una foto per la felicità

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  1. _Ellen_Dreamen_G_
     
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    avverto è da un pò che nn scrivo.......ma avevo questa idea e quindi l'ispirazione mi ha trascinato.....spero che vi piaccia ...commentate....please

    capito 1

    10:30
    Erano già ben 30 minuti in ritardo eppure avevo avvertito più volte il loro manager che questo sarebbe stato un servizio veramente molto importante.
    Star ….. che cosa ci si poteva aspettare da loro …. La parola puntualità molte delle volte sembra non essere il loro forte.
    Era il mio primo incarico da quando lavoravo nello studio di uno dei più famosi fotografi in Germania e questa situazione non era una delle migliori anche perché il mio capo stava incominciando a innervosirsi e la colpa sarebbe tutta ricaduta su di me.
    Tutto era pronto già da un pezzo per l’arrivo di quattro personaggi celebri.
    Nel momento in cui ero stata scelta per questo lavoro nessuno aveva voluto rivelarmi l’identità, forse per motivi di privacy o per altri scopi, ma non avevo la minima idea di chi mi sarei trovata davanti.
    Stavo fantasticando su chi poteva essere quando i miei pensieri furono interrotti dal sottile rumore della porta principale che all’improvviso si aprì attirando verso di se l’attenzione di tutto lo staff ….
    Dal nulla comparvero quattro sagome perfette ….. BILL …. TOM …. GEORGE …..e GUSTAV.
    Rimasi sbalordita alla vista di quella visone …. Nell’aria si senti sollevare un sospiro di sollievo unanime.
    Non avrei mai creduto di trovarmi faccia a faccia con uno dei gruppi più famosi e di lavorare a fianco di loro, per l’imbarazzo e l’agitazione coprii il mio viso dietro alla cartellina del programma blu che mi avevano consegnato.
    I miei occhi scivolarono tra i fogli sviando ostacoli pesanti di enormi parole che in quel momento non mi interessavano, ricadendo sulle figure che fin da piccola amavo ….
    Analizzavo ogni piccolo dettaglio come a poterli fare tutti miei, avevano una camminata così sicura in direzione del fotografo che sembravano scivolare sull’aria che io stessa respiravo.
    Vedevo il splendente sorriso di Bill che ammiccava all’indietro verso i suoi compagni così felice e allegro che trasmetteva in tutta la stanza un senso di pace e tranquillità
    Al suo seguito si vedeva arrivare l’uomo incappucciato, il suo fratellone gigante che amava ricordare di essere il più grande, nascosto in quella felpa che tutto era fur che della sua misura, portava le mani nascoste in quei jeans anch’essi enormi e il suo volto era sconvolto da una smorfia di disapprovazione.
    Adoravo il suo volto, mi chiesi un attimo xkè quella smorfia poi la collegai al suo grande entusiasmo per le foto …. Tipico di Tom Kaulitz …
    E Georg e Gustav … loro se ne stavano indietro … i chiudi fila di quella che sembrava una processione di divi, si sussurravano discorsi che non riuscivo a sentire nascondendoli tra spostamenti di folti capelli lisci e risate trattenute in sorrisi.
    Si poteva notare da un miglio che loro erano i più tranquilli almeno così sembravano.
    Passarono proprio davanti a me come una folata che quasi mi faceva perdere i sensi, d’istinto mi venne di inspirare a pieni polmoni, l’odore che mi sopraggiunse era così inebriante così intenso e invitante che la cartella mi cadde dalle mani scivolando a terra con un tonfo.
    Oddio che imbarazzo, ora stavano guardando tutti me e mi sentivo così fuori posto.
    Mi piegai a raccogliere quello che era stato davvero un catastrofico inizio, esageravo sempre le mie situazioni, ma un’altra mano molto più veloce mi porse la cartellina facendo sobbalzare sia il mio cuore che i miei occhi.
    Davanti a me a pochi centimetri dal mio naso c’era il volto sorridente di Gusta, non avevo mai osservato quei occhi così da vicino, erano così dolci così trasparenti che mi sentivo risucchiata all’interno
    Gu “deinem Ordner” lo disse con un sorriso dolce che mi risveglio a tal punto che riuscii a pronunciare una delle poche parole che ancora ricordavo di tedesco “Danke!”.
    Scomparve dal mio campo visivo come era comparso pochi secondi prima, avevo lo sguardo ancora gettato verso il pavimento mi sentivo tuttora una grande imbranata e non ero ancora pronta ad affrontare le prossime situazione che avrebbero reso quella giornata una delle più intense della mia vita.
    Dopo pochi minuti mi ricomposi sistemai quella gonna che ancora da tre anni riuscivo ad indossare e spazzai via quello che era solo polvere immaginaria.
    Intanto i quattro era già arrivati al cospetto del fotografo e si stavano scambiando i soliti convenevoli nelle presentazioni ormai ovvie.
    F “Ehi ragazzi …. Ben arrivati!!!” e li accolse che un gesto pieno di euforia abbracciando Bill come un figlio, povero ragazzo lui era rimasto di sasso un pezzo di legno rigido.
    I due si ricomposero subito.
    B “EHM ….Scusateci abbiamo avuto un piccolo contrattempo” lanciando uno sguardo al gemello .
    F “Nessun problema ragazzi ….” Soppressi una risatina ricordandomi che pochi minuti proprio lui stava per dare i numeri “Sono molto felice di conoscervi …. Oggi sarà il vostro fotografo personale , piacere Mark Keiner!!” e porse la mano per stringerla a tutti quanti.
    Il primo fu proprio Bil che di iniziativa prese la parola per presentare tutti.
    B “Piacere Bill, lui mio fratello Tom E loro Georg e Gustav!”indicandoli mentre pronunciava il loro nome, e si scambiavano strette di mano ormai abituati alla parlantina a raffica del cantante.
    M “Ecco quello che vedete alle nostre spalle sarà il vostro set, vi faremo molte molte foto che poi sceglieremo insieme per pubblicarle, adesso vi porterò dalla assistente che vi affideremo per tutta la giornata e che si occuperà esclusivamente di ogni vostra necessità e vi spiegherà ogni cosa!”.
    Al solo sentire quella frase mi venne un colpo al cuore, sapevo qual’era il mio compito perfettamente, avevo studiato giorno e notte il programma , ma lì in quel momento venni assalita dal panico.
    Mark fece strada ai quattro personaggi
     
