Scegli me.

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  1. »TomKaulitz«
     
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    Titolo: Scegli me
    Autrice: »TomKaulitz«
    Rating: PG13
    Genere: Erotico, Romantico, Triste/Malinconico
    Avvisi: Angst, Drog Use, Fluff, Lemon, Violence
    Riassunto:
    Un nuovo posto, una nuova vita e nuovi amici. Kay si era innamorata di due ragazzi. Lei non sapeva chi scegliere...Ma chiunque avesse scelto, era quello giusto?




    -Kay, adesso basta!- urlò il gemello prendendola per la vita e trascinandola via da quel fagotto piagnucolante piegato a terra davanti a loro.
    -Lasciami Freddie, lasciami!- si dimenava la ragazza tra le sue braccia, sperando di liberarsi da quella stretta e rigettarsi contro quel ragazzino per scaricare tutta la sua rabbia.
    -Lo ammazzerai! Non è così che si risolvono le cose!- ribatté stringendola ancora di più. Quando vide che la sorella continuava a dimenarsi, capì che non sarebbe resistito ancora per molto a tenerla ferma. Decise così di chiamare i suoi amici.
    –Portate via il ragazzino. Se Kay si libera lo ammazza!-
    -Ma...-
    -MUOVETEVI!- urlò, intimorendoli e facendoli fare quello che aveva ordinato.
    Dopo che i due amici ebbero allontanato quel povero ragazzo che si era ritrovato sfortunatamente tra le grinfie di Kay, Freddie la liberò.
    -Perché cazzo l’hai lasciato andare via?- ringhiò, riducendo gli occhi a due fessure.
    -Era giusto così. Ora vuoi darti una calmata? Dio Santo, nemmeno Marco e la sua gang sono così bastardi da picchiare a morte i ragazzini con cui se la prendono!- si lamentò, abbastanza sorpreso del suo comportamento.
    Kay aveva la mania di picchiare i ragazzini quando era arrabbiata e doveva sfogarsi. Però, nonostante tutto, aveva sempre avuto un autocontrollo, senza mai esagerare. Questa volta, dopo anni, non si era controllata. Aveva ridotto quel ragazzino -che avrà avuto all'incirca due, tre anni in meno di lei- ad uno straccio. Non era mai stata così violenta: aveva sempre ribadito il fatto che odiava la violenza. Certo, era un'affermazione alquanto contraddittoria visto che lei picchiava le persone, ma odiava quando si arrivava a mandare le persone all'ospedale.
    -Uff…- disse mettendosi le mani fra i capelli e camminando avanti e indietro.
    -Capisco che la notizia di andare in Germania ti ha praticamente sconvolto, ma era proprio il caso di ammazzare quel ragazzo?-
    -Freddie, non metterti a fare il rompicoglioni! Ne ho già abbastanza eh?!- esclamò guardandolo truce. Sguardo che riusciva ad intimorire tutti, tranne lui.

    ***




    Arrivati a casa, Helena spuntò dalla cucina con un' espressione preoccupata.
    -Ragazzi, siete a casa! Mi avete fatto stare in pensiero!-
    -Scusa mamma, ma dovevamo stare un po’ per fatti nostri.- spiegò il ragazzo guardando Kay che stringeva ancora convulsamente le mani in pugni.
    -Kay, stai bene?- domandò cauta, conoscendo gli scatti che avrebbe potuto fare.
    -Come cazzo faccio a stare bene dopo aver saputo che ce ne andiamo in Germania, eh?! Come puoi anche solo chiedermi una cosa del genere?!- urlò, spaventandola da morire. Freddie guardò sua madre sconsolato: odiava vedere la gemella urlare contro la madre dopo tutto quello che aveva fatto per loro.
    -I-Io…- tentennò con un groppo in gola.
    -La porto di sopra, mamma. Non preoccuparti.- disse Freddie, per poi darle un bacio sulla testa e una carezza per tranquillizzarla. Per quanto sua madre conoscesse bene la figlia, non era mai riuscita a calmarla; aveva provato in tutti modi, e tutte le volte ne usciva sconfitta. Si chiedeva come ci riuscisse il suo bambino, ma nonostante la tristezza che si portava dentro per quello che non riusciva a fare, ringraziava ogni possibile Dio per aver avuto due gemelli. Erano il suo bene più prezioso.
    -Ti è sembrato il modo di trattare mamma?- chiese Freddie dopo aver chiuso a chiave la stanza.
    -E' colpa sua se abbandoniamo tutto questo, Freds.- ribatté lei con voce bassa.
    -Lei lo sta facendo per noi! Per far sì che dimentichiamo tutti i periodi di merda che abbiamo passato e che continuiamo, a volte, a passare!- replicò il gemello, cominciando ad infuriarsi. Non sopportava l’idea che Kay pensasse che quello che stava facendo la madre fosse sbagliato, che prendesse quelle decisioni solo per il gusto di farlo.
    -Siamo sempre riusciti ad andare avanti nonostante tutto, o sbaglio? Perché adesso deve uscirsene con queste cose?-
    -Perché ha capito che abbiamo qualche possibilità di riprenderci completamente e di dimenticare tutto quanto!-
    -Sarà… Ma lo sai come sono fatta, Freddie. Quindi mi spiace, ma fin quando non saremo lì, cercherò in tutti i modi di farle cambiare idea. Non voglio andarmene.-
    E il discorso terminò lì.

