Grida il mio nome, non aver paura.

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  1. Hysteria. 95 <3
     
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    Ok, postoooo!!! :)


    -Quindi sei ubriaco.-
    -Un po'.-
    -Perchè lo hai fatto?-
    Ero nel panico piu' totale. Non sapevo cosa dire. Ero stato bravo in questi due anni a tenere nascosto il mio segreto. Non lo sapeva nessuno, tranne io e Sylvia. C'erano stati momenti peggiori in cui credetti di cedere. Tipo quando, un anno fa, mi aveva chiesto perchè ero corso in bagno subito dopo averlo visto nudo per una scommessa fatta con Georg.
    (Oh Tom, se riesco a scoparmi la bionda tu stasera ti spogli davanti a tutti.)
    Tom aveva accettato la scommessa e aveva perso.
    Ero corso in bagno, quella sera indossavo dei leggins stretti e lucidi. La mia erezione si sarebbe notata troppo. Eppure alla domanda di Tom ero riuscito a rispondere mettendola sul didere: mi facevi talmente schifo che sono dovuto correre in bagno a vomitare, e la scampai. Lui si era messo a ridere, era ubriaco.
    -Tom nulla, volevo bere.-
    Tom studiò il mio sguardo, cercò di capire se mentivo.
    -Tu non me la conti giusta. Che hai fratellino? Insomma ora è tutto ok tra di noi, no? E' tornato tutto come prima.-
    -Sì.-
    -E allora parlamene. E' per colpa di un ragazzo?-
    Si Tom, è per colpa di un ragazzo. Indovina chi, idiota! Non capisci un cazzo. Perchè non capisci Tom perchè? Se solo ti fermassi un attimo, ti staccassi dalle tue troiette forse capiresti cosa provo per te, merda! Pensai.
    -Ho capito, è un ragazzo.-
    No, non posso dirglielo. Non ora, non cosi, non qui. Rovinerei tutto. Gli farei schifo. Smetterebbe di parlarmi. Dimenticherebbe di avere un fratello e non mi calcolerebbe piu'.
    -Cazzo è proprio vero: the pain of love will last forever. Vero fratellino?-
    Ma quanto cazzo era idiota e quanto cazzo lo amavo!?
    -Ho bisogno di dormire.- Dissi.
    -Dai, ti accompagno su.-
    Ma perchè non mi lasciava in pace?
    Si alzò in piedi e per un attimo rimasi impalato sul divano ad osservarlo. Com'era bello. Aveva un fisico che io non avrei mai avuto, eppure siamo gemelli. Lo avevo sempre considerato fisicamente migliore di me. Quando eravamo piccoli lui aveva un sacco di fidanzatine mentre io, Bill Kaulitz lo sfigato della scuola che a tredici anni andava in giro con i capelli colorati, le unghie nere e il trucco sugli occhi, non cuccavo mai un cazzo.
    All’epoca ero geloso di lui, mi aveva anche "rubato" la bambina che mi piaceva una volta. Sì, ero molto geloso di lui. Mentre ora mi ritrovo qui a sbavargli davanti.
    Si stiracchiò. Lo guardai dalla testa ai piedi. Oh cazzo! No, no, no. Diventai serio. Stava per succedere di nuovo. Sentivo che stavo per avere un'erezione. Sbarrai gli occhi e gemetti. Cercai di concentrarmi su altro ma allo stesso tempo pensavo: no dai, fai il bravo non ti alzare ora, NON ORA!
    -Beh? Che hai?- Mi chiese.
    -No, nulla.- Gli risposi con voce smorzata.
    Feci un lungo respiro profondo e facendo finta di nulla presi un cuscino e me lo misi sopra il pene. Io divento sempre comico in situazioni come queste, quindi mi veniva anche da ridere.
    -Hehe, sai Tom.. Forse è il caso che io dorma sul divano questa notte.-
    Dissi sperando l'impossibile.
    -Ma sei scemo? Che hai di strano stasera?-
    -No, niente.-
    Mi fece un sorriso maliziosissimo e non capii.
    -Ricordi quando ti facevo il solletico?-
    Diventai bordò e cominciò a battermi forte il cuore: no ti prego Tom, non ora NO! pensai.
    Mi saltò addosso e mentre lui era concentrato a farmi il solletico io faticavo a tenere fermo il cuscino che nascondeva la verità. Ero serio, non ridevo. Soffrivo il solletico ma non in momenti come quello. Successe ciò che speravo non succedesse: mi strappò dalle mani il cuscino e lo buttò a terra.
    -NO!- urlai. E con tutta la forza che avevo cercai di toglierlo dal mio corpo, ma non ci riuscii.
    Continuò insistente, sopra di me, a solleticarmi il collo e i fianchi. Io ero privo di forze e mi arresi. Lo avrebbe scoperto.
    Si fermò.
    Diventò bianco e mi guardò negli occhi. Io tremavo. Si alzò di colpo e io cominciai a piangere. Lui era pietrificato, immobile davanti al divano. Fissava il vuoto.
    -Ecco cosa mi nascondevi..-
    -No Tom, no! Smettila ti prego!-
    Alzò il tono della voce.
    -Ecco cosa mi hai nascosto in tutto questo tempo Bill, cazzo!-