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  2. »Eleo
     
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    _Ellen_Dreamen_G_ prima di postare presentati nella sezione welcome!
    Leggi il regolamento!

    grazie

    Chiudo il topic finchè non ti presenti!

     
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  3. _Ellen_Dreamen_G_
     
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    capitolo 2

    Ed eccoli arrivare davanti a me.
    Obbligai me stessa a fare una faccia moderata, cercando di nascondere le mille sensazioni che stavano popolando e scombussolando la mia mente agitazione nervosismo imbarazzo euforia e moltissime altre.
    M “Eccoti …. Ragazzi lei è la vostra assistente …. Ora vi lascio nelle sue mani perché io avrei ancora degli ultimi ritocchi da rifinire” … e avviandosi pronuncia le ultime parole “A dopo!”
    Quando gli otto occhi caddero di nuovo sulla mia figura mi feci coraggio, cercando di raggrupparne tutto quello che avevo, e mi presentai a loro.
    <piacere ragazzi io sono Shanon!”il primo sguardo amichevole che vidi in quella folla fu quello di Gustav, mi sorrise come un ragazzino di 12 anni così allegro e spensierato.
    B “Ehi …. Ma perché non ci diamo del tu tanto dovremo passare tantissimo tempo insieme …. Ah si comunque io sono Bill, lui Tom, George e Gustav! … ma forse ci conosci gia!” ed eccolo che si presenta a me con quella semplicità che ti fa sentire a tuo agio ovunque insieme a lui .
    S “Si …..bhe …. Ok …..” le parole nella mia testa non riuscivano più ad unirsi per formare una frase di senso compiuto, non poteva essere che nella mia testa ci fosse tutta quella nebbia.
    Poi parlai prima con la bocca che con il cervello “No ….” Poi cercai di rimediare pentendomi subito “Cioè no non conosco molto il vostro gruppo”.
    Dentro di me un discorso di accusa prese il banco dei testimoni <<…. Ma che cavolo dici …. sei fuori di testa … cosa hai fatto … ma se sbavi dietro di loro da ben un anno e oltre …. Ma che ti dice il cervello ……>>
    Cercai di consolarmi o almeno di sollevarmi il morale pensando che una piccola bugia non compromettesse tutto.
    Gu “ Bhe a questo proposito non ce nessun problema …. Abbiamo la soluzione a portata di mano” mostrando con il palmo rivolto al soffitto, come una presentatrice che deve pubblicizzare un prodotto, l’uomo al suo fianco con la cresta “ecco vedi basta stare un lasso di tempo minimo in sua compagnia che incomincia a raccontarti tutta la storia della sua e della nostra vita! Vero ragazzi??” ora rivolta la schiena verso i due restanti membri del gruppo che se ne stavano dietro in disparte.
    Ge “ eh … si …. Parla a raffica e lo fai smettere difficilmente!”
    B “Ehi … ma che gentili … mi prendete subito in giro davanti a una ragazza …. Tommy è vero che io non sono così vero??” cercando sostegno nel fratellino prendendolo per i due bracci e scuotendolo.
    T “Ehhh???” la sua faccia era mezza sconvolta, rintonata, sembrava che in quel momento non fosse nemmeno nella stanza “Che C’è??”scocciato.
    B “Fratellino dai diglielo tu che ….” Cercando di intenerirlo con gli occhioni dolci.
    T “Che???” non riusciva a capire cosa volesse e i suoi occhi si spalancarono nel tentativo .