    ***




    Una settimana dopo.
    -Hai preparato tutto, Kay?- chiese il ragazzo uscendo dalla sua stanza con l’ennesimo scatolone in mano.
    -Sì. Mancano solo le valigie.-
    Aveva cercato di convincere sua madre fino alla fine, ma la donna non aveva desistito nemmeno per un attimo.
    I giorni erano passati in fretta e l’imminente partenza si era fatta più vicina che mai. Freddie l’aveva supportata in ogni momento in cui perdeva il controllo di se stessa, disperata più che mai ad abbandonare la sua vita. Una volta arrivati in Germania, non era sicura di cosa avrebbe fatto; non era nemmeno sicura di voler andare in una scuola dove non avrebbe capito nemmeno mezza parola di quello che avrebbero detto i suoi compagni e i suoi insegnanti. Certo, non avrebbe affrontato tutto quello da sola, perché con lei ci sarebbe stato suo fratello Freddie, ma aveva comunque paura. Paura di accettare quella vita e tutto ciò che ne conseguiva.
    -Bene, io porto giù questo scatolone. Vedi di fare in fretta.- esclamò con un po’ di fatica, prima di uscire dalla stanza e lasciarla da sola. Kay si guardò intorno: vecchi ricordi si facevano spazio nella sua testa e la malinconia cominciò a pervadere ogni cellula del suo corpo.
    Mezz’ora dopo scese con ciò che mancava da caricare, dopodiché salì in macchina sedendosi accanto al gemello. Freddie non sembrava per nulla preoccupato, anzi: era tranquillamente immerso nella musica in attesa di partire. Davvero non gli sarebbe mancato niente di ciò che stava abbandonando?
    Si diede mentalmente della scema dopo averlo pensato. Era ovvio che suo fratello avrebbe sentito la mancanza di quel posto, dei suoi amici. Semplicemente di tutto. Ma cercava comunque di nascondere le sue emozioni: si sarebbe sfogato una volta arrivato nella sua nuova casa, dove avrebbe ricominciato tutto da capo.

    ***




    Helena svegliò i suoi bambini, placidamente addormentati uno attaccato all’altro nei sedili posteriori. Li fece scendere e diede loro le chiavi di casa.
    Mentre i due gemelli si dirigevano verso la porta d’ingresso, lei si avvicinò a quelli del trasloco dicendo che avrebbero potuto cominciare a scaricare i mobili e tutto il resto. Se non ce l'avessero fatta, poteva continuare tranquillamente il giorno seguente.
    Freddie e Kay si guardarono intorno, osservando nei minimi dettagli la nuova abitazione. Che era enorme è dir poco.
    Salirono le scale e si avvicinarono alle stanze che si ritrovarono davanti; le aprirono con disinvoltura, meravigliandosi di quanto potessero essere grandi. Erano vuote, quindi non c’era assolutamente se non dei muri bianchi e sgombri che rendevano la stanza di un candido accecante.
    -Cavolo! Hai visto che stanze, piccola?- domandò Freddie entrando nella stanza della sorella.
    -Sì, ho visto. Allora qualcosa di positivo in questo trasferimento c’è!- rispose, voltandosi verso di lui e affiancandolo.
    -Credo che ci piacerà stare qui.-
    -Oddio Freds, non cominciare. E' così tranquillo questo posto che passerei tutto il giorno a dormire. Non c’è niente da fare qui.- esalò la ragazza con una smorfia. Erano arrivati solo da dieci minuti e sentiva già la nostalgia di Milano.
    -Come sei pessimista! Ci divertiremo, vedrai.- la rassicurò, prima di lasciarla da sola a contemplare quelle pareti color della neve.
    No, pensò, Io qui non mi divertirò mai.

