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  1. billina16
     
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    Autore: Billina16

    Rating: NC17 - AU - Twincest not related - Language – Slash – Mpreg -

    Avvisi: Bill e Tom Kaulitz (purtroppo xD ) non mi appartengono, tutto quello che scrivo è inventato, e soprattutto NON è a scopo di lucro.
















    Prologo







    -Tom, ti vuoi muovere con quelle valigie? - urla mia madre mentre indaffarata ripone valigie e scatoloni vari nel bagagliaio.
    Sbuffo stizzito trascinandomi dietro le valigie.
    -Che palle, perché devo andarci di mezzo anch’io? hai sbagliato tu – dico arrabbiato mentre ripongo con stizza le valigie nel bagagliaio.
    -Sto cercando di riprendere in mano la nostra vita ma non posso farlo se tu non collabori – risponde mentre gesticola nervosa.
    -Non sono io che ho messo le corna a papà – urlo facendo voltare la gente curiosa che passa tranquillamente per le vie del paese.
    -Sali in macchina e non discutere, discorso chiuso, muoversi – risponde stizzita indicandomi con la mano il posto accanto a quello del guidatore.

    Le lancio un occhiataccia e decidendo di non stare al suo fianco salgo sui sedili posteriori.

    Da quando papà l’ha lasciata la vita è diventata difficile, prima avevamo tutte le comodità, lui guadagnava bene non faceva mancare niente ne a me ne a lei, non le aveva mai permesso di lavorare e a lei andava bene così, tanto i soldi e le carte di credito gliele dava lui, fin quando non l’ha trovata a letto con un altro uomo, da li ovviamente è cambiato tutto, lui l’ha lasciata ed io non posso che dargli ragione perché l’avrei fatto anch’io al posto suo. Per fortuna visto che io sono suo figlio non ci ha lasciati completamente con il culo per terra, ci ha dato le chiavi di una casa grande quanto un palazzo a detta sua , la casa di sua madre ormai defunta da un pezzo, anche se ha aggiunto che urge di una ristrutturazione, ma almeno abbiamo un tetto sopra la testa.

    Papà avrebbe di sicuro preferito tenermi con se, e a me non sarebbe dispiaciuto ovviamente…se il suo lavoro glielo avesse consentito.

    Inoltre penso abbia fatto un gesto da vero gentlemen lasciando un abbondante dose di soldi a mamma, io non credo l’avrei fatto, non è cosa da tutti.

    Vedo mia madre salire in macchina con gli occhi lucidi mentre si allaccia la cintura e mette in moto la macchina sfrecciando sull’asfalto.

    Mi pento di averle detto quelle parole, infondo capita a tutti di sbagliare nella vita…ma ora come ora non mi riesce facile accettare tutto questo. Pensandoci posso capire il disagio di mia madre, è vero papà non le faceva mancare niente tranne una cosa…l’amore, stando tutto il giorno in azienda tornava la sera troppo stanco per fare i suoi doveri di marito.

    Prendo l’ipod dalle tasche enormi dei miei pantaloni e infilandomi le cuffie mi volto verso il finestrino chiudendo gli occhi con l’intenzione di isolandomi da tutto.



    -Tom, svegliati…siamo arrivati -
    Mi risveglio sentendo mia madre chiamarmi ad alta voce, mi stropiccio gli occhi accorgendomi d’avere ancora le cuffie del mio l’ipod nelle orecchie.
    Guardo il display che segna la batteria scarica.
    -Merda, ci mancava solo questa – dico ad alta voce battendo un pugno sul mio ginocchio.
    Stizzito scendo dall’auto e con una smorfia sul viso mi guardo intorno.
    -Che razza di posto è questo? Che merda –
    -Tom, modera il linguaggio e cerca di accontentarti, ci sono persone che non hanno neppure un tetto sopra la testa e non mi va di sentirti parlare in questo modo - mi riprende mia madre con sguardo severo.
    -Ci sono mogli che non tradiscono i loro mariti, e se lo fanno non si fanno scoprire, potevi farti più furba no? Se volevi spennarlo per bene non ci sei riuscita, ti sei fatta fregare…non sei per niente furba mammina - borbotto mentre per l’ennesima volta mi guardo intorno.
    -Tom Trümper! Non ti permetto di parlarmi in questo modo, è chiaro? –

    Alzo gli occhi al cielo facendo finta di non sentire, già questo posto mette angoscia, se poi ci si mette pure lei a rompere le palle stiamo a posto.
    Davanti a noi c’è una casa molto grande ma anche fin troppo vecchia, nascosta tra gli alberi spogli e le erbacce, qualche strato di neve bianca ancora intatta sul terriccio, nemmeno un impronta su di essa, intoccata e di un bianco intenso. Il tutto metteva un angoscia infinita, un posto isolato dal mondo e per di più una casa vecchia come il cucù.
    -Se vuoi fare qualcosa di utile muoviti a portare quelle valigie in casa, non si trascinano da sole – mi ordina nel mentre cerca la chiave per aprire la porta di questa baracca.
    Annoiato prendo due valigie dall’bagagliaio. A fatica riesco a trascinarle in quella casa, indosso degli abiti larghi che fanno sembrare il mio corpo più imponente ma in realtà sono abbastanza gracilino, no dai…qualche muscoletto c’è l’ho e se prima non c’erano di sicuro mi sono spuntati adesso trascinando queste valigie pesanti.