    Gu “Scusalo Shanon … sta mattina non è molto reattivo … abbiamo dovuto svegliarlo a suon di cannonate … e così siamo anche arrivati in ritardo!!” sbuffando.
    T “Ma che??”si stava scervellando ancora sul problema di suo fratello.
    Ge “Che non è una checca!”
    T “Tu …. Ahah …. Si che sei una checca!!” il suo volto fu incorniciato dal suo splendido sorriso, quel sorrisetto furbo che dal vivo, me ne rendevo conto, era ancora più meraviglioso.
    B “Siete tutti cattivi … vi prendete gioco di me …. AH!” E si scanso con un violento getto della mano i capelli all’indietro portando verso tutti la schiena.
    T “Su fratellino non devi fartene una colpa lo sai che è vero …. È la tua natura!” accarezzandogli dolcemente i capelli.
    B “Non toccarmi i capelli! … e poi le ragazze amo parlare!!” ora si era irritato e si sentiva dal tono di voce più alto.
    T “ E questo che c’entra??? …. Le ragazze amano qualcos’altro!” sollevando le sopracciglia in usualmente e ammiccando.
    B “Sei sempre il solito … hai solo quello da dire … ogni tanto potresti ampliare anche il tuo repertorio!”
    T “è ma se una cosa è vera io che ci posso fare!”
    B “Smettila!!! Sei osceno!!” e incominciarono a battibeccare proprio lì, davanti al mio sguardo come due fratelli tali che erano.
    Trattenei le risate a stento quelle scenette fra fratelli gemelli mi ricordavano tanto i litigi tra me e mio fratello, erano davvero divertenti da guardare ma decisi almeno di interrompere quella visione con un diverso argomento.
    S “eh … ehm … se volete seguirmi io vi mostrerei i camerini!”avviandomi verso una porta alla fine della stanza.
    Senza indugio al mio fianco comparve Gustav che mi prese sotto braccio sorridendomi, ci scambiammo uno sguardo di apprensione rallentando un po’ l’andatura che sembrava essere troppo veloce per gli altri ancora fermi a discutere.
    GE “Su ragazzi andiamo … meno chiacchiere e più fatti!” interrompendo la discussione dei fratellini.
    GU “Facci strada ragazza!!” lo disse con enfasi che tutti e due scoppiamo in una sonora risata, mi faceva bene stare accanto a lui.
    Dietro Bill si mise a correre per raggiungerci e si intromise tra i nostri sguardi interrompendo una chiacchierata al quanto silenziosa.
    B “Ehi voi due aspettatemi!!!” e quando riuscì a intraprendere il nostro passo felpato incomincio il suo grande discorso che sarebbe durato un bel po’.


     
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  4. giuly_TH
     
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    che bella!!!!
    è davvero bella. sono curiosa di sentire il seguito
    posta presto ^^
     
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  5. _Ellen_Dreamen_G_
     
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    CITAZIONE (giuly_TH @ 26/6/2010, 18:23)
    che bella!!!!
    è davvero bella. sono curiosa di sentire il seguito
    posta presto ^^

    oh :wer4cw35: grazie........
    sto già scrivendo il terzo....spero di finirlo presto così lo posto subito!!
     
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  6. _Ellen_Dreamen_G_
     
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    ed eccomi di nuovo........scusate ho avuto qualche imprevisto...ma ora sono tornata.......

