Reversed Religion

Adult Content, AU, Drug Use, Language, TWC Not Related.

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  1. Destiny Grey
     
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    Titolo: Reversed Religion.
    Autore: Fede Grey; (Ex Destiny Hope Schäfer e Destiny Grey) .
    Beta: rufus.
    Raiting: PG13, più avanti sull’ R e NC17 .
    Avvisi: Adult Content, AU, Drug Use, Blood, Language, Fluff (?), TWC Not Related.
    Genere: Long Fic, Romantico, Soft Horror, WIP. Probabily What if.
    Riassunto: "Religione, religione. Cos'è, alla fine, la religione? Un qualcosa creato dall'uomo per trovare risposta a ciò che non può capire, lo trovo un semplice modo di proibire ciò che potrebbe renderci felici."
    "Perché la pensi così?"
    "Basta semplicemente dare un'occhiata alla Bibbia. Proibizioni, punizioni per tutto. E anche se si fa ciò che 'Lui' dice" disse muovendo le manti a mo' di virgolette, come per enfatizzare la parola. "Non si è mai liberi dal peccato.Tanto vale peccare e passare una vita di piacere."
    "Sai, avevano ragione. Però, stai tradendo da solo le tue opinioni, e io te lo dimostrerò."

    Disclaimers: Non possiedo nessun personaggio di questa storia, tutto ciò che segue è stato creato dalla mia fantasia e non è mai esistito. Non scrivo a fini di lucro, ma solo per il piacere di leggere le recensioni e i commenti che qualche buon’anima di voi vorrà lasciarmi.
    I hope you'll like it!



    sfondo8
    Banner by me;

    "Reversed Religion" by Fede Grey; Quest'opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
    Licenza Creative Commons

    VIETATO COPIARE.





    { Prologue – Skull and Drugs }


    La sigaretta rilasciava un sottilissimo filo di fumo bianco, giacendo abbandonata sul posacenere di cristallo finemente lavorato, poco lontano da lui.
    Un soprammobile così elegante stonava eccessivamente con l’arredamento di quella stanza: tutto in essa emanava un senso di trascuratezza ed usura disarmante.
    I colori predominanti erano il rosso cupo e il giallo chiaro, abbinati perfettamente al legno lucido di cui erano composti. Le provette abbandonate sul ripiano di un tavolo, piene di liquidi che scoppiettavano sinistramente, sedie in legno scuro sparte qua e là, un teschio che fissava critico l’ambiente con le sue orbite vuote; sembrava quasi prendere in giro l’uomo riverso sulla poltrona consumata a pochi metri da lui.
    “Ma guardati. Non servi a nulla. Ti annoi, caro? Forse un bell’omicidio ti farebbe distrarre, mh?”
    L’uomo in questione voltò lievemente il capo verso il teschio, appoggiato placidamente sul camino, gli occhi languidi e pieni di una luce folle, sussurrando uno “Sta’ zitto” appena udibile.
    Una siringa vuota pendeva mollemente dal suo braccio, il sangue fermato da un comune laccio di gomma gialla per mettere più in evidenza la vena. Ancora in preda a quella malsana estasi dovuta alla droga, se la tolse con un gesto secco, quasi violento, scaraventandola con stizza apparentemente ingiustificata contro il muro alla sua destra.
    “Oh, Honey, Honey, Honey… Cos’hai? Ti annoi, caro? Andiamo, non c’è proprio nulla che possa distrarti? Ma per favore… Come aveva detto, la cara Annie? Ah, sì! ‘Amore, perché non ti trovi un lavoro? Non puoi stare sempre su quella poltrona!’ … Ma a te piace, vero, amore?” continuò il teschio suadente, calcando impercettibilmente l’ultima parola.
    La voce di Amleto era quasi ammaliante, doveva ammetterlo. Era la sua arma più potente, riusciva a modularla a suo piacimento, trasformandola da calda e profonda a fredda e tagliente. Sperava proprio che quello fosse un giorno sì per lui, non era proprio in vena di star dietro le sue odiose polemiche.
    L’oggetto colpì il muro rimbalzando sulla parte superiore del teschio, rompendo lo stabile equilibro grazie al quale stava sul ripiano, e cadde con un tonfo sordo a terra.
    “Ti sta bene.” Sussurrò l’uomo, il volto illuminato dalla tenue luce sprigionata dal fuoco.
    Fuori si era già fatto buio, anche se l’ultima volta che aveva controllato l’ora erano appena le sei e mezza. Bisognava però mettere in conto che non aveva capito più nulla dopo essersi iniettato la droga in vena, non c’era da fidarsi. La casa acquisiva un’atmosfera al limite del tetro, da quella prospettiva; si aspettava quasi spuntare un serial killer dalla porta d’ingresso, completo di tuta nera e coltello da macellaio.
    Sorrise ampiamente, scoppiando in una risata sguaiata e quasi isterica, gettando la testa indietro.
    Ora che Amleto non parlava più, poteva godersi meglio gli effetti della cocaina. O ecstasy. Qualunque merda si fosse iniettato in endovena, non gli importava; gli bastava solo sentirne il paradisiaco effetto sul suo sistema nervoso, e, conseguentemente, su tutto il resto del corpo. Si sentiva come in un mondo ovattato, privo di problemi e preoccupazioni, e amava fottutamente tutto quello.
    Sospirò compiaciuto, stravaccato letteralmente sulla poltrona, le braccia ancora penzoloni, le gambe
    pigramente allungate: sembrava in procinto di cadere.
    Socchiuse gli occhi, incantandosi ad osservare un bracciolo della poltrona. Quanto la adorava. Era di suo nonno, gliel’aveva regalata il giorno del suo decimo compleanno. Dio, come era felice, allora. Era una poltrona in stile classico, che si intonava perfettamente con la sua stanza, di legno pregiato e scuro: i cuscini, lo schienale e i braccioli erano morbidissimi, rivestiti in seta rosso scuro, color sangue, come amava definirlo. Nonostante avesse dietro di sé una buona ventina d’anni, tratteneva ancora il suo antico splendore. L’unica cosa che rompeva la preziosa armonia di quel mobile era una estesa chiazza scura, che era stata opportunamente nascosta rigirando il cuscino.
    Lo sguardo accarezzava delicato tutti gli oggetti in quella stanza, piano ma deciso, come se stesse seguendo un percorso solo a lui noto.
    E, ad un certo punto, si fermò sullo scaffale, rapito dal titolo di uno dei tanti libri posti sopra esso.
    “ ‘La Bibbia di Gerusalemme’? Mi stai prendendo in giro, caro? Non è uno dei tipici libri da mettere in cucina e dimenticare, facendolo riempire di polvere? Mi stupisci, honey… Poveri noi, sei proprio un fallito, se non sai essere coerente neppure con te stesso…
    SEI UN FALLITO!!”

