...Mia...

La Mia prima Fan Fiction...

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. BloodyVampire90
     
    .

    User deleted


    Capitolo 43
    Aereo. Per partire. Non per tornarmene a casa mia, ma per andare a Miami. Alla fine Bill è riuscito a convincermi. Come sempre! Non so come abbia fatto, ma c’è riuscito. Ha un potere molto persuasivo. Io e Tom, invece, non ci parliamo più, ora non ci salutiamo neanche. Non voglio solo io, ma, questa volta, anche lui. La cosa che mi consola di più è che abbia chiarito con il fratello. Non mi frega con abbiamo chiarito noi due, ma che l’abbia fatto almeno con lui. Bill gli ha raccontato tutto ciò che ci siamo detti quella mattina in spiaggia, per fargli capire che non volevamo andargli contro.
    Nessuno dei due ha voluto sedersi accanto all’altro su quest’aereo. Tutto si sta complicando. Invece di andare meglio, va molto peggio. Non può continuare così. Devo vedere di risolvere questa situazione prima di arrivare ad un punto di non ritorno. Se avessi resistito di più al tentativo di persuasione di Bill, a quest’ora, starei già a casa, con la mia famiglia e i miei amici, tranquilla e anche i Tokio Hotel starebbero più tranquilli senza tutte queste sceneggiate.
    Nella mia fotocamera non ci entra più niente, così sono costretta a passare le fotografie, già da ora, sul mio PC portatile e sul mio blog.
    Prendo le cuffie e le infilo nelle orecchie per non disturbare con la musica. Apro il Windows Media Player. Fergie, con la sua London Bridge. Ora ho bisogno di ritmo.
    Tom è seduto dietro di me ed ho come l’impressione che non faccia altro che osservarmi. Bill e Georg sono accanto a me e dormono da quando siamo partiti. Non li biasimo. Siamo tutti stanchi. Da quando è iniziata questa vacanza stiamo dormendo pochissimo e ora siamo tutti esausti.
    Vorrei tanto sentire mio padre, sapere come sta. Non ci parlo da quando sono partita. Le telefonate internazionali costano davvero tanto. Anche far prendere un po’ di rete costa. A lui non piace usare MSN. In verità, non lo sa usare. A malapena riesce ad inviare una e-mail. Direi che è troppo difficile per lui da capire. Eppure ci sono persone che hanno più o meno la sua età che sanno usarlo. Mentre, con gli altri programmi, se la cava piuttosto bene.
    L’hostess mi si avvicina e mi chiede:
    -Desidera qualcosa, signorina?-
    -Una lattina di Coca-Cola, gentilmente.- Le rispondo, sorridendole.
    -Una anche a me.- Fa Tom da dietro.
    -Va bene, allora due lattine di Coca-Cola.-
    L’hostess se ne va, mentre io continuo ad ascoltare della buona musica per distrarmi. I like the way you move, dei BodyRockers. Con la testa, cerco di seguire il ritmo.
    L’hostess torna e mi dà la mia lattina. Le rivolgo un sorriso cordiale, mentre apro la lattina. Ne bevo un sorso, poi ripongo la mia lattina sul tavolino accanto al mio PC. Apro il programma di grafica e inizio a fare dei blend con le foto di Ibiza e delle Maldive. In un modo o nell’altro devo perdere tempo.
    È ancora incredibile per me. Cazzo! Sto volando su un aereo, in prima classe, verso gli Stati Uniti d’America, precisamente, verso la Florida. Dio, è un sogno. È uno dei miei più grandi sogni che si avvera.

