Who's the next?

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. ~ Wilia.
     
    .

    User deleted


    Eeet voilà! *O*

    Capitolo due.

    Presentazioni.

    Tom bussò leggermente alla porta in legno. La guardò meglio e sorrise appena,rendendosi conto del tocco femminile sulle decorazioni di essa. C’erano dei fiori disegnati sopra e un piccolo cartello dorato con su scritto “Amy Westside”.

    Non udì risposta. Così si avvicinò ancora alla porta, battendo leggermente con le nocche sul legno. Riuscì finalmente a sentire il rumore di una sedia che strisciava per terra,segno che la ragazza si stava alzando.

    Pochi istanti dopo si ritrovò la faccia curiosa e allo stesso tempo furente della psicologa a pochi centimetri dal suo naso. Deglutì.

    -Ehm,ciao. Io sono Tom,quello nuovo.- provò a dire,tendendo la mano verso la ragazza,che dopo qualche sguardo indeciso la afferrò e la strinse.

    -So già chi sei. E io sono Amy. Beh,se non hai da dirmi qualcosa di importante ti pregherei di vaporizzarti,ho del lavoro da sbrigare,e credo anche tu.- disse schietta quella,incrociando le braccia come per dire “Beh?”

    Tom la guardò meglio negli occhi. Di certo non si aspettava che gli lanciassero il riso addosso dalla gioia,ma non credeva che gli avrebbero riservato quel tipo di accoglienza.

    -Va bene,torno giù allora.- disse,voltandosi di spalle e cominciando a scendere le scale saltellando leggermente e con passo veloce. Quando giunse nel piccolo studio al piano inferiore,vide Laurence e Georg intenti a mangiare dei plum-cakes,ridendo e scherzando su qualcosa a Tom sconosciuta.

    -Ehi amico,ne vuoi uno anche tu?- chiese Georg,afferrandone uno e sporgendolo verso di lui. Tom scosse la testa,sorridendo leggermente. Non aveva fame,e Bill lo avrebbe ucciso se lui non avesse mangiato le sue pennette col sugo a mezzogiorno facendosi passare l’appetito, e ringraziò lo stesso i ragazzi.

    Si andò a sedere alla sua postazione al computer,e tirò fuori dalla cartellina dei moduli e dei fogli. Si sentì osservato,però,e quando si voltò scorse Georg e Laurence che lo fissavano straniti.

    - Qualcosa non va?- chiese lui,inarcando leggermente il sopracciglio. Vide Laurence sorridere sghembo,e successivamente sedersi girandosi verso di lui.

    -Hai davvero intenzione di cominciare a scrivere? Sono solo le dieci di mattina!- disse il biondo,fissandolo sorpreso. Tom non capì. E quindi?

    -E quindi?- chiese infatti. Prima avrebbe finito il suo lavoro e prima se ne sarebbe andato.
    Georg ghignò leggermente,con fare divertito.

    -Non so se la strega di ha avvertito,ma qui si fa l’orario continuato. Per questo ci permettiamo le stronzate di prima mattina.- affermò deciso il piastrato, tirando un ultimo morso alla brioche e gettando la carta nel cestino. Scoppiò a ridere notando l’espressione sorpresa di Tom, che si grattò la guancia.

    Sospirò,sentendosi già stanchissimo. Afferrò il cellulare e inviò un messaggio a suo fratello,dicendogli quello che gli era stato riferito.

    -Uhm,non importa. C'è ancora qualche plum-cake per me?- chiese con un sorriso timido. Osservò Laurence lanciare la brioche a Georg,che gliela passò fischiando.

    Tom scosse la testa,in sovrappensiero. Non era più sicuro di riuscire a lavorare,non così.

    -

    -Come maaai? I tuoi occhi ora stanno piangendo? Dimmi cheee era un sogno e ci stiamo svegliando!- era Amy. E,oddio,era a dir poco terrificante. Aveva un turbante a reggerle i capelli,e canticchiava quella strana canzone da quando era entrata nella stanza.

    La ragazza si accorse dello sguardo del moro puntato su di lei, e si voltò,riducendo gli occhi a due fessure.

    -Che cos'hai da guardare? Non hai mai visto una persona che ha appena lavato i capelli e aspetta l'arrivo della parrucchiera facendo quel che le pare?- gli chiese lei,acida come uno yogurt scaduto da un po'di tempo.

    I suoi occhi color nocciola si erano allungati a furia di stringerli,e sulla sua fronte comparvero alcune rughe.

