Under the tree

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Kate ~
     
    .

    User deleted


    *Click*



    Bill era convinto di avere avuto tutto dalla vita, ma proprio tutto. Stava bene, aveva una famiglia e degli amici amorevoli, più soldi di quanti avrebbe mai potuto immaginare, il successo e una fidanzata che aveva atteso, gli pareva, per tutta la vita. Insomma, si sentiva felice come un uccellino appena liberato dalla gabbia. Fino a che, dalla lista dei desideri realizzati, non fu costretto a depennare la voce “fidanzata”.

    Era successo tutto velocemente, così velocemente che quasi non se ne era reso conto. Prima erano cominciati i segnali classici, quelli da manuale, ma lui era così preso dalla sua vita perfetta che li aveva decisamente sottovalutati, forse nemmeno riconosciuti. Come, ad esempio, i troppi mal di testa che le venivano, casualmente, ogniqualvolta il ragazzo tentasse un approccio intimo. Oppure le mille scuse pur di non uscire da soli. O il vizio di portarsi appresso il telefonino anche in bagno mentre, prima, l’aveva sempre lasciato in giro per casa tanto che, spesso, Bill rispondeva al posto suo.

    Il giorno in cui Ethel gli disse che sarebbe andata via da casa Bill era immerso nella scrittura dell’ennesima canzone a lei dedicata. Il fratello e gli amici lo prendevano sempre in giro, dicendogli che quel genere di canzoni avrebbe fatto alzare la glicemia a chiunque ed il ragazzo rispondeva, ridendo, che non aveva intenzione di pubblicarle: erano solo per lei.

    “Mi dispiace Bill, mi sono innamorata di un altro” gli aveva detto. Solo nove parole, nove parole che Bill continuava a sentire come se la ragazza le avesse pronunciate solo un secondo prima mentre, invece, erano già passate due settimane.

    Come un ragazzino alla prima cotta, aveva radunato tutto ciò che lei gli aveva regalato nel corso degli anni e tutte le cose che non si era portata via e le aveva sotterrate in cortile. Aveva preso una pala, trovata in cantina, e si era messo a scavare una grossa buca. Quando Tom, rincasando all’alba, l’aveva trovato intento a scavare gli si era avvicinato con fare sospettoso ma, nello scorgere il visto corrucciato e gli occhi umidi del gemello, non aveva detto nulla. Anzi, lo aveva aiutato e quando era giunto il momento di ricoprire tutte quelle cose, che rappresentavano il suo più grande amore, si era allontanato per lasciarlo da solo.

    Poi Bill era rimasto fermo, di fronte a quel mucchietto di terra fresca, a pensare. Dove aveva sbagliato? Le aveva forse fatto mancare qualcosa? Era stato poco presente? Non l’aveva, forse, amata abbastanza?
    Non si era mai scordato un compleanno, un anniversario, una ricorrenza importante. Ricordava tutto: il primo bacio, la prima volta che avevano fatto l’amore, il primo “ti amo” sussurrato con la voce rotta dall’emozione, il primo incontro con le rispettive famiglie, il primo regalo, la prima volta che avevano dormito insieme ed, insieme, avevano poi fatto colazione, il giorno esatto in cui avevano messo piede nel loro appartamento. E, quindi, cos’era successo? Cos’era cambiato? Perché se ne era andata via? Possibile che non immaginasse quanto lo facesse soffrire?

    Si ritrovò, una notte, a passeggiare da solo per il suo quartiere, assolutamente incurante del fatto che qualche fan potesse riconoscerlo e, magari, dargli noia. Non aveva voglia di fare foto, firmare autografi, esibirsi in sorrisi di circostanza che, in quel momento, sarebbero apparsi palesemente falsi. Voleva solo camminare e lasciarsi alle spalle tutto il dolore. Dolore che, dal giorno in cui lei era andata via, gli schiacciava il petto e gli impediva di respirare.

    Aveva pensato di scriverle, di chiederle di tornare da lui perché si sentiva così perso senza di lei che nemmeno l’onnipresente gemello gli dava più conforto. Ma, dopo un’attenta riflessione, si era sentito stupido e pesante. Sicuramente avrebbe fatto la figura del cretino cercandola insistentemente. Se lei si era innamorata di un altro lui non avrebbe potuto farci nulla. Non si può obbligare una persona ad amarti. L’amore viene… e va. Può arrivare a qualsiasi ora del giorno, impiantartisi nel cuore e restare lì fin che ne ha voglia. Poi, un giorno, può decidere di partire per trovare alloggio in qualche altro cuore. Ed era quello che era successo a lei. Un giorno, l’amore gliel’aveva fatto incontrare e, tanti giorni dopo, quello stesso amore aveva diretto la propria attenzione ad un altro. Così funzionava. Per tutti, non solo per lui.