    Albergo. Non disfo la valigia: potrebbe capitare che io decida nuovamente di andarmene e non vorrei perdere tempo a riprepararmela.
    Bussano alla porta. Che sarà successo ora? Non siamo neanche arrivati.
    -Chi è?- Chiedo.
    -Bill… Dai, muoviti, aprimi, presto!-
    Corro ad aprirlo. Bill mi abbraccia. Talmente forte che non riesco neanche a respirare. Oddio, sto soffocando.
    -Bill, anch’io ti voglio bene, ma te ne vorrò di più se mi lasci respirare.- Lo avviso con voce soffocata.
    -Ah, sì, scusa!-
    Do un sospiro di sollievo ricomponendomi.
    -Di niente. Allora… Cos’è tutto questo entusiasmo? Che è successo di così bello?-
    -Ok, tieniti forte: ho chiesto se le nostre camere sono disponibili per altre due settimane, dato che gli altri alberghi erano tutti occupati e loro mi hanno risposto di sì.-
    -Wow… Che meraviglia!-
    -Oddio, rimaniamo a Miami… A, abbiamo affittato un’automobile per tutto il tempo in cui staremo qui.-
    -Pure… Non vi costerà troppo questa vacanza?-
    -Machissenefrega! Io voglio solo divertirmi.-
    -Bene, anch’io lo voglio.-
    -Ah, un’altra cosa ancora: l’albergo dispone di una piscina.-
    -‘Sti cazzi!-
    Scusate, ma mi è uscito spontaneamente!
    -Mia, brindiamo!-
    -Cosa?! Cioè, per così poco? E poi, con cosa brindiamo?-
    -Con le birre del frigo-bar.-
    -Ah… Ok! Grande!-
    Bill corre a prendere due bottiglie dal mio frigo-bar. Me ne dà una. Cerca di aprire la sua. Non ci riesce. È normale non ha un filo di muscoli. Non per offendere, ma è troppo mingherlino.
    -Bill, me la dai?- Gli chiedo un po’ imbarazzata.
    Me la porge. La prendo. La poggio accanto alla scrivania, con il tappo sopra e il collo della bottiglia giù. Do un colpo sopra e il tappo salta. Bill mi guarda a bocca aperta mentre gliela porgo.
    -Grazie!- Mi dice ancora incredulo.
    -Di niente.-
    Faccio lo stesso anche con la mia birra. Urtiamo le due bottiglie ed insieme diamo il primo sorso. Vado alla mia valigia e prendo la mia macchinetta fotografica, con cui inizio a fare delle fotografie a noi due con le pose più pazze e strane. Devo dire che ci rispecchiano perfettamente queste pose. È tipico di noi due. Anche se non sembra, perché all’apparenza può sembrare timido e riservato, con Bill ci si diverte davvero tantissimo. È così spensierato, solare ed è un ragazzo davvero d’oro.
    Bussano di nuovo. Vado direttamente alla porta ad aprire, senza chiedere chi è. Apro la porta. Tom ed Andreas. Mi guardano, poi, il loro sguardo, va su Bill, il quale è sdraiato sul letto.
    -Ma cos’è successo?- Chiede Andreas.
    -Nulla, stavamo semplicemente divertendoci un po’!- Rispondo.
    -Stavate facendo un festino privato e non ci avete invitati! Eh, no, no, no, no, questo non si fa.- Continua Andreas.
    -Ma quale festino?! Comunque, che è successo? Perché siete qui?- Chiedo.
    -Forse perché dovremo uscire? Sono le 21.00.- Ci avvisa.
    -Cosa?! Le 21.00?! Oh, madre, io devo ancora fare la doccia!- Gli dico in preda al panico.
    -Anch’io devo ancora farla.- FA Bill.
    Andreas rotea gli occhi in alto.
    -Dio, cosa ti ho fatto di male? Perché proprio a me hai dovuto mandare queste due croci? Comunque, facciamo così… Io vado in camera con Bill e lo aiuto a muoversi, tu, Tom, rimani qui con lei e aiutala a muoversi.- Gli dice Andi.
    -Andreas non si può fare il contrario?- Gli chiedo gesticolando nervosamente.
    -In che senso? Che vuoi dire?-
    -Che, te, rimani qui con me e i gemelli se ne vanno insieme.- Gli spiego.
    -No, mi dispiace, ma vorrei parlare un po’ con Bill… Mi sa che tu dovresti parlare un po’ con Tom.- Risponde trascinandosi fuori Bill.
    Quest’ultimo mi manda un bacio da lontano. Faccio lo stesso con lui. Bill ed Andreas chiudono la porta. Ora io e Tom siamo completamente soli.
    Prendo la mia valigia e la poggio sul letto. Da lì, prendo l’intimo da indossare, shampoo, doccia-schiuma ed asciugamani. Corro in bagno, mi spoglio velocemente ed entro nella doccia.
    Ecco ciò di cui ho bisogno per rilassarmi, di una bella doccia tiepida. Dura almeno un quarto d’ora. Esco ed avvolgo l’asciugamani attorno a me. Indosso velocemente l’intimo e torno in camera.
    Cazzo, m’ero scordata che Tom è qui. Faccio le cose con disinvoltura. Prendo dalla mia valigia t-shirt e jeans. Torno in bagno e indosso prima i jeans, poi la t-shirt.
    La porta si apre e dallo specchio vedo comparire Tom dietro di me. Mia, continua a fare come se lui non ci fosse. Ignorali più che puoi. Si poggia al lavabo, di fronte a me, incrocia le braccia al petto e mi guarda. Io guardo solo l’immagine di me stessa allo specchio. La mia cinta preferita, quella col teschio è già negli appositi passanti dei jeans. Devo solo allacciarla.
    Arriva il momento del trucco. Torno per l’ennesima volta in camera e lo prendo da sopra la scrivania. Con me, porto anche il mio cellulare. Mando un messaggio:
    “Dato che nessuno dei due vuol parlare con
    l’altro, puoi anche tornartene in camera tua.
    Qui mi dai solo fastidio con la tua presenza.
    Un enorme fastidio.”
    Aggiungi destinatario  Tomi Amore mio Invia. Ecco fatto. Sì, lo so, lo so, devo cambiare il nome al suo numero. Apro i beauty-case e inizio col mettermi l’eye liner. Il cellulare di Tom squilla, la canzone è Unendlichkeit. Dev’essere il mio messaggio. Lo legge e ripone, di nuovo, il cellulare nella tasca, senza dire una parola. Continua a guardarmi. Ok, Mia, basta. Gli hai inviato un messaggino, va bene così.
    Tom si sposta dal lavabo e si mette dietro di me. Continuo, incontrando grandi difficoltà, a guardare solo me stessa nello specchio. Appoggia le sue dita sulle mie tempie e fa dei movimenti circolari.
    -Fermati!- Gli ordino.
    -Hai bisogno di rilassarti, ti vedo tesa!-
    Ci guardiamo per un po’ allo specchio.
    -No, sto bene, fin troppo bene.-
    -Ascoltami, per una buona volta.-

    -No, altrimenti, finisco per addormentarmi, mentre, io, invece, stasera, voglio divertirmi.-
    -Nessuno, ti vieta di farlo, ma, prima, vorrei che tu ti rilassassi un po’.-
    -Tom, ti prego, fermati seduta stante.- Continuo ad ordinargli.
    Poggio le mie mani sulle sue e, con delicatezza, le levo. Tomi, incrocia le sue dita tra le mie. Le visioni, si fanno, improvvisamente largo tra la mia mente.
    Mi giro verso lui, gli lascio le mani e lo allontano da me.
    -Scusa, non volevo, avevo scordato che hai paura di me… Ancora!- Dice, scuotendo la testa. -Come siamo arrivati a questo punto? Io vorrei…-
    -A me, sta bene così!- Lo interrompo, dura.
     
    Top
    .
50 replies since 18/7/2008, 21:00   4498 views
  Share  
.