≈ Still Love Me, Bill?

●NC17 ●Angst ●Non-Con ●Drug Use ●Violence ●Twincest Not Related ●Adult Content ●AU ●Smut ●Language

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  1. _MiHky Schreiber_
     
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    Heilà.

    Ho trovato questo forum tra un link e l'altro e ho deciso di postare qualcosa di mio.

    Scappate x°°D


    Come ho già detto in un altro forum, l'idea per questa Twc mi è venuta durante un sogno, lo so è strano o.O

    Comunque spero vi piaccia e buona lettura.




    Licenza Creative Commons
    Still Love Me, Bill? By •Blue Schreiber is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.





    Titolo: Still love me, Bill?
    Autore: •Blue Schreiber
    Genere: Slash
    Raiting: NC-17
    Avvisi: Angst, Adult Content, AU, Drug Use, Language, Twincest Not Related, Romantic, Non-Con, OOC, Smut.
    Pairing: Tutti i personaggi descritti non sono di mia proprietà, questa storia viene pubblicata senza alcuno scopo di lucro.
    Riassunto: -Tu sei Bill Trümper vero?- disse contorcendo le labbra in un ghigno malizioso.
    -S-si- risposi tremando fra le sue braccia.
    Portò la sua possente mano sotto il mio mento per poter alzare il mio viso, permettendogli così di cogliere la paura che era nata in me.




    Cosa voleva Tom Kaulitz da me? Mi ritrovai a pensare sull'orlo delle lacrime.






    « Still Love Me, Bill? »




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    P R O L O G O




    Non ero mai stato un ragazzo perfetto, ne tanto meno il figlio perfetto.
    Sapevo quanto costava a mio padre avere un figlio che non era come voleva lui.
    Mi strinsi nelle coperte.
    Quella era una fredda notte di Dicembre, la luna giaceva là in alto nel cielo, muta come la notte.
    Era cosi bella, ogni notte mi perdevo nel vedere quel satellite bianco brillare nel cielo.
    Chiusi gli occhi sospirando leggermente.
    Lei sì che era bella, sembrava essere la regina del cielo, postata al centro e circondata da miriade di punti di luce.
    Chissà se un giorno sarei diventato come lei.
    Chissà se un giorno avrei potuto brillare anche io sulla terra, così come lei brillava nel cielo.











    ✘✘✘✘






    NDA: Non si è capito un formaggino lo so ù.ù
    Ma dal primo capitolo la storia si farà un po più chiara.

    Alla prossima (:






    CAPITOLI:

    CAPITOLO I
    CAPITOLO II
    CAPITOLO III
    CAPITOLO IV
    CAPITOLO V
    CAPITOLO VI
    CAPITOLO VII
    CAPITOLO VIII
    CAPITOLO IX
    EPILOGO

    Edited by •Blue Schreiber - 6/9/2011, 22:59
     
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  2. Feffì
     
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    *W* anche quì stai postando! ;)
     
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  3. _MiHky Schreiber_
     
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    Il ''non aver nulla da fare'' ti condanna purtroppo x°°D
     
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  4. _MiHky Schreiber_
     
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    Ciao donnuole :tet:
    eccomi con il primo capitolo :banani:
    Questa volta non ci ho messo molto :Panza:
    Comunque poche parole ecco a voi il capitolo.






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    Titolo: Still love me, Bill?
    Autore: •Blue Schreiber
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    Raiting: NC-17
    Avvisi: Angst, Adult Content, AU, Drug Use, Language, Twincest Not Related, Romantic, Non-Con, OOC, Smut.
    Pairing: Tutti i personaggi descritti non sono di mia proprietà, questa storia viene pubblicata senza alcuno scopo di lucro.
    Riassunto: -Tu sei Bill Trümper vero?- disse contorcendo le labbra in un ghigno malizioso.
    -S-si- risposi tremando fra le sue braccia.
    Portò la sua possente mano sotto il mio mento per poter alzare il mio viso, permettendogli così di cogliere la paura che era nata in me.




    Cosa voleva Tom Kaulitz da me? Mi ritrovai a pensare sull'orlo delle lacrime.


    « Still Love Me, Bill? »



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    CAPITOLO I



    Il professore continuava a spiegare la sua lezione senza alcuna interruzione, la pioggia cadeva sottile dal cielo picchiettando su terreno bagnato, alcune gocce finivano nelle pozzanghere d'acqua interrompendo il silenzio che c'era nell'aria.
    Per le strade di Berlino era tutto calmo.

    Mi sistemai per bene sulla sedia di legno rovinata, cercando di prestare più attenzione alla figura davanti a me.
    Il professore sembrava essere entrato nel discorso della politica e sembrava anche non volerne più uscire, parlava della gente che ormai non aveva rispetto più neanche per se stesso.
    Forse era vero!
    Esisteva gente che pur di avere un piccolo posto nella società era disposto a mettere il proprio orgoglio e la propria educazione da parte.
    Di gente così ne conoscevo davvero tanta e la cosa mi disgustava non poco.
    Io non ero così, io ero gentile con tutti ma mai nessuno lo era con me.

