Balliamo sul mondo

...strappalacrime...

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  1. tombillina
     
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    CAPITOLO 5
    Non appena Gustav andò ad aprire entrò un uomo tutto vestito di nero. Era lui! Incominciai a tremare e a sudare. Non si accorse di me, non appena avevo sentito il campanello ero risalita al piano di sopra. David disse buongiorno a tutti e la band al completo si precipitò in salone per salutare il loro manager, infatti lo abbracciarono calorosamente tutti e quattro contemporaneamente. Non appena si staccarono, si srotolò la sciarpa e la appese all'attaccapanni, così come il cappotto. Si andò a sedere sul divano e accese la televisione. Io lo spiavo dal piano superiore, ero accovacciata sul primo gradino di freddo marmo. Fortunatamente non mi vedeva, ma ad un certo punto sentii Georg che saliva le scale. Mi nascosi dietro la porta della prima camera aperta che trovai. Era il bagno. Trattenni il respiro perchè sentii che il bassista stava entrando proprio lì. Fortunatamente non fece nulla, prese solo un elastico e si legò i capelli. Si atteggiò qualche minuto davanti allo specchio facendo le smorfie da duro e io ne approfittai per uscire furtivamente e mi aqquattai sugli scalini per ritornare alla mia occupazione: osservare David in tutto il suo splendore senza farlo accorgere di ciò che stavo facendo. Ma, sfortunata come sono, ecco Georg che è uscito dal bagno, deve scendere le scale, e grida:
    -Sara! Sara! Ecco dov'era!-
    David, che stava bevendo un pò di birra, si stava per strozzare e sputò l'acqua sul televisore che si fulminò all'istante; uno spesso strato di fumo invase la casa. L'hobbit mi tirò per un braccio costringendomi a salutarlo, e io presi di nuovo a sudare. Mentre scendevamo, sentii il manager chiedere:
    -Chi è Sara?-
    Sentii deglutire la band al completo, in particolare Tom. Osservai il suo pomo d'Adamo alzarsi ed abbassarsi. Il suo petto si muoveva velocemente a causa del respiro molto accellerato. Nella casa, per la prima volta, regnò il più silenzio totale. Arrivai di sotto. Non appena mi vide arrivare, Tom disse
    -Ehm... Sara è...-
    Lo guardai in pieno volto. Era rosso in viso. Continuò, facendosi coraggio:
    -Sara è la mia fidanzata.-
    Mi sentii otto paia di occhi puntati addosso. Tom guardava in basso, ancora paonazzo. Io non appena sentii, diventai di tutti i colori; gialla, rossa, blu, verde, viola... Bill, con il suo solito modo di fare di voler sapere tutti i fatti di tutti chiese:
    -Veramente?-
    Bill, Gustav, David e Georg passavano in rassegna le facce mie e di Tom. Alzai lo sguardo verso quest'ultimo che annuì impercettibilmente. Io dissi, traendo un respiro:
    -Sì.-
    Si lasciarono sfuggire un'esclamazione di sorpresa dalle bocche aperte per lo stupore. L'espressione interrogativa di David mutò in un'espressione di felicità, di contentezza; gli angoli della bocca si sollevarono e le sopracciglia aggrottate si distesero.
    -Piacere, David Jost.-
    Cazzo, fà che non lo conoscevo!
    Mi risveglai come da un sogno e notai che mi porgeva la mano. Gliela strinsi:
    -Piacere tutto mio, Sara.- Balbettai, ancora incredula. Ero in uno stato di trance profondo.
    Dopodichè non fecero più domande, se ne andarono e ognuno ritornò alle proprie occupazioni. Uscii dalla casa e mi sedetti su uno dei gradini che si trovavano fuori alla porta. Pensai alle parole di Tom. Chissà se le aveva pensate veramente. Se non era vero, se era stato detto solo per evitare che David scoprisse com'ero arrivata in quella casa, nonsarebbe diventato rosso tutto d'un colpo! Mi alzai e presi a saltellare per tutto il cortile presa da un improvviso momento di sclero. Sentii la voce acuta di Bill annunciare:
    -E' pronto a tavola!-
    Io rientrai e arrivai in cucina. Casualmente, mi avevano sistemata vicino Tom. Mi sedetti e Gustav incominciò a servire i piatti. Aveva preparato la pasta al sugo, si sentiva un profumo! Divorai tutto il piatto in poco tempo, poi raccolse i piatti sporchi e li sostituì con quelli puliti. Servì la cotoletta, io presi un pò d'insalata insieme a delle carotine a rondelle. Mangiai il tutto con molto gusto, Gustav cucinava davvero bene. Finimmo verso le due e mezza, in fondo questo era un evento molto importante, la visita del manager avveniva una volta al mese. Ci alzammo dal tavolo tutti molto appesantiti, avevamo mangiato molto. Ci stendemmo sul divano e guardammo un pò di televisione, che aveva riparato Georg. Erano rimaste ancora però tutte le sputacchie di David. Io soffocai un risata per non sembrare pazza. Dopo un pò guardò l'orologio, si lasciò sfuggire un'imprecazione:
    -Devo stare al circolo golf tra un quarto d'ora!-
    Tom commentò, sarcastico:
    -Non si perde mai una lezione, vero Daviduccio?-
    -Io non penso solo alle ragazze come te.- rispose a sua volta, riuscendo a zittire il chitarrista. Salutò tutti, in particolare me, e mi disse:
    -Stai attenta a Tom, è un vero donnaiolo.-
    Scoppiò a ridere e io lo imitai, suscitando la curiosità della band al completo. Dopodichè sventolò una mano in aria mentre usciva e metteva in moto la macchina. Chiusi la porta e mi sedetti sul divano. Guardai l'orologio. Ero stanchissima e mi sentivo piena, a pranzo avevo mangiato come cento uomini, se non di più. Ora ero stesa comodamente sul divano, pensavo a Tom e a quello che aveva detto a pranzo. Da allora non ci eravamo più guardati. Mi alzai in piedi di scatto e salii le scale, chiusi la porta della mia camera e presi il diario dal cassetto. Mi dtesi sul letto e incominciai a scrivere:
    "Caro diario,
    oggi ho conosciuto David Jost! Era uno splendore dal vivo. Ha chiesto chi fossi, e Tom è intervenuto dicendo che ero la sua fidanzata!..."
    E continuai riempendo due pagine intere, riportando su un pezzo di carta le mie emozioni e i fatti avvenuti in giornata. Sentii bussare alla porta. Nascosi il diario sotto il cuscino e dissi:
    -Avanti.-
    Era Tom. Rimase in piedi vicino alla porta, io gli dissi di sedersi e lui chiuse la porta e si sdraiò, vicino a me.
    -Senti, la cosa che ho detto oggi...-
    Io sorrisi.
    -Non era vera. Era solo per non dare lunghe spiegazioni a David.-
    Il mondo sembrò crollarmi addosso. I miei occhi si spensero e il mio sorriso si tramutò in una smorfia triste. Gli angoli della bocca si incurvarono, ma proseguì:
    -Ma non sarebbe una cattiva idea se ci mettessimo veramente insieme.-
    Io rimasi interdetta, non ero pronta a questo, non ero preparata psicologicamente. Tom mi guardò, abbassando la testa da un lato:
    -Che ne dici?-
    Io, come mi fossi appena risvegliata da un sogno, risposi balbettando:
    -S-sì, n-non sarebbe una c-cattiva idea.-
    -Bene.-
    Lui sorrise soddisfatto e mi schioccò un sonoro bacio sulla guancia. Uscì dalla camera augurandomi la buonanotte e non appena uscì presi a saltellare presa da uno dei miei soliti improvvisi momenti di sclero. Una volta calmata, mi stesi sul letto e incominciai a disegnare. Più che disegni, erano schizzi di me e Tom. Guardai l'orologio. Sospirai, le undici. Non provavo nemmeno ad addormentarmi, vivevo la favola più bella che potevo immaginare, e superava qualsiasi sogno.

    Ecco ^^ commentate grazie v.v
     
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27 replies since 4/6/2010, 09:09   510 views
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