    Quando finalmente mia madre apre tutte le finestre starnutendo almeno una decina di volte vista la polvere che regna in questa casa riusiamo a vedere qualcosa.
    Un bel salotto spazioso con una grande e lunga scala che porta direttamente al piano di sopra.
    Mi guardo intorno ed inizio a girovagare per le stanze del piano, entro in quella che con tutta probabilità è la sala da pranzo.
    Cammino accarezzando il grande e lungo tavolo da pranzo ormai impolverato. Do un occhiata alla cristalliera antica, contiene varie cianfrusaglie…tazze, tazzine, teiere, bicchieri da champagne…tutte cosa che a me non importano.
    Sbircio nella cucina e non trovando niente di interessante a parte un vecchio televisore che per mia fortuna scoprii funzionare ancora decentemente.
    Annoiato decido di tornare nell’atrio.
    -Che orrenda puzza di chiuso, sembra la casa dei fantasmi, era meglio vista da fuori– dico guadandomi intorno un po’ spaesato.
    -Non fare il cagasotto, la casa è grande, trovati una stanza e sparisci un po’ dalla circolazione, figlio degenere che non sei altro –
    Borbotto un ‘’vaffanculo’’ mentre lei si allontanava per i cazzi suoi.
    La casa d’aspetto è messa davvero male, ma comunque abitabile, è un po’ scura e per questo sembra di stare un po’ in un film dell’orrore. Tutte le stanze sono molto ampie ma troppo spoglie per i miei gusti.
    Mi sorprende il fatto che la vecchia madre di papà vivesse qui tutta sola, io mettendo un attimo da parte il mio orgoglio di ragazzo diciassettenne lo dico sinceramente, mi sarei cagato nei boxer .
    Guardo la lunga e grande scalinata in legno che porta al piano di sopra, mi avvicino battendo un piede sul primo scalino per accertarmi che sia abbastanza solida e sicura.
    Per sicurezza mentre salgo le scale mi tengo stretto alla ringhiera sperando non crolli anch’essa tanto che è vecchia.
    Fortunatamente riesco ad arrivare sano e salvo al piano di sopra.
    Davanti a me si estende un corridoio spoglio con solo due porte, una nascosta infondo ed un'altra appena all’inizio delle scale. Quanto spazio sprecato in questo corridoio.
    Decido di aprire lentamente la prima porta come per paura che possa esserci qualcosa di spaventoso.
    Mi affaccio al suo interno scoprendo una camera matrimoniale molto semplice, al cento regna un letto a baldacchino privo di coperte, ovviamente le avremmo messe noi. Due comodini ai lati del lettone con sopra due abatjour. Uno specchio grande nell’angolo della stanza proprio accanto alla finestra chiusa.
    Mi volto trovando un'altra porta all’interno della camera ed aprendola scopro che è un semplice bagno ma arredato a dovere.
    -Figata, chissà se nell’altra stanza c’è il bagno personale - dico tra me e me.
    Esco da quella stanza e faccio una corsa fino in fondo al corridoio trovandomi in poco tempo davanti ad un'altra porta.
    -Speriamo che questa sia una bella stanza, io di sicuro non mi prendo quella all’inizio delle scale, dopo vengono tutti a rompermi le palle - penso aprendo la porta con il cuore che scalpita nel mio petto ansioso di scoprire quello che mi circonda.
    -Non si vede una fottuta minchia - sbotto afferrando il cellulare dalla tasca dei miei jeans enormi.
    La luce del cellulare illumina fievolmente la stanza, ma basta per farmi trovare la finestra. Mi dirigo verso di essa e con un po’ di forza riesco ad aprirla, non prima di aver starnutito per la ventata di polvere ricevuta direttamente nel naso.
    -Fottutissima polvere di merda - borbotto infastidito strofinandomi il naso con la manica della mia felpa.
    Mi volto guardandomi intorno. In questa casa regna il bianco, tutte le pareti sono dipinte di bianco, neanche fossimo in un ospedale. Tocco le tende ormai sporche e consumate facendo una smorfia.
    -Perfetto, un po’ di fantasia no eh? - penso aggirandomi per la stanza.
    Mi chino e tocco con un dito il parquet impolverato.
    -Una bella lavata ed uscirà come nuovo - penso sfregandomi le mani soddisfatto.
    Mi dirigo verso il letto singolo situato al centro della stanza.
    Tocco la struttura in legno.
    - Ovviamente il materasso è da cambiare, ma la struttura sembra solida –mormoro abbastanza soddisfatto.
    Guardo la scrivania posta alla parete destra della stanza, su di essa regna solamente un abatjour.
    - Li il mio bellissimo portatile ci starà alla grande, e magari anche un bel televisore a schermo piatto - fantastico immaginandomi la stanza ordinata e pulita senza traccia di polvere e vecchiaia.
    Poso lo sguardo sulle due porte in legno infondo alla stanza.
    -Chissà che cosa nascondono queste due porte, due bagni forse? queste camere cono fatte tutte alla stessa maniera – penso aprendo la prima porta.
    -Come pensavo, perlomeno è un bel cesso – dico esasperato.
    Richiudo la porta decidendo di scoprire cosa racchiude l’altra. Entro dentro e inarco un sopracciglio trovando una stanza tipo ripostiglio con un armadio di medie dimensioni.
    -Che spreco, con tutto lo spazio che c’è di là, proprio qui vanno a mettere l’armadio, idioti – scuoto la testa uscendo dalla piccola stanza e richiudendo la porta.
    Esco dalla stanza ed alzando lo sguardo noto attaccato alla parete un orologio ormai fermo da tempo.
    -Che angoscia ragazzi, qui va tutto rimodernato - sbuffo picchiettandomi la mano sulla gamba.