    3° capitolo

    B “Allora …. Mmm … ti avevo promesso la nostra storia vero??” camminando ormai uno fianco all’altro, oddio quel ragazzo mi faceva sentire così piccola, era uno stecco ma altissimo.
    S “Ehm veramente ….!”ma non finii in tempo la frase che riprese a parlare.
    B “allora … si partiamo dall’inizio … io e mio fratello ….”
    Lanciai uno sguardo allarmato verso Gustav che ormai era diventato la mia ancora di salvezza, lui mi stava dicendo qualcosa muovendo le labbra senza sonoro …. Ma in questo gioco non ero molto brava.
    S “Ehh??” facendo una faccia non delle più belle.
    B “Ma mi stai ascoltando!! Dicevo no …” da dietro Tom scuoteva la testa per quanto amasse sentire ripetere mille volte quella storia.
    Qualcuno mi pesò sul braccio, era Gustav, che si avvicinò al mio orecchio per sussurrarmi le parole che prima il mio cervello non era riuscito a capire.
    Un brivido percorse il mio collo per lo spiffero che aveva sfiorato il lobo del mio orecchio.
    Gu “SHH … Ti conviene non interromperlo … lasciarlo parlare è la cosa migliore … se no guai” e quando tornò ad occupare lo spazio vitale al mio fianco ci sorridemmo ancora molte volto finché il cantante non si spazientì.
    B “Ehi voi due … invece di parlare ascoltatemi!!”
    S “Si signore!” facendo il saluto da marinaio e provocando una clamorosa risata da parte di tutti quanti compreso il narratore.
    B “Comunque io e Tom piccolini eravamo inseparabili … giravamo insieme sempre!”
    T “No fratellino … veramente eri tu che ti appiccicavi a me!” mi voltai per vedere il suo viso contornato da un sorriso di sfida.
    B “Si va be … questa è una tua teoria …. Comunque quando i nostri si separarono ci dovemmo trasferire in una nuova città … “ ormai non dava conto a nessuno era troppo impegnato a parlare di se stesso.
    Nel momento in cui arrivammo ai camerini il racconto era quasi finito, dovetti, malvolentieri o forse felicemente per le mie orecchie ormai stanche, interromperlo.
    S “Scusa Bill mi dispiace interromperti ma ….” mi girai di spalle verso la stanza così da guardare quei quattro fantastici ragazzi in volto “si bhe … questo che vedete è il vostro camerino, ci sono una postazione per ognuno di voi con i vestiti che dovrete indossare ora per il servizio … affianco a questa stanza ce ne sono tre il bagno a desta, la stanza ristoro a sinistra e comunicante una saletta relax … quindi eccoci arrivati …” i Tokio Hotel si guardarono attorno spostandosi verso i propri abbigliamenti lasciandomi lì impalata da sola.
    S “ Allora dato che qui sono di disturbo … penso che andrò a farmi un bel caffè!” un po’ imbarazzata e con le gote rosate.
    B “Ma Io ….” Lo interruppi subito.
    S “Cambiatevi che è meglio!” quasi come un ordine.
    B “E la …” ma sta volta Gustav lo prese per mano “su cambiati!!”.
    Mi allontanai quasi di corsa, inconsapevole circa del motivo che mi spingeva e quell’azione,mi buttai nella stanza affianco con il muro comunicante e mi nascosi contro lontano dalla vista della porta

    e un pò poco ma rimedierò al più presto!!
     
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  7. _Ellen_Dreamen_G_
     
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    ma a qualcuno piace???..........

    4°capitolo

    Non ragionavo più con la testa.
    Infatti mi sembrava di essere talmente insana lì in quella posizione, ma tutto il mio corpo e la mia volontà erano state spezzate dall’unico desiderio di poterlo sentire ancora accanto a me.
    Mi dimenticai del caffè e dello scorrere frenetico dei minuti, sentivo soltanto il continuo rumore isolato del mio cuore che batteva incessante e con una velocità sempre maggiore.
    Non riuscivo a concentrarmi, volevo solo isolare quel rumore per poter sentire le voci dei quattro ragazzi che non smettevano mai di parlare.
    Avrei voluto sbirciare da quella porta e vederli ancora, vedere i loro profili delinearsi nella perfezione di ogni sogno di qualsiasi ragazza.
    Rimasi però immobilizzata lì in balia quasi di un incantesimo che legava strettamente sia me che la mia ombra.
    Nei momenti successivi Cercai di ricordare al mio corpo di vivere, inspirai a fondo diverse volte lasciando che quella pulita aria entrasse in circolazione per darmi la forza che avrei avuto bisogno per i momenti successivi.
    Mi diede quasi alla testa come se avessi provato per la prima volta a sniffare quella polverina bianca che ora era di gran voga tra i giovani scatenati.
    Percepii una voce che sembrava venire da molto lontano quanto era flebile e sfocata, quasi un impercettibile ultrasuono che ogni secondo in più diventava maggiormente forte e marcato.
    Le parole le distinguevo a malapena, gli intervalli di spazio erano lunghissimi e la frase alle mie orecchie sembrava inesistente.
    Poi qualcosa mi travolse come un uragano, sconvolgendo i miei timpani per l’urlo.

    <shanon!!!!!>qualcuno mi stava chiamando. <shanon …. Aiuto!>

    Balzai di scatto nella stanza dei ragazzi, quella sapevo di certo era la voce di Bill, ma che cavolo stava succedendo cose c’era di drammatico o preoccupante di urlare in quel modo.
    Con una mano appoggiata lateralmente a gli occhi cercavo di evitare di vedere cose sgradevoli.