    Il professore di storia, alto, moro e di buona presenza passeggiava per le file dei banchi regalando sorrisi smaglianti ai suoi studenti.
    Il suono della campanella fece balzare tutti sul posto, alcuni ridevano cominciando a parlare tra di loro, altri invece respiravano profondamente con la mano poggiata sul petto.
    Sbuffai rumorosamente prima di andare a sedermi accanto a Gustav, il mio migliore amico.
    -oggi il professore aveva voglia di parlare- iniziò Gustav addentando il suo panino.
    -forse- risposi grattandomi la nuca.
    -beh diciamo che non ho seguito la lezione, ero troppo impegnato a fare questo- mi disse porgendomi un foglio bianco.
    Le linee danzavano sul candido foglio regalandogli l'immagine di Afrodite: la dea della bellezza e dell'amore.
    Il suo viso liscio e niveo, i suoi capelli lunghi e affusolati , tutto di lei era bellissimo.
    Gustav era sempre stato il primo della classe in Arte, infatti si era iscritto al liceo artistico proprio per questo motivo.
    Riusciva a rendere perfetto ogni minimo dettaglio.
    -che te ne pare?- mi disse strizzando gli occhi.
    -beh Gustav è bellissimo- esclamai continuando a fissare la dea.
    -grazie- sussurrò tingendo lievemente le sue gote di un rosso sangue.


    ¤ ¤ ¤ ¤




    Arrivammo nella mensa della scuola insieme, c'era come di solito un via vai di gente.
    -andiamo a sederci lì- azzardò lui prendendomi la mano e trascinandomi verso uno degli unici posti liberi, il più lontano.
    Ci sedemmo iniziando a mangiare ciò che avevamo scelto.
    -questa pasta al pomodoro fa leggermente schifo- disse Gustav facendo nascere sul suo volto un espressione piuttosto disgustata.
    Sorrisi.
    -credevo ti ci fossi abituato ormai- ammisi sinceramente.
    -vivo con la speranza che licenzino il cuoco- disse per poi sbuffare sonoramente.
    Era così buffo.
    Gustav era in assoluto la persona che più amavo al mondo, la mia unica ancora di salvezza.
    Ci eravamo conosciuti in seconda elementare, lui si sedette accanto a me per poi porgermi la sua manina paffuta che non esitai a stringere e da quel momento abbi come l'impressione che non ci saremmo mai più lasciati.
    E così era stato...

    nella mensa come al solito si alzava sempre un chiacchiericcio che per un inspiegabile motivo cessava sempre con l'entrata di Tom Kaulitz.
    Tom era un ragazzo di 17 anni, molto alto, con dei lunghi rasta castani e color del grano, era in assoluto il ragazzo più amato e misterioso della scuola.
    Nessuno sapeva nulla di lui.
    Nessuno aveva mai nemmeno osato rivolgergli la parola.
    Si fece largo tra la folla abbassando lievemente la visiera del suo cappello per poi andare a sedersi insieme a tutti i suoi amici.
    Amici che non lo lasciavano mai da solo.


    -Quanto lo odio- affermò Gustav guardandolo con un aria alquanto disgustata.
    Guardai un ultima volta Tom per poi regalare uno dei miei migliori sorrisi a Gustav che non esitò a ricambiare.
    -come va a casa?- mi chiese alzando un sopracciglio.
    Sbuffai, odiavo parlare dei miei genitori.
    -come al solito Gus, i miei genitori non fanno altro che rimproverarmi per come mi presento- dissi rattristandomi.
    -odiano così tanto avere un figlio che si trucca?- mi domandò gustav.
    -si- ammisi per poi bere un lungo sorso di coca cola.
    -non so che dirti amico, non li capisco- si affrettò a rispondere come per scusarsi.
    Non risposi.
    Quel discorso era ormai chiuso.


    ¤ ¤ ¤ ¤




    Scesi le scale in fretta e furia sperando di non fare tardi anche quella volta.
    -aspettami- sentii dire alle mie spalle.
    -mi dispiace Gustav devo scappare- conclusi correndo come un ossesso verso casa.
    Il vento si infrangeva contro il mio viso costringendomi a chiudere gli occhi, mi fermai per guardare meglio la strada.
    Forse era meglio se avrei usato la scorciatoia.
    Arrivai a casa in dieci minuti, forse anche un po' troppi.
    Infilai la chiave nella serratura per poi aprire la porta che vi era davanti a me.
    -sono arrivato!- gridai.
    -finalmente, fai sempre tardi!- affermò mio padre con aria severa.
    -m-mi dispiace- mi limitai a dire sedendomi a tavola.
    -sei di nuovo andato a scuola conciato in questo modo?- chiese mio padre con diffidenza.
    -si..-sussurrai.
    -lascialo stare, fai come me! Io ci ho fatto l'abitudine ormai- la voce pacata di mia madre interruppe la nostra discussione.
    Mio padre mi lanciò un ultimo sguardo per poi rivolgere la sua completa attenzione alla TV.
    Mangiai tutto in fretta.
    Il mio unico desiderio in quel momento era correre in camera mia e così feci.


    ¤ ¤ ¤ ¤




    ''non ne posso più'' sbraitai sdraiandomi sul letto.

    Sentii una risata provenire dall'altra parte del telefono.

    ''non ridere sono esasperato'' dissi alquanto stizzito.

    ''secondo me tu e i tuoi genitori dovete farvi una bella chiacchierata. Perché una volta per tutte non chiarisci con tuo padre?''

