.The ice is my life.

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  1. .Amon.
     
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    Note dell'autrice:Vorrei comincire col dire che questa è la mia seconda ff.
    Ho pensato e ripensato su come potesse essere la trama della mia nuova ff, e poi un'illuminazione mi ha aperto gli occhi.
    L'unica cosa su cui potevo basare la mia ff era ed è la mia passione per il pattinaggio sul ghiaccio.
    Percui spero che piaccia, accetto qualsiasi tipo di commento, sia positivo che negativo. ora vi lascio il prologo spero vi piaccia^^

    .The ice is my life.



    Blend by Valy.A L I E N



    Blend by °Anto.*.*



    PROLOGO.


    Sentivo solo quel leggero fruscio sul viso, la musica che era appena partita mi era entrata nel corpo e senza neanche farci caso avevo cominciato a danzare.
    Il sussurro del vento che mi accarezzava e il leggero rumore dello struscio dei pattini sul ghiaccio ora era ciò che contava oltre alla musica. Tutti gli spettatori che erano li ora per vedermi mi davano la carica, ma in piccola parte. La cosa che mi dava più energia in assoluto per ciò che stavo facendo però era solo la passione che provavo per quello sport, che mi faceva sentire libera di esprimere ciò che volevo con i movimenti del corpo. Non mi importava che quella fosse una gara. Non mi importava di vincere o di perdere, l’importante per me era essere li a fare ciò che più amo.

    Edited by .Amon. - 15/4/2010, 19:54
     
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  2. °°Träumerin°°
     
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    Mhmmmm mi incuriosisce la storia...a me piace moltissimo il pattinaggio sul ghiaccio anche se non me la cavo per niente bene -.-".....posta presto :D
     
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  3. .Amon.
     
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    Ohh, grazieee*.*


    .Il Partner.


    Capitolo 1.

    In pochi minuti era finito tutto e l’allegria di quei secondi passati sul ghiaccio era svanita con essi, ero ritornata a sedermi vicino al mio allenatore, Andrea, ventisett’enne, il fratello che non avevo mai avuto, era ed è la persona più importante per me. Lo conosco da quando avevo 7 anni, quando ho cominciato la mia carriera artistica nel pattinaggio, è un ragazzo semplice, con una forza d’animo incredibile. E’ l’unico che riesce a capirmi e ad aiutarmi. Lui praticamente mi aveva cresciuta, lui mi aveva fatto vedere il mondo da una prospettiva diversa dal resto della gente, lui mi aveva insegnato ciò che ora io so fare.
    E’ da 10 anni che pattino, e non mi stuferò mai. Mi sentivo vuota, quasi senza respiro lontano dal ghiaccio, come un uccello, che ha bisogno di ali sane e di vento in suo favore per volare, o un pesce che ha bisogno di pinne per nuotare, così come loro io avevo bisogno del ghiaccio per vivere perché ormai la mia esistenza era bastata soltanto su questo. Ormai passavo intere giornate ad allenarmi al palazzo del ghiaccio, questo ovviamente non mi dispiace affatto.
    Fino ad ora ho sempre pattinato singolarmente, credevo fosse la cosa migliore, ho sempre pensato che i miei momenti sul ghiaccio dovessero appartenere solo a me, non avrei mai avuto l’intenzione di dividere i miei secondi di sicurezza e libertà con qualcuno che non fosse il ghiaccio. Ero gelosa, si esatto gelosa di ciò che sentivo mio.
    Ma tutto questo fu presto cancellato dall’idea di Andrea: provare a gareggiare in coppia. Che senso avrebbe avuto? Sapevo anche cavarmela da sola, non avevo certo bisogno di qualcuno per trasmettere la mia passione alla gente. Ma Andrea, non accettava quasi mai un no, si era convinto che avrei dovuto provarci, almeno. Provare? E poi? Che avrei fatto?