    Ma lui era Bill Kaulitz, cazzo. Possibile che non esistesse una specie di garanzia per una celebrità come lui? Possibile che non esistesse un sindacato dei cuori infranti che gli assicurasse assistenza e risarcimento? A questi pensieri Bill scosse la testa. Che sciocchezze. Lui era Bill Kaulitz ed era un umano come gli altri. Soffriva come gli altri, amava come gli altri e veniva scaricato esattamente come gli altri. Nel mondo dell’amore le persone erano tutte uguali, non c’erano celebrità e comuni mortali: c’erano solo esseri viventi. Tutti con lo stesso cuore.

    Rincasò dopo qualche ora, con le gambe indolenzite per la lunga camminata. Dopo che Ethel era andata via, Tom era tornato a vivere con lui. Da solo non riusciva proprio a stare ed il gemello aveva accettato di buon grado di tornare a dividere la casa con Bill.
    Quando aprì la porta, si accorse della luce proveniente dal salotto. Chiamò il gemello ma non ottenne risposta così raggiunse la stanza illuminata e vi trovò Ethel, in tutta la sua splendente bellezza. Represse la voglia di abbracciarla e rimase, inebetito, in piedi di fronte a lei.

    “Ciao Bill. Tom mi ha detto che eri uscito così ho pensato di aspettarti”
    “Ciao” mormorò il giovane
    “Sono passata per dirti che torno a casa”

    Bill si trattenne dall’urlare dalla gioia. Tornava a casa, tornava da lui. Eppure… un dubbio si fece strada nella sua mente.

    “A casa?” chiese.
    “Già, torno negli Stati Uniti”

    Quel peso che gli opprimeva il petto si fece ancora più pesante.

    “Jim mi ha chiesto di tornare con lui. E visto che là c’è tutta la mia famiglia ho deciso di seguirlo. Sono rimasta in Germania solo per te ma la mia vita, adesso, è là” disse, tutto d’un fiato.
    “Capisco”
    “Mi dispiace. Ti ho amato davvero ma è finita. Mi sembrava giusto dirtelo di persona. Andarmene senza nemmeno salutarti, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, mi pareva una vera porcheria”
    “Sei stata gentile”
    “Tra l’altro, credo di aver lasciato qui delle cose…”
    “Un attimo” disse il ragazzo, sparendo dal salotto per tornarvi qualche istante dopo con in mano una pala sporca di terra “Ecco” disse, porgendogliela.
    “Cosa dovrei farci con quella pala?”
    “Le tue cose sono in giardino, sotto all’albero” spiegò.
    “Hai sotterrato i miei vestiti?”
    “Ho sotterrato te” precisò lui “Oltre ai tuoi vestiti”.

    Ethel non rispose. Afferrò la pala e si diresse verso il cortile ma, qualche minuto dopo, tornò in salotto “Ho deciso di lasciarli là. Non mi servono ed è qui che devono stare. Per quanto possa sembrare assurdo, sei stato il più grande amore della mia vita e mi piacerebbe che qualcosa di me rimanesse assieme a te. Tra qualche tempo capirai che è così che doveva andare. Adesso soffri, è comprensibile, ma sarebbe finita prima o poi. Amori così grandi non durano mai per sempre. Eravamo troppo… troppo”.
    “Come puoi saperlo se te ne vai?” chiese lui, un groppo in gola. Per poi aggiungere “Non andare”.
    “Lo so e basta. Eravamo il tassello che mancava nelle nostre rispettive vite. Ora quel buco non è più vuoto”.
    “E’ vuoto se te ne vai”.
    “Sbagli. Il ricordo e l’esperienza vissuta insieme rimarranno sempre in te. In me. Devo andare, Bill. Sei stato il viaggio più fantastico che abbia mai fatto. Ti auguro ogni bene” e, dicendolo, sparì dalla sua casa e dalla sua vita.

    Guardandola andarsene, Bill capì il senso delle sue parole. Capì che ciò che li aveva uniti era stato un privilegio che, a molti, non viene nemmeno concesso. Capì di essere, comunque, un ragazzo fortunato perché, un domani, avrebbe potuto raccontare ai suoi nipoti di aver conosciuto qualcuno che gli aveva spiegato cos’era l’amore. Qualcuno che gli aveva insegnato ad affidarsi totalmente ad un’altra persona. E, con un sospiro, si rese anche conto che dall’indomani avrebbe potuto ricominciare a vivere la sua vita perfetta. Perfetta anche con Ethel lontana. Perfetta perché, comunque, Ethel vi aveva lasciato le sue impronte.
     
    Top
    .
  2. ** Prinzi **
     
    .

    User deleted


    Davvero una bella OS *_* la canzone ci sta a pennello *_* Bravissima Kate *_*
     
    Top
    .
1 replies since 23/9/2011, 20:36   77 views
  Share  
.