    ''andiamo Gustav, hai visto stesso tu come mi tratta, io per lui sono la vergogna della casa.''

    ''Bill nessun padre si vergogna del proprio figlio''

    ''invece si! Il mio si, te lo assicuro''

    ''naaa, non credo proprio''

    ''lui vuole che io sia diverso''

    ''lo so''

    sbuffai.

    ''non capisci'' mi limitai a dire.

    ''no, sei tu che non capisci o semplicemente non vuoi capire''

    strabuzzai gli occhi.

    ''cosa?''

    ''hai sentito Bill, comunque adesso devo andare, ci sentiamo domani.''

    disse pacato per poi staccare la chiamata.

    -a domani- sussurrai a me stesso.
    Mi alzai dal letto affacciandomi alla piccola finestra della mia camera, mi persi nel vedere il cielo stellato.
    Forse aveva ragione lui...
    sbuffai sonoramente correndo verso il letto.
    La notte era già scesa e con lei anche Morfeo.


    ¤ ¤ ¤ ¤



    Guardai la piccola sveglia poggiata sul mio comodino.
    Quel giorno mi ero svegliato presto.
    Afferrai un paio di boxer e dei vestiti puliti per poi incamminarmi in bagno.
    Lasciai cadere il pantalone del mio pigiama lungo le mie gambe, sussultai leggermente quando il mio corpo entrò in contatto con l'aria.
    Mi sfilai la maglia abbandonandola inerme sul pavimento per poi entrare nella doccia.
    Mi sentii beato quando l'acqua bagnò il mio corpo sudato.
    Avevo come l'impressione che da lì a poco sarebbe successo qualcosa.


    *


    -Tom- sentii alle mie spalle.
    Mi voltai per capire chi fosse.
    -ciao Georg- dissi con aria di sfida.
    -andiamo a scuola insieme?- si affrettò a chiedermi.
    -fai un po' come ti pare-
    Accellerai il passo come per sfuggire da un Georg che non aveva intenzione di chiudere la bocca.
    Sospirai.
    Dio quanto parlava.
    ''Forse con una botta in testa avrebbe chiuso la bocca...'' mi ritrovai a pensare prima di far nascere un sorriso sulle mie labbra.
    Un sorriso che non esitai a nascondere.
    Tom Kaulitz non rideva mai.

    Arrivammo davanti al cancello della scuola in pochi minuti.
    -oggi sono tutti mattutini- iniziò Georg distogliendomi dai miei pensieri.
    -forse..- mi limitai a dire abbassandomi la visiera del cappello bianco.
    -Tom ho portato qualcosa.- disse Georg per poi abbozzare un sorriso.
    Iniziò a correre verso il retro della scuola.
    -vieni- gli sentii dire.
    Accellerai il passo per seguirlo.
    Cosa voleva fare?

    -allora cosa c'è- domandai piuttosto zittito per la corsa che mi aveva obbligato a fare.
    -guarda qui- lo vidi infilare una mano nella sua tracolla per poi estrarre una bustina trasparente con dentro del fumo.
    -che ne dici?- disse scagliando uno dei suoi sorrisi migliori.
    Abbozzai un sorriso.
    -sono anche già pronte- aggiunse porgendomi quella che doveva essere una canna.
    Non esitai a prenderla.
    Osservai la canna per qualche secondo prima di iniziare a fumarla insieme a Georg.
    Georg mi guadava lanciandomi sorrisi smaglianti.
    Non era così sgradevole come pensavo.


    *


    La scuola era ormai deserta, mi affrettai a percorrere il cortile della scuola fino ad arrivare alla porta d'entrata quando sentii qualcosa tirarmi all'indietro.
    Strabuzzai gli occhi quando incontrai delle iridi color nocciola.
    Quegli occhi...
    occhi che già conoscevo!
    -Tu sei Bill Trümper vero?- disse contorcendo le labbra in un ghigno malizioso.
    -S-si- risposi tremando fra le sue braccia.
    Portò la sua possente mano sotto il mio mento per poter alzare il mio viso, permettendogli così di cogliere la paura che era nata in me.
    Cosa voleva Tom Kaulitz da me? Mi ritrovai a pensare sull'orlo delle lacrime.











    ✘✘✘✘





    NDA: Il capitolo non è perfetto, quindi vi capisco se mi dite che non vi piace perché in effetti non piace nemmeno a me.

    Edited by •Blue Schreiber - 27/9/2010, 14:29
     
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  5. nana_96
     
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    bellissima davvero...
    CITAZIONE
    -Tu sei Bill Trümper vero?- disse contorcendo le labbra in un ghigno malizioso.
    -S-si- risposi tremando fra le sue braccia.
    Portò la sua possente mano sotto il mio mento per poter alzare il mio viso, permettendogli così di cogliere la paura che era nata in me.
    Cosa voleva Tom Kaulitz da me? Mi ritrovai a pensare sull'orlo delle lacrime.

    Questo pezzo mi hamesso in ansia non vedo l'ora che sposti
    baci nana
     
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  6. _MiHky Schreiber_
     
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    CITAZIONE (nana_96 @ 7/9/2010, 17:54)
    bellissima davvero...
    CITAZIONE
    -Tu sei Bill Trümper vero?- disse contorcendo le labbra in un ghigno malizioso.
    -S-si- risposi tremando fra le sue braccia.
    Portò la sua possente mano sotto il mio mento per poter alzare il mio viso, permettendogli così di cogliere la paura che era nata in me.
    Cosa voleva Tom Kaulitz da me? Mi ritrovai a pensare sull'orlo delle lacrime.

