In die nacht.

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  1. rafuTh
     
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    Titolo: In die nacht.
    Autore: RafuTh
    Genere: Romantico/Malinconico.
    Raiting: PG
    Avvisi: Angst, AU, Death Fic, One Shot.
    Pairing: BillxTom




    Ricordo ancora com'eravamo, o meglio, com'ero felice prima di quella maledetta rivelazione.
    Era un sabato normale ed essendo io il sexgott di Lipsia, quella sera, come succedeva ormai da anni, uscivo con una delle ragazze più desiderate della scuola. Quella maledetta sera feci però l'errore di tornare a casa.
    Iniziai a prepararmi nel pomeriggio e finita la doccia, andai da mio fratello per avere un consiglio sull'abbigliamento già che in questo campo era davvero esperto. Attraversai il lungo corridoio che separava le nostre camere e bussai piano alla porta che poco dopo si aprii.

    - Bill ho bisogno di un consiglio!- Gli dissi senza pensarci due volte.

    Lui mi guardò prima sorridente e poi scocciato. Sbuffò appena e superandomi si diresse nella mia camera. Aprii l'armadio e mi scelse quello che secondo lui era il completo più adatto, poi abbassando lo sguardo cercò di uscire dalla mia camera, ma lo bloccai per un braccio e feci incrociare i nostri sguardi. Dischiusi le labbra per parlare ma lui fu più veloce.

    - Tom non ho niente, è solo una giornata storta, non preoccuparti.-

    Lo lasciai fidandomi di quello che aveva detto.
    Arrivò la sera e quindi l'ora dell'appuntamento. Scesi le scale e lo trovai coricato sul divano mentre cambiava continuamente canale. Gli lanciai un’ultima occhiata e poi uscii da casa. Presi la mia amata bambina e mettendola in moto sfrecciai sulla strada, avevo lo sguardo fisso davanti a me, ma il pensiero rivolto a lui. Era da tempo che si comportava cosi. Andavo in camera sua mi sorrideva e quando accennavo ad un’uscita o parlavo di una ragazza il suo umore cambiava improvvisamente. Scossi la testa non capendoci niente, odiavo sempre più le situazioni complesse. Arrivai fuori casa di Carmen, la ragazza con cui dovevo uscire. Neanche fermai la macchina che la ragazza si posizionò accanto a me e sfiorò appena le mie labbra con le sue. Un’altra sera ne avrei sicuramente approfittato. Stavamo andando nel luogo stabilito quando mi accorsi che mi mancavano le chiavi di casa e di certo i miei alle 5 del mattino non si svegliavano per aprirmi. Cosi dovetti tornare a casa. Parcheggiai la macchina fuori il portoncino e scesi. Bussai più volte alla porta ma nessuno mi aprii, chiamai Bill ad alta voce ma sembrava essere diventato sordo. Quindi optai per la finestra della cucina che fortunatamente restava sempre aperta. Saltai appena e per poco non caddi a causa dei jeans troppo larghi. Cercai le chiavi di casa mentre un vuoto improvviso mi si era fermato in petto, giusto all'altezza del cuore. Fortunatamente le trovai velocemente, ma quando stavo per riuscire, sentii un urlo provenire forse dalle camere di sopra. L'unico che poteva urlare era mio fratello. Spaventato corsi sopra, spalancai la porta della camera sua e a quel rumore il silenzio divenne protagonista. Avevo una paura assurda e non sapevo ancora il perché. Chiamai Bill più volte senza avere una risposta, girai tutta la casa ma lui non c'era. Possibile che era sparito? Poi un flash-back improvviso venne a farmi visita. Io e lui nel nostro garage che cantavano le nostre canzoni. Quello doveva essere il primo posto dove dovevo vedere. Ero uno stupido. Tornai alla realtà e corsi verso il garage. Lo aprii e la visione che mi si presentò fu quella che mi ferì di più fino allora. Vidi Bill inginocchiato a terra, aveva il viso rigato da lacrime mentre alcune ciocche si attaccavano al suo viso, alzai appena lo sguardo soffermandomi su quel labbro inferiore che tremava appena e poi incrociai i suoi occhi rossi per il pianto e il cuore perse un battito. Cercai di avvicinarmi ma le articolazioni e i muscoli avevano deciso di non funzionare più, abbassai lo sguardo e vidi ciò che non dovevo vedere. Una stupida lametta tra le sue lunghe dita e una striscia di sangue che partiva dal polso. Il mio cuore a quella visione cessò completamente di battere. Tutto intorno sembrava aver perso senso.
    Lui si tagliava.
    Lui soffriva.
    Lui era solo.
    Lui era il mio gemello ed io non mi ero mai accorto di niente.
    Le ginocchia cedettero completamente e caddi a terra con lo sguardo ancora fisso sul suo polso.
    Una lacrima mi rigò il viso, seguita poi da altre. Mi stesi completamente a terra portando le mani sul viso e non capendo effettivamente cosa stesse succedendo.
    Restai cosi per interminabili minuti, finché una mano, la sua mano, si poggiò con fare delicato sulla mia spalla. Aprii gli occhi piano sperando che fosse solo un brutto sogno, ma ritrovai quegli occhi tanto uguale ai miei puntati addosso che mi avvisarono che quella era realtà. Lo presi per le spalle avvicinando i nostri visi.