    -Basta! Stai zitto ti prego!-
    Mi prese per le spalle e mi sollevò davanti a lui. Io non lo guardai, mi vergognavo.
    -Perchè non me lo hai detto Bill perchè cazzo?-
    Singhiozzavo.
    Mi lasciò andare e caddi in ginocchio davanti a lui. Mi misi le mani in faccia.
    Rimasimo cosi per due minuti. Poi Tom ruppe il silenzio.
    -Io ti faccio arrapare, Bill. Non è cosi?-
    Piangevo.
    -Sei cosi depravato e malato di sesso che ti scoperesti tuo fratello, non è vero?- Urlò.
    -Basta! Smettila ti prego! Basta!-
    Ed ecco le fatidiche tre parole che temevo avrebbe potuto dire se avesse scoperto il mio segreto:
    -Mi fai schifo.-
    Mi lasciò sofferente nel pavimento della sala e salì le scale per raggiungere la sua stanza.
    Piansi per un tempo indefinito ma poi mi addormentai.
    Mi svegliò la sua voce, la voce di Tom.
    -Svegliati.-
    Erano le cinque del mattino e avevo un mal di testa fortissimo.
    Mi alzai sui gomiti e mi massaggiai le tempie. Ma la sua mano mi rispinse a terra con violenza. Lo guardai e sentii il suo alito: aveva bevuto. Ricordai che in camera teneva sempre una o due bottiglie di champagne per "qualsiasi evenienza". Così le chiamava lui le sue scopatine. Lo guardai negli occhi per capire che intenzioni avesse.
    -Quindi io, ti piaccio.- Disse con voce ubriaca.
    Avevo paura: cosa sarebbe successo ora?
    Tom si sdraiò sopra di me e io ebbi un sussulto.
    -Tom cosa fai? Sei impazzito?-
    -Shh.-
    Le nostre labbra si sfiorarono e quel contatto mi fece rabbrividire. Passò la sua lingua sul mio labbro inferiore e riecco la mia erezione. Lui lo notò perchè fece un mezzo movimento cambiando di poco la sua posizione. Il cuore mi batteva a mille e mi faceva impressione capacitarmi del fatto che mio fratello mi stesse baciando. Ero immobile. Avevo gli occhi sbarrati e vedevo i suoi chiusi. Mi lasciai andare e li chiusi pure io. Ci baciammo intensamente. Era da cinque anni che non baciavo nessuno. Ma con lui fu facile, era lui a guidarmi.
    SPOILER (click to view)
    Passò le sue mani calde su per i miei fianchi sollevandomi la maglietta. Inarcai la schiena per aiutarlo a togliermela. La situazione diventò piuttosto movimentata. Lui ci stava mettendo piu' passione ed io mi facevo portare. Mi toccava il petto, i capelli, mi baciava il collo e i miei pantaloni stavano per scoppiare. Si mise in ginocchio davanti a me e mi slacciò i pantaloni. Lo guardai con gli occhi semi-chiusi. Lui non mi guardava: era concentrato nel suo lavoro. Sapevo che non voleva farlo davvero. Sapevo che solo era ubriaco. Sì, ero egoista. Stavo pensando solo a me stesso. Non pensavo a lui, non pensavo che non lo voleva. Ero egoista, era ciò che aspettavo da due anni e non mi importava. Mi stavo approfittando di un suo momento di debolezza? Forse sì. Ma non mi importava. Bill Kaulitz non è cosi, o forse si? Mi tolse i pantaloni e rimasimo in boxer. Dio, quante notti sprecate a sognare ciò che stava succedendo ora. Quante lacrime versate a sognare un amore impossibile.
    Tom posò la sua mano sul mio petto e poi scese giù fino all'elastico dei miei boxer. Ci infilò la mano dentro. Tutto si fermò: sentii le orecchie fischiarmi, gli occhi chiudersi, il cuore battere, lo stomaco scatenarsi. La mia natura era tra le sue mani, tra le mani di Tom Kaulitz, il mio fratello gemello. Provai una sensazione mai provata in tutta la mia vita: mi sentivo bruciare. Tom mi tolse i boxer e cominciò a muovere dolcemente il mio pube.
    Cominciai a respirare sempre piu' faticosamente. Tom andò piu' veloce. Tenevo la testa tirata indietro: come se dovessi "sopportare" un dolore fisico. Ma non era un dolore fisico. Era la cosa piu' bella che mi fosse mai capitata. Tom si fermò per un istante e poi sentii dell'umido sul pene. Sì, era proprio così: Tom Kaulitz, il mio fratello gemello, mi stava facendo un bocchino. Gemevo, tremavo, godevo. Lui stava facendo un lavoro perfetto: faceva su e giu con la bocca, poi lo tirava fuori e con la punta della lingua mi leccava l'estremo del pene. Quando lo fece per la terza volta non riuscii piu' a trattenermi: dovetti urlare. Dalla mia bocca fuoriuscì un gridolino di piacere quasi inumano. Non sapevo di essere capace a simulare urla di piacere sessuale.
    -Ahh. Mhh.-
    Tom continuò, continuò e continuò. E io urlavo, godevo come un dannato. Mi tirai su dai gomiti.
    -Aaahh sii, Tom ti prego continua, sii.-
    Stavo sudando, sudavo.
    Venni, senza pudore.

