Boulevard of broken dreams

attenzione: c'è la presenza di qualche scena violenta

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Alexiel.Slicer
     
    .

    User deleted


    CAPITOLO 3 -Ti vedrò strisciare...-




    La nuova notte agli occhi di Celeste subentrò velocemente, troppo velocemente.
    Aveva trascorso la giornata chiusa nella sua stanza per non incontrare Carl ed imbattersi nella sua ira ancora bruciante. Non aveva neanche mangiato e adesso sentiva il suo stomaco protestare per l'assenza di cibo.
    "Se continui così ti farai ammazzare davvero" la rimproverò Kirsten "Che ci guadagni ad alzare la cresta con lui? Ti becchi solo lividi e finisci con il non mangiare, io non ti capisco".
    "Io non riesco a farmi mettere le mani addosso senza reagire come fai tu".
    "Ma comportandoti così vai verso il suicidio".
    "Almeno morirò con un minimo di dignità...e comunque non credere che io mi faccia ammazzare da quel bastardo! Non esalerò l'ultimo respirò sotto le sue mani, no. Al contrario, devo vederlo io strisciare come un verme ai miei piedi implorandomi pietà".
    "Spero per te che un giorno sia così...adesso però preparati che dobbiamo andare...io ti aspetto di sotto" e così dicendo la ragazza lasciò la stanza.
    Celeste si vestì con i soliti stracci indecorosi per poi uscire al piano di sotto anche lei.
    Il suo obiettivo era fuggire da quella vita e non poteva farlo se prima non trovava il modo di liberarsi di Carl. Su di lui concentrava tutto il suo odio e dal giorno in cui l'aveva costretta a prostituirsi progettava il delitto perfetto la cui vittima sarebbe stato lui.
    Sporcarsi le mani con il sudicio sangue di un essere simile le faceva schifo, ma era l'unico modo che aveva per ritornare libera, e con lei anche le sue compagne.
    Fuori la luna piena era per metà nascosta da alcune nuvole bianche che pian piano andavano a diramarsi verso l'esteso manto pece, fin quando non avrebbero lasciato scoperto del tutto il corpo celeste dal bianco lattiginoso.
    Carl proprio in quel momento stava facendo salire sul furgoncino le ragazze e quando la vide la fissò in un modo tagliente e glaciale. Celeste lo ignorò e gli passò davanti per salire, anche lei, sul veicolo, ma l'uomo le mise un braccio davanti ostacolando la sua avanzata. La guardò con un ghigno e con la sua mano callosa e fredda sfiorò la guancia della ragazza, per poi bloccarle il viso per il mento. La tirò bruscamente a sè e la baciò.
    Celeste sentì quella viscida lingua insinuarsi prepotente nella sua bocca e un'espressione di disgusto le stravolse i bei lineamenti.
    Quando quel riprovevole bacio terminò la lasciò salire sul furgoncino. Una volta lì dentro la ragazza con la manica della sua giacca si strofinò con forza la bocca e sputò a terra per cercare di cancellare il passaggio di quel corpo estraneo, mentre le ruote del catorcio cominciarono a girare sulla strada dissestata.
    Un quarto d'ora dopo tutte e cinque stavano sul marciapiede della Boulevard of broken dreams.