    Quel teschio bastardo aveva urlato le ultime tre parole. Le sentiva rimbombare incessantemente nella mente, andando da una parte all’altra, così forti da sovrastare anche i suoi pensieri – se di pensieri si possa parlare, dopo essersi iniettato una dose non precisata di droga.
    Improvvisamente, si sentiva stanchissimo, le membra sembravano intorpidite e le palpebre lentamente calavano, cercando di mettere una barriera fra la sua percezione e il mondo. Non riusciva a contrastarle, Morfeo aveva finalmente deciso di accoglierlo fra le sue braccia, e lui non aveva la minima voglia di sottrarsi a quel caloroso invito. I suoi occhi color nocciola non videro più nulla se non un confortante nero, mentre sussurrava un “Fottiti” senza un motivo preciso.
    Era stanco, sia a livello fisico che spirituale.
    L’ultima cosa che riuscì a percepire fu un “No, Tom, lo stai facendo da solo.” glaciale, un sussurro che raggiunse le sue orecchie provocandogli un tremito per tutta la colonna vertebrale, e non era piacevole, per nulla.
    Successivamente, il nulla. Era svenuto, sigillandosi, seppur per poche ore, nel suo mondo, la mente, ove poteva essere ciò che la realtà gli impediva.








    Note finali: Beh, che dire… Ho in testa questa idea da tempo, ma non riuscivo a metterla su carta! Poi, ho avuto l’ispirazione… Premetto che per questa fic ho già delineato l’intera storia nella mia mente, non la abbandonerò… Però, sappiate lo stesso che è una Work In Progress.
    Mio Dio, detesto i corsivi con tutta l'anima.
    Non so che dire, ciò che ho scritto, a livello di note e di prologo è tutto… a me fa simpatia, non mi fa vomitare come tutto ciò che di solito scrivo :3
    L'ispirazione per l'ultima parte mi è giunta grazie ai Rammstein , gruppo che sto iniziando a conoscere e che personalmente inizio ad amare! :superlove:
    Vi prego di lasciare un mini commentino se passate, mi fareste un piacere inimmaginabile!
    Fatemi sapere cosa ve ne pare come inizio, Baci! :)
    P.S.: Ho fatto un banner, brutto, ma l’ho fatto… A breve lo metterò :D


    Edited by Fede Grey; - 3/7/2012, 20:40
     
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  2. Nessie_Trümper
     
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    Ohmioddio quanto tempo era che non passavo da queste parti? tanto decisamente e una nuova twincest ora mi serviva! quindi grazie per avermi avvisato xD
    Il prologo mi piace è scritto bene (non parlo di grammatica..quello non è il mio forte ma non mi sembra ci siano orrori) anche se è un pò corto comunque mi piace, si prospetta una ff interessante(:
    e sicuramente continuerò a leggerla (:
    quando posticchi il primo capitolo?
    P.S. il banner non è brutto anzi xD
     
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  3. €li$@90
     
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    ciao! :) ho letto il prologo e devo dire che come inizio mi sembra molto interessante. per quanto riguarda la grammatica dato che te ne preoccupi a me non sembra ci siano errori particolari, anzi, mi sembra che scrivi bene,
    quindi spero che posterai presto in modo che potrò farti un commento migliore nei prossimi capitoli. :D
     
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  4. Destiny Grey
     
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    "Reversed Religion" by Fede Grey; Quest'opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
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    { Chapter One: Priests and Prohibitions }



    Sah ein Mädchen ein Röslein stehen,
    Blühte dort in lichten Höhen,
    Sprach sie ihren Liebsten an
    ob er es ihr steigen kann.

    Sie will es und so ist es fein,
    So war es und so wird es immer sein,
    Sie will es und so ist es Brauch,
    Was sie will bekommt sie auch.

    Tiefe Brunnen muss man graben,
    wenn man klares Wasser will.
    Rosenrot, oh Rosenrot,
    Tiefe Wasser sind nicht still.