    **



    I giorni passavano e io continuavo ad allenarmi per la presunta prossima gara.
    Alla fine avevo ceduto e avevo promesso ad Andrea che ci avrei provato così il partner sarebbe arrivato tra qualche settimana; almeno avrei avuto alcuni momenti ancora da sola. La prossima gara probabilmente sarebbe stata la mia ultima gara singola, da sola, io, il ghiaccio e la musica. E mi sarei impegnata al massimo, dovevo farcela e dovevo godermela tutta fino all’ultimo istante.
    Andrea aveva pensato ad una serie di passi semplici ma pieni di significato ed energia. La musica l’aveva fatta scegliere a me, “The Sheltering sky Theme”

    Avevo sempre desiderato danzare con questa musica, trovavo che fosse un’insieme di emozioni e di energie incredibili.
    Cominciai a provare, lasciandomi cullare da quella melodia triste e incredibilmente dolce. Sentivo solo adrenalina in tutto il corpo, e i passi venivano spontanei, naturali, come se la musica me li suggerisse attraverso il vento che mi correva in contro. Le note scorrevano lente nelle mie orecchie e nei piedi. Nulla poteva distrarmi, nulla poteva allontanarmi dalla musica e dal ghiaccio. Niente e nessuno avrebbe mai potuto fare niente.
    I secondi passavano e la musica ormai stava per terminare. Finì la sequenza con un finale di scena. A mio parere gli allenamenti sono come una gara con se stessi. Per questo devi sempre dare il meglio di te, anche se a guardarti c’è solo il tuo allenatore. E’ una lotta con te stesso, in cui alla fine la passione riesce sempre a vincere. Ma forse in questa prova volevo solo dimostrare ad Andrea che non avrei mai avuto bisogno di nessun compagno. E forse ce l’avevo anche fatta perche Andrea estasiato mi corse incontro abbracciandomi:
    «Sei stata incredibile. Straccerai tutti alla gara.» Vincere. A che serve vincere? Io non voglio vincere.
    «Vincere? Andy, lo sai che a me non interessa arrivare prime. » Si lo sapeva benissimo.
    «Si, lo so, ma.. » Stava gesticolando, lo zittii.
    «E allora basta, io voglio solo dimostrare di essere capace, tutto qui. » e ricominciai a riprovare i passi, con calma e precisione, lasciando Andy che col sorriso sulle labbra scuoteva la testa, gli era sempre piaciuto il mio modo di ragionare.
    Per esempio perché tutti dovevano attribuire la bravura col vincere? Cosa centra. Si è un premio per l’impegno, ma io non volevo premi. A me bastava il pubblico che mi applaudiva, non mi serve salire su un podio e ricevere un trofeo o cose simili. Non ho neanche la minima idea di dove metterli io. Ero forse l’unica a pensarla così? Può darsi, ma più ci penso e più sono convinta di questo.

    **



    Ormai il giorno della gara era arrivato ed io tra poche ore sarei tornata sul ghiaccio. Avrei riaccolto il vento su di me e la musica. Per la prima volta mi ero ritrovata ad aver seriamente paura. Avevo avuto spesso piccoli timori prima di una gara, ma oggi, oggi era diverso. Mi sentivo schiacciata, da un peso troppo forte per il mio fragile corpo. Nell’aria c’era tensione, come se tutti già sapessero che quella era la mia ultima gara da singola. Ma infondo a loro cosa importava? Non avrei smesso di pattinare. Non potevano capire. Nessuno poteva capire niente. Appena sentii nominare il mio nome, il cuore fece un salto, e nello stomaco si fece sentire un groppo. Ero troppo tesa, dovevo rilassarmi. Andy mi incitò ad andare con un veloce abbraccio.
    Appena misi un piede sul ghiaccio tutto il corpo cominciò a stendersi, gettando da parte la preoccupazione. Tutti cominciarono ad applaudire, dandomi carica. Le luci si fecero più soffuse, e la prima piccola ed indifesa nota cominciò a farsi sentire, facendomi partire con la mia esibizione.
     
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  4. lusyetta&th
     
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    wao...bella questa ff...mi impegnerò a seguirla...davvero bella e speciale...anche a me piace il pattinaggio sul ghiaccio e quella musica è formidabile.. stupenda!!
     
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  5. .Amon.
     
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    CITAZIONE (lusyetta&th @ 4/4/2010, 19:11)
    wao...bella questa ff...mi impegnerò a seguirla...davvero bella e speciale...anche a me piace il pattinaggio sul ghiaccio e quella musica è formidabile.. stupenda!!

    Grazie"" :tytu:
     
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  6. °°Träumerin°°
     
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    Bellaaaaaa continua...mi piace proprio!!!!Sono curiosa di sapere cosa centrano i crucchi con lei XD
    Bravissima *-*
     
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  7. .Amon.
     