    ***

    Bill stava seduto placidamente sulla poltrona intento a piggiare continuamente i tasti del telecomando con poco interesse.
    "Mio Dio! Vuoi farmi vedere qualcosa o hai intenzione di cambiare canale continuamente?" lo richiamò Tom scocciato, comodamente sdraiato sul divano di un bianco ghiacciato che da un lato terminava con una penisola.
    "Vado a portare Scotty fuori" disse Bill dopo aver sospirato, mentre si alzava in piedi accompagnato dal tintinnio delle catene argentate appese ai suoi pantaloni neri.
    "Che? Dici davvero?" gli domandò il fratello sorpreso e stranito al contempo inarcando un sopracciglio.
    "Si, qual è il problema?".
    "Nessuno, solo che la cosa mi stupisce: non porti mai il cane fuori".
    "Se rimango un altro pò qui dentro rischio di impazzire...".
    "Ok...il guinzaglio sai dov'è" disse Tom allungandosi verso il piccolo tavolino in vetro ed acciaio su cui Bill aveva appena posato il telecomando.
    Il ragazzo agganciò il guinzaglio al collare del cane, poi si coprì con una pesante giacca, per infine uscire, ma quando stava per aprire la porta d'ingresso il gemello lo bloccò.
    "Aspetta! Devo dare alcune raccomandazioni a Scotty" disse e si abbassò sul cane "Mi raccomando se esce fuori di testa scappa e vieni da me".
    "Ah-ah spiritoso" rispose Bill sarcastico.
    "E tu stai attento a non finire di nuovo tra le escort, quelle ti mangiano vivo...se hai proprio bisogno di sfogarti basta che chiedi a me e ti rimedio subito un paio di tipe" continuò rivolgendosi al fratello che per tutta risposta gli mostrò il medio, aprì la porta e se ne andò.
    Percorse la strada distrattamente senza guardare davvero dove stesse andando. Erano i suoi piedi a guidarlo.
    Improvvisamente tra i suoi già affollati pensieri se ne intromise un'ennesimo che annientò tutti gli altri: "Boulevard of broken dreams".
    Quel nome l'aveva colpito e anche il contesto in cui si trovava: una strada chiamata "il viale dei sogni infranti" luogo di ritrovo per le prostitute.
    Con la mente percorse la strada della sera precedente e dopo che fu sicuro di ricordarsela per bene trasportò la teoria sulla pratica.
    Effettivamente si era ricordato bene, perchè raggiunse il viale senza sbagliare.
    Una volta essersi addentrato iniziò a cercare con gli occhi la stessa ragazza del giorno prima. Non sapeva il motivo per cui la cercasse, ma le aveva dato pur sempre 100 euro, quindi poteva permetterselo.
    La trovò sulla stessa zona del marciapiede e dedusse che quello doveva essere il suo posto abituale, poi le si avvicinò.