    Tom si spostò. Io mi sentivo in paradiso.
    Mi alzai in piedi per andare in bagno a pulirmi dal mio sperma. Lo feci e tornai in sala. Tom era seduto sul divano, aveva acceso la tv. Raccolsi i miei boxer dal pavimento e me li rimisi. Mi sedetti vicino a lui e poggiai la testa sul suo petto.
    -Sei pazzo. Tu non lo volevi fare veramente.-
    Ci fu silenzio.
    -Grazie.- Dissi fermamente.
    Lo guardai, per cercare di capire. Aveva le lacrime agli occhi.
    -Oddio Tom! Cos'hai? E' colpa mia?.-
    Silenzio.
    -Tom parlami, dì qualcosa!-
    -Non voglio ammetterlo a me stesso, ecco la verità.-
    -Non vuoi ammettere cosa?-
    -Che ti amo.- Disse.
    Io mi incazzai. Non era vero, non ci credevo. Era un bugiardo. Mi alzai in piedi.
    -Non dire puttanate, Tom! Non farmi incazzare!-
    Si alzò in piedi.
    -Eh? Ma che cazzo stai dicendo? Stai dando i numeri? Non ti piacevo io, eh? Non eri tu quello depravato disposto a scoparmi? Beh Bill. Ci sei riuscito a convertirmi. Questa sera mi è piaciuto farti un pompino. Sei contento?-
    Gli tirai uno schiaffo. Silenzio. Poi parlò, piangeva:
    -Ma insomma, cosa vuoi da me? Con la tua sensualità mi fai innamorare di te all'età di diciassette anni. Poi mi confessi di essere gay e io non ti parlo per non farti capire ciò che provo. Poi stanotte di arrapi mentre ti faccio il solletico. Io corro in camera e mi ubriaco perchè ero riuscito a dimenticarti per un periodo, ero riuscito a pensare ad altro. Ti faccio un bocchino e ora non credi a quello che ti dico? Bill cazzo quando capirai che ti amo? Come posso fartelo capire?
    Non volevo credere a quello che mi stava dicendo, no! Io non ci credevo! Ebbi una crisi isterica. Urlavo, urlavo forte. Tom mi prese per i polsi per farmi calmare.
    -Perchè? Perchè mi fai questo? Perchè mi dici queste stronzate solo per farmi stare bene? Perchè mi odi cosi tanto da dirmi questo? Perchè non mi dici semplicemente che scoperesti con me solo per non perdermi? O forse credi che io sia pazzo? Provi pena per me, Tom? E' per questo che stasera hai soddisfatto un mio stupido capriccio sessuale?-
    -Se ti stessi prendendo in giro farei questo?-
    Mise le mani attorno al mio collo e con i pollici mi sfiorò le mascelle. Mi baciò.
    Tom se baciava, era solo per scopare. Infatti se baciava doveva anche palpare.
    Ma con me non lo stava facendo. Era intendo a baciare me, solo me: Bill Kaulitz, il suo fratello gemello.
    Piangevo. Lo baciavo e piangevo.
    -Ti amo.- Gli sussurrai.
    -Ti amo anch'io.- Mi sussurrò.
     
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