    B “Shanon aiutami … perfavore!”

    Mi precipitai da Bill sconvolta da un ansia che facilmente non sarebbe scomparsa.
    Lui,quasi sotterrato nella marea di vestiti che stava visionando, provando e rifiutando, preso da una stana follia che neanche un attimo smetteva di muoverlo.
    Rallentai il passo quando fui a pochissimi passi da lui, il mio intuito suggeriva di avvicinarsi con calma evitando movimenti troppo bruschi.
    Gli appoggia una mano sulla spalla per farlo voltare e per cercare di intuire cosa stava passando per quella straordinaria mente che creare testi così stupendi.

    S “Ehi che succede??” ora eravamo io e lui fermi a guardarci, io con un espressione da punto di domanda e lui sconvolta.
    B “Shanon … mi devi aiutare … guarda qua … secondo te cosa devo indossare!!” e pronunciò quella frase come se fosse la cosa più drammatica che potesse succedere, quasi come la fine del mondo.
    S “Ah …. Mi hai chiamato per questo” sospirai di sollievo e gli sorrisi con una grande semplicità.

    Ecco perché in quel momento nessuno degli altri tre si era mosso, ne aveva fatto un passo per raggiungere quel cantante in piena crisi.
    Era ancora fermo a guardarmi come se io fossi l’unica persona sana nella stanza che poteva donargli saggi consigli di vita.

    S “Dai dimmi qual è il problema!” e fui avvolta nel suo caos presa da una sensazione di appartenenza.
    Bill felice come una pasqua accolse la mia risposta con estremo entusiasmo incominciando a riempirmi la testolina dei suoi grandissimi e problematici dubbi.
    B “Vedi questo secondo me non posso metterlo con …..” e così cercammo un compromesso tra le sue incertezze e le mie soluzioni.
    In sottofondo si sentiva arrivare delle sane risate.
    Alla fine optammo per qualcosa di nero che risaltava molto la sua figura.
    Mentre finivamo di chiacchierare si avvicinò a noi Gustav che interrompendo il discorso si fece sentire.

    G “Ehi benvenuta in questo gruppo di pazzi!”
    B “Parla il più strano!” punzecchiandolo a vicenda.
    G “Ehi …. IL TUO caffè??” mi domandò interessato.
    S “Eh??”non sapevo di cosa stesse parlando.
    G “Non avevi detto che ti prendevi un caffè? .. cosa hai fatto di la?” sempre più curioso.
    S “Ah si cavolo il caffè … vado a prenderlo!” e cercai di sviare il discorso allontanandomi da loro.
    B “Ehi mi fai un caffè anche per me perfavore!”
    S “Certo … due caffè in arrivo!”mio girai per sorridergli poi continuai la mia lenta camminata verso la caffetteria.
     
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  8. WaWaLoVeMuSiC
     
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    bellaaaaaaaaaaa mi piaceeeeeeee ahahahh e poi Bill fa morire dal ridere ahahhaha continualaaaaaaa :D
     
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  9. giuly_TH
     
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    O.O ma perchè...oddio mi ero domenticata di leggere -.-'''
    comunque è bellissima! postaa *O*
     
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  10. _Ellen_Dreamen_G_
     
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    danke danke ragazze...... mi si riempe il cuore di felicità *___*
     
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  11. _Ellen_Dreamen_G_
     
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    ed ecco il prossimo capitolo.....per le poche persone che mi sostengono...e con grande piacere che scrivo per loro.........