    Questo pezzo mi hamesso in ansia non vedo l'ora che sposti
    baci nana

    Grazie mille :wub:
     
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  7. _MiHky Schreiber_
     
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    Buona sera Donzelle.
    Prima di tutto voglio dire che questo simbolo * che a volte metto quando vado a capo equivale al passaggio tra un personaggio e l'altro.
    di solito alterno tra Bill e Tom

    Spero che vi piaccia.



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    Avvisi: Angst, Adult Content, AU, Drug Use, Language, Twincest Not Related, Romantic, Non-Con, OOC, Smut.
    Pairing: Tutti i personaggi descritti non sono di mia proprietà, questa storia viene pubblicata senza alcuno scopo di lucro.
    Riassunto: -Tu sei Bill Trümper vero?- disse contorcendo le labbra in un ghigno malizioso.
    -S-si- risposi tremando fra le sue braccia.
    Portò la sua possente mano sotto il mio mento per poter alzare il mio viso, permettendogli così di cogliere la paura che era nata in me.




    Cosa voleva Tom Kaulitz da me? Mi ritrovai a pensare sull'orlo delle lacrime.




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    CAPITOLO II



    I suoi occhi ardevano su di me come due fuochi ardenti e scoppiettanti.
    Sentii mille farfalle svolazzare nel mio stomaco, stare fra le braccia di Tom mi stava provocando una voragine nel petto.
    Il suo braccio intento a cingermi la vita, l'altra mano postata sotto il mio mento e il suo sguardo sul mio...
    Quello sguardo...
    -c-cosa vuoi?- tentai di dire con fare altezzoso cercando di non far capire a Tom che avevo paura, ma la mia voce tremante e impaurita mi tradì.
    Lo vidi sorridere vistosamente per poi leccarsi le labbra.
    -voglio provare una cosa.- disse più a se stesso che a me.
    Si affrettò a stringermi al suo corpo ancora di più, facendomi sussultare vistosamente.
    -c-cosa?- chiesi con gli occhi velati di lacrime.
    -RAGAZZI-
    sussultammo entrambi prima di voltarci verso l'uomo che aveva appena parlato.
    -sono le 9:00 cosa ci fate ancora fuori?- domandò furente.
    -hem..- iniziai, prima di essere interrotto dalle parole di Tom.
    -mi ha intrattenuto lui, ha detto che mi doveva dire qualcosa ma... boh- disse facendo spallucce.
    Cosa?
    Lo sguardo furente del professore si posò immediatamente su di me, facendomi arrossire fino alla punta dei capelli.
    -Beh Trumper questo lo spiegherà bene in presidenza- disse prima di raccogliere la valigetta per terra e passarci davanti come se nulla fosse successo.
    -alla prossima Trumper- mi disse sorridente per poi seguire il professore all'interno della scuola.
    Mi ritrovai da solo con le spalle al muro e con mille domande che nascevano nella mia mente.


    ¤¤¤¤




    -quindi Trumper non voglio che si ripeti questa è una scuola- disse con aria severa battendo lentamente le dita sul tavolo.
    -c-certo- mi limitai a dire nascondendo il mio volto dietro i capelli corvini.
    -può andare- si affrettò facendomi segno di uscire dalla stanza e così feci.
    Uscii da quella stanza con il cuore in gola e l'anima che gridava un perchè?
    Una domanda che non avrebbe mai conosciuto la sua risposta.