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    Ehhh.
    Vedrete.
    Mi è venuta un'idea..non so neanche come mi possa essere venuta!!XD
     
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  8. °°Träumerin°°
     
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    Dai dai posta,non farci rimanere sulle spine!!
    Non farai mica pattinare bill O.O????
     
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  9. .Amon.
     
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    CITAZIONE (°°Träumerin°° @ 4/4/2010, 19:30)
    Dai dai posta,non farci rimanere sulle spine!!
    Non farai mica pattinare bill O.O????

    Ehhh, lo scoprireteee!!XD
    Sono a più di metà capitolo non mi manca tanto!^^
     
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  10. .Amon.
     
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    Eccolo quii, è un po' corto, ma volevo farlo finire così apponsta!u.ù
    Muahahah!XD

    .L’arrivo.


    Capitolo 2.

    Ormai era finito. La gara, forse la più bella della mia vita, era riuscita al meglio, io ero riuscita a concentrarmi al massimo, facendo si che la musica mi trascinasse.
    Durante quei minuti non sentivo altro che il mio sospiro affannato dalla velocità con cui pattinavo. Questo era quello che volevo. Il ricordo dell’ultima gara da singola tutto per me. Nessuno me lo avrebbe mai portato via, sarebbe rimasto incastonato nel cuore per sempre.
    Mi ero pure commossa alla fine, si, commossa. Era da anni che non sentivo quella sensazione bagnata sulle guance, che poteva essere piacevole ma anche spiacevole. Per questa occasione non avevo la minima idea di come definirla.
    Ero felice?
    Forse, pensando positivo, con l’arrivo del ragazzo avrei scoperto nuovi lati del pattinaggio ancora più significativi. Se invece, pesando negativo, cosa che ora era l’unica cosa che riuscivo a fare, con questo nuovo stile non sarei più stata me stessa. Sui cartelloni dei punti non ci sarebbe più stato scritto solo il mionome, ma il mio più il suo. Questo era positivo o negativo per me?
    Il problema è che non lo capivo nemmeno io.

    **



    Ecco.
    Il grande giorno, come lo chiama Andy è arrivato. Lui, il famoso ragazzo che mi avrebbe accompagnato per il resto della mia carriera artistica sarebbe arrivato a momenti. Eppure io non riuscivo ad essere felice per questo. Negli ultimi giorni mi ero ripromessa che ci avrei provato per Andrea, ma era inutile. Più cercavo di pensare che questo arrivo potesse essere il massimo per me, e più io mi convincevo del contrario.
    Ero appoggiata alla balaustra, appena sarebbe arrivato, avremmo dovuto subito cominciare a provare insieme. Questo è ciò che Andy ha preteso, accordandosi con l’altro allenatore che per altro se ne sarebbe pure tornato subito da dove era venuto, lasciando la responsabilità del proprio pattinatore al mio allenatore. Che cosa assurda.
    Sbuffai.
    «Andy ascolta almeno potrei allenarmi un po’ mentre aspettiamo».
    «Fai come vuoi.» Sembrava nervoso. Non stava fermo un attimo. Proprio non riuscivo a capire come potesse essere così stressato per l’arrivo di un semplice ragazzo. Mica era miss mondo sant’iddio!
    «Andy, ti vuoi rilassare?» Mi guardò per un attimo, poi mi fece cenno di uscire,così uscii dalla pista e mi sedetti sul primo gradino delle tribune e mi imitò anche Andrea.
    «Ascolta, lo so che per te è difficile. Questo incontro è importante. Capisco che tu credi sia sbagliato, ti comprendo, ci sono passato anche io. Ma vedrai che poi cambierai idea. Lavorare in coppia è fantastico, ti fidi di quello che ti dico?» Mi fidavo?
    «Credo di si. Ma più penso sia giusto più mi convinco che non lo è. E se poi non mi piace?» La domanda mi uscì spontanea, senza neanche pensarci mi uscì tranquilla e veloce.
    «Magari all’inizio. Ma poi vedrai, quando comincerete a danzare insieme su quel ghiaccio ti renderai conto di quanto è bello farlo con un'altra persona.» Non ne ero ancora convinta, mi limitai a sorridergli, mi alzai e rientrai in pista.
    Dovevo sciogliermi, rilassarmi. Così ricominciai ad allenarmi, con qualsiasi tipo di passi. Volevo non pensare più a niente. Pattinavo leggera e per qualche momento chiusi pure gli occhi. All’improvviso sentii Andrea chiamarmi, mi girai e vidi uno strano ragazzo al suo fianco.
    Era lui?
    Si sicuramente.
    Era particolare. La pelle di un bianco quasi come la neve, un viso ben curato e con lineamenti quasi femminili, un sorriso smagliante e piacevole che metteva allegria mostrando delle labbra carnose; degli occhi fantastici, castani scuri incredibilmente profondi e i capelli tenuti indietro con del gel. Un corpo slanciato e magro, aveva in dosso semplicemente una tuta con guanti e pattini neri. Uno strano tipo, dall’aria simpatica. Forse non sarebbe andata poi così male.
    «Piacere Caro.»Gli allungai la mano cordialmente e lui imitandomi me la strinse dolcemente.
    «Ciao, io sono Bill.»

