Il Consiglio di Stato blocca la riforma della scuola

Il Consiglio di Stato ha deciso di bloccare la riforma della scuola del ministro Gelmini perché ha superato i limiti della delega concessa ed i sindacati chiedono un rinvio della riforma per sistemarla.

Il Consiglio di Stato ha deciso di bloccare la riforma della scuola del ministro Gelmini, che è stata approvata dal consiglio dei ministri ed è all'esame delle commissioni parlamentari. La riforma dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico, ma secondo il Consiglio di Stato supera i limiti della delega concessa dal Parlamento al Ministero dell'Istruzione per riformare la scuola. Il primo punto su cui il Consiglio di Stato controbatte riguarda la riduzione di ore e materie finalizzata ad un taglio dei costi e del personale scolastico. Questioni, però, che non rientrerebbero nella delega concessa dal Parlamento e finalizzata alla "sola ridefinizione dei curricula vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e relativi quadri orari".

Inoltre il Consiglio di Stato mette in discussione la "creazione dei Dipartimenti scolastici per la valutazione", in quanto questi "porterebbero alla cancellazione dei collegi dei docenti", andando contro la legge sull'autonomia scolastica. La decisione del Consiglio di Stato, di fatto, non annulla la riforma, ma è stato richiesto al ministro Gelmini di "chiarire i punti contestati", prima di esprimere un giudizio definitivo.

La riforma, per essere attuata già dall'anno scolastico 2010/2011, dovrebbe essere approvata prima della chiusura delle iscrizioni, fissata per il 27 febbraio 2010. Ed il blocco richiesto dal Consiglio di Stato rischia di fermare la riforma per un anno, facendola slittare al 2011/2012. Questa mattina si è svolta una riunione al Ministero dell'Istruzione durante la quale si è discusso della possibilità di posticipare la scadenza delle iscrizioni per le scuole superiori ed avere quindi più tempo per rivedere i punti contestati ed eventualmente far approvare la riforma.

Alla notizia della decisione del Consiglio di Stato, i sindacati hanno chiesto al ministro Gelmini di rinviare di un anno l'attuazione della riforma, come sottolinea Piero Bernocchi dei Cobas: "Avremmo di certo preferito che tale blocco fosse stato determinato dalla ferma e dilagante opposizione di docenti, Ata, studenti e genitori: ma in ogni caso accogliamo positivamente tutto ciò che ci dà tempo affinché tale protesta e tale lotta si sviluppino al massimo nei prossimi mesi, verso una sonora bocciatura di una controriforma che distruggerebbe le superiori e ulteriormente immiserirebbe l'intera scuola pubblica italiana".

Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, ha dichiarato: "Ribadiamo ora con maggior forza che è il caso di fermarsi, rinviando di un anno l'entrata in vigore dei regolamenti: di ascoltare le ragioni di quanti non hanno condiviso merito e metodo del riordino della scuola secondaria superiore; è necessario rimuovere i tagli e, solo a questa condizione, riprendere le fila per una vera riforma che necessita non di tagli ma di investimenti, di tempo per l'ascolto e il confronto vero". Anche Rino Di Meglio della Gilda ritiene che sarebbe necessario un rinvio della riforma: "Le osservazioni formulate dal Consiglio di Stato rilevano, in sostanza, che non esistono le condizioni adatte per procedere con l'applicazione della riforma voluta dal Governo".