Undici anni di bicicletta

L'ispirazione è stata istantanea!

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  1. »Mrs•Littlepoint«
     
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    Un ramoscello lo colpì in pieno viso, e Gustav gemette per il dolore.
    Le ruote della bicicletta oscillarono pericolosamente, ma grazie al cielo il ragazzino riuscì a mantenere l’equilibrio; i raggi vorticavano ad una velocità frenetica e, mano a mano che questa aumentava, le scosse si facevano sempre più forti.
    La ruota anteriore centrò un sasso; Gustav si sentì pronto a dire addio al proprio deretano, quando sobbalzò dal sellino, per ripiombarvi sopra con violenza.
    Chi glie l’aveva fatto fare? Quella stradina era dannatamente stretta e tortuosa.
    Avrebbe potuto prendere quella principale, che era persino asfaltata, e sarebbe andato molto più veloce. Soprattutto, avrebbe evitato moscerini sui denti e ramoscelli negli occhi.
    Staccò una mano dal manubrio e se la portò alla guancia destra, tastando la pelle lesa dalla frustata ricevuta poco prima. Perdeva un po’ di sangue, ma niente di grave.
    Cominciò a riacquistare stabilità giunto ad una salita; lo sterrato era terminato, ricominciava l’asfalto. Con un colpo di reni e di braccia compì un breve salto in avanti, atterrando deciso sul terreno levigato.
    Il sole gli batteva in faccia, e il vento gli soffiava sulle guance e fra i capelli biondi, alleviando quell’opprimente caldo estivo.
    A quell’ora, nel parco non si aggirava un’anima. Era a malapena mezzogiorno inoltrato, e con quel clima rovente era difficile avvistare qualcuno in giro. Sarebbe tornato a casa prima delle quattro, concluse; era a quell’ora, che la pista iniziava a riempirsi.
    Quando oltrepassò l’abete stecchito oltre la cancellata del campo di calcio, sbarrò gli occhi più che potè, lottando contro la luce del sole, concentrando la propria attenzione sul terreno, che scorreva silenzioso sotto le ruote della sua bici.
    Quella grossa crepa era a meno di un centinaio di metri da là, lo sapeva bene. A causa sua, aveva passato una settimana e mezzo di ospedale, più qualche mese di gesso ad una gamba. E adesso, quella stronza stava là ad aspettarlo, camuffandosi fra l’erba che spuntava dalle incrinature del cemento.
    Gustav si leccò il labbro superiore, avvertendo il vago gusto salato del sudore. Era là, oltre la discesa.
    Spalancò gli occhi a dovere, ma dal fondo della strada comparve qualcosa.
    Era rossa e lustra, e correva quanto la sua, se non meglio. Le gambe che slittavano avanti e indietro per infondere potenza ai pedali erano snelle e aggraziate, forse un po’ troppo magre, e i capelli che ondulavano al vento erano vermigli come la bicicletta.
    Il viso era invece visibilmente contratto in una buffa smorfia, quella di chi stenta a scorgere la strada oltre la luce accecante.
    Gustav rimase a fissarla; Si muoveva in maniera piuttosto aggraziata sulla bicicletta, per essere una ragazza. Il riverbero del sole le illuminava il volto e le braccia, così sottili, e le mani si stringevano attorno al manubrio con la stessa forza e agilità con cui l’edera si abbranca ad un albero.
    Il ragazzino si ricompose all’improvviso, raggiunta la decisione che avrebbe fatto qualcosa per farsi notare. Forse era meglio non impennare, perché in discesa avrebbe rischiato di cadere. E sì che lo sapeva fare così bene che non gli ci sarebbe voluto proprio niente. Strinse con più forza i manici del manubrio, tentato all’inverosimile da quell’idea malsana.
    Tuttavia ogni buon proposito svanì, quando gli tornò alla mente qualcosa che non avrebbe dovuto dimenticare.
    “La crepa!” esclamò ad alta voce, indicando il terreno proprio di fronte alla bici della rossa; lei voltò di scatto il viso verso di lui, ma non fece in tempo ad accorgersi dell’ampia rottura nell’asfalto.
    I capelli le accarezzarono dolcemente il viso, mentre sterzava con forza, curvando verso destra e tranciando di netto con le ruote le piccole margherite sbucate da non si sa dove.
    La visione era troppo celestiale perché Gustav si rendesse conto che la bicicletta scarlatta stava piombando nella sua direzione ad una velocità strepitosa.
    Mentre i due mezzi si scontravano, ed entrambi i conducenti piombavano violentemente per terra, il ragazzo avvertì la chioma ramata di lei frusciargli timidamente accanto ad una guancia. Cavoli, doveva essere il paradiso.


