La ballerina di vetro

A nessuno importa di me, una ballerina di plastica intrappolata in una palla di vetro finto, con quei pezzetti bianchi che galleggiano e danno l’illusione di una neve pura.
A nessuno importa della storia dell’orsacchiotto di peluche con gli occhi fatti a bottone e un fiocco rosa al collo, una volta il migliore amico di una bimba ormai troppo cresciuta per poterlo considerare.
E come a nessuno importa di noi, a nessuno importerà neanche della vecchia barbie buttata insieme al suo storico Ken in uno scatolone con su scritto “fragile” solo perché una volta conteneva dei bicchieri di cristallo.
E sapete perché? Perché la gente è bugiarda, egoista.
Si stanca di te in pochi secondi. Un giorno sei il suo migliore amico, lui ti ama e ti porta ovunque.
Ma poi il bimbo con le guance rosa e gli occhi grandi cresce, diventa un ragazzo, poi adulto.
E poi sai che fine fai?
Finisci in una soffitta polverosa, se ti va bene. E sempre se ti va bene vieni donato ad un altro bambino carico di un affetto che ora può finalmente donare a qualcosa. Altrimenti nessuno ti nega la discarica comunale.
Come se una ballerina in una palla di vetro potesse raccontare. Come se un orsacchiotto non potesse piangere. Proprio come se quella barbie potesse veramente toccare il suo amato.
Un tempo era così. Le macchinine di plastica gareggiavano in Formula Uno. Le palline di gomma erano asteroidi.
Io ero la più grande ballerina della scala.
Un oggetto che di sentimenti ne capisce più di tutti voi messi assieme. Un oggetto che è stato vivo senza potersi muovere, né parlare, né respirare.
Un oggetto che è morto, un giorno, quando è finito solo in una vecchia soffitta in un giorno di neve.
Tutti voi avete avuto un amico segreto. Un pupazzo, una bambola.
Che ora avete buttato in un dimenticatoio perché troppo grandi per farvici vedere assieme.
Ed ora che ho risvegliato il vostro animo da bambino, mi volete ascoltare?
Volete ascoltare la storia della ballerina nella palla di neve?