Semplicemente April

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  1. Kate ~
     
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    Premessa: ho "preso in prestito" la vita di una ragazza americana totalmente inventata dalla sottoscritta perchè quel mondo, fatto di college, confraternite, partite di football e via discorrendo, mi ha sempre incuriosita.

    **



    A volte April voleva vestirsi di rosa e mettersi un fiocco colorato fra i capelli. Uno di quei fiocchi enormi, sgargianti, uno come quello che aveva comprato senza sapere perché.
    A volte voleva indossare delle belle gonne gonfie, come quelle che andavano di moda negli anni ’60 e sentirsi femminile.
    A volte voleva essere femmina nel senso più superficiale del termine: truccarsi, fare shopping, pavoneggiarsi un pochino e fantasticare con le amiche sul ragazzo della porta accanto.
    Ma, più di ogni altra cosa, April avrebbe voluto far tornare indietro le lancette dell’orologio e rivivere la sua adolescenza.

    C’erano così tante cose che si era persa: l’amore fra i banchi di scuola, le partite di football, uscire con il quarterback della squadra, andare alle feste nelle confraternite, fare l’amore in macchina sotto alle stelle, uscire di nascosto passando dalla finestra mentre il suo ragazzo la aspettava in strada e restare ore a baciarsi sotto ad un albero, sperando che i genitori non si accorgessero della sua “fuga romantica”.
    Erano tutte cose che April aveva visto fare alle sue amiche, alle sue compagne, al resto del mondo ma che lei non aveva mai provato.
    Ogni volta che guardava un film o che leggeva un libro che ne parlava, sentiva un nodo stringerle la gola. Come sarebbe stato bello poter essere, per una volta, un’adolescente come tutti gli altri? Sì, poter “seguire il gregge”, fare quelle cose così tipicamente adolescenziali, così kitsch per certi versi.
    Avrebbe davvero voluto, per una volta, essere come le persone che le stavano accanto. Omologarsi, fare parte della “schiera di…”, magari fare la cheerleader, magari essere eletta reginetta del ballo scolastico.
    Invece April aveva passato la sua adolescenza in maniera tutt’altro che goliardica. Non erano mancati i momenti di felicità e svago ma non si era mai sentita uguale agli altri. E, nonostante milioni di persone cercassero ogni giorno di distinguersi dalla massa, lei voleva solo essere come tutti gli altri.

    Passava le notti insonni a fantasticare su come sarebbe stato meraviglioso aver avuto un amore a scuola. Uno di quegli amori che, a quell’età, sembrano così grandi da non riuscire a tenerli nel cuore. Scrivere il nome dell’amato su un foglio mentre il professore spiegava, sospirare ogni volta che la sua sagoma si stagliava nel corridoio della scuola, assistere agli allenamenti della squadra e fare il tifo per lui a squarciagola. Uscire dalla classe mano nella mano, salire sulla sua auto e pensare di essere su una carrozza di cristallo, andare alle feste con lui e percepire gli sguardi invidiosi delle altre ragazze. April sognava queste cose ogni notte e ogni mattina era costretta ad affrontare la realtà: lei era diversa.

    Era diversa in tutto. Non aveva affatto l’aspetto di una cheerleader, non aveva mai permesso a nessun quarterback di sfiorarla, non era brava a ballare e non era agile. Non aveva mai varcato la soglia di una confraternita perché non aveva mai avuto il coraggio di accettare un invito e l’unica volta che l’amore aveva bussato alla sua porta l’aveva richiusa sbattendola, solo per paura.
    Non era alta, non era bionda, non era civettuola né sbarazzina.
    Non sapeva truccarsi e non indossava le gonne.
    I tacchi alti le facevano male ai piedi e il fondotinta le irritava la pelle.

    Prese in mano l’annuario dell’ultimo anno scolastico, quello del diploma, e lo sfogliò piano.
    Le cheerleader non erano così. Loro sorridevano sempre, si sentivano belle come delle dee, erano fiere ed incutevano timore.
    Lei camminava con le spalle ricurve e con la testa bassa, non parlava se non veniva interpellata e non tentava mai di abbordare i ragazzi.
    April non era una cheerleader e, con rammarico, si accorse che non lo sarebbe mai diventata nemmeno se il tempo avesse davvero cominciato a scorrere all’indietro.