    Ma Tom stette ben attento a non ricordarglielo. Fece spallucce, guardandola serio in viso. -Solo mi sembra strano che qualcuno lo faccia sul posto di lavoro.- affermò,guardandola con aria di sfida.

    -Ehi tesoro,qui comando io,che sia chiaro!- puntualizzò lei,voltandosi e cominciando a farsi un caffè alla macchinetta. Riprese successivamente a fischiare,e Tom roteò gli occhi.

    -Pasticcino Yu-huuuu? Lo fai anche a me un caffeuccio?- chiese Laurence,facendo il suo ingresso nella stanza con una cartellina poggiata sotto il braccio. Salutò entrambi i ragazzi e si sedette,attendendo una risposta da parte di Amy.

    -Dio Laurence,sei disgustoso quando fai il gay!- commentò fingendosi schifata,ma voltandosi e sorridendo al biondo, che le mandò un bacio volante.

    Tom intanto osservava la scena quasi sorpreso. Quella ragazza si comportava male solo con lui,allora?

    "Tentar non nuoce", si disse mentalmente,e osò avvicinandosi a Amy e posandole una mano sulla spalla.

    Quella sobbalzò,urlando appena. Lo spinse subito lontano,ringhiando quasi.

    -Tu devi starmi lontano! Ma come ti permetti di avvicinarti a me?- gli chiese,fissandolo quasi con odio.

    Tom si sentì leggermente offeso dal tono usato dalla ragazza,e non perse tempo a spiegare il perché del suo essersi avvicinato.

    -Volevo solo chiederti se potevi farlo anche a me il caffè,non volevo fare niente!- puntualizzò, guardando la ragazza in volto. Quest'ultima gli si avvicinò,mollandogli un pugno sul petto.

    -Non è un problema mio e neppure un mio interesse quello che vuoi fare tu! Non devi toccarmi,chiaro?- chiese,colpendolo ancora.

    -Ma vai a quel paese,ragazzina! Non ci penso neppure ad avvicinarmi a te,ma chi me lo fa fare?!- urlò Tom,allontanandosi e uscendo sul balcone per fumare una sigaretta.

    Non appena fu uscito,Laurence guardò Amy con severità.

    -Non parlargli così,non ti ha fatto niente e soprattutto non hai il diritto di rivolgerti a lui con certi toni! Dio,è gentile con te!- le disse assumendo un tono severo.

    Lei roteò gli occhi,sbuffando.
    -Ancora? Per colpa di quello stronzo mi toglieranno dei soldi dalla busta paga!- urlò lei,cominciando a sorseggiare il suo caffè con assoluta tranquillità.

    -Sei tremenda, Amy. Vai a scusarti,muoviti!-,le ordinò il biondo,non demordendo assolutamente.
    Vide la ragazza saltellare contenta verso la porta,non appena il campanello trillò.

    Laurence sgranò leggermente gli occhi,e allungò le braccia per afferrare Amy,che però era già davanti la porta. Quando si aprì,i due ragazzi sbiancarono.

    -Buongiorno signorina Kimbel.- balbettò la mora,incapace di dire altro. "Merda",pensò,non appena vide lo sguardo della donna puntato sui suoi capelli.

    -Che cosa state facendo? Vi sembra il caso di mettervi a giocare? E lei,signorina Westside,vi sembra un salone di parrucchiere questo? E dov'è Kaulitz?- urlò fuori di sé.

    -Sono qui,signorina Kimbel.- rispose lui, rientrando dal balconcino. Fissò la donna in silenzio,non sapendo cosa aspettarsi.

    -Avete scritto i vostri articoli?- chiese ancora la dirigente,fissando i tre ragazzi negli occhi uno alla volta. I tre annuirono subito,ma la donna volle verificare.

    -Bene,perché non me li illustrate allora? Sono proprio curiosa di sapere cosa avete combinato,ho sentito un bel po'di trambusto dal mio ufficio!-

    Amy si zittì e divenne pallida all'improvviso. Laurence e Tom invece porsero i loro dossier alla donna,che li guardò stupita. Credeva di riuscire coglierli impreparati,e invece si sbagliava.

    -Oh,signorina Westside,lei non ha scritto niente?- chiese poi alla ragazza,che non seppe cosa rispondere. Laurence e Tom capirono la situazione,e tentarono di salvarla immediatamente.
    Ma invano.

    -Signorina Westside vi voglio nel mio ufficio,subito,ora,immediatamente!- decretò la dirigente,sbattendo una mano sul tavolo e uscendo dalla stanza.