    Una ragazza vide una rosellina,
    Fiorì lì sulle limpide alture,
    Chiese al suo innamorato
    se potesse andarla a cogliere per lei.

    Lei la vuole e va bene,
    così è stato e così sarà per sempre,
    Lei la vuole e così è usanza,
    Ciò che vuole lo ottiene.

    Pozzi profondi si devono scavare,
    quando si vuole acqua limpida.
    Rosella, oh Rosella,
    Acque profonde non sono tranquille.
    -Rammstein, "Rosenrot"




    “Con il potere conferitomi dalla Santa Chiesa, vi benedico nel nome del padre, del figlio, e dello spirito santo”
    Proferì, guidando la mano messa di profilo dalla testa al cuore e dalla spalla sinistra alla destra, con ampi gesti, concludendo il tutto mettendo le mani giunte dinanzi a sé.
    “La Messa è finita, andate in pace!” le sue labbra si curvarono all’insù, aprendosi in un sorriso dolce.
    La folla che riempiva la chiesa iniziò ad andare verso le uscite non appena ebbe pronunciato quelle parole, parlottando e creando trambusto.
    Anche se, pensandoci bene, le Messe che celebrava nei giorni feriali erano sempre meno confusionarie di quelle domenicali, complice forse il fatto che le seconde erano seguite per lo più da adolescenti con la perenne voglia di divertirsi e con gli ormoni a mille, giunti dentro il luogo Sacro solo dopo aver subito qualche paternale, completa di “Almeno fatti la Cresima!” oppure “Hai fatto la Cresima, non vorrai lasciare i tuoi compagni così?”.
    Per questo rimanevano sempre negli ultimi banchi in legno scuro di quell’enorme edificio, vicino l’acquasantiera in marmo nero. Molto fine.
    Aveva sempre adorato quel luogo; certo, rimaneva sempre una chiesa sperduta in un piccolo paese di sedicimila anime – delle quali almeno diecimila in altri Paesi, per lavoro o semplice senso di ripudio verso quel paesino e le persone che ci abitavano – ma era enorme e composta interamente da marmo chiaro, legno e oro nel caso del tabernacolo.
    Quattro statue a grandezza naturale facevano mostra di sé nelle mura laterali: Gesù Cristo Crocefisso e San Pietro Apostolo a destra, Maria di Fatima a sinistra in una nicchia contornata da luci creata apposta. In più, bisognava annoverare l’enorme dipinto raffigurante San Michele Arcangelo che schiacciava Satana impugnando la spada, che troneggiava poco sopra l’enorme portone di legno verde che costituiva l’entrata. Solo una parola poteva definire quell’edificio: meraviglioso. E no, non lo diceva perché in quanto prete, anche due bastoncini sistemati a mo’ di croce andavano benissimo, ma perché quella chiesa riusciva a raggiungere altissimi livelli estetici.
    Sorrise, aggiustandosi la stola color viola intenso che portava al collo.
    Il Tempo di Avvento era ormai arrivato, l’indomani sarebbe stata la Prima Domenica di Avvento e, come di consueto, la lettura del Vangelo avrebbe riguardato la venuta del Signore alla fine dei tempi.
    Era bellissimo vedere le persone in festa, anche solo guardando fuori dalla finestra della sua camera in sagrestia.
    Corse letteralmente lungo il corridoio laterale arrancando per colpa della lunga tunica bianca, per poi sistemarsi come suo solito nel piccolo spazio rialzato a destra del portone, fra esso e le scale in pietra.
    Salutò cordialmente tutti. I bambini lo abbracciavano e si aprivano in un sorriso ancora un po’ sdentato, mostrando i dentini piccoli; lui ricambiava, aprendosi radioso in una risata.
    Adorava i bambini, li aveva sempre adorati; erano creature ancora del tutto pure, non a conoscenza di quanto la vita potesse essere crudele… Andavano trattati come se fossero un fragile cristallo, perché per loro tutto era bello e buono, ogni giorno era una nuova scoperta, il male non esisteva. Con un bacino passava tutto, anche la cosa più brutta, e intrecciando i mignolini si faceva subito pace.
    Quanto avrebbe voluto restare bambino, un po’ come Peter Pan.
    Tutti in quella cittadina lo conoscevano, giovani e non più giovani. Lo rispettavano e lui rispettava loro. Più volte era stato d’aiuto ad alcuni adolescenti – e no, non in veste di ‘Ambasciatore della Chiesa’, come il signor Sakd lo aveva definito il giorno prima. Preferiva consigliare, prima di esaminare una cosa sotto il punto di vista spirituale.
    … Uhm, sì, il Vescovo gli aveva detto che aveva un modo di ragionare molto contorto, per essere stato chiamato da Dio a quella vita, ma non gli importava.
    Salutò una coppietta di settantenni, i signori Barnd, i quali a breve avrebbero festeggiato cinquant’anni di matrimonio, quando fu letteralmente stritolato in un abbraccio.
    Riconobbe il possessore quelle braccia solo quando sentì un “Tesoro mio, come stai?” euforico.
    Tossicchiò, allontanandosi da quella stretta e cercando di riprendere fiato.
    “M-mi hanno trasferito qui t-tre mesi fa, il prete precedente stava m-meglio” tossì forte, accarezzandosi la gola e deglutendo, aspettando che quella sensazione di puntura cessasse.
    La folla si era decisamente affievolita, rimanevano solo sette o otto persone nella piazzetta, ma non di più.
    “Che ne dici di venire dentro, così stiamo più tranquilli?” propose alla donna di fronte a lui che accettò educatamente.
    Erano accadute tantissime cose in soli tre mesi, indi prevedeva di rimanere chiuso in quell’ufficio per molto.