    5° Capitolo

    Mi avvia tranquillamente a prepararmi da bere ascoltando nella mia testa una canzone che in quel momento era comparsa dal nulla per la mia felicità.
    Zoom.
    Sentivo la voce di Bill che ripeteva quei magnifici versi tedeschi di cui mi ero innamorata poco tempo prima.
    Le note presenti del piano i cui tasti erano sfiorati con la precisione di un grande artista,Tom, erano ormai immagazzinate alla perfezione come se il gruppo stesse provando il live nella mia mente.
    Adoravo quella canzone perché ogni volta che la sentivo nella mia vita ero travolta da una quantità di emozioni .
    Si notava espressamente che ero finita trascinata nel mio mondo mentre facevo i passi verso quella stanza che però non era vuota come mi aspettavo.
    Stranamente c’era già qualcuno.
    Mi fermai sullo stipite della porta ancora immersa parzialmente nei miei pensieri, il motivo era diventato il sottofondo idilliaco di una stupenda visione.
    E lì, seduto sulla poltrona con lo schienale di fronte a me si presentava il contorno della figura che ogni notte imperversava nei miei sogni.
    Tom.
    I miei occhi analizzarono tutto quel perfetto profilo , centimetro per centimetro, sfogliandolo come se fosse stato il più bel e avvincente libro che avessi mai letto.
    Le sue treccine nere bloccate solamente da quella solita fascia si appoggiavano delicatamente alle sue spalle quasi nascondendo del tutto il collo di cui tanto avrei voluto sentirne l’odore.
    La maglia, l’enorme maglia in cui io sarei rimasta avvolta per ben tre volte, seguiva morbida e perfettamente le linee del suo corpo, delle sue braccia nascondendo i muscoli che lo rendevano così follemente attrattivo.
    Tom era assorto in qualcosa che io ancora non riuscivo ad intravede.
    Lentamente feci il primo passo per spostami cercando di appoggiare delicatamente i piedi per non fare rumore e scorsi quella che sembrava la chitarra acustica più stupenda che avessi mai visto.
    Stava suonando!!
    Ma dalla cassa armonica non si sentiva fuoruscire nessun rumore, infatti le sue dita sembravano quasi volteggiare nell’aria sospese sopra le corde.
    Se lo avessi guardato senza dare nessun importanza al suono avrei detto subito che stava provando, il suo volto era assorto impegnato e finalmente riuscivo a vedere dal vivo quelle espressioni che sul palco lo rendevano unico.
    E da quel momento mi accorsi di quanto ero innamorata di lui.
    Desideravo con ogni particella del mio corpo essere quella chitarra e mi resi conto di quanto vicini possano essere i desideri da non poterli raggiungere.
    Pochi minuti dopo i suoi occhi si aprirono alzando il volto verso la mia figura, fui percorsa da una sola scossa che si trascinò per tutta la mia spina dorsale.
    Due pupille di un color castano tendente all’ambrato mi stavano trascinando al loro interno in un vortice che mai sarei riuscita a staccare eppure ripresi conoscenza del mio corpo, della mia presenza in quella stanza e mi spostai lontano dalla sua visuale.
    S “Scusa non volevo disturbarti!”odiavo quelle gote rosse che mi spuntavano all’improvviso.
    T “Non ti preoccupare … avevo finito!” alzandosi e dirigendosi in un angolo a depositare la chitarra nella sua custodia.
    S “Cosa stavi suonando??”fu un impulso quello di chiedergli anche se avrei voluto tapparmi quella maledettissima bocca.
    T “Ma … stavo solo provando così …. È un modo come altri per rilassarmi!.. e stare un po’ lontano dal trambusto”prendendo il plettro tra le labbra per avere le mani libere e sistemare le cose.
    S “Pensavo che stette ogni minuto insieme voi altri!”
    T “Si bhe per un certo senso e vero …. Ma non devo per forza passare 24 ore su 24 con quei tre pazzoidi … ho bisogno …” ma nn terminò la frase lasciandola in sospeso.
    S“Capisco …. Bella la chitarra é…?” cercai di cambiare discorso sperando che lui finisse la mia frase.
    Appoggia le mani laterali al mio bacino su un mobiletto per poi sollevarmi e sedermi mentre lui si buttava ancora una volta sulla poltrona con tutt’altro che leggerezza. Le sue gambe erano sempre spaparanzate, allargate in bella vista e nascoste sotto quei enormi pantaloni.
