...Mia...

La Mia prima Fan Fiction...

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. BloodyVampire90
     
    .

    User deleted


    Capitolo 44
    -Puoi darmi un whiskey?- Chiedo al barista.
    -Quanti anni hai?- Mi chiede.
    -Ne ho compiuti diciotto ad aprile.-
    -Mi dispiace, ma non posso, non puoi ancora bere alcoolici. Devi avere almeno ventun’anni.- Mi informa.
    -Ok.-
    Cazzo, no! Allora: Bill e Tom ne hanno diciotto, quasi diciannove, quindi neanche loro possono prenderne e, poi, Tom non me lo prenderebbe mai; Gustav ne ha diciannove, quasi venti; Georg… Georg ne ha ventuno. Oh, che meraviglia, il mio carissimo Georg ne ha ventuno.
    Vado velocemente da lui.
    -Georg, Georg, Georg, sai già che ti amo, vero? Sì, lo sai fin troppo bene.- Gli dico.
    Georg si mette le mani sui fianchi e mi guarda.
    -Cosa ti serve?- Mi chiede.
    -Sai che qui non si possono bere bevande alcooliche neanche a diciotto anni?-
    -Quindi…?-
    -Te hai ventuno anni…-
    -E…?-
    -Puoi bere gli alcoolici, ti prego prendimi qualcosa da bere.- Lo imploro.
    -Non esiste, non ti permetterò di ubriacarti.- Interviene Tom.
    -Non farò nulla di ciò che mi dici, mio caro Tom. Non obbedirò come un cane obbedisce al suo padrone.- Gli dico, poi mi rivolgo al caro vecchio Georg. -Gè, me lo prendi allora?-
    -Mia…-
    -Gè, non dargliela vinta, io sono maggiorenne e vaccinata.-
    -Georg, se fai ciò che dice lei, non permetterti più di considerarmi tuo amico e, uno dei due, deve uscire dal gruppo.-
    Bastardo, gli ha dato un ultimatum. Questo è un colpo basso. Volto le spalle ad entrambi e me ne vado delusa e arrabbiata.
    Mi dirigo al bancone. Ora, due sono le cose: 1) Seduco il barista e tento di farmi dare qualcosa da bere: 2) La do vinta a Tom.
    L’opzione numero uno, potrebbe andare, ma la due… Non se ne parla proprio. Io non gliela do vinta. Non sono il tipo di persona che si arrende alla prima difficoltà. Eh, no! Sono una persona determinata e combattiva. Georg, Georg, Georg, lurido traditore! No, non è colpa sua. La colpa è di quello stronzetto di Tom.
    Direi che forse è stato meglio così. Non mi sarei mai perdonata il fatto di mettere tutto il gruppo contro. Già m’immagino tutti i giornali: “I Tokio Hotel si sciolgono a causa della puttanella che era in vacanza con loro!”. Machissenefrega!
    Merda, sono a corto di idee! Come faccio a prendermi da bere?! Uffa! Mi sto disperando.
    Mmm… E se facessi… Potrebbe essere un’idea… Sì, questa sì che è una grande idea. Geniale!
    Mi appoggio al bancone attendendo che il barista mi guardi.
    -Ehi, mi fai spazio?- Gli chiedo.
    -S… Sì, certo. Ma cosa vorresti fare?- Mi chiede.
    -Ora lo vedrai.-
    Salgo sul bancone cercando di trovare l’equilibrio per riuscire a stare in piedi. Ok. Ci sono riuscita.
    -Woooooow! Dolcezza, cos’hai in mente?- Mi chiede ancora il barista sorridendo malizioso.
    -Fai alzare il volume della musica.- Gli ordino.
    -Perché?-
    -Voglio che la musica arrivi alta, anche qui.- Gli rispondo.
    Il barista fa uno strano cenno al dj, il quale alza il volume. Ecco, la musica ora è perfetta. Blind, di Hercules and Love Affair. Inizio a muovermi, prima lentamente, cercando di prendere il giusto ritmo, poi, appena riesco a prenderlo, mi muovo più velocemente. Cammino per tutto il bancone. Faccio giravolte, cercando di non cadere. Le persone, da giù, battono le mani a tempo. Mi muovo sensuale. Le persone, le quali sono al centro della pista, ci raggiungono, al bancone prendendo, anche loro, il ritmo giusto. Dopo un po’, vedo anche i suoi occhi. Arrabbiati e meravigliati allo stesso tempo. Tom. Non si sta divertendo affatto, mentre, gli altri quattro sembrano apprezzare lo spettacolo.
    Tom tenta di avvicinarsi di più al banconi, ma gli costa una fatica. Poggio un ginocchio sul bancone, davanti ad un uomo che avrà almeno una trentina d’anni. È bello. Capelli ed occhi castani. Un filo di barba in viso. Fisicamente è messo piuttosto bene.
    Mi avvicino di più al suo viso, lo prendo tra le mani e gli stampo un bacio sulle labbra. Mi stacco e mi rialzo e torno a fare il mio balletto. La musica cambia e, con lei, cambiano anche i miei movimenti. Qualcuno prende dei soldi dai propri portafogli. Non voglio i soldi e, sinceramente, non voglio neanche più da bere.
    Qualcuno mi blocca la caviglia. Già immagino chi è. È di sicuro Tom. Abbasso la testa per controllare se è lui. Resto completamente shockata. Non è lui. È l’uomo a cui prima ho dato il bacio. Nel frattempo, arriva anche Tom. Guardo prima l’uno, poi l’altro. Questa volta scelgo Tom. Quest’ultimo mi aiuta a scendere dal bancone. Ci diamo la mano.
