Kiss the rain.

KISS THE RAIN

Se ne stava alla sua finestra, osservando la pioggia scivolare sulle case, sulle piante, sulla strada…
Chiedendosi dove sarebbe scivolato ciò che c’era fra lui e suo fratello.
Bill non poteva dimenticarsi dell’intensa passione che si era generata fra i due prima di quel bacio.
No, non poteva.
Sospirava affranto, col volto triste mentre spalancava la finestra per uscire sulla terrazza, a pensare.
Il clima era mite, nonostante la pioggia. La tettoia lo ricopriva appena dall’acqua.
Le mani sul davanzale.
Si chiedeva cosa pensasse Tom di tutto questo, se ciò che gli aveva detto la notte prima poteva essere vero.
Tom poteva davvero dimenticarsi di Bill così, come un soffio di vento? Delle gocce gli colpirono il viso, lui si asciugò poco dopo portando via anche le sue lacrime.
Pensava a Tom, a come potesse riuscire a dimenticarlo.
Non riusciva a comprendere l’ostacolo, anche se era suo fratello non riusciva a smettere di amarlo.
Bill continuò ad osservare ogni movimento di quella pioggia fresca mentre il dolore come una malattia difficile da curare si ripresentava nel suo petto.
Aveva tanta paura di perderlo.
Perderlo in qualsiasi maniera: come un amico, come un fratello, come un amante.
Il fatto è che la gente non avrebbe mai potuto comprendere che il legame considerato blasfemo che i due intrattenevano non era altro che amore.
Bill singhiozzò forte e il temporale coprì il suo richiamo d’aiuto.
Strinse le mani bagnate sulla ringhiera e abbassò il capo.
D’un tratto avvertì un piacevole calore sulla mano destra e sollevò lo sguardo.
Tom era arrivato, l’unica persona che anche fosse stata sorda avrebbe sentito il suo richiamo.
Un richiamo disperato che non giungeva dalla gola, ma dal petto.
Bill sussultò quando la mano di Tom si posò sulla sua e si voltò verso di lui.
Tom lo prese per i fianchi senza che ci fosse bisogno di dire niente.
La pioggia e il vento cominciarono a mescolarsi, scagliandosi contro, ma a loro non importava più perché anche i loro respiri si erano fusi assieme.
Tom premeva le labbra su quelle di Bill e ne leccava via la pioggia.
Bill faceva altrettanto con quelle di Tom, mordicchiandole leggermente e avvicinandosi maggiormente a lui.
Si scostarono dopo un tempo poco preciso e, con l’affannoso respiro, si guardarono.
Si persero.
Sì, credo sia quello il momento in cui si persero: l’uno negli occhi dell’altro, un posto dove poche persone riuscirebbero ad entrare.
A leggere.
Se non puoi baciare la persona che ami perché è quella sbagliata, bacia la pioggia.
È naturale e la natura non commette mai errori.