    Mi avvio verso la finestra aperta, la vista non è così male dal secondo piano, certo ci sono tanti alberi secchi e spogli, e una marea di erbacce e fango, ma guardando in alto il cielo così azzurro e il venticello fresco e leggero è così rilassante, tanto rilassante che a stento sento la voce di mia madre.
    -Trovato qualcosa di interessante? -
    Mi volto sobbalzando per la sorpresa.
    -Beh…la maggior parte della roba è vecchia e molto impolverata, bisogna pulire da cima a fondo, ma…credo che questa camera vada bene per me –
    -Certo, anch’io credo vada bene per te, tu sicuramente saprai renderla più tua…magari addobbandola con i poster e…quello che più ti piace – mi dice avvicinandosi a me per carezzarmi la guancia con una mano.
    Prendo la sua mano carezzandola piano.
    -Ascolta…mi dispiace per quello che ti ho detto, quando sono incazzato sparo un sacco di cazzate, tu sai che ti voglio bene, vero mamma? –
    Vedo mia mamma abbozzare un sorriso con gli occhi lucidi.
    -Certo tesoro, posso abbracciarti un po’?-
    Arrossisco un po’ abbozzando un sorriso mentre apro le braccia. Vedo il suo sorriso allargarsi a dismisura mentre mi abbraccia così forte da togliermi il respiro.
    -Il mio piccolo bambino – mormora giocando con i miei rasta.
    -Mamma devo ricordarti che ho diciassette anni? – le dico roteando gli occhi.
    -Che centra? – dice staccando l’abbraccio ed afferrandomi il viso tra le mani. -Per me sei sempre piccolo – disse riabbracciandomi.
    -Si, si, va bene – dico ridacchiando - Ma adesso staccati, lo sai che non sono fatto per le cose sdolcinate -dissi staccandomi dall’abbraccio imbarazzato.
    -Oh, certo, scusa – rispose abbozzando un sorriso.
    -Beh, che si fa? Io pulisco questo piano e tu quello sotto? –
    -Furbo lui, su questo piano ci sono solo due stanze, il lavoro più grosso tocca a me, sei un mascalzone scansafatiche - dice pizzicandomi affettuosamente una guancia.
    -Non ti credere, anche il corridoio è lungo –
    -Bene, prima ci sbrighiamo e meglio è, mettiamoci all’opera – risponde mia madre avviandosi al piano inferiore.

    alzo gli occhi al cielo, non è che io abbia tanta voglia di mettermi a pulire.
    Guardo meglio la stanza deprimendomi pensando a quanto avrei dovuto faticare.
    -Mandami un miracolo, ti prego – borbotto dirigendomi verso il bagno.
    Frugo tra i vari prodotti trovando quello per lavare il parquet.
    -Ora non mi serve, prima pulisco i mobili – penso riponendo il prodotto e prendendo quello per i mobili mi dirigo in camera.

    Non avendo mai fatto le pulizie in tutta la mia vita il compito mi risultò abbastanza difficile, anche perché sui mobili c’era talmente tanta polvere da far dannare l’anima. Di sicuro non sono mancate le imprecazioni, soprattutto quando mi sono accorto di essermi sporcato dalla testa ai piedi. I miei jeans che prima erano di un bellissimo azzurro chiaro ora sono irriconoscibili, sporchi e imbrattati di polvere, e se c’è una cosa che più mi manda in bestia è questa, odio sporcarmi i vestiti, ci tengo troppo.

    Io e mamma abbiamo passato tutta la giornata a pulire casa, siamo entrambe sfiniti ma almeno ora si respira un aria pulita e ho anche smesso di starnutire ogni due secondi. Inoltre sono molto soddisfatto di com’è venuta bene la mia camera. Il parquet ora è lucido e brillante e anche i mobili non sono da meno, adesso si che è una cameretta. Ho già tappezzato la camera con i poster del mio idolo Samy Deluxe in modo da sentirla più famigliare, più mia.
    È quasi ora di cena, mamma dopo aver fatto la doccia è andata a far compere al supermercato.

    Sospiro stanco dirigendomi verso il bagno finalmente pulito e disinfettato con l’intenzione di farmi un bagno rilassante nella grande vasca.
    Riempio la vasca con l’acqua calda e aggiungo il bagnoschiuma profumato agitando con la mano per portare le bolle in superficie.
    Mi spoglio lentamente gettando i vestiti e i boxer nel portabiancheria.
    Quando finalmente mi immergo nell’acqua calda rilascio un sospiro gettando il capo all’indietro appoggiandomi al bordo della vasca.
    -Dio, finalmente…è come rinascere - penso mentre lavo il mio corpo con la spugna morbida.
    Resto nella vasca a rilassarmi per una buona ora, quando mi rendo conto che se non esco adesso non mi scollo più di qui mi impongo di uscire.
    Dopo aver tolto il tappo dalla vasca facendo scorrere via l’acqua avvolgo il mio corpo in un accappatoio e i miei rasta in un asciugamano abbastanza grande.
    Mi asciugo per bene ed indosso dei boxer puliti. Decido poi di indossare un semplice pantalone di tuta e una delle maglie che ormai non uso più. Raccolgo i miei rasta in un codino alto e scendo al piano di sotto. Resto un attimo spiazzato nel trovare mia madre ai fornelli.
    -Ma non eri uscita? Non ti ho sentito rincasare – dico sedendomi al tavolo.
    -Per forza, che vuoi sentire dal piano di sopra, stupidotto - mi riprende scherzosamente inarcando un sopracciglio.
    -Beh…avresti potuto avvertirmi, da quanto sei a casa? –
    -Scusa, non ho pensato ad avvertirti…comunque sono tornata già da un bel pezzo - dice continuando a cucinare.
    -Mm, capisco…la prossima volta avvertimi però –
    La vedo sorridere mentre annuisce piano.
    -Sto preparando il tuo piatto preferito, patatine fritte e wurstel - mi dice spostandosi un po’ per mostrarmi il cibo nella padella.
    -Sei la migliore - le dico facendole l’occhiolino mentre le lancio un bacio da lontano.
    -Grazie tesoro, mi fa piacere sentirtelo dire – sorride mentre distribuisce il cibo nei piatti.