    -Questa volta hai fatto la cosa più giusta.- Mi dice.
    -Non lo so. L’ho fatto per stare serena almeno stasera. Non ho molta voglia di litigare con te.-
    -Sapessi quanto ne ho voglia io. Comunque, noi avremmo deciso di andare in spiaggia. Sei dei nostri o vuoi tornare in albergo?- Mi chiede.
    -Certo che vengo.-
    -Mia, ma perché io e te non facciamo altro che litigare?- Mi chiede.
    -Non lo so. Penso che ci sia qualcosa che non va.-
    -Io non voglio che sia così.-
    -Tom, ora basta. Più facciamo la pace e più litighiamo.-
    -Possiamo anche chiarire una volta per tutte, cercando di andare d’accordo il più possibile.-
    -Tom, io e te siamo arrivati ad un punto di non ritorno.-
    -In che senso?-
    Gli lascio la mano.
    -Ci detestiamo.-
    Tom si blocca.
    -Mia, io non ti detesto affatto.-
    -Ah, no?-
    -No!-
    -Allora, devo essermelo detta da sola: “Vorrei non averti mai conosciuta!”!-
    -Io non volevo…-
    -Però lo hai fatto. Basta, Tom, lasciamo stare, ché è meglio!-
    -Non riesco a credere che ci… No, mi detesti.-
    -Tom, anche te lo fai!-
    -No, non è così.-
    -Sì, Tom.-
    -Ora, non mi sembra il caso, però, ne riparleremo. Voglio chiudere questa faccenda una volta per tutte.-
    Ci avviamo all’uscita. Ok, Mia, basta. Sei diventata un po’ troppo dura con lui. Inizia a cedere… Almeno un po’.
    Gli ridò la mano. Si gira e mi guarda. Gli regalo un sorriso timido. Le mie visioni stanno scomparendo.
    -Tomi, hai una sigaretta da darmi?- Gli chiedo mentre ci dirigiamo verso la spiaggia.
    -Sì, certo!- Mi risponde.
    Prende un pacchetto di Marlboro Light dalla tasca e me lo dà.
    -Tienilo pure.- Mi dice.
    Il pacchetto è ancora del tutto sigillato. Lo apro e ne prendo una. Tom me la accende con l’accendino.
    Ne prendo una anche a lui. Fa un po’ di resistenza, ma poi l’accetta.
    Continuiamo a camminare, mano nella mano. Come tempo fa. Mi chiedo sempre come andrà a finire tra noi. Se torneremo insieme oppure, ci lasceremo per sempre.
    Tom mi cinge il collo con un braccio, tenendomi ancora la mano. Poi si ferma.
    -Promettimi che non avrai una reazione violenta a ciò che sto per fare.- Mi chiede.
    -In che senso? Che vuoi dire? Non ti seguo.-
    -Aspetta, faccio prima gli ultimi tiri per prendere coraggio e farmi passare il nervosismo e poi lo faccio.- Mi dice.
    Fa tiri e getta fuori il fumo molto velocemente, poi la getta.
    -Ti prego, fammi fare un altro tiro dalla tua.- Mi prega.
    Gliela porgo.
    -No, dalle tue mani.-
    Non lo capisco. Avvicino la sigaretta alle sue labbra. Le mie dita le toccano appena. Ho un sussulto. Do un ultimo tiro anch’io e la getto, di conseguenza. Tom respira profondamente, si mette di fronte a me. Mi mette una mano sulla guancia, guardandomi e sorridendo. Avvicina il suo viso al mio. Si inumidisce le labbra e le poggia sulle mie. Sono un po’ perplessa, tanto che non mi lascio ancora andare. Tomi insiste. So che non c’è nulla di male. Prova ad aprirmi le labbra con la bocca.
    Alla fine, non posso fare altro che cedere alla sua dolce tortura. Mi poggia al muro di una casa.
    Tom non si spinge oltre, come prima. Ha capito che c’è un trauma in me. Le sue mani non vanno oltre. Non osano toccare ciò che potrebbe infastidirmi. Toccano solo collo, guance e vita. Le sue labbra sfiorano solo le labbra, guancia, collo, e fronte.
    Gioco col suo piercing.
    Tom si ferma, mi guarda e sorride ancora un a volta.
    -Scusami.- Mi dice.
    -Ma no, dai, figurati… Ma perché l’hai fatto?-
    -Perché ero in crisi d’astinenza.-
    -In crisi d’astinenza?!- Gli faccio incredula.
    Tomi annuisce.
    -E da cosa?- Gli chiedo non riuscendo ancora a capire.
    -Dai tuoi baci.-
    Rido. Tom è sempre stato un tipo spiritoso. Però non credevo che lo era fino a questo punto. Mi giro verso il muro. Non sorrido più.
    -Tom, io ho paura.- Gli confesso.
    -Di cosa?- Mi chiede mettendomi una mano sulla spalla.
    -Del fatto che, domani, io e te, potremo tornare a litigare, a non guardarci più in faccia e a non parlarci.-
    -Non pensare a domani. Pensa a stasera.-
    Annuisco. Girandomi verso lui per sorridergli.
    -Su, andiamo dagli altri.- Mi dice.
    Non posso far altro che annuire nuovamente, prenderlo per mano e tornare dai nostri amici.
     
    Top
    .
50 replies since 18/7/2008, 21:00   4498 views
  Share  
.