Contro l'esposizione "artistica" di Jan Fabre

Ovviamente “l’artista” ha dichiarato che i cani e gatti utilizzati sarebbero stati dei randagi da lui trovati morti per strada (ma chi può dirlo con assoluta certezza?).

Ovviamente “l’artista” ha dichiarato che i cani e gatti utilizzati sarebbero stati dei randagi da lui trovati morti per strada (ma chi può dirlo con assoluta certezza?).

Anche se così fosse non cambierebbe poi molto, sarebbe comunque togliere dignità ad un essere che era vivo, è ridicolizzare la morte. Vorrei proprio sapere se sarebbe felice di vedere il cadavere di sua madre penzolare da un soffitto con addosso delle stelle filanti, vorrei proprio vedere! Che rabbia, ca**o.
L'e-mail la mando immediatamente, la mando eccome.
Non ho parole, così non si fa altro che incitare quei ragazzini dementi che ogni tanto se ne saltano fuori dando fuoco a topi o tagliando code a gatti e chi più ne ha più ne metta! No comment, davvero.

Gentili amici,

In primo luogo, ritengo opportuno allegarvi la dichiarazione della Compagnia Fabre, che vi testimonia che non verrà commessa alcun tipo di violenza sugli animali.

“NO A JAN FABRE A FIRENZE”, “JAN FABRE NON DEVE ENTRARE IN TOSCANA”, “ORRORE…”, “SIAMO SICURI CHE SIA ARTE?”, “PROTESTA”, “UNA RICHIESTA FATTA CON IL CUORE…”, “IMBALSMARE ANIMALI È ARTE NEL 2010?”, ”NON VOGLIAMO JAN FABRE IN ITALIA!”, “PROFONDA INDIGNAZIONE”, “MA QUALE ARTE SAREBBE? VERGOGNA!”, ”ORRORE E INDIGNAZIONE”, ”NO ARTE ASSASSINA”……… Questi alcuni dei titoli, e non tra i più violenti, tra le e-mail che hanno intasato la mia posta personale per condannare il mio invito allo spettacolo di Jan Fabre che sarà a Fabbrica Europa. Mentre vi scrivo, altre e-mail stanno continuando ad arrivare.

Si tratta di lettere fotocopia che è facile far girare in rete, specialmente se questo non costa nessuna responsabilità di doversi prima informare di chi e di che cosa si sta parlando. Sembra di assistere ad una di quelle catene di S. Antonio (questa volta ideologica), che potrebbero distruggere la reputazione di una persona, linciarla pubblicamente, magari con l’aiuto dei media che di solito sguazzano in questa poltiglia.

Chi ci va di mezzo è prima di tutto la verità, poi subito dopo la libertà. Non ci si informa, ma si segue emotivamente l’onda che ci fa sentire “insieme”, per difendere il più debole. Purtroppo, in questo caso, credo che il più debole sia proprio Jan Fabre, che secondo alcuni non dovrebbe più mettere piede neppure in Italia (sic).

Veniamo ora ai fatti.

Conosco Jan Fabre da molti anni e, come tutti sanno, è uno degli artisti (performer, scultore, scrittore, regista, coreografo), tra i più stimati dalla critica e dal pubblico a livello mondiale. È stato ospite più volte ai Festival che ho diretto ed ogni volta accolto con stima e simpatia da tutti.

Jan utilizza a volte nei suoi spettacoli insetti ed animali impagliati ma non nel caso di Fabbrica Europa. L’amore per gli insetti gli deriva dal suo avo Fabre, il più famoso entomologo del 900, che gli ha lasciato in eredità una straordinaria collezione di insetti degna di Darwin; l’uso degli animali impagliati, tutti naturalmente morti di morte naturale e non" cacciati", è il tentativo di sondare in scena la relazione tra l’immagine di una vita assente ed il suo simulacro messo in relazione con l'azione e l'emotività dell'attore. Una indagine artistica che si può discutere, ma che non prevede alcuna forma di violenza.

È come se, invece di tenere un animale imbalsamato dietro la vetrina di un museo per custodirlo e farlo vedere ai nostri figli, lo si portasse in un contesto diverso cercando di farlo dialogare con la presenza umana dell’attore e dello spettatore. Né più, né meno.

A me personalmente gli animali imbalsamati che si trovano nelle trattorie o nei vecchi castelli inquietano e non mi piacciono per niente, ma credo che nel lavoro di Fabre ci sia anche l’aspetto di denuncia che questi oggetti un po’ macabri suscitano.

Sono personalmente fortemente contrario alla caccia, all’orrore della vivisezione ed alla macellazione degli animali, ho molti amici animalisti che stimo, ma di cui a volte credo di non condividere gli eccessi, tuttavia, forse anche per l’amore che ho per gli animali, non condivido la caccia che si è aperta contro Jan Fabre. Una caccia violenta e disinformata. Senza sentire il bisogno reale di un confronto per comprendere le motivazioni dell’altro.

Devo dire che tutto questo un po’ spaventa.

Non so da chi sia partito, ma certamente chi lo ha fatto se ne sentirà orgoglioso vedendo quanti adepti è riuscito, non a far ragionare, ma semplicemente a reinviare una email. Invece di invitare Jan Fabre ad un confronto, lo si vuole ricacciare nelle sue Fiandre selvagge.

A proposito dello spettacolo che sarà a Fabbrica Europa, è già stato al Festival di Avignone, al Festival di Napoli ed in tantissime città europee con grande successo. Ci saranno dei canarini in scena e questa volta ben nutriti e vispi, che saranno riconsegnati al negozio subito dopo lo spettacolo.

Mi rendo conto, onestamente, che l’argomento è delicato e molto serio ed ha in sé risvolti giuridici e filosofici importanti, ma proprio per questo l’aggressione ideologica e disinformata sarebbe da evitare.

Un’ultima considerazione sull’accenno finale, nelle e-mail ricevute, alla “vera” cultura di cui Firenze sarebbe la culla. Con tutto il rispetto, credo sia difficile accettare questa definizione, se non come un minaccioso luogo comune. Tanto per capire quanto di eurocentrico e provinciale ci sia in quella affermazione.

Concludendo, non credo di aver fatto cambiare idea a qualcuno con questa mia risposta, né vorrei aprire un dibattito o ricevere e-mail favorevoli o contrarie. Ho risposto a quanti ho potuto per un semplice bisogno di tolleranza e di civiltà, che credo si possa applicare anche agli umani, oltreché ai nostri fratelli animali.

Grazie e buon lavoro.

Roberto Bacci