From A Dream

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  1. Star Venomous
     
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    Nessun problema, capita anche a me qualche volta. Io Il Brutto Anatroccolo prima di
    postarla l'ho riscritta per ben 3 volte xD
    Meglio fare così invece di rischiare di rovinare tutto. u.u
    Aspetterò il capitolo! (:
     
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  2. LadyCryCryKaulitz
     
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    CITAZIONE (Dark_angels @ 8/12/2012, 00:04) 
    ciao bellissime:) ho avito qualche problemino, ma la storia va avanti, in produzione continua:) per no rimanere indietro ho in programma di scrivere ancora un po prima di postare di nuovo, così da non costringervi a d aspettare invano troppo a lungo. perdonate ho avuto qualche problema, oltre al fatto ad una specie di blocco " di stesura" visto che la storia c'è, ma no mi piace come sta venedo giù, ma sto rimediando:) intanto mie adorate 3 stelle alpine, fatemi vedere quanto vi interessa;)

    prenditi il tempo che ti serve, ma non troppo, devo e dico devo sapere come continua :)
    up up up
     
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  3. Dark_angels
     
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    che tenere<3 mi dispiace essermi interrotta cosi, ma in questo ultimo periodo mi gira proprio male. io considero la scritttura un arte e ogni arte nasce per ispirazione; così l'ispirazione nasce dalla passione, dalla sofferenza o da tutte e due insieme. e visto che qualcuno ha deciso di fare la stronza con me, ora mi ritrovo sola e questo, anche se dura da tanto, ha influito più pesantemente in questo periodo e non sono riuscita a scrivere più niente, ne della storia ne i temi per compito, neanche un regalo che dovevo fare, perchè sapere di ritrovarsi soli perchè qualcuno tutto ad un tratto a deciso che non vai bene fa male. probabilmente non speravate neanche più che arrivasse.
    mi dispiaxe molto.
    spero che questa storia vi interessi ancora, che non vi faccia schifo e che mi perdoniate il ritardo. grazie per aver seguito fino ad adesso questo folle storia e spero continuiate a leggere.