    ***


    Erano passate ben due ore e ancora continuavano a parlare.
    Erano comodamente seduti nelle poltrone, una tazza di thè al limone – che suor Maria aveva insistito per preparare -, in mano ad entrambi.
    “Le altre Sorelle ed io ne avevamo voglia, Padre” aveva detto “Quindi, non si preoccupi ad accettare, ne abbiamo preparato in abbondanza!”.
    Conoscendola, si era inventata quella scusa su due piedi per rifilargli il thè al limone che adorava, ma che per mancanza di soldi se andava a fare la spesa per lui e le Suore non comprava mai, in quanto costava ben tre euro al pezzo. Così, quando era il turno di Suor Maria andare a fare le compere settimanali, prendeva sempre di nascosto due pacchi per lui.
    Cara, vecchia Suor Maria. Un po’ rigida forse, ma aveva un cuore d’oro.
    “Allora, Tia!” esclamò baldanzoso “Io ti ho raccontato tutto, ora tocca a te!”
    Non appena pronunciò quelle parole, vide il viso della donna incupirsi.
    Tia si tamponò leggermente la bocca con un fazzoletto, poggiando poi la tazza chiara sul tavolo. Sospirò profondamente abbassando lo sguardo, portandosi le dita alle tempie e facendo movimenti circolari per qualche secondo contro di esse. Successivamente congiunse le mani fra loro e lo fissò dritto negli occhi.
    “Wilhelm, ho bisogno del tuo aiuto. O meglio non IO, ma questo problema è così grande che temo diventi pure mio…”
    L’uomo la osservò inespressivo. Tia non era il tipo di persona da essere agitata o, comunque, da torturarsi in quel modo le mani. E da mangiarsi le unghie, come stava facendo in quel momento… Doveva esserle successo qualcosa.
    “Tia, dimmi tutto…” esclamò atono, osservandola attento.
    La donna, per risposta, lo fissò ancora negli occhi. Fece vagare poi lo sguardo per, infine, fermarsi sulla Bibbia rilegata in pelle posta al centro della scrivania.
    “Wilhelm, hai presente Nikole Ahrmer?”
    Certo che la ricordava. Era una persona deliziosa, non aveva mai conosciuto nessuno così devoto al Santissimo. Veniva in Chiesa tutti i giorni e partecipava a tutte le attività proposte.
    “Ha un figlio, Thomas. E’ disperata, Dio mio…L-lui è un… delinquente, satanista, violento e tutto ciò che peggio può essere”
    “Tia…”
    “Sul serio! Ha rapinato due banche a Berlino, si immischia sempre nelle risse e… Oddio, so solo questo, ma per la disperazione di quella donna deve esserci qualcosa sotto. Mi ha chiesto aiuto! A me! Io le ho promesso di fare qualcosa, perché la conosco ma non so che fare piccolo mio, non so…”
    Wilhelm si alzò dalla poltrona e, ancora vestito con tunica e stole delicate, la raggiunse e si inginocchiò di fronte a lei.
    Stava piangendo e non poteva sopportarlo; aveva un volto bello e giovanile, Tia, pur avendo superato da molto i quaranta, per cui non voleva che si deturpasse per problemi inutili.
    “Tia, Tia, dai… Ti aiuterò io, tranquilla…” le prese il volto fra le proprie mani asciugandole le lacrime con i pollici. I suoi occhi chiari erano ancora lucidi, ma doveva ammettere che, dopo un pianto assumevano una luce diversa. La luce della speranza?
    Non lo sapeva, ma voleva che quel dettaglio abbellisse i suoi occhi sempre, in ogni momento e non solo dopo uno scoppio emotivo.
    “Sul serio, Will?”
    L’uomo sorrise a quell’appellativo dolce. “Sul serio!” sussurrò.
    La donna non disse una parola; semplicemente, lo avvolse in una stretta calda che sapeva di casa.
    “Oh, grazie, grazie…” ripeté a voce bassa, come una cantilena.
    Lui le baciò la fronte con affetto, alzandosi in piedi.
    “Macché, di nulla!”
    Osservò l’orologio: si erano fatte le cinque di pomeriggio e, in quanto Domenica, doveva fare Catechismo ai ragazzi che si preparavano alla Cresima.
    Lei intercettò il suo sguardo, spalancando gli occhi come se si fosse ricordata in quel momento qualcosa.
    “Will, ora devo andare,” esclamò alzandosi in piedi e prendendo la pesante giacca “Ho un… impegno importante, a domani!”
    Lo salutò con un bacio sulla guancia, prima di dirigersi verso la porta che collegava la Sagrestia alla Chiesa.
    “Ciao!” la salutò.
    “Buona fortuna con i ragazzi!” gli disse lei di rimando, prima di sparire varcando la porta in legno bianco.
    Wilhelm sospirò, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa.
    Thomas, Thomas, Thomas… Non era forse quel tipo che, ogni volta che passava dinanzi la Chiesa, bestemmiava?
    Lo aveva visto da lontano, ma non gli aveva mai dato molto peso; tutt’al più, gli dispiaceva per quel ragazzo.
    Cosa poteva essergli accaduto per diventare così? Rapinatore, bestemmiatore… doveva avere decisamente brutte esperienze alle spalle.
    Ma Wilhelm era sempre stato seriamente convinto che ci fosse del buono anche in fondo all’anima più nera e devastata.
    Ed era proprio questa sua convinzione che gli rovinò la vita.


