Born to run

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Kate ~
     
    .

    User deleted


    Questa FF è nato poco dopo la brutta vicenda nella quale è stato coinvolto Gustav. Ovviamente, le cose che scrivo sono totalmente inventate anche se ho preso spunto dalla realtà.
    Ho in mente una trama ma, di preciso, non so come si delineerà quindi spero vi piaccia questo mio nuovo e solo abbozzato progetto ^_^

    Born to run

    Capitolo 1



    “Lyla!”

    Una voce squillante la fece quasi cadere dal letto. Lyla si tirò le coperte fin sopra la testa e sperò che la voce smettesse di chiamarla.

    “Lylaaa!”

    La ragazza sbuffò e nascose ulteriormente la testa sotto il morbido cuscino profumato, chiuse gli occhi e tentò di riaddormentarsi.

    “Lylaaaaaa!”

    Seccata, si alzò di colpo tanto che le venne un capogiro, mise i piedi giù dal letto e si diresse verso la porta della sua stanza. La aprì velocemente ed urlò: “Si può sapere cosa c’è!? E’ sabato mattina, sono le otto e, cazzo, vorrei dormire!”

    Due occhi vispi, al centro di un viso dalla pelle diafana e contornati da lunghi capelli neri, fecero capolino dal fondo delle scale “Vieni qui!”
    Lyla sbuffò nuovamente e scese le scale con passo pesante, fino a che non si trovò di fronte Caroline, la sorella minore.

    “Carey ho sonno” mugolò, fermandosi.
    “Lyla è importante! Vieni!” la prese per mano e la trascinò in salotto, dove la TV stava trasmettendo il telegiornale del mattino “Ascolta qui”

    La prima cosa che Lyla vide, fu l’esterno di un locale di Magdeburgo nel quale era già stata un paio di volte, nonostante non amasse particolarmente quel genere di posti. Poi, la faccia angelica di Gustav comparve sullo schermo e Lyla ascoltò attentamente le parole del giornalista. La sera prima, secondo il TG, un uomo aveva colpito violentemente Gustav alla testa con alcune bottiglie di birra, provocandogli delle lesioni. Lyla non finì nemmeno di ascoltare il resto della ricostruzione. Presa dal panico, rifece le scale due gradini per volta e cercò disperatamente la borsa. Quando la trovò, nascosta sotto un mucchio di vestiti, frugò al suo interno alla disperata ricerca del cellulare.

    “Cazzo” sbraitò. Nella notte si era scaricato e necessitava urgentemente di trovare il caricatore. Lo cercò per qualche secondo e, non trovandolo, scese di nuovo al pianterreno e afferrò il telefono di casa. Compose quel numero che, oramai, conosceva a memoria e aspettò che squillasse. Dopo pochi istante, una voce assonnata rispose “Sì?”
    “Georg, sono Lyla!”
    “Lyla, ciao”uno sbadiglio interruppe le sue parole “Scommetto che hai saputo di Gustav”
    “Esattamente. Avresti dovuto avvisarmi subito, cazzo!”
    “Era tardi, David ci ha chiamati alle cinque del mattino. Non volevo svegliarti, quindi ho preferito aspettare”
    “Ma non eravate con lui?” chiese, il cuore in gola.
    “No. Io alle nove ero già addormentato mentre Bill e Tom erano a cena dalla madre”
    “Come sta? Ci hai parlato?”
    “Sta bene, sta bene. E’ solo seccato per via dei punti e un po’ dolorante ma sta bene. E’ tornato a casa subito dopo esser stato medicato, non ti preoccupare”
    Lyla tirò un sospiro di sollievo “Mi sono spaventata tantissimo”
    “Dopo pranzo ti passo a prendere e andiamo a trovarlo. Nel frattempo stai tranquilla, Gustav ha la testa dura!”

