Underworld.

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  1. Hayley‚
     
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    Questo è uno scritto, di qualche giorno fa.
    Beh, è personale, e quando dico personale, intendo moooolto personale.
    Bene, lascio a voi la lettura e i commenti. ^^


    Si sentivano scalpiccii indefiniti, lontani, remoti. Tutto un intero mondo, era lì. Su quella panchina di legno, che paragonata al resto del pianeta, non poteva considerarsi nemmeno un puntino appena accennato. Eppure c'era, era lì. Ed era occupata.
    Due ragazzi, riempivano lo spazio di quel puntino.

    E magari attorno a loro, alleggiava un'aria strana, delle onde. Magnetismo, tensione. Di cosa erano fatte quelle onde? Forse, loro ne erano inconsapevoli in quel momento. Perchè erano occupati a parlare, a scherzare.

    E non si preoccupavano di decodificarne la natura, a loro bastava così, bastava parlare e guardarsi ogni tanto, toccarsi con gli occhi, darsi una delicata carezza con lo sguardo.

    Forse era questo che loro cercavano. Perchè entrambi, erano alla ricerca di invisibili e fugaci, momenti di tenerezza. Chissà, se incrociando gli sguardi, se avvicinando i corpi, avrebbero capito qualcosa, che cosa celava il brillio degli occhi di ognuno.

    Ma intanto, intanto del filo spinato li divideva, sebbene fossero così vicini, da poter congiungere un desiderio, conseguire un traguardo, conquistare un pò di quel paradiso che gli angeli avevano lasciato incustodito.

    Era forse, quel puntino lì, un mondo alternativo? Loro pretendevano di potersene appropriare, e non importava con quale mezzo, in che modo. Cercavano, di scassinare, aprire quel portone, che dopo tanti sforzi, si rifiuta ancora di spalancarsi.

    Lei, cercava di violentare quel fiore così puro, non ancora schiuso, quel bocciolo umido e fragile. E pensava, con quel cuore palpitante, gonfio di speranza. Pensava, pregava, insultando l'attesa, scrollandosi di dosso le paure, bestemmiando contro il tempo.

    Urlando in silenzio, tutto ciò che di angelico, aveva Lui, che di un verde indefinito aveva le iridi, e al contempo, di bianco la sua pelle splendeva, facendosi invidiare anche dal cielo.

    Parlavano di un gatto offeso. E mentre i secondi venivano scanditi da insulsi obblighi imposti dalle società, iniziarono a camminare, fino a che, si fermarono, e Lui la fece sedere sulle sue gambe. E Lei, incerta, colta di sorpresa, non seppe fare altro che dir di sì e farsi una domanda dentro di sè: Perchè?
     
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0 replies since 16/7/2010, 12:57   28 views
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