    Dall’altra parte di quel paesino di merda in cui si ritrovava ad abitare, Thomas Trumper scaraventava un bicchiere di vetro in terra, dopo aver avuto una violenta lite con la madre.
    Nella sua fottuta vita non c’era mai un secondo di pace pensò, prima di abbandonarsi ai carezzevoli meandri della Cocaina.


    Se la merda non cambia, sarò io a cambiare la merda.





    Note finali che nessuno si degnerà di leggere: ho eletto come beta Rufus! :applauso:
    E devo dire che è bravissima!
    Innanzitutto, ringrazio lei per aver betato questa schifezza e i Rammstein ( :rox: ) per avermi ispirato. Premetto ancora una volta che non abbandonerò questa fic.
    La canzone iniziale, "Rosenrot", è un autentico capolavoro. Ho messo il link allegato al nome, ma se volete ascoltarla (e merita, credetemi :wub: ) potete cliccare sopra questa frase e vi si aprirà il link di Youtube con il video ufficiale.
    Grazie a tutte le altre anime che hanno commentato! Siete molto forti di stomaco, congratulazioni! :D :D :D
    Domani ho un esame di inglese, ma ci tenevo a postare, ed eccomi qui! Che vi costa farmi sapere cosa ne pensate di questo capitoletto?
    Ho cercato di distanziarmi dal mio stile di scrittura (che è più orientato su come è scritto il prologo) ma credo sia uscita una schifezza...
    COMMENTATE! :lol:

    Edited by Destiny Grey - 29/6/2012, 23:46
     
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  5. €li$@90
     
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    Bel capitolo, complimenti! già da ora trovo questa storia molto particolare, soprattutto sul ruolo che hai dato ai personaggi. sono curiosa di vedere come continuerai! :)
     
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  6. Destiny Grey
     
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    "Reversed Religion" by Fede Grey; Quest'opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
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    { Chapter Two: No Words. }




    Sfogliò l’ennesima pagina svogliatamente, leggendo qualche frase a caso.
    Quel giorno si era fissato sui vampiri e voleva informarsi, così si era messo a studiare. Studiare, certo, che nella sua concezione del termine significava stravaccarsi sul letto, mettere i piedi sulla testiera e attaccare una qualche canzone macabra nel suo lettore MP3. Sì, il grande Tom Ahrmer doveva ascoltare la sua musica divina su quel fottuto aggeggio pieno di scotch dato che non possedeva alcun soldo per comprarsene uno nuovo.

    “E vaffanculo.”

    Il ragazzo sbuffò, non staccando però gli occhi dall’enorme libro che teneva in mano.
    “Amleto, stai zitto o ti giuro che questa volta non te la caverai con qualche dente marcio saltato” rispose tranquillamente. Negli ultimi tempi il teschio si faceva sempre più insistente, ma un bel pugno assestato sembrava in grado di tenerlo a bada per un po’.
    “Honey caro, come mai tutto quest’interesse per i vampiri? Tanto sei un fallito, è inutile che cerchi ispirazione…”
    Tom lo ignorò semplicemente. Chiuse delicatamente il tomo che aveva in mano, rimanendo pochi secondi ad osservarlo. Era rilegato con un materiale di colore rosso che ricordava molto il velluto, e delle lettere in rilievo color ebano spiccavano da esso: “Storia delle Creature della Notte” . A completare il tutto, sotto la scritta era incastonato un anello con delle scritte minuscole ed una pietra azzurra lucente.
    Quel libro l’aveva colpito fin da subito, forse per la sua copertina o per il suo contenuto. Le pagine erano giallognole ma ben scritte, e contenevano descrizioni dettagliate delle così dette “Creature”. Inoltre, c’erano dei disegni meravigliosi.
    Il vecchio proprietario avrebbe dovuto essere fiero di possedere un oggetto come quello, ma a quanto pare non la pensava come lui: il venditore del negozietto di roba usata aveva detto che aveva accettato una somma ridicola, pur di disfarsene. “Meglio per me, alla fine!” aveva commentato, e Tom non poté che dargli ragione. In effetti, meno pagava le merci, più ci guadagnava quando le rivendeva.
    Sfogliando accuratamente le pagine, arrivò all’indice.
    Demoni, vampiri, streghe, maghi, fantasmi, Banshee, perfino Poltergeist; il capitolo che lo affascinava di più, però, era quello degli Angeli Neri.
    Tom, nonostante fosse appassionato del macabro e del soprannaturale, non sapeva dell’esistenza di questi Angeli.
    Pensava che ci fossero solo quelli ‘normali’, quelli che da piccolo vedeva sempre raffigurati nei cartoni e nelle favole: ragazzi alti, con bellissimi occhi azzurri, magri, dei lunghi capelli lisci o ricci, scalzi e vestiti completamente di bianco.. ma a quanto pare no.
    Nella prima pagina di quel capitolo si trovava un disegno che raffigurava una donna completamente vestita di nero. I capelli scuri incorniciavano un viso pallido e dolce, che però stonava con i lunghi canini che le fuoriuscivano dalle labbra carnose e rosa, un naso piccolo e alla francese, gli occhi rossi come il sangue. Il suo copro magro era vestito con un abito composto da una lunga gonna nera e morbida e da un corsetto - nero anch’esso - che evidenziava la vita stretta e il seno, con lacci rossi intrecciati sul davanti. Indossava una collana che rappresentava un cuore rosso circondato da un drago nero e uno bianco, simbolo dell’intreccio fra Inferno e Paradiso, secondo il libro.
    Era semplicemente meravigliosa, il suo modello ideale di donna.
    Quasi gli dispiaceva che fosse solo un’illustrazione, perché la trovava davvero bellissima.
    Secondo esso, erano angeli banditi dal Paradiso perché troppo superbi, maligni e dannati per l’eternità, condannati a vagare fra i mortali finché non avessero espiato tutti i peccati commessi all’alba dei tempi.
    A pensarci bene, gli ricordava un po’ la storia dell’angelo Lucifero, mandato nelle profondità della Terra perché cercava di superare Dio e di mettergli contro gli altri angeli.
    D’un tratto, come colpito da una scarica elettrica, alzò la testa di scatto.
    Angeli Neri… Dannati… Distruzione…
    Sgranò gli occhi, gettando a caso il libro sul letto - sempre delicatamente, eh. Con quello che lo aveva pagato.
    Si precipitò alla scrivania, spostando con una manata varie provette, e prese un bloc notes da un cassetto iniziando a scrivere qualche frase.
    Aveva finalmente ritrovato l’ispirazione.
    “Tomi, Tomi, Tomi… Non ci arrivi proprio, allora…”
    “Zitto, Amleto.”