    Attraversai il lungo corridoio per poi giungere davanti alla porta della mia classe, bussai lentamente aspettando una risposta del professore di turno, una risposta che non tardò ad arrivare.
    Aprii la porta rivelandomi alla classe che in quel momento mi guardava con gratitudine, forse perché avevo interrotto la lezione.
    -mi scusi sono in ritardo- ammiccai debolmente guardandomi le scarpe, incapace di reggere lo sguardo accusatorio del professore.
    -beh Trumper è in ritardo di due ore, dovrebbe andare dal preside- disse con voce gentile, quasi paterna.
    Mi sentii beato nel sentire la sua voce, nessuno mi aveva mai parlato con quel tono cosi pacato e gentile.
    Mio padre non mi aveva mai parlato in quel modo... mi ritrovai a pensare.
    -ci sono già andato- confessai, sentendo alle mie spalle mille risatine compiaciute.
    -lo perdoni professore non lo vede com'è conciato?- domandò Andreas concludendo la sua domanda con una fragorosa risata.
    -Andreas? Si sente tanto coraggioso vero?- lo interruppe il professore sorridendogli appena -bene, allora venga lei all'interrogazione, vediamo cosa ha studiato per oggi.- disse il professore con fare provocatorio invitandolo a sedersi sulla sedia posta accanto alla cattedra.
    La sua risata si interruppe immediatamente lanciando uno sguardo d'odio al professore per poi posarlo su di me, carico di odio e di ribrezzo.
    -Può andare a posto Trumper e che non succeda mai più- mi avverti alzando un sopracciglio.
    Lo guardai ammiccando quello che doveva essere un sorriso ma che in realtà era solo una smorfia di gratitudine.
    Andreas si parò davanti a me
    -stai attento frocio-disse in un sussurro.
    -senti chi parla-rispose Gustav alzando di poco la testa dal suo foglio.
    Andreas rimase esterrefatto dall'intervento di Gustav, il suo sguardo vagò da Gustav per poi arrivare su di me.
    -Allora?- disse il professore con voce spazientita battendo piccoli pugni sulla cattedra di uno strano tono di bianco.
    Mi affrettai ad abbassare la testa camminando verso il mio posto.
    Una volta seduto ebbi come l'impressione di trovarmi a casa.
    Guardai quel banco in legno attentamente
    il mio nome vi era ancora inciso sopra.
    Mi voltai in fretta verso un Gustav che mi guardava sorridendo.
    Quanto gli volevo bene, mi ritrovai a pensare sfoggiando un sorriso.
    Bastava lui, solo lui a rendermi felice.
    Mi affrettai a recuperare un vecchio quaderno che solitamente usavo per disegnare, nel fondo della mia tracolla.
    Ne strappai via una pagina per poi iniziare freneticamente a scriverci su.
    Appallottolai il pezzo di carta attento a non farmi vedere dal professore e poi gliela lanciai.
    Gustav in un primo momento mi guardò spaesato ma poi aprì il biglietto e inizio a leggerne il contenuto.
    Lo vidi strabuzzare gli occhi prima di iniziare a scrivere anche lui su quel foglio bianco a righe.
    Riuscii a prenderlo al volo nonostante fossi una frana in quelle determinate cose.
    Aprii il biglietto attento a non strapparlo e ne lessi le parole.

    Perché?

    Sorrisi malinconicamente per poi scrivere la mia risposta.

    Ho incontrato Tom... mentre stavo entrando nella scuola mi ha preso la mano e mi ha... diciamo messo con le spalle al muro, mi ha chiesto se ero Bill Trumper e poi ha detto che voleva provare una cosa.. ma non so cosa

    Buttai lì per lì ricordandomi di quella mattina.
    Richiusi il biglietto con estrema delicatezza e lo rilanciai nuovamente ad un Gustav che attendeva la mia risposta impaziente e con le labbra corrugate.
    Mi voltai immediatamente verso la finestra per non vedere le ''facce strane'' che avrebbe fatto Gustav leggendo quel messaggio.
    Picchiettai impaziente le unghia perfettamente smaltate di nero sul freddo banco il legno verde.
    Quanto ci metteva, pensai.

    Mi voltai nuovamente verso Gustav trovandolo a scrivere freneticamente sul foglio.
    Alzò la testa e si affrettò a lanciarmi il foglietto ormai tutto spiegazzato e rovinato.

    Cosa?
    Cosa vuole quello scarto umano da te?
    Che cosa ti ha detto?
    Che cosa ti ha fatto?

    Ma cosa ancora più impostante
    COSA VOLEVA FARE?


    Lessi quel messaggio più di una volta rimanendone sorpreso.
    Arrossii vistosamente per poi sorridere come un ebete, le sue attenzioni mi piacevano un mondo.
    Strofinai la mia mano lungo una gota arrossata e bollente.
    Quanto era dolce, pensai.

    Non mi ha fatto niente

    risposi solamente prima di richiudere quel foglietto e lanciarglielo forse per l'ultima volta.
    Lo afferrò in fretta per poi leggerne nuovamente il contenuto.
    Lo vidi sorridere e scrivere qualcosa, dopo pochi secondi sentii qualcosa tra i miei capelli corvini.
    Scossi lentamente la testa lasciando scivolare una piccola pallina bianca lungo il mio braccio per poi rallentare la sua corsa accanto all'incisione del mio nome banco, lo guardai sorridente aprendolo lentamente e con estrema cura, come se fosse un gioiello da tenere stretto a se.
    E per me lo era, Gustav lo era.

    Ok, meglio così

    guardai quel foglio per un numero indecifrabile di tempo, forse per secondi, forse per minuti, fatto stava che la campanella era finalmente suonata, alzai la testa trovando un Gustav in piedi davanti al mio banco armato di un sorriso che mi fece sciogliere il cuore.

    *

    odiavo la pioggia, odiavo il Natale e odiavo la mia vita.
    Aspirai ancora dalla canna che avevo fra le labbra, prima di voltarmi verso la porta del retro della scuola, osservai la figura di un professore uscire lentamente, sfilai la canna per poi nasconderla dietro la schiena.
    -a domani Kaulitz- mi salutò il professore con un sorriso.
    Mi sforzai di fare ugualmente e ci riuscii con mia grande sorpresa.
    Una volta uscito dal parcheggio del retro della scuola riportai di nuovo la canna alle mie labbra.
    Guardai per l'ultima volta la canna quasi finita per poi alzare gli occhi al cielo, sulle nuvole grigie che avevano preso prepotentemente il dominio sul azzurro del cielo di quella mattina.
    Quella mattina... si ripete fra se.
    Sorrise gettando la canna con non curanza, prima di entrare nell'edificio e pensare ad un altro modo per averlo.