    La cena prosegue tranquillamente, mangio con gusto il mio cibo preferito. Per la durata della cena non parliamo, in casa c’è un silenzio mortale, ma ci sono abituato, nella mia famiglia anche quando vivevamo con papà era la stessa cosa.
    Quando finiamo la cena chiedo a mia madre se vuole una mano, ma per fortuna mia lei rifiuta dicendo che non ci sono molte cose da lavare. Meglio così…infondo l’ho chiesto solo per cortesia.
    Visto che in questa casa non c’è molto da fare do la buonanotte a mamma.
    -Ok tesoro, io sto sveglia ancora un po’, sto cercando di trovare qualche annuncio di lavoro sul giornale, magari sono fortunata –
    -Beh, è una buona cosa – le dico dandole un bacio sulla guancia mentre mi dirigo al piano di sopra.

    Una volta arrivato nella mia camera vado in bagno a lavarmi i denti e mi preparo per dormire.
    Dopo aver finito chiudo la porta del bagno e fisso lo sguardo sulla finestra socchiusa accorgendomi solo ora che sta diluviando. Chiudo la finestra e mi butto stanco sotto le coperte girandomi su un fianco.
    I lampi forti illuminano la stanza, per fortuna non mi hanno mai fatto paura.
    Chiudo gli occhi mentre il ticchettio della pioggia sul vetro della finestra mi rilassa, l’odore della pioggia si sente fino in casa.
    - Io amo il rumore della pioggia che fresca e libera si posa sul mondo – penso prima di cadere in un sonno tranquillo.






    Note finali :
    ed ecco il prologo di un'altra mia ff. xD
    fatemi sapere cosa ne pensate ;)

    Edited by billina16 - 8/6/2012, 21:09
     
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  2. eli92
     
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    Me gusta :D:D:D Tradotto mi attira molto spero che la continuerai! Alla prossima ;)
     
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  3. billina16
     
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    CITAZIONE (eli92 @ 7/6/2012, 21:50) 
    Me gusta :D:D:D Tradotto mi attira molto spero che la continuerai! Alla prossima ;)

    Ma grazie *-* sono felice che ti piaccia :lol:
     
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  4. tokiettina
     
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    Son :vytn: o senza parole...straordinaria!!!!
     
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  5. billina16
     
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    CITAZIONE (tokiettina @ 8/6/2012, 15:00) 
    Son :vytn: o senza parole...straordinaria!!!!

    *-* wow grazie davvero :) sono felice che ti piaccia :uyu:
     
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  6. billina16
     
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    Autore: Billina16

    Rating: NC17 - AU - Twincest not related - Language – Slash – Mpreg -

    Avvisi: Bill e Tom Kaulitz (purtroppo xD ) non mi appartengono, tutto quello che scrivo è inventato, e soprattutto NON è a scopo di lucro.






