    “Lei si muove nell’ombra,
    è una creatura notturna ,
    si avvicina con una maschera, e tu non puoi,
    non puoi sapere chi si nasconde dietro.

    “ È sempre stata così “

    Celebrerai la sua morte con streghe e fantasmi,
    una grande cerimonia farai,
    antichi re festeggeranno felici,
    e le regine in silenzio si compiaceranno.
    Nessuno può dirti cosa vuoi
    Nata in un lontano giorno,
    creata da una magia proibita,
    angeli e demoni si uniranno ancora per creare distruzione.

    “Ti osservano da lontano, tutto sarà perfetto” “



    Si morse il labbro, indeciso. In mente aveva già un abbozzo per la melodia e fino ad ora gli sembrava abbastanza decente ciò che aveva scritto, ma non voleva illudersi.
    Si perse la testa fra le mani, picchiettando la matita sulla nuca.
    Forse…


    “ Una profezia ti mise in guardia,
    devi ucciderla per impedire il disastro,
    credi di potercela fare, ma così non sarà.

    Creatura magica,
    all’alba dei tempi tu fosti creata,
    occhi ammalianti e bacio fatale,
    angeli e demoni di nuovo uniti,
    nessuno si salverà.

    Cos’è l’uomo di fronte a queste creature?
    Con un pugnale dilaniasti il suo cuore,
    Un ghigno sul volto,
    Portasti il corpo in una foresta
    L’umano tocca una creatura,

    “Disonore, l’umano non supererà, non supererà” “


    Ecco, mancava l’ultimo pezzo. L’ultimo misero pezzo ed avrebbe completato la canzone.
    Non riusciva ad arrivarci, e che cazzo. Sentiva le parole sulla punta della lingua, ma non riusciva ad afferrarle. Era come se fossero scritte su un foglio di carta, ma lui avrebbe dovuto leggerlo attraverso un vetro appannato.
    “Cazzo, cazzo, cazzo, manca poco…”
    Ecco, forse era riuscito a trovare le parole giuste, erano…