    Rincuorata dalle parole di Georg, lo salutò e interruppe la comunicazione. Poi tornò in camera e si gettò sul letto, il sonno ormai completamente andato.
    Si chiese cos’altro sarebbe dovuto succedere e una triste sensazione di paura si impossessò di lei. Quando aveva conosciuto Gustav e Georg, tanti anni prima, non si sarebbe mai aspettata di vederli, un giorno, sui palchi di mezzo mondo. Erano dei ragazzini semplici che coltivavano il loro sogno in un garage con un paio di altri amici ma Lyla sapeva che raggiungere la popolarità non era affatto facile, specie se provieni da un piccolo e sperduto paese tedesco.
    Man mano che gli anni passavano, però, Lyla si era resa conto che il destino aveva in serbo delle magnifiche sorprese per i suoi amici e se, da una parte, la cosa la rendeva felice dall’altra temeva di perderli. In particolar modo Georg, per il quale nutriva un affetto che andava ben oltre la semplice amicizia.
    L’anno in cui Bill e Tom fecero la loro comparsa nelle loro vite, tutto sembrò prendere una svolta decisiva. Prima i Devilish, che Lyla ricordava sempre con un sorriso, poi i Tokio Hotel e il successo mondiale.

    Ora, dopo tutto quel tempo e tutti quei successi, Lyla si ritrovò a chiedersi se quel mondo dorato non fosse destinato a crollare. Prima c’era stato il triste episodio nel quale era rimasto coinvolto Tom, senza contare il ritardo nell’uscita del nuovo disco dovuto alle forti pressioni alle quali erano sottoposti e ora Gustav ferito da un balordo in una discoteca. Per la prima volta, da che li conosceva, ebbe paura per le loro vite.

    Si girò su un lato, socchiuse gli occhi e cercò di ritrovare il sonno perduto. Dopo quelle che a lei parvero ore, ma che in realtà si rivelarono essere pochi minuti, fu destata nuovamente dalla voce di Carey.

    “Lyla! C’è Georg!”

    Lyla si alzò velocemente e scese le scale di corsa. Quando vide Georg in piedi di fronte alla porta d’ingresso, gli volò fra le braccia.

    “Georg!”
    “Lyla, calmati”
    Lyla si scostò da lui e lo guardò negli occhi verdi “Sono terrorizzata, Georg. Stanno succedendo troppe cose strane, non è possibile che sia solo una coincidenza. Prima Tom, ora Gustav”
    “Adesso ti calmi e ci beviamo un caffè, ok?”

    Lyla lo precedette in cucina, preparò il caffè e quando si trovarono seduti uno di fronte all’altra, con due tazze di caffè fumante, Georg parlò “Sono solo delle coincidenze, credimi. Cose che capitano, purtroppo. Perché sei tanto in pensiero?”
    “Perché non può essere il caso, pensaci. Bill e Tom pedinati da un gruppo di pazze, Tom coinvolto in uno scandalo che ha rischiato, ingiustamente, di minare per sempre la sua reputazione e ora Gustav colpito da un deficiente, senza un apparente motivo. C’è qualcuno che vi vuole far del male” concluse, seria.

    Georg scoppiò a ridere. Sul subito, Lyla desiderò dargli uno schiaffo perché quell’impertinenza l’aveva ferita ma amava il suo sorriso e quegli occhi verdi, che luccicavano come smeraldi, la fecero calmare.

    “Non c’è nulla da ridere” borbottò, severa.
    “Scusami, scusami. So che la tua preoccupazione è sincera, ma non siamo dei Capi di Stato! Siamo quattro ragazzi che suonano, per che motivo ci dovrebbero far del male?”
    “Non lo so” mormorò “Ma sento che non è finita”
    “Sei solo spaventata” allungò il braccio e le afferrò una mano “Non succederà nulla, fidati”
    “Non puoi saperlo. Io ho paura. Il prossimo… Georg, il prossimo…”
    “Il prossimo sarei io?” ridacchiò lui, stringendole la mano.
    “Non ridere! Sì, il prossimo sarai tu. Devi stare attento, non uscire di casa da solo, non andare nei locali affollati senza Toby o qualcuno del vostro team. Promettimelo”
    “Lyla è assurdo”
    “Promettimelo!” lo incalzò.
    “Eh va bene… se serve a farti stare meglio, te lo prometto”

    Lyla si alzò, fece il giro del tavolo, raggiunse il bassista e gli stampò un bacio sulla guancia, mormorando “Grazie”

    Poche ore dopo, mentre preparava il pranzo per la sorella, si chiese perché diamine non avesse mai avuto il coraggio di dire a Georg quello che provava veramente per lui. Ovvio, avrebbe preferito che fosse lui a fare il “primo passo” ma non poteva aspettare per sempre. Doveva sapere se anche lui provava i suoi stessi sentimenti e doveva saperlo ora, prima che ricominciasse il nuovo tour.
     
    Top
    .
331 replies since 30/7/2009, 20:26   5954 views
  Share  
.