Notti da tredicimila dollari a Dubai - Il lusso minimalista di Armani

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. »Sally
     
    .

    User deleted


    Notti da 13 mila dollari a Dubai
    Il lusso minimalista di Armani

    Dieci piani nella torre più alta del mondo. «La prossima sfida? Alberghi per giovani da 100 euro»

    DUBAI - Ora dice che la prossima sfida sarà creare alberghi da 100-150 euro a notte «per gente giovane che già veste Emporio». Una specie di «seconda linea» dell’ospitalità, stesso stile ma atmosfera più informale. Intanto però Giorgio Armani è a Dubai per inaugurare il suo primo hotel, dieci piani nella torre più alta del mondo, e i prezzi delle stanze sono tutt’altri: 1000 dollari per la sistemazione base, 13.000 per una notte nella Armani suite Dubai, 39esimo piano, 400 metri quadrati, due stanze da letto, palestra, bagno-spa, cucina, soggiorno, e una vista a 360 gradi su una delle città più sorprendenti e mobili del pianeta. La prima notte nella suite è sua («ma io non pago», dice): t-shirt bianche appese nella gigantesca cabina armadio, giornali italiani sparpagliati sul tavolino. Da domani sarà un’altra storia. Svuotato dei 400 ospiti arrivati qui per il taglio del nastro, l’hotel dovrà vedersela con la concorrenza di super alberghi costruiti secondo le regole auree del luogo: lusso, dimensioni smisurate, audacia architettonica e una buona dose di marketing.

    Tutto il contrario dell’Armani. «Sicuro di volere proprio me, amante del minimalismo, del togliere più che del mettere? », aveva chiesto lo stilista in occasione del loro primo incontro, a Mohamed Al Abbar, presidente di Emaar Properties, colosso immobiliare (di cui è socio il governo) quotato in Borsa a Dubai, con cui Armani sta portando avanti una partnership che riguarda l’intera attività nel settore alberghiero. Storia di 5 anni fa. Lo ha ricordato ieri lo stilista: «Mi avevano parlato di Dubai come della Las Vegas d’Arabia. Poi ho capito che Al Abbar aveva in mente qualcosa di nuovo». Investire su un concetto di eleganza che non fosse sfoggio di ricchezza, ma avesse l'appetibile sapore del lusso europeo. «Nell'hotel Armani non ci sono specchi, non ci sono quadri, l'essenzialità ricorda il feng shui», scrive, con una punta di sbigottimento, The National, il quotidiano in lingua inglese di qui. Manca persino la reception («da bambino mi intimoriva », racconta lo stilista), al suo posto un lifestyle manager segue personalmente ciascun cliente. È Armani allo stato puro: tonalità scure, lunghi corridoi in legno, armadi coperti in pelle, tecnologia. Tutto quello che è nell’hotel, dalla scultura della lobby, che ricorda le rotondità della cupola delle moschee, alle saponette del bagno, è stato disegnato a Milano. «Il nostro progetto potrà raggiungere nel mondo mete ancora più prestigiose», dice ottimista Al Abbar, la cui bellissima moglie era in prima fila, martedì sera, alla sfilata di Armani Privè che ha concluso il pomeriggio, prima della cena di gala.

    E la crisi? La Burj Khalifa, l'edificio più alto del mondo con i suoi 828 metri - l'hotel occupa i primi otto, più il 38esimo e il 39esimo - fin nel nome si porta un riferimento al tonfo e alla resurrezione: quel «Khalifa» è un tributo allo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahayan, presidente degli Emirati Arabi Uniti, intervenuto con miliardi di dollari per salvare l’economia di Dubai. «Ma il sistema bancario è in salute - assicura Al Abbar -. Anzi abbiamo investito più del previsto: Armani è molto esigente». Un miliardo e mezzo di dollari, dice, per l’intera torre compresi l’hotel, la spa, i cinque ristoranti, le strutture annesse e le 144 residenze private arredate dall’italiano e ospitate nella torre (quasi tutte vendute, si racconta, per 37 mila dollari al metro quadrato). Sui dieci hotel e resort da inaugurare nei prossimi dieci anni, c’è cautela. «Li verificheremo con attenzione», dice l’uomo d’affari arabo, mentre Armani cita i tre impegni più vicini: l’apertura, il prossimo anno, dell’Armani hotel di Milano in via Manzoni, le prime ville Armani aMarassi, in Egitto, e il resort di Marrakech. «Otto anni per raggiungere il pareggio, ma non abbiamo fretta», chiude Al Abbar. Fuori c'è l'Atlantis, ribattezzato il castello di Barbie per il colore rosa, a raccontare di una città dove tutto vive sulla «deprecabile ricchezza ostentata », come la chiama Armani. «Venderà agli arabi?», gli chiedono. «Offerte da qui non ne sono arrivate», chiude lo stilista.

    Armani Hotels



    Non so se qualcuna di voi abbia visto i servizi in televisione.
    Io li ho guardati e posso solo dire che sono una favola. Armani è sempre Armani, uno dei grandi esportatori dell eleganza italiana nel mondo.
    :uyu:
     
    Top
    .
0 replies since 1/5/2010, 14:29   47 views
  Share  
.