    Capitolo 1










    Mugolo nel sonno borbottando infastidito quando sento il mio cellulare poggiato sulla scrivania squillare assordandomi i timpani.
    -Chi cazzo è che mi fracassa le palle, stavo dormendo così bene - penso ancora stordito dal rumore del cellulare.
    Appena mi alzo a sedere sul letto un aria gelida mi investe facendomi tremare da capo a piedi. Lancio un occhiata alla finestra trovandola stranamente aperta. Dev’essere di sicuro aperta da un bel po’ visto il gelo che regna in questa stanza. Sembra quasi di stare in una cella frigorifera.
    Mi alzo dal letto il più velocemente possibile ignorando il parquet ghiacciato, mi rimprovero mentalmente quando per poco non inciampo sulle mie scarpe buttate a caso per la stanza.
    Arrivato alla scrivania afferro il cellulare con stizza leggendo il nome che lampeggia sul display. Dò un occhiata alla sveglia prima di rispondere, segna le 13:30.
    -Mamma? Mannaggia a te stavo dormendo cosi bene, dove sei? – rispondo con la voce ancora impastata dal sonno.
    ‘’Tesoro tutto bene a casa? Ti ricordi che ieri stavo cercando qualche annuncio di lavoro interessante?’’
    -Si, e dunque?...a casa tutto bene, tranquilla - dico sedendomi sul letto.
    ‘’Un ragazzo ha avuto un incidente in auto e ha bisogno di qualcuno che lo assista…solo che, questo lavoro mi terrebbe molto tempo fuori di casa…quindi è meglio se rifiuto ’’
    -Cosa? Ma sei pazza? No, no…guarda che ho diciassette anni, so cavarmela da solo, mi pare d’averlo sempre fatto, non è una novità – le dico pensando a tutte le volte in cui mamma mi lasciava da solo per andare in giro con quell’altro uomo mentre papà all’oscuro di tutto lavorava.
    ‘’Appunto per questo, non voglio ripetere i miei stessi errori, voglio…rimediare’’
    -E’ impossibile rimediare a quei giorni, e comunque hai bisogno di un lavoro, ed io da solo me la cavo, lo sai…se ti fa stare più tranquilla mi chiami, che tu lo voglia o no sai che senza lavoro non vai avanti, non andiamo avanti –
    ‘’Lo so ma…non ne sono convinta, poi devo ancora iscriverti a scuola ‘’
    -Quella è l’ultima cosa che devi fare, anzi se eviti di farlo fai un favore sia a me che alle mie palle – dico ridacchiando.
    ‘’Tom’’ urlò mia madre cercando di mantenere un tono serio e autoritario ‘’Smettila di dire fesserie ‘’
    -Non sono fesserie, lo sai che per me l’argomento scuola è un suicidio, in poche parole cambia argomento o riattacco – rispondo sbuffando.
    ‘’Mascalzone che non sei altro, osa attaccare e quando torno a casa ti attacco io al muro ’’
    -Che paura che mi fai, stavo scherzando donna dei miei incubi peggiori –
    ‘’Figlio degenere, hai mangiato? ‘’
    -No, non ancora, avrei preferito dormire beatamente come stavo facendo prima che ti interrompessi i miei sogni pieni di donne sexy –
    ‘’Beh allora sono una guastafeste. Comunque vai subito a mangiare io forse torno oggi pomeriggio, poi ti chiamo, ok? ‘’
    -Va bene, aspetta un attimo, ma sei stata tu ad aprirmi la finestra ? –
    ‘’No, non ne ho avuto il tempo, perché ? ‘’
    -Mm, niente, si sarà aperta per via del vento, sono finestre vecchie - dico lanciando un occhiata alla finestra dal legno rovinato.
    ‘’Beh, non mi sorprende, lo sai che la casa è vecchia, dimmelo se hai paura e vuoi che torni a casa, posso trovare un altro lavoro ‘’
    -Ma quale paura, per chi mi hai preso – dico roteando gli occhi.
    ‘’Sicuro? Io devo andare, posso stare tranquilla? Non mi combini casini vero? Vai a mangiare qualcosa…ti ho preparato la colazione prima di uscire credendo ti svegliassi prima, e sul tavolo ‘’
    -Davvero? grazie…si certo, promesso, puoi stare tranquilla, vai, vai -
    ‘’Angelo mio, cerco di tornare il prima possibile, un bacio…ciao, ciao’’
    -Ciao, bacio – ridacchio mentre mi alzo dal letto e poggio il cellulare sulla scrivania.