    “Tomi, caro, sei sveglio?”
    Picchiò la testa contro il tavolo. Cazzo, NO.
    “Che c’è?!” rispose sgarbatamente.
    Sua madre entrò, dopo aver bussato un paio di volte per chiedere il permesso di entrare – permesso che lui non aveva concesso.
    Tom notò subito qualcosa di strano. Sua madre indossava un vestito blu, che le arrivava appena sopra il ginocchio e con delle spalline sottili, e teneva in mano un coprispalle nero e delle scarpe del medesimo colore con tacco 10.
    “Uhm, perché sei vestita in quel modo?” Domandò sospetto. Sua madre era una bella donna, doveva ammetterlo, una gravidanza non aveva scalfito per nulla il bel corpo che si ritrovava, a parte qualche smagliatura sulla pancia.
    “Tomi, non ti ricordi? Oggi tua cugina si sposa, dobbiamo andare al matrimonio…”
    “Ah, già. Beh, non vengo.” Sbuffò. Perché quella rompiballe doveva sposarsi quel giorno? E poi, perché lo aveva invitato? Si erano sempre odiati.
    Fece una smorfia, segnandosi mentalmente di fare le condoglianze al ‘fortunato’ che l’avrebbe portata via dalla sua casa natale.
    “Tomi, per favore, si trasferiranno a Berlino e chissà se la rivedremo più… Fallo per la tua vecchia mamma, è un favore che ti chiedo…” iniziò sua madre, con gli occhi lucidi.
    Il ragazzo si alzò, aprendo l’armadio e gettando qualche maglia che non raffigurasse membra segate o volti sanguinanti sul letto.
    “Non sei vecchia” disse semplicemente.
    Nikole sorrise. Suo figlio poteva anche essere sgarbato con lei, ma lo aveva fatto nascere e sapeva che non era come la gente spesso lo dipingeva. Si avvicinò, baciandogli una guancia.
    “Fra mezz’ora dobbiamo essere in Chiesa.” Disse uscendo dalla sua stanza per dirigersi nella propria, con l’intento di rifarsi un po’ il trucco.
    La donna spesso pensava di non essere una buona madre: non riusciva a capire dove avesse sbagliato perché suo figlio fosse diventato in quel modo. Era... maleducato, diffidente, sgarbato e aveva anche il forte timore che fosse diventato un delinquente a causa delle brutte compagnie che frequentava.
    Ma piccole cose, come quella risposta detta con tono così neutro e distaccato da sembrare quasi arrabbiato, le confermavano ciò che già sapeva: suo figlio indossava una maschera, e solo raramente il suo vero Tom riusciva ad uscire dalle piccolissime crepe che la incrinavano.
    Era per questo che non se la prendeva quando lui si rivolgeva male... Sapeva che era solo una semplice facciata.
    Tom, nel frattempo, grugniva contrariato, le mani intrecciato di fronte al viso.
    Aveva sempre odiato le Chiese e tutti coloro che lavoravano lì dentro, gli sembravano solo ipocriti pronti a far tutto tranne ciò che Dio aveva comandato loro.
    Lui… non sapeva come definirsi. Credeva nell’esistenza di un’entità superiore, ma a volte aveva dei dubbi. Era cristiano tendente all’ateismo, forse.
    Fece una veloce scelta dei capi più sobri che aveva trovato.
    Una maglietta chiara con la scritta “Engel” stilizzata, un pantalone non troppo aderente con una catena sottile ed una giacca elegante – l’unica presente nel suo guardaroba.
    Infine, la collana con un teschio dalla quale non si separava mai. Ma forse quella era meglio nasconderla dentro la maglietta.
    Decise di indossare un anello semplice e lineare di colore argento, che mise nel pollice destro.
    Ecco, era perfetto e normale. Troppo normale, per i suoi gusti.
    Mise un paio di scarpe scure ai piedi e si controllò allo specchio.
    Very good.
    Scese di corsa le scale, trovando la madre che lo aspettava nel salotto.
    “Mamma?”
    La donna prese le chiavi e le infilò nella borsetta, uscendo e chiudendo a chiave la porta; si diresse con il figlio verso la macchina, lasciandolo guidare.
    In poco tempo si ritrovarono di fronte quell’edificio sacro tanto odiato dal figlio quanto adorato dalla donna.

    ***



    ‘Cazzarola, ma quant’è grande qui?’ pensò molto finemente Tom, stupito dalla grandezza della Chiesa del paese. Insomma, da fuori sembrava un edificio come gli altri, se non fosse per la grande croce che spiccava sulla cima, ma nulla di che. Sembrava anche piccola.
    Ma dentro era… enorme. Enormemente bellissimo. Era così accecato da tutto quel bianco, quell’oro e quei fiori colorati che assieme all’incenso profumavano l’aria che si era quasi scordato del suo odio verso tutto quell’ostentare ricchezza assoluta.
    Era bello. Tutto era curato nei minimi particolari e l’unica parola alla quale riuscivi a pensare, guardandoti intorno, era… ‘Bello’.
    Si riscosse dal suo imbambolamento momentaneo, catturato da un ragazzo biondo che aveva iniziato a parlare con sua madre.
    “Nikole! Sei bellissima oggi!” lo sentì esclamare con un sorriso radioso. Aveva un bel sorriso, osservò.
    “E lui chi è?” chiese improvvisamente curioso.
    Non appena il suo sorriso si spense però, a Tom parve di ricevere un pugno nello stomaco.
    ‘Oh cazzo.’ Riuscì solamente a pensare.
    Quel ragazzo era identico all’angelo nero ritratto nel suo libro, a parte i corti capelli biondi e gli occhi scuri.
    “Questo? Oh, questo è mio figlio, Tom!” Rispose sua madre, e lui, automaticamente, tese la mano.
    Non perché ci tenesse realmente - lo stava ancora fissando incredulo - ma una delle prime cose che sua madre gli aveva insegnato era di essere gentile con gli estranei, soprattutto con gli amici di mamma.
    ‘Oh cazzo.’ Pensò di nuovo, non appena il rosario che ornava il polso dello sconosciuto.
    Facendo scorrere lo sguardo sul suo corpo, notò anche una tunica candida con una croce dorata e una sciarpa bianca. Anche se sembrava molto magro, da ciò che riusciva ad intuire.
    ‘Non è possibile!’



    “Celebrerai la sua morte con streghe e fantasmi,
    vampiri e druidi assisteranno,

    In una foresta un fuoco splendeva,
    creature immonde danzavano,

    “Balla, balla mortale”

    Un grido squarcia la notte,
    la paura è nell’aria,
    un demone angelico è stato impiccato,
    Ma i suoi occhi vedono ancora.