    “Come stai?” chiese repentinamente Gustav, rialzandosi e fregandosi le mani per scacciare la polvere. La ragazzina, a terra, stava controllandosi un ginocchio lievemente graffiato. Alzò lo sguardo verso di lui, parandosi con una mano dal sole. Gustav ebbe difficoltà a comprendere se l’espressione che aveva dipinta sul volto fosse un sorriso o una smorfia schifata “Così così” replicò, voltandosi verso la propria bicicletta, incastratasi con l’altra all’altezza della ruota anteriore.
    “La mia bici!”
    “Ma tu... non ti sei fatta niente, vero? Voglio dire, stai bene?” si ripropose Gustav con imbarazzo. Lei annuì, accennando ad un sorriso alquanto tirato.
    Così non stava funzionando. Si avvicinò risoluto, ed afferrò per il manubrio la bici di lei; diede un calcolato strattone, e la liberò dalla sua. “Ecco fatto” disse, porgendole il manubrio. La ragazzina, titubante, prese la bici per il manubrio e tirò il cavalletto. “Grazie” fece a bassa voce.
    Gustav, che era chino a sistemare la catena della sua bicicletta – incidentalmente scesa durante l’urto – si voltò a guardarla con un sorriso sostenuto. Fu colto alla sprovvista e le guance gli presero fuoco, quando la ragazzina scoppiò a ridere. “Cosa c’è?” chiese sulla difensiva. Lei si portò le mani sullo stomaco, ridendo a crepapelle “Hai una macchia sul naso!”
    Gustav incrociò gli occhi, sforzandosi di incontrare la punta del proprio naso, ma fu più svelta la ragazzina; allungò una mano e, con un gesto accorto, gli passò un fazzoletto dai colori vivaci sul viso. Per quei pochi istanti, Gustav si perse in quell’aroma alla lavanda che lo stordì completamente, facendolo arrossire fino alla punta delle orecchie.
    Accipicchia.
    “La tua bici è a posto?” chiese con fare professionale, scacciando l’imbarazzo; lei diede uno sguardo alla catena della bicicletta rossa appoggiata al cavalletto, ed annuì con convinzione “tutto a posto” confermò.
    “Bene” incalzò lui.
    La catena era facile da sistemare. Bastava infilarla al suo posto. Tuttavia, dal momento che il silenzio iniziava a farsi azzardato, Gustav fece finta di concentrare la sua attenzione su quella, mentre invece lanciava occhiate di sbieco alla ragazzina in piedi di fronte a lui.
    Era parecchio alta... era più alta di lui. Aveva le gambe come due lunghi stecchi, però era molto aggraziata nei movimenti. Anche le braccia erano molto magre, e il viso sottile. I capelli le ricadevano disordinati in tante ciocche un po’ crespe sulle spalle e dietro la schiena. Sembrava non soffrire minimamente il caldo, e nemmeno un lieve accenno di sudore le imperlava la fronte o qualunque altra parte del corpo.
    Gli zigomi erano spruzzati di lentiggini, e gli occhi, anche se un po’ vicini, di un nocciola così intenso da metterlo in soggezione.
    Era proprio una bella ragazzina. Ed era anche molto brava ad andare in bici.
    Il suo sguardo indugiò per qualche secondo sulla magliettina gialla di lei.
    Peccato fosse un po’ piatta.