    Note:
    Woo, mi piace essere crudelee!u.ù
    So che magari siete rimaste sconvolte dall'idea di Bill come partner a pattinare. Ma tutto è possibile nelle ff no?XD
    Spero vi sia piaciuto, ora mi metto subito al lavoro con il prossimoo!
    Bacioni.
    Amon.
     
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  11. °°Träumerin°°
     
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    Come puoi essere così crudele???? :tytu:
    Ma io devo fare la veggente v.v ahaha c'è da immaginarselo bill mentre pattina XD
    Continua prestissimoooooooo
     
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  12. .Amon.
     
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    CITAZIONE (°°Träumerin°° @ 4/4/2010, 22:26)
    Come puoi essere così crudele???? :tytu:
    Ma io devo fare la veggente v.v ahaha c'è da immaginarselo bill mentre pattina XD
    Continua prestissimoooooooo

    Eheeh|XD
     
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  13. .Amon.
     
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    .Il viaggio.



    Capitolo 3.
    Le prove sembravano non finire mai. La sua presenza mentre io pattinavo mi dava un immenso fastidio. Lui, si era carino, simpatico ma mi obbligava in un certo senso a lasciargli spazio tra me e il ghiaccio, e ovviamente non riuscivo a sopportarlo.
    Cercava di essere più gentile possibile, ma non mi aiutava affatto anzi. Per il mio nervosismo saremmo caduti una decina di volte. Sentivo i suoi pattini fin troppo vicini ai miei, per questo siamo caduti, perché ogni volta ci ritrovavamo con i pattini ingarbugliati, se così si può dire. Mi doveva ovviamente “sorreggere”, tenendomi il fianco, e mi sentivo così stupida. Era tutto diverso dal solito, ma mi ci sarei dovuta abituare.
    Dovevo assolutamente calmarmi, ma era difficile. Andrea stava diventando pazzo, mi lanciava occhiate acide, e aveva ragione, ma non ci riuscivo, almeno per adesso. Ci fermammo con la consapevolezza che da quella mattinata non potevamo ricavare altro. Mi andai a cambiare tranquilla per poi uscire all’esterno del palazzo e sedermi su una panchina, aspettavo Andrea che mi avrebbe dovuto portare in quella che io ormai chiamo casa. Un buco. Anche per questo la maggior parte dei miei giorni la passavo al palazzetto, odiavo “casa” mia, mi faceva sentire rinchiusa, vuota; ogni volta che dovevo tornarci mi rabbuiavo, diventavo scontrosa contro tutti che alla fine poi, poveri non centravano nulla.
    Li vidi uscire dalla porta pesante di vetro, mi alzai tranquilla.
    «Caro, io non posso accompagnarti oggi. Puoi andare con i mezzi?» Lo guardai e feci una mezza smorfia con la bocca. Proprio oggi non era giornata.
    «Se vuoi ti accompagno io.» Mi girai per capire da chi provenisse la voce, anche se avevo già capito benissimo. Ci pensai su un attimo, infondo che problema c’era? Annuii con la testa e salutammo Andrea, dirigendoci verso un’auto sportiva bianca. Per i primi cinque minuti si sentiva solo silenzio all’interno dell’auto, fino a quando non prese parola Bill.
    «Dai oggi alla fine non siamo andati così male.» lo guardai storta.. credeva di essere divertente? Una prova terrificante.
    «Non credo.» La mia voce era scortese. Mancavano ancora venti minuti per arrivare a casa mia, ma era infondo un bene, più lontana da quella che si chiama casa meglio era, anche se questo costava stare in macchina con un ragazzo che per il momento mi stava estremamente sulle palle. Continuavo ad indicargli la strada da fare e lui seguiva le indicazioni senza parlare. Nessuno dei due aveva più aperto bocca dopo l’ultima conversazione di due secondi. Guardavo fuori dal finestrino, le strade scorrevano veloci sotto i miei occhi, il tempo non era dei migliori, si programmava un bel temporale, e questo comprometteva il mio stato d’animo. Mi piace la pioggia, ma neanche oggi mi avrebbe potuto tirare su di morale, appoggiai la testa sul finestrino e un brivido mi percorse la schiena per il veloce contatto della mia pelle con il freddo del vetro. Mi distolse dai pensieri la voce di Bill.