    Mi stingo nelle braccia dal freddo e dirigendomi verso la finestra faccio per chiuderla ma mi fermo non appena qualcosa di insolito attira la mia attenzione. Mi sporgo dalla finestra e rimango sconcertato quando mi accorgo di una lunga scala situata proprio sotto la finestra della mia camera.
    -Oh beato cazzo, e se qualcuno è entrato in casa? Magari un malintenzionato con manie psicopatiche – penso mentre il mio respiro si affanna un po’ e le mie guance arrossiscono per l’aria ghiacciata.
    -Mi sa che ho fatto male a dire a mamma di non tornare a casa - penso chiudendo la finestra mentre controllo la stanza sperando di non trovare brutte sorprese.
    Faccio silenzio e prendo la prima ‘’arma’’ che mi capita a tiro, in questo caso una scopa impolverata.
    -Bene, di sicuro con questa sono imbattibile – penso ironicamente alzando gli occhi al cielo.
    Mentre cammino mi guardo sospettosamente introno per paura che qualcuno con un ghigno malefico mi spunti dietro all’improvviso, magari con un coltello enorme come quelli da cucina.
    Rabbrividisco all’idea torturandomi il labbro inferiore.
    Controllo la stanza di mia madre e non sentendo alcun rumore scendo al piano di sotto con il cuore in gola.
    Tenendo stretto il manico della scopa scendo lentamente le lunghe scale e più mi avvicino sento dei rumori provenire dalla cucina.
    Una goccia di sudore mi scende dalla tempia infrangendosi lungo il mio collo, sto sudando per la paura.
    Quando scendo le scale nel salotto vedo un vaso abbastanza grande.
    -Un vaso è meglio di una scopa - penso poggiando lentamente la scopa a terra.
    Cammino fino ad arrivare alla porta della cucina, accorto l’orecchio per sentire meglio. Sento qualcuno che armeggia con…non so bene cosa.
    Con il cuore a mille socchiudo la porta e rimango scioccato quando vedo una ragazza abbastanza gracile che si abbuffa con quella che dovrebbe essere la mia colazione.
    Aggrotto le sopracciglia e spalanco di scatto la porta vedendola sobbalzare mentre spalanca gli occhi con le labbra ancora sporche di marmellata e fette biscottate .
    -Chi cazzo sei, e che cazzo chi fai qui ? - dico lentamente scandendo bene ogni singola parola con tono minaccioso mentre le punto il vaso contro da lontano.
    Lei tossisce con gli occhi lucidi.
    Realizzo solo in quel momento che è completamente indifesa e spaventata quasi sul punto di piangere mentre si tortura le labbra e si tocca piano il ventre guardandosi attorno cercando una via di fuga. Non ha nessun coltello enorme da cucina, non è una criminale…non sembra.
    - Sembra solo un topolino incastrato in una trappola - non posso fare a meno di pensare quasi intenerito guardando la sua espressione smarrita.
    -Allora? Parla, sei per caso muta? Muoviti a spiegarti prima che chiamo la polizia –
    Lei boccheggia un paio di volte prima di individuare la porta nella cucina che collega alla sala da pranzo. In un attimo la vedo correre veloce nell’atrio. Poggio il vaso a terra cercando di rincorrerla il più velocemente possibile su per le scale. Lei riesce ad arrivare prima in cima e corre veloce per il corridoio con l’intenzione di arrivare nella mia stanza.
    Corro il più veloce possibile con il fiatone e il cuore che scalpita nel petto.
    Arrivo poco dopo di lei vedendola sporgersi dalla finestra per scendere a fatica la lunga scala.
    Questa è pazza, potrebbe uccidersi cadendo da quella scala.
    Decido di non sorvolare sulla faccenda e a tutta velocita corro per il corridoio scendendo rapidamente le scale con la paura di cadere e rompermi l’osso del collo. Di sicuro arriverò prima io calcolando che lei deve fare attenzione a non cadere da quella scala alta e per di più malridotta. Ci impiegherà più tempo.
    Arrivo nell’atrio ed apro la porta uscendo fuori a piedi nudi. Mi affaccio sul retro della casa e guardo lei che ancora non si è accorta di niente.
    Solo adesso mi accorgo che ha il ventre un po’ gonfio ma stranamente nessun accenno di seno. Probabilmente se non avesse avuto indosso quei vestiti così stretti di sicuro non si sarebbe notato nulla, ma è talmente magra che anche quel po’ di pancetta rotonda non passa inosservata.
    Decido di correre da lei che appena mi vede spalanca gli occhi spaventata ed inizia a correre veloce tra gli alberi.
    Stavolta non faccio niente per fermarla. Sono a piedi nudi e fa un freddo boia, il vento pungente mi fa pizzicare le braccia per metà scoperte.
    Guardo la lunga scala poggiata al muro che porta direttamente sotto la mia finestra. Il mio istinto mi suggerisce di toglierla, ma per qualche strano motivo che non conosco neppure io non lo faccio. Insomma, quella strana ragazza si è intrufolata in casa arrampicandosi su una scala così alta solo per rubare un po’ di cibo. Non me la sento di togliere la scala…il suo sguardo era così…perso e spaventato.
    Rientro in casa ancora scosso da tutta la faccenda, cammino piano verso la cucina e mi accingo a riordinare tutto il casino fatto da quella strana ragazza.
    Dopo aver messo apposto marmellata, fette biscottate pane e tolto le briciole dal tavolo decido di rompere il silenzio accendendo la televisione.
    Sposto la sedia senza neanche guardare e ci sprofondo sopra. Solo quando sento qualcosa di…duro? Sotto al mio sedere mi alzo e con sorpresa trovo un cellulare.
    -Dev’essere suo, dalla fretta di scappare l’ha dimenticato qui -
    Rigiro in mano il cellulare combattuto dall’idea di sbirciare o meno.
    Prendo il cellulare in mano e salendo in camera mia mi siedo stancamente sul letto.
    -Al diavolo, lei è entrata in casa mia senza permesso - penso iniziando a sbirciare nelle cartelle del suo cellulare.
    Vado nei messaggi trovando la cartella completamente vuota. Possibile che non riceva messaggi? Li cancella oppure non ha amici?. La mia testa è piena di domande.
    Vedo che nelle ‘’bozze’’ c’è solo un appunto salvato, lo apro leggendo nella mia mente con la curiosità che mi assale ogni minuto di più.

    ‘’Io e te per sempre insieme…ricordi? Me L’avevi promesso Jeremy ‘’