    ***

    Celeste si picchiettava sulla pancia nella speranza di farla tacere. Quei continui brontolii stavano diventando imbarazzanti e snervanti.
    "Hey, ciao". Una voce la riportò all'attenzione e davanti si trovò il ragazzo della generosa mancia.
    Adesso che se lo trovava davanti senza che le fosse piombato addosso e senza che una macchina all'improvviso se lo portasse via, notò che era davvero bello, ma aveva una bellezza diversa, una bellezza tutta sua.
    Era alto, altissimo. Quasi sul metro e novanta. Aveva un fisico asciutto e palestrato al punto giusto. Le sue gambe erano fasciate da aderenti pantaloni neri che ne accentuavano la lunghezza da cui pendeva una serie di catene, il suo torace era coperto da un maglione bianco dalla scollatura a V su cui sopra stava una pesante giacca grigia di pellicciotto. Sul dorso della mano e delle dita con cui teneva il guinzaglio vi era tatuato il loro scheletro, mentre sfilze di orecchini adornavano le sue orecchie e piercing il suo viso dalla linea pulita e delicata: uno al sopracciglio, due agli angoli della bocca ed un anellino al naso. I suoi occhi erano espressivi e belli ed avevano le iridi di un castano chiaro, il suo sguardo era intenso e caldo. Le sue labbra erano perfette e scoprivano un meraviglioso sorriso che ti abbagliava e i suoi capelli rasati ai lati e gonfi al centro erano di un biondo talmente chiaro da risultare quasi grigi.
    A Celeste piacque e se se lo ritrovava davanti un motivo doveva pur esserci: "Forse vorrà il giusto servizio per tutti i soldi che mi ha lasciato ieri" pensò. In fondo lei era una prostituta e cosa le poteva impedire di fare il suo dovere anche con lui? Cosa aveva lui di diverso per non cercare di sedurlo? Perchè con lui non poteva vendersi come faceva con tutti gli altri uomini?
    Gli portò le mani intorno al collo con fare seducente "Di nuovo qui, eh? Quella macchina ieri ti ha portato via e non mi ha dato il tempo di ringraziarti come si deve...".
    Bill tolse la mani della ragazza dal suo collo "Stai fraintendendo. Io non sono venuto per quello. Sono qui solo per far fare quattro passi al cane".
    "E tu porti il cane a spasso qui?! Lo sai che sei davvero strano?" fece Celeste aggrottando la fronte.
    "Lo so, me lo dicono in molti...".
    "Ti sei perso anche questa volta? Se mi lasci la mancia di ieri notte posso spiegarti di nuovo la strada come tornare a casa".
    Il ragazzo sorrise "No, questa volta non mi sono perso...non so nemmeno io che ci faccio qui...".
    "Oh, bene...allora mi sa che è il cane che ti ha portato qui...gran furbacchione!" disse accarezzando la testa del cane e facendogli i grattini dietro le orecchie.
    "Lo credo anch'io" disse Bill ridendo e accarezzando anche lui l'animale.
    Un brontolio ruppe quel momento. Celeste arrossì per la vergogna e si cinse lo stomaco con una mano.
    "Oh" fece il ragazzo posandosi la mano libera sulla pancia "Credo che mi sia appena venuto un certo languorino...dici che troverò qualche fast food aperto a quest'ora?".
    "Beh, si...più avanti c'è n'è uno che è aperto 24 ore su 24".
    "Più avanti dici? Io sono capace di perdermi per l'ennesima volta, che ne dici di accompagnarmi?".
    "C-chi, io?" balbettò incredula.
    "Si".
    "Io non posso lasciare il mio posto...".
    "Dai, per pochi minuti non credo che succeda la fine del mondo..." insistette Bill guardandola con quegli occhi a cui non seppe dire di no.
    "Ok, ti ci accompagno".
    Si incamminarono fino ad arrivare al fast food, dove si fermarono.
    "Bene, visto che sei arrivato sano e salvo io vado...".
    "Invece visto che ci sei non entri insieme a me e mi fai compagnia?".
    "Scherzi?! Tu non hai idea di ciò che dici! Lo sai come ti guarderebbe la commessa dietro il bancone nel vederti accompagnato da una come me? Guarda come sono vestita! Sono indecente!".
    Bill si spogliò della giacca che posò sulle spalle di Celeste.
    "Problema risolto" le disse sorridendo.
    Legarono il cane fuori a causa del divieto all'ingresso degli animali ed entrarono. Una volta al bancone il ragazzo osservò gli schermi che riportavano il menù.
    "Io prendo una maxi porzione di patatine fritte, tu?".
    "I-io? N-non prendo niente tranquillo" mormorò la ragazza che nel frattempo veniva stuzzicata dal micidiale odore di frittura e hamburger alla griglia che aleggiava nell'aria.
    "Non fare complimenti e prendi quello che vuoi".
    "O-ok...un hamburger...e patatine se per te non è un problema...".
    "Nessun problema".
    Ordinarono e si accomodarono ad uno dei tanti tavoli vuoti. Il locale era deserto e gli unici clienti erano loro due.
    Celeste mangiò di gusto addentando e mandando giù grandi quantità del cibo spazzatura che le stava dinanzi.
    "Ci voleva proprio dopo un'intera giornata passata a digiunare...grazie".
    "A digiunare? Come mai?" chiese Bill stranito.
    "Ehm...sono stata così impegnata che non ho avuto neanche il tempo di un boccone...adesso direi che devo ritornare alla mia postazione: è tardissimo".
    "Va bene, ti accompagno".
    La ragazza guardò le lancette dell'orologio del fast food appeso alla parete che segnava l'una di notte: fra meno di due ore Carl sarebbe andando a prenderle e lei non aveva fatto neanche un soldo bucato e questo era fottutamente male.
    "Non c'è bisogno che mi accompagni...ancora grazie di tutto, davvero! E scusami se prima ho cercato di sedurti...".
    Appena pronunciò quella frase corse via. Uscendo fuori non avvertì neanche il freddo pungente perchè la compagnia di quel ragazzo e quelle sue attenzioni, di cui non sapeva il motivo per le quale gliele riservasse, le avevano scaldato il cuore.
     
    Top
    .
9 replies since 22/11/2012, 15:25   146 views
  Share  
.