Modena, pachistano lapida la moglie

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  1. hachiko^^
     
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    TgCom

    Modena, pachistano lapida la moglie
    Difendeva la figlia dalle sprangate


    Una promessa di matrimonio non mantenuta è il motivo della tragedia avvenuta in una famiglia di origine pachistana a Novi, nel Modenese, dove un uomo ha ucciso a pietrate la moglie e ferito gravemente la figlia che non voleva sposare chi aveva scelto il padre. Di fronte al diniego, l'uomo ha imbracciato una spranga di ferro nel giardino di casa e, assieme all’altro figlio, ha colpito ripetutamente la ragazza. Poi ha preso a pietrate la moglie, uccidendola.

    Una storia che ricorda quella di Hina Saleem, la pachistana di 21 anni che voleva vivere "in modo occidentale" e che per questo fu sgozzata il 10 agosto 2006 a Sarezzo (Brescia) nella casa dei genitori. Una similitudine rovesciata. Là morì la giovane Hina Saleem e la madre di fatto accettò le scelte del padre.

    Qui è la mamma di Nosheen Butt a pagare il prezzo più alto per una ribellione ritenuta evidentemente oltraggiosa fino all'estrema conseguenza. E' successo nel cortile di un edificio del centro abitato di Novi di Modena, via Bigi Veles 38. In quella casa la famiglia e i cinque figli vivono da alcuni anni e all'interno del giardino si consuma il dramma, ancora tutto da definire e da decifrare. Ma sembra proprio, almeno così sembra dopo le prime investigazioni, che la ventenne Nosheen si sia ribellata alla decisione familiare di affidarla in sposa a un connazionale.

    Pare che in casa in quel momento ci fossero anche due degli altri tre figli più piccoli che la coppia, Hamad Kahn Butt, operaio di 53 anni, e Begm Shnez, 46, ha generato, mentre la terza, la più grandicella, sarebbe stata fuori. Sembra che a colpire la ragazza, con una spranga che l'ha ridotta in gravi condizioni, sia stato il fratello di 19 anni, Humair Butt, anche lui operaio, aiutato dal padre, che poi avrebbe impugnato una pietra con la quale colpire la moglie, di 46 anni, uccidendola.

    Alla scena hanno assistito alcuni vicini, che hanno chiamato i soccorsi. Sono intervenuti il 118, per una corsa verso il grande ospedale di Baggiovara in cui se non altro è stata giudicata non a rischio di morire la figlia ''ribelle'', e i carabinieri, che sono riusciti a fermare padre e figlio e a portarli in caserma a Novi per un lungo interrogatorio: hanno scelto di fare scena muta, di non rispondere alle domande del Pm Pasquale Mazzei e degli ufficiali dell'Arma. Sono usciti in manette, arrestati il vecchio per l'omicidio della moglie, il giovane per il tentativo di omicidio della sorella. Sembra che in passato ci fossero stati altri maltrattamenti in famiglia, anche ai danni della donna uccisa.

    Ora che sono in carcere di sant'Anna sono ancora molti gli interrogativi che restano aperti quando è ormai calata la notte sul paesone della ricca provincia modenese che tanta immigrazione ha attirato negli ultimi anni. E' grande la comunità pakistana, impiegata soprattutto in agricoltura. Ma sconcerta la somiglianza tra questa storia di cronaca nera e quell'altra di quattro anni fa nei dintorni di Brescia, per la quale Mohamed Saleem, il padre di Hina, è stato condannato a 30 anni di carcere, insieme con i due cognati della vittima per hanno avuto 17 anni a testa per avere aiutato il padre ad occultare il cadavere.

    A Novi un rifiuto di nozze combinate, a Sarezzo la voglia di vivere liberamente la relazione col proprio fidanzato italiano. In entrambi i casi, la logica del possesso fino alle più estreme conseguenze ha reso spietati assassini due padri. E soggiogate fino alla morte le mogli, le figlie.
     
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0 replies since 4/10/2010, 08:10   10 views
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