    *

    entrammo di nuovo nella classe, dopo aver pranzato nella mensa.
    Mancavano ormai due ore
    due interminabili ore.
    Mi accasciai sul banco privo di forze aspettando l'arrivo del professore che non tardò ad arrivare.
    -buon pomeriggio ragazzi- disse allegro varcando la soglia.
    -buon pomeriggio professore- un coro si fece largo lungo la classe, un coro alla quale io non partecipai.
    Alzai la testa a fatica dal banco tentando di seguire la spiegazione del professore e con mia grande sorpresa ci riuscii.


    ¤ ¤ ¤ ¤




    -mi accompagni Gus- dissi quasi in un sussurro.
    L'idea di tornare a casa da solo con il pericolo di incontrare Tom in giro, mi preoccupava non poco.
    -ma certo- rispose Gustav sorridendomi appena-un attimo che prendo l'ombrello-

    Insieme iniziammo a camminare lungo la strada che portava a casa mia, ascoltai tutto quello che Gustav aveva da dirmi pendendo dalle sue labbra.

    Una volta arrivati lo guardai sorridendogli vistosamente.
    -grazie Gus per tutto.- dissi infilando la chiave nella serratura.
    Sentii la sua mano afferrarmi un polso, mi voltai verso di lui porgendogli la mia completa attenzione.
    -Non devi avere paura Bill, ci sono io con te- disse stampandomi un bacio sulla fronte.
    Lo vidi allontanarsi e pian piano vedere la sua immagine sfocata, quando finalmente mi accorsi che le mie gote erano bagnate sorrisi alzando la testa al cielo.
    Il cielo piangeva con me, pensai.











    ✘✘✘✘


    NDA: L'ispirazione sembrava essermi passata completamente ma miracolosamente mi è tornata '-' lasciando a parte tutto ho scritto il capitolo con un po' di fretta visto che devo uscire e sono in ritardo di mezz'ora xD vabbe' i miei amici mi perdoneranno anche questa.
    Beh che dire alla prossima e perdonate gli errori se per caso me nè sfuggito qualcuno
    Baci DonneH

    Edited by •Blue Schreiber - 27/9/2010, 14:29
     
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  8. nana_96
     
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    Oddio, davvero splendido capitolo... troppo tenero Gusty che fa il protettivo!!!
    Ma mi hai lascito in ansia di nuovo! Che cosa vuole Tom da Bill?
    baci nana
     
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  9. FrAnSySwEeT
     
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    nuova lettrice...bè devo dire che questa storia è veramente molto carina...sono curiosa di sapere come andrà avanti ^^ a presto...baci baci...
     
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  10. _MiHky Schreiber_
     
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    Grazie.
     
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  11. _MiHky Schreiber_
     
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    Buon pomeriggio DonneH :tet:
    Eccomi di nuovo con un altro capitolo *annuisce*
    Beh per questo ci ho messo un po' più di tempo perché contiene innumerevoli rivelazioni e anche un finale piuttosto...
    Bah lascio a voi la decisione ù.ù





    Licenza Creative Commons
    Still Love Me, Bill? By •Blue Schreiber is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.





    Titolo: Still love me, Bill?
    Autore: •Blue Schreiber
    Genere: Slash
    Raiting: NC-17
    Avvisi: Angst, Adult Content, AU, Drug Use, Language, Twincest Not Related, Romantic, Non-Con, OOC, Smut.
    Pairing: Tutti i personaggi descritti non sono di mia proprietà, questa storia viene pubblicata senza alcuno scopo di lucro.
    Riassunto: -Tu sei Bill Trümper vero?- disse contorcendo le labbra in un ghigno malizioso.
    -S-si- risposi tremando fra le sue braccia.
    Portò la sua possente mano sotto il mio mento per poter alzare il mio viso, permettendogli così di cogliere la paura che era nata in me.




    Cosa voleva Tom Kaulitz da me? Mi ritrovai a pensare sull'orlo delle lacrime.





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    CAPITOLO III


    -Perché hai fatto cosi tardi?- gridò Gordon.
    -scusami, pioveva e mi sono fatto accompagnare da Gustav- ammisi a guardandomi i piedi.
    -arrivi sempre tardi e ne io ne tua madre sappiamo quello che fai, adesso siediti a tavola!- mi ordinò puntando l'indice sulla tavola ormai piena di cibo.
    Mi sedetti senza portare avanti quella conversazione che, non avrei mai voluto neppure iniziare.
    Mi affrettai a mangiare come mio solito riuscendo a finire il mio piatto di pasta in pochi minuti.
    Mi alzai dalla tavola incamminandomi lungo le scale quando mi madre mi interruppe
    -non lo mangi il secondo Bill?- mi chiese pacata come di solito faceva.
    -no, grazie mamma non ho fame- mi affrettai a rispondere senza nemmeno voltarmi, salii le scale per poi voltarmi un ultima volta verso la piccola coppia che mangiava al tavolo di sotto, storsi il naso e ripresi a camminare entrando finalmente nella mia camera, dove chiusi la porta alle mie spalle provocando un sonoro tonfo.

    *

    strinsi bene il plettro nero tra le mie dita per evitare di farlo scivolare via.
    Pizzicai con esso le prime corde riempiendo la mia camera di un suono dolce e armonioso.
    Ricevetti la mia prima chitarra in regalo a Natale, prima che mio padre morisse in quel tragico incidente.
    Ripensai a quegli attimi della mia vita, ricordai quando mio padre mi portava la colazione a letto e ogni sera puntualmente veniva a raccontarmi storie di cavalieri e principesse mai esistite.