    ***




    -Ma che è tutto questo casino?- si chiese Kay ad alta voce, alzandosi dal letto che sua madre aveva fatto portare nella sua stanza la sera prima.
    Freddie le dormiva accanto e grugnì. La ragazza sbuffò e gli diede un colpo sulla spalla per svegliarlo, ma il gemello protestò con uno strano verso sommesso e la ignorò.
    –Freddie! Cazzo, come fai a dormire con il caos che c’è qui sotto?- chiese allibita. Cosa c’era da stupirsi? Suo fratello avrebbe dormito anche se nella sua stessa camera fosse scoppiata la bomba atomica. Lei, invece, al minimo rumore si svegliava e non riprendeva più sonno, e questa era una vera tortura.
    Si alzò, ma venne ritrascinata nel letto. Gettò un urlo spaventoso, ma Freddie la sovrastò con il suo corpo mettendola una mano sulla bocca per zittirla.
    -Che ti urli, scema?-
    -Cazzo, mi hai spaventato! Ma come ti è saltato in mente di farmi una cosa del genere, Freddie?-
    -Oddio, neanche avessi fatto chissà cosa..!- sbuffò, rimettendosi sdraiato sul letto.
    Kay si accoccolò sul suo petto e prese a fare i ghirigori con l’indice sul suo addome. Anche quando era con lei, aveva comunque il vizio di dormire a torso nudo. Non si imbarazzava a vederlo in quello stato: era il suo gemello, di cosa si doveva vergognare?
    Il problema sarebbe sorto se Helena li avesse beccati a dormire abbracciati l’uno all’altro, con Freddie a petto scoperto.
    La madre dei due era capace di pensare a tutto e di più, anche se il suo bambino aveva sempre dormito in quel modo con sua sorella, da quando era piccolo. Ma ora Helena ribadiva loro il concetto che erano grandi e che certe abitudini sarebbero dovute sparire, poiché a quell’età sarebbero sorte situazioni abbastanza equivoche e chiunque avrebbe potuto pensare o dire qualcosa di sbagliato che li avrebbe potuti far soffrire.
    Freddie dal canto suo, però, se n'era sempre fregato. Lui dormiva con sua sorella come voleva, non erano i pregiudizi degli altri a fargli cambiare idea su certe cose, non l’avrebbe nemmeno permesso.
    Il ragazzo le accarezzò la testa e poi con l’altra mano le alzò il viso, la guardò negli occhi e le diede un bacio fraterno sulla bocca.
    Era solo un gesto d’affetto che si scambiavano di tanto in tanto, non c’era nulla di male.





    Note Finali: Più che noti finali, direi che sono dei piccolo chiarimenti.
    Comincio col dire che questa Fan Fiction ha avuto moltissime modifiche e solo grazie ad un'amica, quando le ho fatto leggere l'ultima versione mi ha costretto a postarla. Ed è la prima dopo due anni di pausa e sono felice di aver migliorato il mio modo di scrivere rispetto a prima.
    Con i commenti spero che sarete sincere. Non voglio che mi diciate che è bella se non vi piace. Ditelo e basta e se avete qualche commento negativo, fatelo sarò ben felice di starvi ad ascoltare purché siano costruttivi e non offensivi etc..
    Evito un disguido: Kay e Freddie non stanno insieme, si vogliono solo molto bene e un bacio sulla bocca è un segno del loro affetto.

    Ora sparisco.
    Spero vi sia piaciuto il capitolo^^

    Edited by »TomKaulitz« - 5/4/2011, 14:42
     
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