    Chissà a che cosa si riferisce, magari al suo ragazzo?.
    Mi sento tanto un ficcanaso, muoio dalla voglia di sapere quello che è successo a questa ragazza. Non riesco ad essere arrabbiato neanche se si è fottuta la mia prima colazione preparata da mamma. si perché mamma fino ad oggi non mi aveva mai preparato la colazione, quando vivevamo con papà la colazione ci veniva portata a letto, e dicerto non mi lamentavo, solo…è diverso quando è la tua mamma a prepararla, perché lei ci mette amore, e si sente la differenza, la senti dentro.
    Scuoto la testa tornando alla realtà, vado a sbirciare nella cartella delle immagini.
    Cerco di trattenere un sorriso quando vedo le sue foto davanti allo specchio con la maglietta alzata a scoprire il piccolo ventre gonfio.
    -Dio, ma quanti anni avrà? Quindici ? sedici ? Sembra davvero piccola ,però davvero niente male - penso osservandola bene mentre involontariamente gioco con il mio piercing al labbro.
    Quando finisco di guardare le sue foto allo specchio passo alla sezione video.
    Incuriosito guardo l’unico video salvato.
    La ragazza dai capelli neri è tranquillamente seduta sull’erba appoggiata al petto del ragazzo dietro di lei che le riprende il viso mentre ridacchia imbarazzata e cerca di nascondersi nel suo petto per non farsi riprendere.
    Sembrano così felici.
    Provo un moto di gelosia, ma non per quella coppia in particolare, mi succede spesso quando vedo due persone che si amano così. Io non ho mai avuto un vero amore ed ammetto che forse è colpa mia che non mi impegno abbastanza. Ho già fatto sesso con tante ragazze ma non vado a vantarmene in giro. Se l’ho fatto è stato solo perché in quel momento mi illudevo d’avere accanto una persona d’amare anche semplicemente per una notte. Non sono un romanticone sdolcinato, non mi piacciono le cose troppo mielose, non mi sono mai piaciute a dire il vero. Io so essere dolce, ma al punto giusto…sono un insieme di tutto…sono Tom.
    Cerco nelle altre cartelle e non trovando nient’altro d’interessante ripongo il cellulare accanto al mio sulla scrivania. Mi chiedo se tornerà a riprenderlo.
    Scendo in cucina con l’intenzione di mangiare qualcosa visto che il mio stomaco ha iniziato a brontolare.
    Decido di mangiare un semplice panino al prosciutto cotto. Prendo una lattina di coca-cola e mi piazzo davanti al vecchio televisore.
    Quando finisco di mangiare torno in camera mia affacciandomi alla finestra, forse con l’intento di rivedere quella ragazza, ma di lei non c’è nemmeno l’ombra. Tante domande si affollano nella mia mente. Perché è salita fin qui solo per rubare del cibo? Ha una casa dove stare?... Spero proprio di si, nelle sue condizioni potrebbe essere pericoloso non avere un tetto sopra la testa.
    Mi do uno schiaffo in fronte mentre mi sdraio sul letto.
    -Ma a me non deve fregare, è da tutta la giornata che ci penso…sarà perché non ho un cazzo da fare e la mia mente va all’unico avvenimento interessante della giornata - penso prendendo il mio cellulare intenzionato a giocare con uno di quei giochetti stupidi ma che almeno permettono di passare il tempo e di non pensare a niente.
    ogni tanto mi affaccio alla finestra giusto per prendere…una boccata d’aria.
    Passo la mia giornata annoiandomi a morte con il cellulare ed il pc…ho visto quasi tutti i film salvati sul computer mentre mi abbuffavo di schifezze, che poi a chiamarle schifezze ci vuole un bel coraggio, ho mangiato cioccolata e patatine a volontà, tanto che potrebbero bastarmi per mesi e mesi.
    Scendo al piano di sotto con l’intenzione di bere un bel bicchiere d’acqua dissetante, dopo tutta la roba che ho ingurgitato ci vuole proprio.
    Entro in cucina prendendo un bicchiere, lo riempio direttamente dal rubinetto.
    Bevo così velocemente che alcune gocce scendono leggere sul mio collo finendo la loro corsa sulla felpa.
    Soddisfatta la mia sete faccio per tornare al piano di sopra ma mi blocco sentendo la porta di casa venire aperta dalle chiavi.
    -Dev’essere mamma - suppongo mentre attendo che venga aperta la porta.
    -Tesoro sono a casa...oh ma sei già qui ad aspettarmi?- dice venendomi incontro e dandomi un bacio sulla guancia.
    -Siamo telepatici, io stavo per salire in camera e tu sei arrivata - rispondo ridacchiando.
    -Beh…madre e figlio - sorride lei.
    -Comunque, com’è andata a lavoro? -
    -Tutto bene, per fortuna ho beccato un ragazzo simpatico…anche se è ridotto male ed ha molto bisogno d’aiuto -
    -Mi dispiace, comunque tranquilla, a casa tutto bene, come puoi vedere la casa è ancora come l’hai lasciata stamattina e non ho incendiato nulla - dico sorridendo divertito.
    -Stupido, mi sei mancato – dice abbracciandomi improvvisamente.
    -Anche tu…ma ora siamo qui, no? – rispondo staccandomi dall’abbraccio.
    -Per fortuna si, comunque oggi andiamo a mangiare fuori, ti va? -
    -Non vedo l’ora, vado a mettermi le scarpe – dico correndo al piano di sopra.
    Mi siedo sul letto allacciandomi le scarpe. D’improvviso mi scappano gli occhi sul cellulare di quella ragazza.
    Non posso fare a meno di sentirmi un po’ una merda. Insomma, io vado a mangiare fuori mentre lei…ruba per mangiare.
    Scendo in cucina mentre mia madre sale in camera sua a prepararsi.
    Prendo un panino dalla dispensa mettendoci dentro del prosciutto cotto, lo incarto in un tovagliolo di carta per poi racchiuderlo dentro la carta stagnola. Prendo dal frigo una bottiglia d’acqua ed un pezzo di cioccolata.
    Sento i passi di mia madre scendere le scale. Metto il panino e la bottiglia d’acqua nelle tasche dei miei pantaloni larghi.
    -Andiamo? – mi chiese sorridendo.
    -Si, metto la giacca e ti raggiungo, faccio presto - dico il più naturale possibile, non voglio che mia madre scopra quello che è successo oggi, altrimenti inizierebbe a preoccuparsi inutilmente e molto probabilmente lascerebbe il suo primo lavoro.
    -D’accordo, fai presto - dice iniziando ad avviarsi verso l’auto parcheggiata a pochi passi dalla casa.
    Quando se ne va io esco di casa chiudendo la porta.
    Poggio il panino e la bottiglia d’acqua sul davanzale della finestra al piano terra.
    -Speriamo lo mangi – penso iniziando a correre all’auto di mia madre.
    Eppure un gesto così non l’ho mai fatto in tutta la mia vita, sarà che mi è sembrata così fragile? Oppure sarà per il fatto che aspetta un bambino? Non so darmi una risposta precisa, ma una cosa è certa, il mio cuore non è di pietra.