    Lo ricordai di nuovo quando mi strappava in lacrime dalle mani di mia madre.


    Strizzai gli occhi tentando di scacciare via i pensieri che mi avevano affollato la mente.
    Quanto dolore mi causava solo il pensiero.
    Strinsi il plettro in una morsa per poi batterlo violentemente sulle corde facendole vibrare.
    Iniziai piano a suonare la canzone di mio padre, quella che aveva scritto per me e che mi aveva dedicato più di una volta.
    La canzone che mi aveva cantato anche la notte del 30 dicembre, l'ultima volta in cui potei vederlo e sentirlo suonare per me.
    Mentre la canzone volava verso gli ultimi accordi qualche lacrima rigò il mio viso.
    Questa volta sono solo, pensai
    prima di abbandonarmi ad un pianto che sconquassò le mie stesse membra.


    ¤ ¤ ¤ ¤


    tirai su la cerniera della mia felpa XXL allungandola di poco lungo le mie gambe, afferrai la fascia bianca sul mio comodino fasciando con essa la mia testa per poi infilare un cappellino NY del medesimo colore della felpa.
    Uscii dalla mia camera attraversando l'intero corridoio, presi le chiavi le infilai nella serratura per aprirla poi successivamente la chiusi alle mie spalle senza salutare nessuno.
    D'altronde chi avevo da salutare, pensai amaramente.

    L'asfalto era bagnato a causa della pioggia del giorno precedente, guardai nuovamente il cielo cogliendo con piacere un cielo azzurro pieno di candide nuvole bianche.
    Tirai fuori il cellulare ricordandomi di mandare un messaggio a Georg, ne avevo di nuovo bisogno.

    ''portala con te''

    scrissi soltanto, per poi schiacciare sul tasto invio.

    Non dovetti attendere per molto tempo visto che la risposta arrivò in pochissimo tempo.

    ''ahah ok come vuoi Tom, fuori la scuola?''

    ''Fuori la scuola!''

    scrissi per poi rimettermi il cellulare nell'enorme tasca dei jeans.

    Cominciavo ad esserne dipendente, pensai amaramente.

    Varcai la soglia della scuola per poi dirigermi piano verso il retro dove avevo preso appuntamento con Georg, quando intravidi una folta chioma di capelli color corvino.
    Capii immediatamente di chi si trattasse.
    Lo guardai parlare con un ragazzino biondo, molto più basso di lui.
    Sembravano molto amici, pensai per poi mordermi le labbra.
    Chiusi gli occhi riprendendo a camminare.

    Dovevo smetterla, pensai nuovamente per poi lasciare che un ghigno nascesse sulle mie labbra.

    Chiusi gli occhi sentendomi osservato, mi guardai intorno cercando di capire chi fosse ma non trovai niente così mi decisi a svoltare l'angolo per poi trovare un Georg sorridente che mi aspettava.
    -buon giorno Tom- iniziò dandomi una pacca sulla spalla.
    -ciao- dissi ammiccando un leggero sorriso sincero.
    -ecco qui quello che mi avevi chiesto- disse sventolando la bustina trasparente quasi piena di canne.
    Le guardai a lungo per poi sorridere.
    -grazie- riuscii a dire prima di afferrarne una e portarla alle mie labbra.
    Aspirai quel fumo per poi rigettarlo fuori causando delle nuvolette grigiastre.
    -Senti Tom...- disse guardandomi fisso negli occhi. -voglio chiederti una cosa- mi disse lasciando nascere sul suo viso un ghigno malizioso.

    *

    -Dio questa pasta fa schifo- sbraitò Gustav gettando la forchetta piena di spaghetti nel piatto. -non ne posso più-.
    Lo guardai di sottecchi prima di iniziare a ridere.
    Mi guardò torvo per po farmi la linguaccia.
    -grazie Gustav per ieri- ripresi adesso serio.
    -non dirlo nemmeno tesoro- rispose prendendomi la mano.
    Gli sorrisi vistosamente per poi continuare a mangiare.

    Consumai il mio primo piatto in pochi secondi per poi notare un Gustav intento a lanciare occhiatine terrificanti a Tom che non esitava a rispondergli nello stesso modo.
    Continuai a guardarli prima scioccato.
    -Gus..- tentai di dire, cercando di rompere quell'atmosfera che si era creata ma sembrava addirittura che non mi sentisse.
    -Gus..- ritentai inutilmente.

    *

    Leccai il mio piercing tentando di stuzzicarlo e quanto capii che ci ero riuscito non esitai a sorridere.
    Vincere era la cosa che più mi soddisfava.
    Guardai attentamente Georg che mangiava tranquillamente il suo panino per poi rivoltarmi verso il biondo.
    Lascia cadere la forchetta che avevo tra le mani guardando allibito la scena che avevo davanti agli occhi.
    Tramutai il mio sorriso in un ghigno malefico, in quel momento sarei stato capace di fare tutto.
    E lo avrei fatto.
    Tom Kaulitz vince sempre, pensai.