    -Ora la strozzo questa gallinaccia schifosa...Ehi Laurence fammi un piacere,quando torna Georg digli di richiamarmi che devo dirgli una cosa,va bene?-

    Il biondo annuì,e Amy lasciò la stanza,ancora con il turbante attorno ai capelli.

    Tom sospirò,osservandola uscire.
    -Ma è sempre così acida con tutti?- chiese all'altro ragazzo,che si voltò a guardarlo con un sorrisino stampato in volto.

    -Ma certo che no,amico! Avrà solo il ciclo,oppure è stressata per cause di forza maggiore,ma tu stai tranquillo! Le passerà presto,non preoccuparti e soprattutto non fare il suo gioco,mi raccomando.-

    -

    -Buddy,torna subito qui!- urlò Amy al suo grosso Labrador che era sfuggito alla sua presa e ora correva tranquillo nel parco,senza badare alle sue urla.

    -Buddy! Vieni subito qui!- la ragazza prese a rincorrerlo, e l'affanno la assalì ben presto.

    -Quando ti acchiappo ti spezzo le...- cominciò,ma andò a sbattere verso qualcosa,o meglio,qualcuno.
    Abbassò lo sguardo e notò un bambino che mangiava un piccolo lecca-lecca osservarla curioso.

    -Che hai da guardare,tu?- gli chiese burbera,sfoggiando il lato peggiore di sé ancora una volta.

    Il bambino esalò un respiro tremante,stringendo più forte lo stecchino del dolciume,e indietreggiò,fissandosi i piedini.

    -Ehi Miss Gentilezza,questo bestione è tuo.- disse una voce alle sue spalle,e,dopo essersi presa qualche secondo di riflessione,si voltò a guardare in faccia il suo interlocutore.

    -Tom! Come fai a sapere che il cane è mio?- chiese lei, leggermente sorpresa dal gesto del ragazzo.

    Lui fece spallucce,tirando un'altra boccata d'aria dalla sigaretta.
    -Mah veramente me l'ha detto Georg,siamo usciti insieme. Piuttosto Adam,sbrigati e raggiungiamo la macchina,rischiamo di congelare qui.- Tom si rivolse al bambino,sfilandosi la felpa e mettendogliela sulle spalle.

    -Ci si becca a lavoro,stammi bene.- disse ancora il moro rivolto a Amy,che annuì anche se lui gli dava le spalle.

    -Buddy amore vieni qui,ora sai QUANTE BOTTE CHE DEVI AVERE?- e prese a rincorrerlo ancora. Quando lo afferrò,il cane scodinzolò leggermente e le leccò una guancia.

    -Andiamo dai,bestione.-

    -

    -Buongiorno a tutti.-
    Un Georg assonnato e con l'aria sbattuta entrò nel piccolo salone dello studio,trascinando i piedi e sbadigliando rumorosamente.

    -Laurence,fammi un caffè per favore.- disse subito dopo,accasciandosi sulla scrivania e appoggiando la testa sulle braccia.

    -Ehi Georg,tutto bene?- gli chiese Tom,avvicinandosi a lui. Gli si sedette accanto e lo guardò negli occhi.

    -Sì. Diciamo di sì. Però la Kimbel ci ha dato un nuovo incarico.- affermò subito dopo,sbadigliando nuovamente. Vide Laurence voltarsi e guardare in sua direzione.

    -Di che si tratta?- chiese il biondo,sedendosi accanto agli altri due.

    -Dobbiamo scrivere un articolo tutti e quattro insieme. Ma non è tutto,ha detto.- continuò il moro.

    -No! No,no e no! Non è possibile! Non è possibile!-un urlo improvviso squarciò il silenzio che si era creato.

    -Ecco,adesso ve lo dirà Amy.- disse Georg,uscendo sul balconcino. Tom e Laurence udirono dei passi veloci giù per le scale,e si affacciarono leggermente,vedendo la ragazza a dir poco furiosa.

    -Ehi Amy.- tentò Laurence. -Che è successo? Chi è che ti ha fatto arrabb..- cominciò,ma fu interrotto da lei.

    -Che è successo,dici? Dobbiamo scrivere un articolo e pensa un po',dobbiamo parlare della situazione americana tutti insieme!- urlò,e Tom se la immaginò mentre si strappava i capelli parlando da sola come una perfetta psicopatica.

    -E quindi?- chiese subito dopo Tom,non capendo.

    -Ma lo dico io che sei proprio uno limitato! Dobbiamo alzare le chiappe e andare in America,tutti e quattro insieme!- urlò ancora,fuori di sé.

    Gli altri due sbiancarono.
     
    Top
    .
62 replies since 4/2/2011, 23:01   691 views
  Share  
.