    T “è la mia vita …. Scusa no è una Gibson …. Ti piace?”
    S “Si molto … anche se io non mi intendo molto di chitarre!”triste.
    T “Non importa …. Loro sono belle anche da guardare … pensa LEI …. La mia piccola … è stata una delle prime!”
    S “La tua piccola??” mi venne spudoratamente da sorridere.
    T “Si … la mia piccola … la chiamo così perché sa che la amo da impazzire …. Loro sono le mie ragazze … bhe sono la mia vita … quando siamo insieme sul palco … io e loro … è pura magia … mi regalano ogni giorno una sensazione diversa!” e si vedeva come amava parlare delle sue chitarre, dall’espressione dei suoi occhi, dall’espressione del suo viso che si addolciva profondamente e dal suo sorriso delicato.
    Io non potevo altro che addolcirmi, sorridere e lasciare che i miei zigomi si spostassero verso l’alto perché il mio sguardo stava pienamente comunicando i miei sentimenti. Era stupendo vedere quel ragazzo così.
    S“Come ti capisco … io adoro sentire le note di una chitarra sulla mia pelle …. E poi gli assoli … gli assoli somo come ….”
    <<un perfetto orgasmo!>> e pronunciammo quelle poche parole insieme nello stesso momento che finimmo in una sonoro e clamorosa risata.
    Quel momento fu così perfetto, che avrei voluto incorniciarlo per sempre, era stato un discorso semplice non di vitale importanza ma per me sembrava quasi come se fosse stata la sua dichiarazione d’amore. Ed in un certo senso lo era … era la sua dichiarazione d’amore alle sue chitarre.
    Ero felice del modo in cui eravamo riusciti a far coincidere i nostri pareri, a trovare una cosa in cui potessimo essere perfettamente d’accordo, e poi non avrei mai sognato di sentirlo parlare in quel modo fantastico. Si ero rimasta colpita dal Tom Kaulitz che mi si era presentato d’avanti.
    Ma finire coinvolta nei miei pensieri non mi faceva mai bene e quindi per sdrammatizzare la situazione in cui io mi sentivo estremamente in imbarazzo interruppi il silenzio di pochi minuti.
    S “Vuoi qualcosa da bere??”
    T “Non ti preoccupare … non ti devi scomodare per tanto!”
    S “Ma dai non c’è nessunissimo problema … tanto dovevo prendere da bere anche per il tuo fratellino!” e mi voltai verso la caffettieri mostrandogli la schiena per non fargli vedere il mio volto.
    T “AH allora … se la metti così … molto volentieri!! … “
    S “E con cosa posso soddisfare la sua sete?” c’era un pizzico di sarcasmo.
    T “Non è che per caso hai una Red Bull??”
    S “Ehm … mi sa di no!”guardando in un mobiletto in basso dove si trovavano le bottigliette .Ero in soggezione mi sembrava di essere fissata in piena ed ero pure piegata.
    T “Ah allora ….” Un po’ deluso.
    S “Ma se vuoi posso fare anche a te un caffè!”
    T “Non so … non sono un grande caffeinomane come Bill!”
    S “Secondo me ti farebbe anche bene sai … ti vedo un po’ stanco …. Magari ti tira un po’ su!”
    T “Bu …”
    S “Come vuoi tu!” e mi girai per scambiare un sorriso.
    T “Si …. Dai forse hai ragione … ho avuto un po’ di difficoltà a svegliarmi sta mattina!!”
    S “Perfetto allora tre caffè!” e incominciai ad armeggiare con la macchina da caffè ormai a me cosa già familiare.
    Sul mio volto era impressa l’espressione che io odiavo di più, quella nel momento in cui mi impegno quando i miei muscoli si tirano e che avrei preferito lui non vedesse.
    Come d’istinto però Tom si avvicinò cautamente a me posandosi quasi come avevo fatto io in precedenza sul mobiletto.
    Sul suo volto un sorrisetto furbo che conoscevo bene.
    S “Allora nottata lunga??”
    T “HMM” non aveva capito a cosa mi riferissi.
    S “Dicevo ieri sera … se sta mattina eri così stanco!” gesticolando e prendendo una delle tazzine riposte negli armadi.
    T “Ahh …. Bhe c’erto devo tenere alto il nome dei Kaulitz io!!” il solito montato che mi fece però ridere.
    S “Giusto!”scherzai sopra.
    T “Bhe ovviamente … forse anche troppa baldoria … sta mattina non riuscivo a svegliarmi!”
    S “Si me l’hanno raccontato!!” stavo esagerando con i sorrisi ma mi venivano così spontanei.