    II CAPITOLO

    Tutti i soldati si girarono verso di me, come se avessero avuto una visione celestiale. “ Messer Wilhelm, siete davvero venuto a combattere tra di noi?” disse un ragazzo con tutta la faccia infangata e le ali sudice. A giudicare dall’uniforme doveva un soldato semplice, un fante, una pedina nella scacchiera della strategia militare. “ Si ragazzo” sorrisi io cercando di essere incoraggiante. “ Combatterò al vostro fianco e gli renderemo pane per focaccia!” disse davanti a tutti i soldati, ad alta voce. L’unica cosa che mio padre mi aveva insegnato era a fingere bene; inoltre me la cavavo bene con le parole. “ Ora mi consulterò con i vostri superiori e, dopo aver preso coscienza della situazione, elaboreremo una nuova strategia da utilizzare il prima possibile, per cui, uomini, preparatevi e tenetevi pronti.” Un coro di approvazione si levò dal gruppo ben nutrito che mi ascoltava e, quando ebbi finito, alcuni di essi si diressero correndo verso varie parti dell’accampamento, probabilmente per far sapere del mio arrivo. “ Però” continuai “ Ora ho bisogno di qualcuno che mi conduca dai comandanti”. “ Io” si propose un ragazzo. “ Come ti chiami?” chiesi io tranquillo. “ Eric, signore” disse lui rispondendo al sorriso timido. “Sono delle regioni del nord”. Eric iniziò a farmi strada. Il soldato tutto sommato era un bel ragazzo: spalle larghe, ben piazzato, biondo, occhi glaciali… ma in ogni caso era evidentemente segnato dalla guerra. Tutti davano per scontato i miei gusti, per via del mio aspetto: capelli lunghi, occhi truccati, fisico esile…. In battaglia la mia mancanza di forza era compensata da una velocità e agilità senza uguali, ma nonostante fossi molto più bravo di tanti altri, tutti mi vedevano come una tenera creatura da proteggere, come una gentil dama. Questo era un altro dei motivi per cui odiavo gli accampamenti: visto che ero l’erede al trono, e che ero evidentemente gay, tutti i ragazzi ci provavano irrimediabilmente con me. “Eccoci, messer Wilhelm, questo è la tenda di comando. Se mai dovesse aver bisogno di qualcosa, qualunque cosa, non esiti a chiamarmi” disse sfoderando un sorriso degno di un principe delle nevi. Per l’appunto. In fondo non li biasimavo, ero l’erede al trono: chi non sognavo di farmi innamorare e diventare mio compagno con tutti i vantaggi che ne conseguivano? “Non ti preoccupare ,lo terrò a mente” dissi sorridendo. Lui se ne andò camminando a tre centimetri dal suolo, nel vero senso della parola. Ovviamente non avrei mai chiesto il suo aiuto.
    Dal canto mio non disprezzavo i ragazzi, ma neanche le ragazze: mi attraevano entrambi. Io cercavo solamente l’amore: se c’era l’amore tutto passava in secondo piano.
    I miei ragionamenti vennero da alcuni capitani che attirarono la mia attenzione, interrompendo le mie elucubrazione mentali sull’amore. “Signore” mi chiamò uno di loro “Dobbiamo discutere della strategia”. “Oh, si” dissi ridestandomi dai miei pensieri “Com’è la situazione?” “Di certo non è rosea, signore” comincio un capitano con i tratti tipici dell’est. “Le truppe sono malridotte, e ci sono molti feriti, ma anche dall’altra parte della barricata non son messi meglio: le loro attrezzature sono danneggiate, e molti delle loro sono stati avvelenati dai nostri dardi. Non moriranno di certo, hanno la pelle dura quelli, ma molti rimarranno fuori gioco per un bel po’” disse il capitano orgoglioso. “ Anche se siamo deboli dobbiamo attaccarli adesso, è il momento migliore” disse un generale con gli stessi tratti somatici di Eric: evidentemente proveniva anche lui dal nord. “Siamo troppo deboli ancora” disse il capo medico “I soldati che andranno in battaglia adesso sono condannati a morte sicura”. “ Le perdite varranno la vittoria” rispose quello. Mi schiarii la voce, infastidito. Tutti si voltarono a guardarmi, leggermente terrorizzati. Sapevano bene che una mia sola parola, anche un mio solo respiro, basta per farli avanzare di grado o a farli retrocedere a regolatore di volo ( Be, nel caso del capo medico, ad infermiere). Così tutti si