Gelmini condannata: discrimina i disabili

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    Scuola: le ore di sostegno non si devono ridurre

    I Tribunali di La Spezia e Bari accettano i ricorsi delle famiglie di studenti disabili e condannano il Ministero dell'Istruzione a reinserire le ore di sostegno tagliate con la riforma



    Con la riforma Gelmini della scuola le ore di sostegno, destinate agli studenti disabili, hanno subito una riduzione. Ma i Tribunali italiani ritengono che questa norma sia sbagliata ed accettano i ricorsi presentati. Per prima è arrivata una sentenza del Tribunale di La Spezia che considera anticostituzionale questo taglio. Secondo il giudice Valentina Rascioni, infatti, "tagliare le ore di sostegno per gli studenti disabili è una discriminazione inaccettabile, che viola la legge che tutela i portatori di handicap e l’articolo 3 della Costituzione, che sancisce l’impegno della Repubblica al pieno sviluppo della persona umana". Al Tribunale si erano rivolti i genitori di uno studente disabile di 16 anni, che si era visto dimezzare, all'inizio dell'anno scolastico, le ore di sostegno nell'istituto di Ragioneria che frequenta. Ora il Ministero dell'Istruzione avrà 30 giorni per ripristinale le ore di sostegno tolte, oltre a dover pagare le spese processuali, che ammontano a 1.200 euro.

    Isabella Benifei, l'avvocato che ha portato avanti la richiesta della famiglia del giovane, ha così commentato sul quotidiano La Stampa la decisione del giudice: "Questa sentenza ha reso giustizia a uno studente e alla sua famiglia, ma costituisce anche un precedente per la tutela di tanti studenti disabili penalizzati dai tagli imposti dal ministero". La causa è stata portata avanti facendo appello alla legge 67 del 2006, in base alla quale è possibile "citare in giudizio l’amministrazione pubblica quando si ritiene che un suo atto ponga un portatore di handicap in una posizione di svantaggio rispetto ad altre".

    In riferimento alle ore di sostegno assegnate allo studente lo scorso settembre (9 ore invece delle 18 previste nel precedente anno scolastico), l'avvocato spiega: "In questo modo è stato limitato il suo diritto allo studio, all’integrazione, allo sviluppo della persona. Il provvedimento ministeriale ha leso tale diritto, tanto che gli stessi tagli erano già stati riconosciuti incostituzionali nel caso dei portatori di handicap gravi, e ha negato il principio della parità di trattamento".

    La famiglia del giovane, prima di rivolgersi al Tribunale, aveva parlato con il preside dell'istituto, che, però, non aveva potuto far niente per ripristinare le ore tagliate dal Ministero, come spiega Mauro Bornia, presidente della Consulta provinciale disabili della Spezia, al quotidiano: "Ma che cosa può fare la scuola? I tagli sono stati imposti dal ministero, il monte ore di sostegno a loro disposizione s’è ridotto e hanno dovuto dividerlo gioco forza tra i ragazzi aventi diritto. I tagli sono generalizzati e non si fermano nemmeno di fronte ai casi di alunni con disabilità particolarmente gravi. Gli stessi uffici scolastici regionali appaiono disorientati rispetto alla possibilità di applicare deroghe". Il Ministero dell'Istruzione ora potrebbe cercare di impugnare la sentenza, ma tutti si augurano che il ricorso non venga presentato "per il bene del ragazzo".

    Dopo La Spezia, anche il Tar di Bari si è dichiarato a favore delle famiglie per la richiesta di reintrodurre le ore di sostegno tagliate, dichiarando il taglio "illegittimo". Il Tar ha infatti deciso che il Ministero dell'Istruzione deve assumere 30 insegnanti di sostegno licenziati e ripristinare 2130 ore di sostegno mensili destinate a circa 60 alunni disabili in 12 istituti pugliesi (11 in provincia di Foggia ed uno della provincia di Barletta-Andria-Trani). In base alla sentenza decisa dal Tar, "i tagli indiscriminati alle ore di sostegno scolastico operati dal ministero sono illegittimi, poiché adottati con violazione e falsa applicazione di legge, eccesso di potere per ingiustizia manifesta disparità di trattamento, violazione della normativa comunitaria e internazionale".

    Tommaso De Grandis, avvocato delle famiglie pugliesi che hanno presentato il ricorso lo scorso dicembre, ha dichiarato al quotidiano La Repubblica: "E' il quinto anno che facciamo ricorso e puntualmente lo vinciamo, ma il problema è che dal ministero assumono i docenti, seppur senza fondi. Gli uffici scolastici provinciali operano un taglio scellerato in base alle direttive ministeriali e tutto questo non va certo a favore dei ragazzi".

    Questo il commento di Ruggiero Pinto, segretario provinciale di Foggia della federazione Gilda Unams, sulla situazione degli studenti disabili nelle scuole della regione, dopo il taglio delle ore di sostegno: "Nelle ore in cui dovrebbero essere assistiti, ma non lo sono a causa dei tagli operati dal ministero, gli alunni disabili restano abbandonati a se stessi. Siamo intervenuti in prima persona per difendere quello che è un diritto fondamentale ed inalienabile e abbiamo contribuito economicamente, affinché le spese legali non pesassero sulle famiglie. Non ci fermiamo e a maggio cercheremo di sensibilizzare l'opinione pubblica con un convegno sulla disabilità, per far capire a tutti cosa significhi per un genitore vedere che nelle scuole i loro figli sono lasciati in totale abbandono. Spesso molti ragazzi sono costretti a non frequentare le lezioni".

    Mariangela Bastico, Colomba Mongiello e Albertina Soliani del PD approvano le decisioni dei Tribunali italiani: "La sentenza del tribunale di La Spezia dà ragione a ciò che da tempo affermiamo in merito alle politiche del governo sulla scuola e la formazione, politiche che sono profondamente discriminatorie e ledono il diritto allo studio dei ragazzi disabili. Il comportamento del ministero è un attacco senza precedenti alla scuola pubblica e un progetto consapevole di impoverimento e di dequalificazione. Non più tardi di qualche giorno fa il governo ha fornito dati che i fatti smentiscono inconfutabilmente. Secondo il governo, infatti, il numero dei docenti di sostegno è passato da 90.031 dell'anno scolastico 2009/2010 agli oltre 94.430 del corrente anno scolastico, con un incremento di 4.400 unità. Il Ministero, in particolare, ha fatto sapere di essersi adoperato per ridurre il più possibile situazioni di disagio degli alunni disabili: raccomandando di limitare, in presenza di gravi disabilità, la formazione di classi con più di 20 alunni, per favorire in tal modo l'inserimento degli alunni disabili nella classe interessata. Una risposta infondata e smentita dallo stesso tribunale di La Spezia che ha individuato una "condotta discriminatoria" del ministro dell'istruzione".
     
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