    Nata in un lontano giorno,
    creata da una magia proibita,
    angeli e demoni uniti di nuovo”




    Note dell'autrice: Non so, non mi pare una delle più belle cose che io abbia mai scritto :blink: . Non ho molto da dire in questo momento, se non il solito 'Lasciate un commento, vi prego!'...
    Piccolo P.S.: Vedo che ci sono molti 'lettori silenziosi'. A voi, e anche a quelle poche anime che mi lasciano un commento, voglio dire che la canzone che sta scrivendo Tom -che poi, si può considerare 'canzone? - è tutta farina del mio sacco, quindi, se volete riutilizzarla in qualche modo o anche solo metterla in un altro sito - cosa improbabile, dato com'è :sick: - dovete chiedere l'autorizzazione di postarla a me soltanto e a nessun altro.
    Mi sento un pochino strana a mettere note del genere, ma mi è capitato di ritrovare pezzi di una mia vecchia One-Shot in un'altro forum e l'autrice la spacciava per sua, spero questo non si ripeta con quell'avviso lassù e con questi chiarimenti qui sotto.
    Passando ad altre cose, a chi interessa dico che ho fatto gli esami e sono felicissima di star lasciando la mia scuola :superlove: !
    Ah, e la maglietta con la scritta 'Engel' stilizzata esiste, la vendono su EMP ed è stata realizzata su una canzone dei Rammstein, Engel, per l'appunto...
    P.P.S.: Io odio i corsivi.
    Baci e a presto, Fede :wub:

    Edited by Fede Grey; - 9/7/2012, 01:41
     
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  7. LadyCryCryKaulitz
     
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    Hallo! Me nuova lettrice! :)
    La storia mi sembra molto interessante e il titolo mi ha affascinata fin da subito
    Scrivi davvero molto bene e quando si legge è molto scorrevole
    Aspetterò il prossimo capitolo per fare un commento un po' più sostanzioso perciò posta presto XD
     
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  8. LadyCryCryKaulitz
     
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  9. LadyCryCryKaulitz
     
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    up up up
     
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  10. €li$@90
     
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    scusa il commento in ritardo! altro bellissimo capitolo, complimenti! sono curiosa di vedere come continuerai! :) up!
     
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  11. «Blue Schreiber»
     
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    Fortuna che è mia abitudine vagare per diversi forum x'D
    Due capitoli nella stessa serata, nulla di più bello, anzi, forse una cosa più bella c'è ed è questo capitolo.
    Devo dire, ancora meglio del precedente.
    La canzone mi è piaciuta da morire, soprattutto l'inizio *o*
    Adesso sono ancora più curiosa di leggere se Tom si deciderà o no a stringere quella dannata mano di Will x'D
    E comunque sono contenta per lui, ha finalmente trovato il suo ''angelo nero''
     
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  12. Destiny Grey
     
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    LadyCryCryKaulitz:
    CITAZIONE
    La storia mi sembra molto interessante e il titolo mi ha affascinata fin da subito.
    Scrivi davvero molto bene e quando si legge è molto scorrevole.
    Aspetterò il prossimo capitolo per fare un commento un po' più sostanzioso perciò posta presto XD

    Che bello, una nuova lettrice!! :hfgth:
    Grazie mille! :tytu: Il terzo capitolo è in costruzione, ma ho avuto un'idea FE-NO-ME-NA-LE !! O almeno spero che vi piaccia, a me sembra carina... :cry: :cry:

    €li$@90:
    Anzi, a me fa molto piacere ricevere commenti, anche se in 'ritardo' -che poi ritardo non è- :5yth: Ho detto e ripeto: ho un'idea che mi pare bellissima, spero voi sarete dello stesso parere!
    Ora vado a vedere un po' di Death Note e continuo il capitolo, ok? :3

    «Blue Schreiber»:
    CITAZIONE
    Fortuna che è mia abitudine vagare per diversi forum x'D'

    Volevo che fosse una 'sorpresa'!! :tytu: Fa nulla, significa che quando lo riposterò sull'altro forum lo rileggerai :gtyt:
    CITAZIONE
    Due capitoli nella stessa serata, nulla di più bello, anzi, forse una cosa più bella c'è ed è questo capitolo.
    Devo dire, ancora meglio del precedente.
    La canzone mi è piaciuta da morire, soprattutto l'inizio *o*
    Adesso sono ancora più curiosa di leggere se Tom si deciderà o no a stringere quella dannata mano di Will x'D
    E comunque sono contenta per lui, ha finalmente trovato il suo ''angelo nero"

    Mi fa piacere che a qualcuno sia piaciuta quella cosa che mi è uscita :gtyt: ! E sì, mi pare quasi di aver fatto l'effetto 'Beautiful', a fermare tutto in modo così irritante u.u Vi capisco ò.O
    Ho voluto mettere l'incontro nello stesso capitolo, ma una delle mie più grandi paure nelle mie storie è quello di andare troppo di fretta nella successione degli eventi, se vado troppo "veloce" ditemelo, ok? :D
    Al prossimo capitolo!
     
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  13. «Blue Schreiber»
     
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    Fede Grey;



    Tranquilla, e dire che rileggerò il capitolo di nuovo anche nell'altro forum x'D

    Comunque la storia mi piace e tranquilla, non stai andando di fretta ♥
     
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  14. «Blue Schreiber»
     
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    Uppolo xD
     
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  15. Destiny Grey
     
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    Ragazze, io ho mandato il capitolo alla beta, aspetto lei! :)
     
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91 replies since 15/5/2012, 12:34   2271 views
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