zittirono e stettero con le orecchie tese ad ascoltarmi. “Signor generale” iniziai io, giocherellando con una delle grandi pedine sul plastico di guerra posto sul tavolo. “Le piacerebbe essere trattato al pari di questa misera, insulsa, insignificante pedina? Di poter essere considerato carne da macello? Di essere considerato tanto inutile quanto sacrificabile?” chiese io. “ Io…” “ Perché a me non piacerebbe” dissi stringendo il piccolo soldato in miniatura tra le mani. “ I nostri soldati si fidano di noi, confidano nelle nostre strategie di guerra, quando vanno a combattere, vanno pensando che i loro generali gli permetteranno di vincere la guerra con le loro mosse strategiche, e non che li stanno mandando al mattatoio” dissi deciso. “ Con tutto il rispetto, solo perché lei non crede in questo guerra…” iniziò a rispondere piccato. Risposta che io stroncai sul nascere “Per quanto reputi questa guerra sciocca, non posso astenermi dal combatterla, perciò non posso pensare di mandare al macello dei soldati innocenti” continuai calmo. “Fin’ora son io che ho preso le decisioni qui, e non sarà l’ultimo arrivato a metterle in dubbio, soprattutto un…” disse urlando, sbattendo la sedia per terra e avvicinando la mano alla spada. Ma prima che potesse fare una qualunque mossa, estrassi il mio pugnale da caccia, gli stortai il braccio dietro la schiena e glielo puntai al collo. “Un, cosa?” gli sussurrai nell’orecchio mentre un sorriso macabro mi si dipingeva sul viso. “Avanti, vada avanti, non aspetto altro. Un piccolo frocio insignificante? E ditemi, sarebbe decoroso farsi sgozzare come un agnellino da un frocio insignificante, qui davanti a tutti” “ Non intendevo questo , signore” sfiatò dolorante distogliendo lo sguardo. “Ne sono certo, ma non si permetta più di farmi dubitare” Lo lasciai andare in malo modo, riponendo il pugnale nel suo fodero. “ chiunque abbia da ridire sulle mie scelte me ne può parlare liberamente, ma chi ha da ridire sulla mia autorità, sul mio modo di pensare…” guardai le facce dei presenti una ad una “ o sul mio aspetto fisico, può benissimo confrontarsi con me tramite duello”. Poi un sorriso sghembo comparve sul mio volto. “ ma non vi assicuro che sarò clemente. Comunque ho deciso che darò un’occhiata al campo di battaglia di persona prima di decidere per una strategia. Quando sarò tornato sceglieremo quale adottare. Intanto lei” dissi rivolto al capo medico “ esamini i feriti e decida chi può combattere e chi no.” Detto ciò uscii dalla tenda e mi diressi verso l’ingresso del campo, quando qualcuno da dietro mi fermò. Era il capo medico del campo. “ che c’è?” disse, curioso di vedere se, nonostante l’esibizione di poco prima, voleva affrontarmi. “ niente di che messer Wilhelm, solo volevo ringraziarla per aver tacciato Reese, è un pallone gonfiato e borioso che non pensa minimamente al bene dei soldati. Era ora che arrivasse uno come lei. Schwarz è un buon generale, ma deve occuparsi di più fronti, così ci ha lasciato in mano ad un incapace come lui.” “Non c’è di che, è il mio compito del resto. C’è altro?” “Volevo augurarle buona fortuna e darle questo.” Mi porse una fiale, contenente un liquido denso e rossastro all’interno. “ è un distrillato di radice di sanguigna. È altamente curativo, può far rimarginare a breve quasi ogni tipo di ferita. Spero non e abbia bisogna, ma non si sa mai.”. “ Grazie” dissi guardandolo benevolo. “ stia pur sicuro che non me ne dimenticherò.”.
    Il dottore ritornò verso l’infermeria del campo, mentre io mi incamminai verso l’uscita. Una volta raggiunta continuai il mio viaggio, ma a piedi: era più sicuro, se avessi spiccato il volo il rischio di essere avvistati era molto più elevato. Iniziava bene il mio ritorno sui campi di battaglia.
    nr flirt: 1
    nr soldati insobardinati: 1 ( un generale per di più)
    nr minacce di morte: 1
    n risulti: 0 ( evitati grazie alla minaccia sopracitata)
    nr di kilometri da fare a piedi: almeno 200 in salita se non di più
    Iniziai a camminare: il mio ritorno in guerra incominciava proprio bene
     