    “Hai finito con quella catena?” chiese lei chiese d’un tratto, producendo un cratere di dimensioni mastodontiche nel silenzio che era calato da un po’. Gustav sussultò, ed arrossì, rialzandosi in piedi “Sicuro. Finito.” Asserì, indicando con sicurezza la propria bicicletta. “Adesso dovrebbe andare di nuovo”
    “Sei bravo” osservò la ragazzina, sorridendo. Gustav si rimise in sella alla bici, che era ancora un po’ alta per lui; si dondolò con le punte dei piedi per non darlo a vedere “Grazie” replicò. Spinse un pedale con il piede, lasciandolo girare a vuoto “Adesso è un po’ tardi... è meglio che torni a casa”
    “Sono solo le due e mezza...” ironizzò lei, indicandogli il proprio orologio da polso. Il ragazzino si sentì un po’ umiliato da quell’affermazione, e si difese “Per me è tardi, perché tra un po’ devo raggiungere un gruppo di amici. Ed è meglio che mi sbrighi.”
    “Ho capito. Allora... beh, ci vediamo” rispose lei con un’alzata di spalle; gli tese la mano e piegò la testa da un lato, facendo ondeggiare i lunghi capelli rossi tutti da una parte “Comunque io sono Anna.”
    “Gustav” fece sostenuto, stringendole la mano a sua volta. Wow, aveva una mano davvero esile. Così pallida, in confronto alla sua. Avrebbe voluto stringerla ancora per un po’. Invece, la lasciò andare con incertezza e si sbrigò a farle un cenno di saluto “Ci vediamo!”
    Spinse forte su un pedale, partendo di scatto e ad una certa velocità. Sperò di averla impressionata; aveva voluto fare la sua porca figura, almeno nell’uscita di scena. Si sentiva tanto come uno di quei cowboy che compaiono dal nulla, salvano le fanciulle in pericolo e svaniscono eroicamente ai confini della steppa.
    Si, lui era un eroe.
    “Ci sarò anche domani!” udì di lontano. Si voltò, e con la coda dell’occhio scorse l’esile figura della ragazzina che sventolava una mano nell’aria rarefatta del pomeriggio.
    Colto da uno slancio di euforia, impennò la bici, e si lasciò andare lungo la discesa.
    Procedette a zigzag, saltò i gradini di pietra della strada principale ad uno ad uno. Si sentiva un grande.
    Domani sarebbe tornato, e si sarebbero rivisti.
    Magari, questa volta l’avrebbe invitata a mangiare un gelato.
    E poi... chissà. Undici anni non sono poi così scarsi, per provare una gioia del genere.


    xxx
    simo

    Edited by »Mrs•Littlepoint« - 20/2/2009, 13:31
     
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  2. Baby_Roby
     
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    Dolcissima,complimenti ^^
     
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  3. Kate ~
     
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    Grammatica&Sintassi (9/10): non ho molto da dire, per quanto riguarda l’aspetto grammaticale e sintattico della tua OS, perché penso che sia pressoché perfetto.
    Non tanto per il buon uso di tempi verbali o segni di interpunzione, quanto per la varietà di vocaboli, per la scelta di sinonimi e per l’ampio e corretto uso della nostra benedetta lingua.
    Complimenti!

    Trama (10/10): una delle trame più belle in assoluto, originale e per niente scontata. Ho amato il fatto che tu abbia scelto l’hobby di Gustav, ovvero la bicicletta, come filo conduttore della OS. Anche il fatto che tu abbia scelto di parlare di un amore platonico, è lodevole. Due bambini, perché l’età di cui parli è appunto riconducibile a quella di due bambini, che si incontrano/scontrano e il sentimento, da parte di lui, nato così per caso, come un fulmine a ciel sereno. La scoperta della propria sessualità ma senza viverla, solo “avvertendola” e il desiderio di rivedere l’oggetto delle proprie fantasie.
    In assoluto, una delle OS più originali che abbia mai letto. Complimenti sinceri!

