E' morto Shoya Tomizawa

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  1. Kate ~
     
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    Da Libero.it

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    Tomizawa non ce l'ha fatta
    Il centauro giapponese è morto dopo l'incidente avuto nel circuito di Misano spegnendosi circa un'ora dopo all'ospedale di Riccione.



    Shoya Tomizawa purtroppo non ce l'ha fatta. Doveva ancora compiere 20 anni, il prossimo 10 dicembre, ma il centauro giapponese è morto in seguito ai traumi riportati in pista durante il Gran Premio della classe Moto2 di San Marino sul tracciato di Misano Adriatico.

    Tomizawa dopo aver perso il controllo della sua moto è stato investito da Scott Redding e Alex De Angelis. Illeso quest'ultimo, trasportato in ospedale il corridore della Marc Vds Racing, non ce l'ha fatta invece il nipponico nonostante il trasporto immediato nell'ospedale di Riccione.

    Le sue situazioni erano parse da subito gravissime soprattutto dopo le dichiarazioni del medico della clinica mobile: "I traumi sono multipli, toracico, addominale e ha delle emorragie. Onestamente è molto grave - aveva detto il dott. Claudio Macchiagodena - e lotta con la morte. Gli è stata fatta la rianimazione, ma è in condizioni critiche". I soccorsi, immediati, non sono serviti a salvare la vita al giovanissimo giapponese.

    Il numero 48 della Moto2 aveva da subito stupito per la sua classe, aveva vinto il GP del Quatar prima prova del mondiale l'11 aprile scorso con la sua Technomag – CIP, oltre a guadagnare le pole position del circuito di Spagna e di Brno dello scorso 15 agosto. Ora sembra una data lontana quella del 15 agosto, quando il giapponese faceva ancora faville in pista mentre ora questa morte rigetta polemiche e discussioni su quelli che sono i regolamenti di questi sport che alle volte vengono chiamati estremi.

    L'ultima morte su un circuito era stata quella dell'altro giapponese Daijiro Kato, nell'aprile del 2003. In quel caso era la gara inaugurale del motomondiale di MotoGp sul tracciato di Suzuka dove Kato al terzo giro perse il controllo della sua moto e picchiò violentemente sbattendo la testa, il collo e la cassa toracica sul muro poche decine di metri prima della chicane Casio ad una velocità di circa 140 km/h. Il pilota, allora legato al team di Gresini, morì però dopo due settimane di coma.

     
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4 replies since 5/9/2010, 18:36   33 views
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