    -McDonald’s? – chiede mia madre quando salgo in macchina.
    -C’è un McDonald’s qui vicino? - chiedo stranito mentre mi allaccio la cintura.
    -No, è un po’ lontano da qui, ma l’attesa aumenta il desiderio no? – risponde ridacchiando per poi mettere in moto sfrecciando veloce sulla strada libera.
    -L’attesa rompe e basta – dico con un mezzo sorriso.
    -La pianti d’avere sempre ragione? È snervante - mi riprende falsamente arrabbiata.
    -Eh che ci vuoi fare - dico facendole una linguaccia.
    Alla fine per fortuna non impieghiamo molto ad arrivare. Mangiamo fino a scoppiare, mc chicken, patatine, mcnuggets…e con la coca-cola e il gelato concludiamo la nostra ‘’abbuffata’’.
    Era da una vita che non passavo un po’ di tempo da solo con mamma, devo dire che mi ha fatto bene, mi sento meglio adesso. È così bello sentirsi amati.
    Verso la strada del ritorno continuo a sbadigliare, non vedo l’ora d’infilarmi sotto le calde coperte del mio letto.
    Penso a quella ragazza, chissà se ha trovato il cibo che ho lasciato sull’davanzale della finestra apposta per lei.

    Una volta arrivati a casa mamma entra per prima mentre io corro direttamente sul retro della casa, esattamente dove ho lasciato il pranzo.
    I miei occhi si illuminano quando sul davanzale trovo solamente un polsino nero con al centro raffigurato un piccolo teschio. Non è proprio il mio stile ma almeno mi fa capire che ha apprezzato.
    Sorrido mettendolo in tasca mentre entro in casa.
    -Tesoro io vado a dormire, domani devo alzarmi presto…tu che fai? – chiede mia madre stretta nello scialle caldo.
    -Dormo anch’io – rispondo dandole un bacio sulla guancia.
    Stanco mi dirigo al piano di sopra. Come sempre mi preparo per la notte mettendo la tuta che ormai utilizzo a pigiama.
    Dopo aver lavato i denti mi distendo sotto le coperte poggiando il polsino nero sotto il cuscino.
    Poco dopo mi addormento tranquillo, cullato dalla notte che con il suo mantello scuro avvolge la città.






    Note finali :
    Eccomi qui ;)
    Spero vi piaccia anche questo capitolo.
    Tom crede che Bill sia una ragazza xD
    Beh...esprimete pure i vostri pareri ^^ fatemi sapere cosa ne pensate.
    Un baciotto a tutte.

    Edited by billina16 - 30/7/2012, 22:16
     
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  7. Star Venomous
     
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    Ed ecco che mi aggiungo anch'io alla ciurma u.ù
    I capitoli sono interessanti, soprattutto l'ultimo che hai messo ed è stato questo
    a farmi incuriosire.
    All'inizio pensavo che il ferito da curare fosse proprio Bill ma quando poi in
    cucina c'è stata quella sorpresina ho capito tutto. u__u
    Sono davvero curiosa di sapere come si "conosceranno" i due e che faccia farà
    Tom quando scoprirà che in realtà quella bella signorinella è un maschio x°D

    Posta presto ♥__♥
     
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  8. billina16
     
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    CITAZIONE (Star Venomous @ 10/6/2012, 12:25) 
    Ed ecco che mi aggiungo anch'io alla ciurma u.ù
    I capitoli sono interessanti, soprattutto l'ultimo che hai messo ed è stato questo
    a farmi incuriosire.
    All'inizio pensavo che il ferito da curare fosse proprio Bill ma quando poi in
    cucina c'è stata quella sorpresina ho capito tutto. u__u
    Sono davvero curiosa di sapere come si "conosceranno" i due e che faccia farà
    Tom quando scoprirà che in realtà quella bella signorinella è un maschio x°D

    Posta presto ♥__♥

    Benvenuta e grazie del commento ;) :uyu:
     
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  9. Star Venomous
     
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    Di niente *^*
     
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  10. tokiettina
     
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    Capitolo bellissimo!!!!!! non vedo l'ora che bill e tom si parlino!!!!! 5yth:
     
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    nuova lettrice molto interessante aspetto di leggere i altri
    upppppppppppppppp
     
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  12. billina16
     
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    CITAZIONE (cico90th @ 11/6/2012, 11:13) 
    nuova lettrice molto interessante aspetto di leggere i altri
    upppppppppppppppp

    Grazie mille del commento e benvenuta ^^
     
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  13. eli92
     
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    Mi piace mi piace e mi piace anche questo primo capitolo *.* Non vedo l'ora del prossimo :)
     
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  14. billina16
     
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    CITAZIONE (eli92 @ 12/6/2012, 09:49) 
    Mi piace mi piace e mi piace anche questo primo capitolo *.* Non vedo l'ora del prossimo :)

    Grazie ^^ ne sono felice :D
     
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  15. Paddy Blue
     
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    mi piaceeeeeeee un casinooooooo ;) nn vedo l'ora che postiiiiii ;)
     
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