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  4. LadyCryCryKaulitz
     
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    CITAZIONE (Dark_angels @ 4/1/2013, 23:44) 
    che tenere<3 mi dispiace essermi interrotta cosi, ma in questo ultimo periodo mi gira proprio male. io considero la scritttura un arte e ogni arte nasce per ispirazione; così l'ispirazione nasce dalla passione, dalla sofferenza o da tutte e due insieme. e visto che qualcuno ha deciso di fare la stronza con me, ora mi ritrovo sola e questo, anche se dura da tanto, ha influito più pesantemente in questo periodo e non sono riuscita a scrivere più niente, ne della storia ne i temi per compito, neanche un regalo che dovevo fare, perchè sapere di ritrovarsi soli perchè qualcuno tutto ad un tratto a deciso che non vai bene fa male. probabilmente non speravate neanche più che arrivasse.
    mi dispiaxe molto.
    spero che questa storia vi interessi ancora, che non vi faccia schifo e che mi perdoniate il ritardo. grazie per aver seguito fino ad adesso questo folle storia e spero continuiate a leggere.

    mi spiace per il brutto periodo spero che andrà meglio :)
    comunque personalmente a me interessa ancora la storia e continuerò a leggerla se continuerai postare :)
    più tardi leggerò quello che hai appena postato (ora purtroppo non posso) e ti farò un commento fantastico!! :D
     
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  5. LadyCryCryKaulitz
     
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    bello bello bello!!! :D
    Quando arriva il prossimo? Sono curiosaaaaaaaaa XD
    ps: non è il commento fantastico che ti avevo promesso ma non ho davvero tempo comunque mi è piaciuto sul serio :)
     
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  6. LadyCryCryKaulitz
     
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    uuuppp
     
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  7. LadyCryCryKaulitz
     
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    ma dove sei finita?
    Ho bisogno di sapere come va avanti :(
    uppy please
     
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  8. LadyCryCryKaulitz
     
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    mi spiace un sacco per qualunque cosa ti sia capitata e non preoccuparti per l'ff, se chiedi in vari forum ti diranno tutti che sono brava ad aspettare :)
     
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  9. Dark_angels
     
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    so che è pochino, ma spero che sia abbastanza per ricominciare^^ be, che dire, grazie ed è bello star per tornare a tempo pieno come una volta!