    ¤ ¤ ¤ ¤


    Quasi tutti gli studenti erano ormai usciti dalla scuola, ognuno di loro era intento a camminare per arrivare il più presto possibile a casa.
    Io ero lì aspettando che uscisse la mia preda tanto bramata e desiderata.
    Guardai la soglia davanti a me, mi appoggiai al muretto che avevo alle spalle continuando ad aspettare che uscisse e soprattutto che fosse solo.
    La pioggia continuava a scendere lungo il cortile della scuola bagnandolo.
    Non sapevo bene il perché lo stavo facendo, o forse sì.
    Mi dava troppo fastidio il fatto di dipendere da lui, di pendere ogni volta dalle sue labbra rosee e carnose.
    Mi dava fastidio vederlo con quel Gustav.
    Ma soprattutto mi dava fastidio l'idea che qualcuno potesse averlo al posto mio.
    Quando intravidi una sagoma piuttosto snella, con dei lunghi capelli corvini e degli occhi contornati di nero correre come un ossesso verso il cancello attuai la prima fase del mio piano.
    Una volta giunto alle sue spalle lo abbracciai da dietro cercando di non farmelo sfuggire.
    Lo vidi voltarsi verso di me e guardarmi per poi strabuzzare gli occhi.
    -Tom- la sua voce era cosi limpida e dolce.
    Ma come potevo io provare queste cose per una checca?
    Non riuscivo a rispondere alla mia domanda.
    Il mio sguardo si posò come di solito su quelle labbra che tanto desideravo toccare e un altro moto di rabbia mi pervase completamente.
    -vieni con me- dissi soltanto, nascondendo il mio viso nell'enorme felpa nel tentativo di nascondere le mie gote ormai imporporate di rosso.
    Lo portai sul retro della scuola dove spinsi quel tenero e sottile corpo verso il muro facendolo gridare di dolore.

    Questa volta non mi sarei fermato.

    *

    -cosa fai?- domandai con gli occhi che pizzicavano.
    Non ottenni una risposta, non ottenni niente se non le sue labbra premute sul mio collo.
    Tentai di scacciarlo via da me con le gambe ma senza risolvere nulla, era troppo forte per me.
    Una piccola lacrima solcò il mio viso, strizzai gli occhi cercando di smettere di piangere ma non ci riuscii, ogni suo tocco ne faceva cadere mille altre sempre più grandi e cariche di dolore.
    -Tom fermati ti prego- lo supplicai ma nemmeno quella mia supplica servì a farlo fermare.
    In quel momento pensai al viso di Gustav e alla sua promessa.
    Solo in quel momento mi resi conto davvero che quella era una promessa impossibile da mantenere.
    Strabuzzai gli occhi quando sentii la sua mano premere sul mio sedere e l'altra abbassare la lampo dei jeans che portavo addosso.
    Capii anche cosa voleva da me.
    -no- tentai di gridare singhiozzando, il mio viso ormai bagnato dalle lacrime.
    -basta- sussurrai sperando che qualcuno potesse vederci.
    Speravo che si fermasse.
    Speravo che qualcuno mi aiutasse.
    Ma come al solito il destino non faceva altro che riservarmi le pene più dure, le pene più dolorose.
    Lo vidi fermarsi improvvisamente e guardarmi negli occhi.
    Provai a fare lo stesso ma l'unica cosa che vidi era una sagoma sfocata.
    Le troppe lacrime mi avevano annebbiato anche la vista.
    Portai un polso sui miei occhi strofinandoli piano, finii col bagnare anche quello ma adesso riuscivo a vedere perfettamente il viso di Tom dove vi erano chiare tracce di rabbia, possessione, dolore e rassegnazione.
    -adesso stai fermo- riuscii a sentire prima di gridare forte al cielo.
    Sentii qualcosa sprofondare nel mio corpo facendomi sentire un dolore lancinante.
    Le ginocchia mi tremavano, sentii un altra spinta seguita poi da un'altra ondata di dolore.
    Le tempie mi bruciavano.
    Sentii la mia vista annebbiarsi nuovamente e il dolore farsi sempre più bollente dentro di me.
    Graffiai disperatamente quel collo che tanto amavo, piangendo miseramente sulla mia vita.
    Sentii un altra spinta lacerarmi la pelle, seguita ancora da altro dolore.
    Puntai gli occhi al cielo, tentai di aprirli e quando ci fui riuscito vidi una distesa di nuvole grigie lasciar cadere mille gocce di acqua.
    Sentii i miei occhi chiudersi sotto la pioggia e il buio arrivare piano.
    Sentii un ultima spinta lacerarmi un punto indefinito del corpo e un liquido caldo colarmi lungo le gambe.
    Guardai quelle iridi nocciola prima di lasciarmi cadere fra le braccia del mio aguzzino con la pioggia che faceva da unica cornice a quel momento.











    ✘✘✘✘




    NDA: *corre via spaventata*

    Edited by •Blue Schreiber - 27/9/2010, 14:30
     
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  12. La MòRghì
     
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  13. _MiHky Schreiber_
     
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    O.O''
     
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  14. Feffì
     
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    Oddio, posti anche quì e me ne sono accorta solo adesso?? O.o
    SPOILER (click to view)
    seguo la FF anche da un altro forum XD


    Up!
     
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  15. _MiHky Schreiber_
     
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    Feffi *^*
    Si mi ricordo di te, impossibile dimenticare i tuoi commenti *^*
     
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28 replies since 5/9/2010, 13:15   1653 views
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