    Accettarsi per quello che era le era parso semplice, all’inizio. Durante l’adolescenza pensava che le cose sarebbero cambiate, che non avrebbe rimpianto nulla di quel periodo, che non le sarebbero mancati dei pezzi.
    Ma, giunta a 25 anni di vita, si accorse che al suo puzzle mancava un pezzo e che le tessere che avrebbe potuto aggiungere in futuro non lo avrebbero comunque completato. Mancava quella parte di vita che sta fra i 14 e i 18 anni, ed era una grossa parte.
    Il suo puzzle personale sarebbe anche potuto diventare meraviglioso, in futuro, ma guardandolo si sarebbe sempre notato quel pezzo mancante. E non era una tessera sola: erano tante tessere, una per ogni desiderio non realizzato, per ogni cosa non fatta, per ogni momento non vissuto.

    Riponendo l’annuario nel cassetto April prese tra le mani quel fiocco rosa che voleva infilarsi tra i capelli da giorni. Si posizionò di fronte allo specchio e provò a sistemarlo.
    Lo specchio le rimandò un’immagine ridicola: April faceva ridere con quel coso rosa tra i capelli neri come la pece. Sembrava una pessima imitazione di una bambola depressa.
    Con un gesto deciso lo tolse e lo scaraventò sul letto.
    Non era una cheerleader.
    Era April. Solo April.
    O, forse, semplicemente April.
     
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  2. hachiko^^
     
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    CITAZIONE
    Il suo puzzle personale sarebbe anche potuto diventare meraviglioso, in futuro, ma guardandolo si sarebbe sempre notato quel pezzo mancante. E non era una tessera sola: erano tante tessere, una per ogni desiderio non realizzato, per ogni cosa non fatta, per ogni momento non vissuto.

    Come al solito quello che scrivi mi fa riflettere tantissimo…
    Questa parte poi, credo rappresenti un po’ tutte noi… E’ per questo che credo che nella vita bisogna buttarsi e fregarsene di quello che può pensare la gente.
    Arrivi ad un certo punto che devi fare i conti con i tuoi bisogni, con le tue necessità, con i tuoi desideri e cercare di completare il puzzle della tua vita il più possibile!

    Spesso ci si sente inadeguate, ma perché? Chi l’ha deciso?
    Non bisogno somigliare a qualcun altro per essere felici, è sufficiente raccogliere il coraggio e buttarsi!
    Prendere a piccole dosi quello che ci piace, quello che ci siamo negate per troppo tempo…
    Una vita piena di rimpianti non è mai una vita felice…
    April lo sa. E’ consapevole di quello che “si è persa” ed anche se i tempi del liceo non torneranno più, può sempre rimboccarsi le maniche e cercare di recuperare il tempo perso… E’ vero che quei pezzi del puzzle non potranno mai essere sostituiti, ma può riscattarsi con se stessa e vivere un futuro migliore, che la soddisfi al 100%.
    Così quando sarà “grande” potrà ricordare quell’adolescenza un po’ tormentata con un sorriso e guardandosi allo specchio potrà dire “April, stai bene anche senza il fiocco rosa in testa!”

    Bravissima Amo *-*
     
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  3. Kate ~
     
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    ç__________ç
    Il tuo commento, porco due, mi ha quasi fatto frignare ç___________ç
     
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  4. hachiko^^
     
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    ma che te frigni scema! XD
     
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  5. ale_schrei483
     
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    Ehy peccato che l'ho vista solo ora =(

    CITAZIONE
    E, nonostante milioni di persone cercassero ogni giorno di distinguersi dalla massa, lei voleva solo essere come tutti gli altri.

    Bhe sono d'accordo con hachiko molto spesso le tue parole fanno riflettere e a me ha fatto riflettere questa frase, perchè capisco come si senta April, come le manchi quell'adolescenza non vissuta e che quindi per questo voglia essere stata una semplice teenager, però April credo che debba anche capire che però non puo perdere il resto della sua vita a pensare a come sarebbe potuto essere se lei fosse stata diversa, e andata così e dovrebbe pensare di piu al presente che al passato, perchè non è il fiocco rosa che le riporterà indietro la sua adolescenza e non e il fiocco rosa che le farà cambiare vita, dovrebbe solo accorgersi che quella semplice April sta bene così senza fiocchi grandi in testa, ma com'è semplicemente lei, anche se le mancano quei 4 anni di vita può recuperare tutti gli altri, e non,come ho detto prima, perdere notti pensando a come sarebbe potuto essere

    Scusa ma ogni tanto entro troppo nelle storie e mi ci accanisco xD
    Tutto merito della scrittrice anche se poi ti tocca subirti tutto sto commento e a quest'ora ti viene anche da dire "che du pa**e" pardon xD

     
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4 replies since 7/6/2010, 20:52   61 views
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