, pensa solo a baciare.-
    La sua bocca aderisce bene alla mia, come sempre. Gli levo il cappellino e la fascia. La mano di Tom scende su una coscia, la mia va sotto la sua maglia.
    -Se continui così, me ne fregherò di ciò che ti ho detto e ti faccio mia in men che non si dica.- Mi dice, senza staccare le sue labbra dalle mie.
    -E’ ciò che voglio. Ora, qui, avanti a tutti loro.-
    -Non esagerare ora.-
    -Perché no? Così gli fai vedere che non fai solo chiacchiere e che potresti davvero essere il figlio di Rocco Siffredi.-
    -Loro già lo sanno.-
    -Ok.-
    La sua lingua si muove bene nella mia bocca. Cerca la mia. La mia stuzzica quella di Tomi e si allontana da lei. Tom continua a carezzarmi la coscia e lo fa talmente bene, da non riuscire a resistere a questo magico tocco. La sua bocca scende ed arriva al mio collo. Ecco la mia estasi. La sua bocca sul mio collo, per me, ha un effetto più estasiante della droga. Chiudo gli occhi.
    Mi aiuta a levarmi la canotta. Ci riesce e la getta ad Andreas. Mi rimane in reggiseno.
    -Ehi, ma che vi prende?- Ci chiede Andi.
    La sua bocca, dal collo, scende giù e si ferma all’addome. Inizio a gemere.
    -Ok, Tom, ti prego, basta così.-
    Tom si ferma e sbuffa.
    -Lo so, neanch’io avrei voluto che ti fermassi, ma è meglio se ci fermiamo qui.-
    Ci alziamo e torniamo dagli altri. Mentre camminiamo, mi mette il braccio intorno al collo. Gli prendo la mano. Non fa altro che baciarmi. Sembra di essere tornati a qualche mese fa, quando stavamo insieme ed eravamo felicissimi.
    -Mia, la mia canotta, ora, è mia.- Mi avvisa Georg, sventolando in alto la mia canotta.
    Tomi mi fa sedere sulla sabbia. Lui si siede dietro me e mi abbraccia. Intreccia le mie mani tra le sue e, con i pollici, mi carezza i dorsi delle mani.
    Ogni tanto mi bacia e, mentre lo bacio, porto le nostre mani al suo viso liscio. E, quando meno me lo aspetto, mi bacia il collo. Ora non se ne frega del fatto che ci sono i nostri amici avanti. Ora non fa niente. Basta solo dimenticarsene.

     
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