    Avevo quasi finito di preparare tutti e tre i caffè, mi mancava solo l’ultimo che sentimmo qualcuno.
    B “Tommy ….. vieni qua e porta la tua chitarra dai su muoviti ……. Che cavolo stai facendo di la …. Dai che servi al tuo fratellino subito!!”
    T “Bhe … scusa ora vado mi chiamano … dopo voglio provare a sentirti suonare!” e si allontano facendomi l’occhiolino.
    S “No … per favore non sono capace!” vergognandomi di me stessa e della figura che potrei fare ma lui era già sparito dagli altri ed io era rimasta abbastanza traumatizzata da tutta quella situazione. Non ci potevoi ancora credere … forse qualcosa sarebbe successo.


     
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  12. giuly_TH
     
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    che bellla *-*
    non vedo l'ora che riposti *O*
    upolooo
     
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  13. _Ellen_Dreamen_G_
     
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    ok...... sono già in procinto di finire il prossimo capitolo.......ma devo dire che anche a me piaciucchia molto questo.....specialmente per lapresenza di Tom *____*
     
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  14. _Ellen_Dreamen_G_
     
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    mini capitolo ..... di passaggio

    6° capitolo

    Con la chitarra a mano e un passo felpato Tom arrivò dai tre ragazzi che ora se ne stavano spaparanzati sui divani a discutere.
    B “No non è vero!”
    Ge “Si Bill mi dispiace è la realtà!”
    B “Bhe ti faccio vedere … OH finalmente sei arrivato!”
    T “Che cosa vuoi Bill … perché mi hai fatto spostare … cos’è che ti frulla in quella testa bacata!”
    B “Ehi ehi … il tuo fratellino intelligentino ho avuto un idea geniale nella sua testa bacata!”
    T “E mi vorresti spiegare quale sarebbe questa grande idea … ed io che cosa centro con tutto questo??”
    B “Dammi la chitarra!” con occhioni dolci.
    T “Ma non ci penso proprio … proprio a te dovrei dare la mia piccola!”
    B “Si a me che sono il tuo fratello adorato … proprio perché lo sono me la dovresti dare!”
    T “No …. Poverina e poi se le succede qualcosa di male” e se la avvicina al viso e incomincia a sussurrarle qualcosa per tranquillizzarla <<piccolina stai tranquilla … no che non lo farò … finchè sarai nelle mie mani vedrai che non ti accadrà nulla!>>
    B “Ehi … Tom dammi quella cazzo di chitarra!”
    T “No e mia!” stringendosela a se come un bambino piccolo.
    B “La chitarra!” tendendo la mano e il braccio verso lui.
    Con molta riluttanza e molto lentamente Tom allontanò la chitarra da se <<piccolina io sono sempre qui>>
    B “Dammi quella cazzo di chitarra Tom!” e con velocità la afferrò lasciando immobilizzato il fratello.
    B “OH allora cosa stavi dicendo George!”
    Ge “Che tu non sai suonarla!”
    T “Nooooooooo” sentimmo urlare a squarciagola
    B “Zitto!” … “Bhe vedremo” scansando la testa con un colpo di capelli per fare il drammatico.
    Prese la chitarra e provò a sistemarla sulle sue gambe.
    T “Si fa così!” andandogli vicino e spostando la chitarra nel verso giusto.
    B “Si lo sapevo!”fulminandolo con gli occhi.
    T<<piccola non ti farà del male!”
    Gu “Incominciamo bene!!”
    B “Preparatevi!”
    Ge “Aiuto!!” coprendosi distino con le mani le orecchie.
    Bill con decisione prese in mano il plettro e si accinse sempre di più inclinato a raggiungere le corde, sul volto era incisa una piena convinzione.
    Appena le sfiorò dalla chitarra provenne uno strano rumore che neanche per un millesimo poteva essere definito come un a nota.
    Scoppiò un grande boato perché tutti compresa io che ero arrivata con il vassoio dei caffè ci mettemmo a ridere.
    Bill invece ci guardava con una faccia ironica dispregiativa.
    Ge “Bill non hai talento per la chitarra e meglio se canti!”
    Gu “Si devo ammetterlo ha ragione George!”
    B “Bhe dato che fate così tanto i saputelli provate voi …. Voglio proprio sentire!”
    Gu “Io no passo … George faglielo vedere!!”
    S “Ragazzi i caffè!”
    B “OH grazie mille Shanon!” e venne verso di me a prendere la sua tazza sorridente e felice seguito poi con molta non schalance dal fratello che gettava occhiate alla sua chitarra.
    Ge “Tranquillo la tratterò bene!!”
    T “Meglio per Te!”
    Gu “Ehi Shanon … qui c’è un posto libero!”e mi sedetti con tranquillità sul divano affianco a lui.
    L’aria si riempi di dolci e soavi note che incantarono tutti quanti, le esperte mani di George scivolano sulle corde con una facilità assurda che quasi nemmeno si riusciva a percepire .
    D’impulso la mia testa che era stata sostenuta intensamente dal mio braccio incominciò a muoversi a tempo seguendo quella melodia con movimenti piccoli sinuosi e poco percepibili.
    L’atmosfera nella stanza era cambiata finché le dita non si staccarono e tutto finì come era iniziato.
    S “Questa si che è musica!” lo dissi con impulso sorridendo al bassista che si stava inchinando con una mano sul cuore.
    T “Ehi ehi … su non vantiamoci troppo … mi sembra che il chitarrista del gruppo sia io … tu sei solo un bassista!” e riprese dalle grinfie di George la sua adorata chitarra.
    Qualcuno dello staff entrò nella stanza e mi avvisò che tutto era stato preparato per poter incominciare il set fotografico, quindi con decisione feci alzare una alla volta, cosa assai difficile, i membri del gruppo e dopo varie sollecitazioni li riuscii a portare con me dal fotografo.
    Ed da ora sarebbe incominciato il duro lavoro.
     
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13 replies since 22/6/2010, 17:07   278 views
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