    «Ti va di fermarti un attimo a mangiare qualcosa?» Mi girai a guardarlo un attimo per poi volgere lo sguardo sul mio cellulare, erano quasi le due.
    «Va bene.» Cercai di sorridergli come meglio riuscivo. Accostò la macchina davanti ad un ristorantino apparentemente piccolo e piacevole. Mi guardai intorno appena entrata, all’interno era più grande e accogliente, le pareti dipinte di un rosso scuro ma piacevole, i tavoli erano disposti ordinatamente, ricoperti da tovaglie bianche decorate con pizzi. Era diviso in due piani.
    Un cameriere si avvicinò salutandoci cordialmente e scortandoci ad un tavolo per due. Anche le sedie erano comode e ben tenute, un bel posto.
    «Ti piace?» Non avevo fatto nessuna fatica ad ascoltarlo, il ristorante era silenzioso.
    «Si, è.. piacevole.»
    «Beh, dai.. parlami un po’ di te.» Il suo viso si allargò in un grande sorriso dolce e curioso.
    «Non c’è molto da dire, abito in un buco.. sono una ragazza semplice, e l’unica cosa che faccio nella vita è pattinare.. e tu?» Finii di parlare con gli occhi lucidi e il viso luminoso, con stampato un sorriso smagliante. Mi sorrise anche lui, incrociando le mani sul tavolo, e fermandosi a pensare per un momento, con una faccia divertente.
    «Io..» Venne interrotto dall’arrivo del cameriere per prendere le ordinazioni, prendemmo entrambi una semplice pizza, appena il cameriere se ne andò, Bill riprese il discorso da dove era stato bloccato. Cominciò a parlarmi di parecchie cose, mentre parlava gesticolava con le mani facendo facce strane. Dovevo ammettere che stare in sua compagnia era molto piacevole ed interessante, non ci si annoiava per niente. Non faceva che parlare ma era divertente ascoltarlo. Finimmo di mangiare e fui costretta a non contribuire al pagamento del conto. Restammo ancora un po’ li seduti a parlare di tutto e di più. Mi sentivo a mio agio, non avevo nessun tipo di disturbo nel confidargli lati della mia vita di cui non avevo mai parlato con nessuno tranne che con Andrea.
    «Andiamo?» Erano ormai passate due ore, il tempo era passato troppo velocemente. Ci alzammo per poi uscire dal locale ed entrare in auto diretti verso la mia “casa”.

    **



    Salii a casa dopo aver ringraziato Bill di tutto. Ero rimasta colpita dal suo carattere, e ho dovuto ammettere a me stessa che mi ero sbagliata di lui sin dal principio.
    Da ora mi sarei impegnata di più. Avrei dimostrato ad Andrea che avevo capito, e che avrei cercato di legare di più con Bill. Così facendo sarebbe stato più facile riuscire a pattinare bene al contrario di questa mattina che avevo rovinato per il mio stupido egoismo.
     
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  14. {;Marr
     
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    Wooooo, sorellaaa!!..bellaaa!!
    Mi piace l'idea del pattinaggio, anche perchè ti è sempre piaciuto, ma Bill come patner O__O!!xD
    postaaaaaaaaaaaaaa, posta prestooooo!!
     
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  15. .Amon.
     
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    à.à
    Grazieee*.*
     
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51 replies since 3/4/2010, 16:07   516 views
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