    CAPITOLO III

    Viaggiare a piedi, per noi alati, non era molto comodo: abituati a volare come eravamo non potevano sopportare lunghe distanze senza piagarsi. Per fortuna ero dotato di una forte forza di volontà, che non mi fece fermare neanche per un passo. Il mio viaggio durò un paio di chilometri, fino a che sentii un forte vociare: era finalmente arrivato in prossimità del campo dei terranei. Ovviamente non potevo avvicinarmi troppo, altrimenti non avrei avuto scampo: in quella zona le correnti d’aria erano esigue e non mi avrebbero portato ad alta quota velocemente; inoltre in un inseguimento a terra contro uno qualsiasi di loro non c’è storia, mi avrebbero preso per la collottola dopo un nanosecondo. Ma non potevo ne dovevo andarmene: dovevo cercare qualche informazione. Così mi accostai il più lentamente possibile e tesi l’orecchio. Sentii uno scricchiolio dietro di me, come un ramo spezzato, ma non vi badai più di tanto, e continuai a concentrarmi sul campo nemico. Stranamente non riuscivo ad afferrare nessuna delle parole che dicevano, sembravano senza significato. Eppure avevo sempre avuto un ottimo udito. Abbassai la guardia sull’ambiente circostante, concentrando completamente la mia attenzione sulla fonte di quel rumore. Finalmente, dopo un breve sforzo riuscii a capire qualcosa di quei strani suoni. Ma non erano chiacchiere. Non erano lamentele. Non erano piani di guerra. Era una canzone. Che soldati si mettono a cantare una canzone a pochi chilometri dal proprio accampamento, rendendolo in questo modo più semplice la proprio individuazione da parte del nemico? Nessuno. O meglio, qualcuno che abbia bisogno di attirare l’attenzione. Qualcuno che aveva preparato un’imboscata, ma me ne accorsi troppo tardi. Più esattamente quando sentii una catena avvolgermi il busto e le ali in una spira sempre più violenta.
    Ero stato preso alla sprovvista, ma questo non significa che non sapessi come reagire. Presi la catena tra le mani e tirai forte, facendo cadere il mio assalitore dall’albero su cui si era appostato. Mi liberai in fretta e estrassi la spada. Il mio avversario si era subito rialzato e aveva riavvolto la sua catena, pronto a scagliarla un’altra volta contro di me. Mi ritrovai di fronte ad un ragazzo che aveva più o meno lo stessa età, ma con un fisico decisamente più virile e muscoloso del mio; anche se era più basso di qualche centimetro, sembrava incombere su di me. Gli occhi erano di un castano chiaro, color del cioccolato fuso, la pelle era ben abbronzata e i capelli raccolti in qualche strano modo. In sostanza sarebbe stato un bel ragazzo, se non fosse stato per la mancanza innaturale delle ali dietro la schiena. “ Sapevo che qualcuno di voi stupidi gallinacci ci sarebbe cascato. Siete così prevedibili” disse girando come un leone affamato circonda la proprio preda. Feci per replicare, ma lui, fulmineo, sferzò un altro colpo, che ovviamente parai, tentando un affondò. Si scansò più velocemente di quanto riuscissi a vedere: schivai il suo secondo attacco solo grazie al rumore della catena che spezzava l’aria. Non mi ci volle molto a capire che mi trovavo davanti ad un avversario insolito quanto pericoloso: i terranei erano si più veloci negli inseguimenti, ma erano soliti usare armi pesanti come asce o mazze; invece questo ragazzo usava una catene, che rendeva i suoi movimenti fulminei e micidiali. Stancava l’avversario, mentre a lui ogni colpo costava il minimo sforzo. Anche l’ambiente lo avvantaggiava: troppi alberi per volare e troppo poco vento per anche solo tentare di spiccare il volo; senza contare che le ali sbattevano di continuo contro i tronchi e che rallentavano notevolmente i miei movimenti.
    No, no, dovevo assolutamente uscire da lì, o lui mi avrebbe fatto letteralmente a pezzi.
    Dovevo farmi venire un’ idea… cavoli Bill pensa! Intanto che mi dibattevo per trovare una risposta il mio nemico non mi dava tregua: continuava a lancia la catena senza sosta, ma tenendosi sempre a debita distanza dai miei affondi. In più dovevo stare attento che non intrappolasse la mia spada con i suoi lanci: avevo un altro pugnale, ma se già con una spada mi difendevo a fatica, affrontarlo con un pugnale sarebbe come essere disarmati. Ad una certo punto però sentii una leggera brezza, un alito di vento freddo. Da dove proveniva? Improvvisamente capii: verso nord si apriva un profondo precipizio caratterizzato da forti correnti fredde. Tra di noi era molto temuto dal momento che lì i venti erano così violenti da spezzare le ali. Inoltre tutti erano freddi, tranne una corrente ad alta quota più calda. Le probabilità di incontrarla erano basse, ma i terranei sapevano troppo poco di volo per sapere che quei venti non mi avrebbe consentito di volare. Probabilmente avrebbe creduto che avrei spiccato il volo, concedendomi un attacco a sorpresa. Poi avrei potuto sfruttare la loro proverbiale vertigine. Dovevo fare un tentativo prima di soccombere ai suoi colpi. Parai un altro colpo e lui ritrasse la catena ne sferrò un altro. Allora i feci si che la sua arma si arrotolasse contro la mia lama, per poi girami vorticosamente. Così facendo riuscii a sbalzare il ragazzo dalla strana capigliatura contro un tronco e iniziai a correre. “ vuoi giocare al gatto con il topo? Va bene, giochiamo, ti do un po’ di vantaggio” . Dopo una manciata di secondi iniziò a inseguirmi, ma senza correre seriamente: prendeva la mia fuga come un gioco, altrimenti mi avrebbe acciuffato senza problemi, continuai a correre sempre più veloce, ma vidi che lui mi stava dietro senza neanche troppi sforzo. Non avevo mai odiato le mie ali così tanto, mi stavano pesantemente rallentando. Nonostante ciò continuai a correre a perdifiato, covando una rabbia cieca contro il mio rivale, che continuava a ridacchiare, senza dare il minimo segno di fatica: era insopportabile! E pensare che tra i miei ero il migliore nelle corse di velocità. La natura lussureggiato, per la mia gioia, stava sciando al passo al deserto: non mancava ancora molto. ancora qualche passo. La fatica di combattere contro la massa d'aria che apriva le ali mi facevo galoppare il cuore nel mio petto, i battiti sordi nelle mie orecchie. Il baratro si apriva improvvisamente nel terreno. una fortuita brezza calda iniziò a spirare. "Perfetto" pensai:" un balzo, un solo balzo". Il terraneo, capite le mie intenzioni, accelerò il passo, per colmare la distanza che si era formata tra noi. Troppo tardi. Ancora un passo e sarei stato proiettato nel grande blu.
     
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23 replies since 13/10/2012, 23:05   310 views
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