    Risultato: 19/20

     
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  4. »Mrs•Littlepoint«
     
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    Kate, mi si sta crashando il pc dall'emozione XD
    ti ringrazio infinitamente per tutte le tue parole! Sono così felice che ti sia piaciuta tanto, sul serio! grazie, grazie, grazie!!!!

    xxx
    simo
     
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  5. »Eleo
     
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    Grammatica & Sintassi (9/10): niente da obiettare! Ho apprezzato la correttezza grammaticale e sintattica, l’uso del lessico e della punteggiatura!
    Mi piace molto come scrivi, questo è tutto! Passo e chiudo! XD

    Trama (9/10): anche su questo punto ho ben poco da dire^^ molto bene per quanto riguarda la scelta dei personaggi e dell’ambientazione. L’intreccio della storia è ben costruito e piacevole da seguire.
    Brava!


    Risultato 18/20
     
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  6. »Mrs•Littlepoint«
     
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    Grazie Eleo!!! Un punteggio fin troppo buono, sul serio... grazie infinite davvero per la tua valutazione!

    xxx
    simo
     
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  7. Baby ~
     
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    Grammatica&Sintassi (9/10)
    Beh, credo che tu già lo sappia, a me piace tantissimo il tuo modo di esprimerti, di scrivere, adoro la tua proprietà di linguaggio, la trovo assolutamente perfetta! Corretto l'utilizzo dei verbi, della punteggiatura, dei vocaboli...sempre ben scelti e adeguati alla situazione.

    Trama (9.5/10)
    Una trama assolutamente magnifica! Mi piace che tu abbia trattato l'amore di due bambini quasi adolescenti, che si trovano a combattere con i primi segni evidenti dell'amore..i due personaggi sono stati caratterizzati in maniera pressoché perfetta. Mi è piaciuto che tu abbia analizzato l'intera situazione dal punto di vista di Gustav, e non della ragazzina. Hai permesso che venisse compreso alla perfezione il significato dell'OS. Complimenti!



    Risultato finale (18.5/20)
     
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  8. »Mrs•Littlepoint«
     
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    Baby! Grazie di cuore!
    Davvero, grazie mille, punteggi altissimi! vi ringrazio tanto!

    xxx
    simo
     
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    Dare to dream

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    Grammatica&sintassi (8,5/10): Complimensti Simo! Non hai commesso nessun errore grammaticale o di sintassi, e la lettula risulta piacevole e scorrevole!

    Trama (7/10): Hai fatto una scelta molto coraggiosa, avventurandoti in un contesto assolutamente originale. Le descrizioni dei paesaggi sono impeccabili e mi sembrava quasi di essere lì con lui.
    Tuttavia secondo me questo racconto manca un pochino di suspance, le troppe parti descrittive rischiano di afflosciare in parte il racconto.
    Nel complesso comunque, sei stata molto brava!

    Risultato: 15,5/20
     
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  10. »Mrs•Littlepoint«
     
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    :44.gif:
    Grazie infinite Silvia!Vi sono grata per i vostri punteggi... grazie di cuore, sono felice *w*

    SPOILER (click to view)
    Silvia, sai che non ho ben capito cosa intendevi per suspence? Parli forse della comparsa della ragazzina? Perchè se è così hai ragione, nemmeno a me convince molto, quel pezzo ^^


    Forse la shot non è abbastanza zuccherosa per il contest ^^ pazienza! Io ho fatto del mio meglio!
    Grazie ancora a tutte!

    xxx
    simo
     
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    No Simo, mi riferisco alla parte descrittiva iniziale che secondo me è un po' troppo lunga.

    Non è una critica, è un mio gusto personale, anche quando leggo i romanzi dei grandi scrittori, queste parti mi annoiano un po'... preferisco quelle in cui "succede qualcosa" ^^
     
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  12. »Mrs•Littlepoint«
     
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    In effetti hai ragione ^^ mi sono lasciata trasportare
    il fatto è che adoro scrivere lunghe descrizioni, di quelle che ti fanno venire alla mente ogni singolo particolare dell'ambiente, che ti richiamano alla mente tutto come se l'avessi di fronte, anche se mi rendo conto che può essere noioso ^^

    comunque grazie per questa tua osservazione, ne terrò conto quando scriverò di nuovo qualcosa del genere!

    xxx
    simo
     
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11 replies since 19/2/2009, 21:16   205 views
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