    - Perché? - una spiegazione, era questa che cercavo.

    Mi scansò violentemente liberandosi dalla mia prese e si alzò.

    - Perché lo faccio, Tom? E' questo che vuoi sapere? Ok, te lo dirò. Lo faccio perché mi sono innamorato e fa male sapere che non sarà mai mio. - urlò disperato.

    Lo guardai, si era innamorato ma l'amore non porta a questo. E di chi, poi? Perché aveva usato mio e non mia? Aprii le labbra per chiedere ma lui mi anticipò.

    - Mi sono innamorato di te - disse affondando il suo sguardo nel mio e facendomi un male assurdo.

    Lui si era innamorato di me e quindi ero io la causa del suo dolore. Le sue parole mi pietrificarono e non fui capace di fare niente, lo guardavo semplicemente.

    - Ecco vedi, tu sei il sexgott, tu hai mille ragazze, tu sei uomo. Io sono solo uno stupido che ha problemi sentimentali. Uno stupido che si è innamorato. Uno stupido finocchio. Nient'altro. - disse freddo e sprezzante.

    Erano successe troppe cose e troppo in fretta.
    Lui era gay?
    Lui mi amava?
    Da quanto tempo?
    Il cervello era ormai andato il tilt. Quella maledetta attrazione che provavo per mio fratello poteva essere ricambiata? Era possibile che anche lui mi amasse come io amavo lui?

    Noi potevamo stare insieme. Un sorriso da ebete dipinse il mio viso. Il nostro amore sarebbe stato libero. E se qualcuno non lo accettava ce ne saremo andati pur di stare insieme. Mi alzai e uscii lentamente dal garage cercandolo per la strada, ma per la seconda volta non lo trovai. Uscii fuori dove ad aspettarmi c'era ancora Carmen, che mi guardava preoccupata.

    - Tom, tuo fratello ha la moto? - chiese titubante

    - Sì, perché? - chiesi guardandola negli occhi

    - L'ho visto uscire ora. - disse abbassando lo sguardo

    C'era qualcosa che non mi voleva dire?

    - Ah capito. - Dissi chiudendo il discorso

    La mattina dopo l'avrei visto, gli avrei detto che lo amavo. Ma ora volevo passare la mia ultima sera da sexgott. E cosi fu. La mattina presto mi ritirai a casa dopo aver accompagnato Carmen. Aprii la porta e trovai le luci accese. Corsi in cucina dove trovai mia madre che piangeva.

    - Mamma cos'è successo? - chiesi mentre il cuore rallentava il battito.

    Volevo saperlo davvero? Tornassi indietro non mi sarei mai ritirato

    - Bill...Bill- disse con la voce rotta dai singhiozzi

    - Bill cosa? - urlai senza volerlo

    - Bill ha fatto l'incidente - sussurrò appendendosi alle mie spalle mentre lacrime amare rigavano il mio viso.

    - E come sta? Dove sta? - chiesi sottovoce

    - Bill è...è morto. - riuscì semplicemente a dire.

    Un’affermazione, tre parole, il suo nome vicino a quella parola mi scombussolarono. Lui era morto solo per colpa mia. Lui su quella maledetta moto correva e Carmen lo sapeva. Lui si era ucciso per me. Urlai con tutta la voce che avevo in corpo. Lasciai mia madre e corsi nella sua camera. Aprii l'armadio lanciando tutto per l'aria finché non trovai ciò che mi serviva. Il suo diario.
    Aprii l'ultima pagina. Era del pomeriggio.

    "L'ultimo giorno.
    L'ultimo giorno che soffro.
    Tom ti amo..."

    Piansi su quel diario chissà quante lacrime ma non erano abbastanza. Io lo volevo. Io lo amavo. Io volevo raggiungerlo.
    Niente aveva più senso.
    Guardai il diario. Quella frase incisa sulla copertina.
    Du bist Alles, was ich bin.
    Und Alles, was durch meine Adern fließt
    In die nacht.



    Fine ! (:
     
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  2. La Fe_10
     
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    :-o no!!!! Non puoi farmi questo!!! Uffa sti scrittore tutti fissati col suicidio XP se non piango c manca davvero poco!!!
     
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  3. rafuTh
     
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    Questa storia è nata in un periodo davvero particolare e... l'ho scritta prima di Leader giusto per affrontare tutte le tematiche nella Fan Fiction! :)
     
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2 replies since 4/6/2012, 10:31   55 views
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